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APPUNTI DELLA PROF.SSA CINZIA DE STASIO

LA PREISTORIA DELL'UOMO. Molti milioni di anni fa la foresta pluviale dell'Africa

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APPUNTI DELLA PROF.SSA CINZIA DE STASIO

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    1. APPUNTI DELLA PROF.SSA CINZIA DE STASIO STORIA (MOD. I – II - III) BIENNIO ANNO SCOLASTICO 2007-2008

    2. LA PREISTORIA DELL’UOMO Molti milioni di anni fa la foresta pluviale dell’Africa č abitata dalle scimmie antropomorfe, le piů simili all’uomo. Sono quadrumani e questo permette loro di arrampicarsi su alberi altissimi e di essere frugivore, cioč mangiatrici di frutta. Quando la foresta pluviale si trasforma in savana, gruppi di scimmie antropomorfe iniziano una lunga evoluzione per adattarsi al nuovo ambiente. In circa dieci milioni di anni imparano l’andatura eretta sugli arti posteriori e usano quelli anteriori come mani. Diventano l’unico animale bipede con mani prensili. Gli studiosi le definiscono ominidi. Le prime tracce degli ominidi risalgono a piů di tre milioni di anni fa. Imparano a usare il pollice e, in seguito, il loro cervello si sviluppa e il cranio si ingrossa. Gli ominidi diventano onnivori e fondano la famiglia nucleare formata da genitori e figli ai quali vengono trasmesse le esperienze ossia un’educazione.

    3. Le comunitŕ paleolitiche in Africa Gli ominidi, grazie all’evoluzione del cervello, acquistano due abilitŕ proprie dell’uomo: la memoria e la capacitŕ di progettazione. Cominciano a costruire i primi utensili. A questi ominidi che vivono in Africa, in Tanzania circa 2.5000.000 diamo il nome di uomini. Inizia cosě la preistoria dell’uomo divisa in due periodi. Il primo č l’etŕ Paleolitica (della pietra antica) che dura da 2 milioni e mezzo a 10.000 anni fa. Si succedono due tipi umani: l’Homo habilis e l’Homo erectus. Vivono in gruppi nomadi composti da una decina di famiglie nelle quali i ruoli sono divisi: gli uomini sono cacciatori di piccoli animali, le donne invece sono raccoglitrici di frutta e radici. L’ Homo erectus addomestica il fuoco.

    4. Le comunitŕ paleolitiche nel mondo Circa un milione di anni fa inizia sulla Terra l’era glaciale; i ghiacci si estendono fino a coprire l’Europa, America e Asia settentrionali. Per il calo delle piogge nell’emisfero sud la savana si trasforma in deserto. 500.000 anni fa avviene la prima migrazione verso nord di alcune comunitŕ dell’Homo erectus attraverso l’Istmo di Suez. L’Europa e l?asia sono quasi interamente ricoperte di ghiacci tranne un “corridoio” tra Portogallo e Cina. Qui, circa 400.000 anni fa compare l’Homo sapiens detto anche l’uomo di Neandertal. Le sue comunitŕ, riunite in bande, vivono in caverne. Gli uomini praticano la caccia di gruppo di animali dei quali usano le pelli per coprirsi; iniziano a seppellire i morti. Intanto dall’Africa, circa 60.000 anni fa, gruppi di uomini molto evoluti si diffondono in Europa e in Asia. Circa 40.000 anni fa raggiungono l’ Australia e 20.000 anni fa l’America. Appartengono a un nuovo tipo di uomo, l’Homo sapiens sapiens o Uomo di Cro-Magnon.

    5. La Rivoluzione neolitica (ossia l’Etŕ della pietra nuova 8000-7000 a.C.) L’era glaciale finisce circa 12.000 anni fa Fauna e flora mutano: la mezzaluna fertile Gli agricoltori diventano sedentari; nascono i primi villaggi Invenzione della ceramica, filatura della lana e del lino, tessitura Consiglio degli anziani, composto dai capi delle famiglie della tribů, depositari della magia Nascono le prime divinitŕ e i primi luoghi di culto Intorno al 7.000 a. C. si scoprono le tecniche per la fusione dei metalli; prima il rame, poi il bronzo (una lega di rame e stagno).

    6. LE CIVILTA’ DEI FIUMI SUMERI ED EGIZIANI FONDANO LA CITTA’ E LO STATO In Mesopotamia, terra tra i fiumi Tigri ed Eufrate, verso la fine del iV millennio a.C. vivono i Sumeri. Hanno il vantaggio di sfruttare le acque dei fiumi ma ne temono le inondazioni. Il loro impegno č arginare le acque. Riconoscono divinitŕ nelle Forze della Natura e nasce la religione. Eleggono un re “ il gran sacerdote” Fondano la cittŕ e lo Stato che danno luogo alla civiltŕ. Nel 3.300 a. C. a Uruk, in Mesopotamia, i Sumeri inventano la scrittura, elaborano le sillabe : scrittura cuneiforme. Gli Egiziani vivono lungo le rive del Nilo, che dopo le piene, lascia sul terreno un fertile limo. E’ necessario incanalare le sue acque per allargare i terreni coltivabili. Riconoscono divinitŕ nelle Forze della Natura e nasce la religione. Eleggono un re “ il dio in terra” Fondano la cittŕ e lo Stato che danno luogo alla civiltŕ. Inventano la scrittura intorno al 3.300 a.C. č costituita da segni sacri, i geroglifici, che essi credono dotati di poteri magici. Usano il papiro, l’utilissima pianta delle paludi.

    7. Nomadi e sedentari I rapporti tra civiltŕ sedentarie e tribů nomadi sono difficili. La tribů semitica degli Amorrei nel 1800 aC. Riesce a conquistare tutte le cittŕ sumeriche, sotto la guida di Hammurabi che fonda il regno di Babilonia. Hammurabi introduce la schiavitů per i guerrieri vinti e impone pesanti tributi alle cittŕ sconfitte; adotta perň la religione e la lingua sumerica. Emana un Codice di leggi per garantire la pace sociale. Gli Ebrei, nomadi di lingua semitica, giungono in Palestina nel 1200 a.C.La loro storia, scritta nella Bibbia, narra che il patriarca Abramo, per ispirazione di Jahvč (Dio), partě dalla Mesopotamia verso la terra promessa (il paese di Canaan, la Palestina).Poi le tribů di Abramo rimasero per quattrocento anni in Egitto e furono ridotte in schiavitů. Furono liberate da Mosč che, intorno al 1250 a.C. le condusse in Palestina. I re Saul, Davide e Salomone vincono i Filistei e fondano il Regno di Israele con capitale Gerusalemme. Alla morte di Salomone nel 931 a.C. il regno si divide e gli Ebrei vengono dominati da popoli stranieri.

    8. La prima migrazione indoeuropea nel 2000 a.C. si divide in vari rami: gli Arii raggiungono L’India i Persiani l’Iran I Celti l’Europa continentale Achei e Ioni la Grecia Gli Ittiti in Asia Minore La seconda migrazione indoeuropea avviene nel 1200 a.C. a opera dei Popoli del mare: Gli Ittiti vengono annientati I Dori invadono la Grecia I Filistei si stabiliscono in Palestina

    9. I PRIMI POPOLI MEDITERRANEI L’isola di Creta č la culla delle civiltŕ del Mediterraneo.La civiltŕ cretese č detta anche minoica dal re Minosse, costruttore, secondo il mito, del labirinto in cui era chiuso il Minotauro. I Cretesi forse sono gruppi di emigranti fenici giunti a Creta intorno al 2000 a.C. Sono abili nei commerci e nella navigazione per la quale usano navi dotate di chiglia, di parapetti laterali e di due timoni e due vele. Per primi affrontano la navigazione d’alto mare e tra il 2000 e il 1400 a.C. percorrono le rotte del Mediterraneo orientale conquistando, anche con la pirateria, la talassocrazia ossia il dominio del mare. I palazzi dei re, come a Cnosso e Festo, sono centri del potere politico, economico, religioso. La civiltŕ cretese termina all’improvviso intorno al 1400 a.c. a causa di un terremoto devastante che precede di poco l’attacco degli Achei di Micene.

    10. La tribů indoeuropea degli Achei fonda la civiltŕ micenea I Micenei sono un popolo guerriero, costruttore di fortezze Gli Achei sono Indoeuropei che intorno al 2000 a.c. si stanziano nella penisola greca, dove vivono di allevamento e di agricoltura. Dal 1600 a.c. costruiscono navi con le quali raggiungono le coste d’Italia. Le loro cittŕ sono dominate da fortezze in cui risiedono i re; la piů potente č Micene da cui gli Achei derivano il nome di micenei. Nel 1250 a.c. i re achei attaccano insieme la piů ricca cittŕ sullo stretto dei Dardanelli, Troia: la conquistano e la distruggono. L’impresa viene cantata dagli aedi ( i poeti ambulanti che recitavano in versi a memoria o improvvisando, senza l’aiuto di un testo scritto) e nel X secolo a.C. narrata in due poemi, l’Iliade e l’Odissea, attribuiti a Omero. Nel 1200 a.C. Una serie di terremoti distrugge le cittŕ micenee mentre la Grecia viene invasa da nuovi Indoeuropei: i Dori.

    11. I Fenici sviluppano la navigazione e il commercio Fondano empori commerciali lungo le coste del Mediterraneo Si deve ai Fenici la diffusione del vetro e dell’alfabeto I Fenici sono semiti che abitano sulla costa siriana stretta tra il mare e monti boscosi. Dal 1200 a.C. emergono le loro cittŕ, Biblo, Sidone, Tiro. Per la navigazione e il commercio i Fenici attrezzano porti e, sfruttando le numerose foreste presenti sul territorio, costruiscono navi. Esplorano le coste dell’Africa settentrionale e fondano empori in Sardegna, Sicilia, Spagna dove scambiano oggetti di vetro e tessuti tinti di porpora. Fondano Cartagine e si dirigono fino all’Inghilterra. Oggi sappiamo che l’alfabeto ( da alfa e beta, le due prime lettere del sistema di scrittura greco) fu inventato probabilmente dalle popolazioni del Monte Sinai usando i geroglifici egiziani come segni fonetici. Resta perň ai Fenici la gloria di aver diffuso questa invenzione in tutto il Mediterraneo. Conoscere l’alfabeto significň per i Greci e per i popoli italici passare dai 2000 segni del sistema pittografico e dai 600 del sistema sillabico a una ventina di segni che potevano essere appresi facilmente. L’alfabeto rese “democratica” la scrittura, divulgando uno strumento che fino ad allora era stato il privilegio di pochissimi potenti.

    12. I Greci e la polis In Grecia la natura montuosa del suolo e la scarsitŕ di pianure coltivabili produce la “fame di terre”. Dal 1200 a.C. all’800 a. C. , la Grecia attraversa “un’Etŕ buia”. Poi Achei, Dori e Ioni fondono le loro culture e nasce un nuovo popolo che parla greco, usa l’alfabeto, ha una religione comune costituita da miti, eroi e riti. Il 776 a. C. anno di fondazione delle Olimpiadi, č considerato l’Anno Uno della storia greca. La polis č la nuova forma di cittŕ dei Greci. Non piů “la cittŕ del re”, ma la “cittŕ dei cittadini” che si autogovernano attraverso nuovi principii e diritti. Ogni cittŕ č una cittŕ-Stato, indipendente dalle altre. Per la prima volta la cittŕ ha una piazza, l’agorŕ, per radunare l’Assemblea dei cittadini. Si trova nella “cittŕ bassa” mentre sull’acropoli, la “cittŕ alta” in collina, i templi rappresentano la sede del potere religioso.

    13. Tutti i cittadini hanno diritto di governare, ma non tutti gli abitanti sono cittadini. Sono esclusi dalla cittadinanza le donne, i mercanti e gli artigiani, i contadini poveri. Alla fine sono cittadini solo i grandi proprietari terrieri, ossia gli aristocratici. L’emigrazione dei contadini poveri tra l’VIII e il VI sec. A.C., alimentata dalle cittŕ madri, produce la colonizzazione di regioni fertili sulle coste dell’Asia Minore e del Mar Nero, della Sicilia e dell’Italia meridionale (sarŕ la Magna Grecia) e a ovest fino alla Gallia. Le terre vengono distribuite in lotti uguali in base a una maggiore giustizia sociale. Nel VII sec a. C. viene inventata la moneta coniata che facilita i commerci a favore di artigiani e mercanti.Questi possono entrare in un nuovo schieramento di fanteria, la falange oplitica, e ottengono cosě il diritto di cittadinanza. Le lotte sociali tra aristocratici e contadini poveri continuano fino a quando, tra il VII e il VI sec.a.C. alcuni nobili, proclamandosi tiranni, governano la cittŕ. L’Etŕ dei tiranni č solo un’etŕ di passaggio.

    14. Gli Spartani Intorno al 1200 a.C. ,gruppi di Dori si insediano nel Peloponneso (in Laconia), si impongono sulle popolazioni locali e fondano la cittŕ di Sparta, da cui prendono il nome di Spartani. Sottomettono poi i contadini-guerrieri della vicina Messenia che diventa parte della della loro polis. Nell’VIII e VI sec. I Messeni si ribellano ma, dopo due guerre messeniche, vengono definitivamente sconfitti. Gli spartani creano nella loro cittŕ una ferrea organizzazione con l’esercito oplitico piů forte di tutta la Grecia.

    15. Sparta ha una Costituzione oligarchica perché il potere č nelle mani di pochi. Le polis greche hanno tutte una Costituzione; quella di Sparta č attribuita al mitico Licurgo. Secondo la Costituzione tutte le terre, divise in parti di pari dimensioni, sono affidate in usufrutto agli Spartiati, chiamati anche Uguali, che sono 5000. La loro Assemblea (Apella) decide sulle proposte di legge del Consiglio chiamato Gherusěa composto da 30 gheronti (anziani) appartenenti a due grandi famiglie doriche. Di queste famiglie fanno parte anche i due re che in guerra comandano l’esercito. Cinque čfori potentissimi sono addetti alla gestione dello stato. La Costituzione spartana affida il potere a poche persone; quindi č oligarchica. Iloti e Perieci sono esclusi dai diritti civili. I Messeni discendenti dalla popolazione sconfitta dai Dori, chiamati Iloti, sono proprietŕ della polis; coltivano come servi i campi degli Spartiati e vengono tenuti in una condizione di terrore. I Perieci, che abitano in una cittŕ portuale, hanno il diritto di commerciare, ma non il diritto di cittadinanza. I Spartiati si dedicano solo alla politica e alla vita militare.

    16. GLI ATENIESI Atene si sviluppa nell’Attica vicino al porto del Pireo. La terra, scarsamente coltivabile, produce vino, olio e fichi, mentre i numerosi porti naturali sono adatti alla pesca e al commercio. Il territorio č diviso in trittěe( tre zone): della pianura (ricchi proprietari), della montagna (contadini poveri), della costa (mercanti e artigiani). Le differenze territoriali determinarono quelle sociali.

    17. SOLONE TENTA DI RIFORMARE LA COSTITUZIONE PISISTRATO INSTAURA LA TIRANNIDE IL LEGISLATORE CLISTENE EFFETTUA UNA PROFONDA RIFORMA ELETTORALE Per placare gravi lotte sociali, nel 594 a.C. la polis affida a Solone la riforma della Costituzione. Solone libera gli schiavi per debiti. Tra il 560 a.C. e il 528 a.C. un tiranno, Pisistrato, sale al potere e riporta Atene alla prosperitŕ. Nel 508 a.C. Atene affida a Clistene una nuova riforma della Costituzione. Clistene parte da una riforma elettorale: distribuisce le trittie in dieci tribů in modo che ogni tribů sia composta da tre trittie. Quindi a ogni trittia attribuisce un solo voto per eleggere i magistrati, permettendo alla montagna e alla costa di ottenere facilmente la maggioranza sulla pianura.

    18. LA COSTITUZIONE DI ATENE E’ DEMOCRATICA PERCHE’ ASSICURA LA PIU’ LARGA PARTECIPAZIONE DEI CITTADINI AL VARO DELLE LEGGI Elaborando la Costituzione, Clistene forma una vasta Assemblea chiamata Ecclesia, costituita da 40.000 cittadini, alla quale dŕ piena libertŕ di parola e ampi poteri. Essa č affiancata dalla Bulč, un Consiglio formato da 500 cittadini, eletti annualmente per sorteggio, che diventa l’organismo di governo piů importante dello Stato. Inoltre l’Assemblea nomina ogni anno dieci strateghi che comandano l’esercito e mantengono l’ordine in cittŕ. Con l’ostracismo, infine, l’Assemblea puň condannare all’esilio chi č sospettato di aspirare alla tirannide. L’ampiezza dell’Ecclesia e della Bulč, l’annualitŕ e il sorteggio delle cariche, nonché la libertŕ di parola fanno di questo tipo di Stato una democrazia. Ad Atene sono esclusi dalla cittadinanza: i meteci, ossia gli stranieri; gli schiavi ( l’economia greca si basa sul lavoro degli schiavi); le donne ( le donne erano prive dei diritti civili, non potevano partecipare alla vita pubblica e non godevano di alcun privilegio).

    19. I PERSIANI Nel VI sec. A,C. le colonie greche dell’Asia Minore vengono assorbite dall’Impero persiano che ha il suo nucleo a Persepoli, vicino al Golfo Persico. I Persiani, anch’essi di origine indoeuropea, sotto la guida di Ciro il Grande e poi di Cambise conquistano tutta la Mesopotamia, la Siria; la Libia; l’Egitto, la Palestina e l’Asia Minore. All’inizio del V sec.AC. Dario, il “re dei re” s’impegna nell’organizzazione dell’Impero. Divide il territorio in satrapie (province) affidate ciascuna a un satrapo dotato di ampi poteri militari e civili e impegnato a riscuotere un tributo annuale per il tesoro reale. Dario, spietato con i traditori, dimostra tolleranza verso i sudditi promuovendo artigianato e commerci e premiando chi introduce nuove colture. Dario inoltre riesce a realizzare la costruzione della Strada reale, che attraversa l’Impero da Susa(nel cuore dell’Asia)a Sardi(sul Mediterraneo). Dario promuove le esplorazioni e compie l’enorme impresa del primo taglio dell’Istmo di Suez.

    20. Splendore e declino della Grecia Nel 499 a.C. Mileto, cittŕ greca dell’Asia Minore, sottomessa ai Persiani, si ribella aiutata da Atene sua cittŕ madre. Dario distrugge Mileto e decide la punizione di Atene con la quale si schiera Sparta. Nel 490 a.C. si svolge la prima guerra persiana. Nella pianura di Maratona 10.000 Ateniesi guidati da Milziade, affrontano 20.000 Persiani e li sconfiggono.

    21. Dario, alla sua morte, lascia al figlio Serse il compito di punire Atene. Serse prepara una spedizione gigantesca. Fa allestire un ponte di barche sull’Ellesponto per invadere la terra via terra da nord mentre la flotta seguirŕ l’esercito dal mare. In Grecia, mentre molte cittŕ passano dalla parte di Serse, Sparta e Atene si alleano: scoppia la Seconda guerra persiana (480-479 a.C). Leonida con solo 300 Spartani resiste tre giorni alle Termopili. Poi l’esercito persiano dilaga nell’Attica e giunge ad Atene. Gli Ateniesi si rifugiano sull’isola di Salamina mentre la cittŕ brucia. Lo stratego Temistocle conduce la flotta ateniese nei pressi di Salamina e con 200 navi distrugge o disperde 1200 navi persiane. Quindi lo spartano Pausania sbaraglia i Persiani a Platea costringendoli alla fuga. La qualitŕ dei greci vince sulla quantitŕ schierata dell’Impero persiano.

    22. Ad Atene diventa stratego Pericle che, per le sue doti eccezionali, viene rinominato ogni anno dal 461 al 429 a.C. Il suo governo fa rinascere Atene. Convinto che la cittŕ debba dominare il mare Egeo, Pericle assume il comando della Lega di Delo, mentre Sparta crea la Lega del Peloponneso. Si formano due blocchi: uno terrestre guidato da Sparta, uno marittimo guidato da Atene. Le rivalitŕ tra Atene e Sparta portano alla Guerra del Peloponneso che dura dal 431 al 404 a.C. spaccando la Grecia in due parti e indebolendola. Pericle muore, gli strateghi successivi perdono una lunga serie di battaglie e alla fine Atene si arrende.

    23. Alessandro Magno e l’Ellenismo Nel IV sec. A.C. la Macedonia, una regione a nord della Grecia, č abitata da tribů di agricoltori e pastori e governata da un re e da ottocento capitribů. Nel 359 a.C. sale al trono Filippo che doma i capitribů, crea la falange macedone che rivoluziona il modo di combattere e si impadronisce delle miniere d’oro della Tracia. Poi invade la Grecia e prepara una spedizione contro la Persia, ma, nel 336 a.C. viene ucciso. A Filippo succede nel 336 a.C. il figlio Alessandro che affronta l’impresa e la conduce a termine in tre anni dal 334 al 331 a.C. Annienta i Persiani, guidati da Dario III, in Siria e in Egitto. Divenuto re dei Persiani, si insedia a Persepoli e progetta un “Impero universale” in cui la civiltŕ greca si fonda con quella orientale. Il tentativo di conquistare l’India č l’ultima impresa di Alessandro.

    24. Alessandro muore nel 323 a.C. a trentatrč anni. I suoi generali si combattono per la successione e alla fine dividono l’impero in Regni ellenistici, cioč di cultura greca. Durante l’Ellenismo, un grande movimento culturale che adotta la lingua greca come lingua internazionale, fioriscono la scienza e la tecnica. In questa epoca assume grande valore l’istruzione, sia elementare sia superiore, e le scuole sono organizzate da un apposito magistrato.

    25. I Celti e i popoli italici I Celti (Galli per i romani) intorno al 2.000 a.C. occupano tutta l’Europa occidentale. La loro lingua fa parte del gruppo indoeuropeo. Sono nomadi allevatori, ma anche contadini; costruiscono cittŕ fortificate che diventano centri di mercato, botteghe e officine. I prigionieri di guerra vengono resi schiavi. I loro artigiani sono abili fabbri e falegnami, famosi anche tra Greci e Romani. Dall’VIII sec. A.C. in poi i Celti commerciano con i Fenici e Greci. Il loro incontro con i Greci diffonde nell’Europa celtica la scrittura alfabetica. La societŕ celtica č una societŕ guerriera, comandata in guerra da un re sottoposto all’autoritŕ della casta sacerdotale dei druidi.

    26. GLI ETRUSCHI Gli antenati del popolo etrusco sono i Villanoviani, forse provenienti da una cittŕ dell’Asia Minore in tempi assai antichi e stanziatisi nell’area comprendente l’Emilia, la Toscana, l’Umbria e il Lazio settentrionale. Tra l’VIII e il V sec. A.C. i Villanoviani allacciano rapporti commerciali con i coloni della Magna Grecia e adottano l’alfabeto. Cambiano livello di vita e da questo momento li chiamiamo Etruschi (Tusci per i Romani, Tirreni per i Greci).

    27. Gli Etruschi costruiscono numerose cittŕ, in collina e presso corsi d’acqua; se vicine al mare, le forniscono di un porto e di una flotta. Alcune cittŕ costituiscono una lega religiosa detta dodecŕpoli (dodici cittŕ), altre restano autonome. Il re che in origine governa la societŕ etrusca si chiama lucumňne; viene sostituito tra il VI e il V sec.a.c. dagli aristocratici che assumono il potere e vivono nel lusso. I lavoratori (contadini e artigiani) si trovano in una posizione intermedia tra libertŕ e schiavitů. Gli etruschi si avvalgono anche di un certo numero di schiavi. Di particolare prestigio sono gli arůspici, sacerdoti e indovini.

    28. La natura fertile favorisce l’agricoltura degli Etruschi, abili a creare reti di canali di irrigazione e a organizzare opere di bonifica. Con tecniche apprese dai greci, essi coltivano cereali, vite e olivo e costruiscono case, templi e navi. Ricchi anche di metalli (rame, argento, piombo e soprattutto il ferro dell’Isola d’Elba), gli Etruschi si dedicano ad un artigianato raffinatissimo e forniscono al commercio prodotti di ogni tipo. Sono anche abili marinai, guerrieri e pirati e controllano per secoli il mare Tirreno, contendendolo a Greci e Fenici.

    30. Patrizi e plebei sono legati da reciproci rapporti di patronato e clientela. Dal 494 a.C. i plebei sono difesi dal tribunato della plebe, costituito da due tribuni dichiarati sacri e inviolabili. Essi convocano le Assemblee della plebe che possono votare i plebisciti e decidere la secessione delle legioni. Nell’anno 367 a.C. la plebe ottiene leggi scritte (le Dodici Tavole), il diritto di matrimonio tra patrizi e plebei, l’assegnazione di campi piů grandi, la riammissione al consolato. La Costituzione repubblicana si fonda su diversi magistrati ( i due consoli, i tribuni della plebe, in caso di guerra un dittatore, il censore) e tre assemblee (i Comizi centuriati, i Comizi tributi, il Senato). Le magistrature sono annuali, elettive e gratuite. Mentre il Senato, con i senatori in carica a vita, volge verso l’oligarchia, il contropotere plebeo riequilibra lo Stato democratico.

    31. La conquista dell’Italia e dell’Impero Tra gli inizi del V secolo e la metŕ del III sec. a.C. Roma conquista l’Italia intera, escluse la Pianura Padana e le isole, con una serie di guerre vittoriose contro l’etrusca Veio, contro Galli e Sanniti, contro Pirro, re dell’Epiro. La comune cultura romana unisce le popolazioni assoggettate attraverso il latino, l’alfabeto, la religione ufficiale, la costruzione di una rete stradale, la fondazione di colonie. Roma amministra i territori occupati attraverso il sistema scalare (cosě chiamato perché creň tra le cittŕ italiche una serie di gerarchie simili ai gradini di una scala) e il principio del divide et impera (dividi e governa).

    32. La sola cittŕ del Mediterraneo capace di rivaleggiare con i Romani č la fenicia Cartagine, che grazie ad un trattato di alleanza stipulato con Roma ha l’esclusiva dei commerci con la Sicilia. Cartagine č una cittŕ marinara e mercantile che gode di un’agricoltura fiorente grazie ai contadini libici ridotti in schiavitů. In guerra l’esercito č comandato da generali e ufficiali cartaginesi, ma formati da soldati mercenari reclutati ovunque. Le Guerre puniche iniziano nel 264 a.C. quando le legioni romane sbarcano in Sicilia. La Prima guerra punica (264-241 aC) si combatte sul mare. I Romani costruiscono navi muniti di corvi, passerelle mobili atte ad agganciare le navi nemiche e sbaragliano la flotta avversaria in tre battaglie costringendo Cartagine alla resa. Alla conquista della Sicilia seguono quella della Sardegna e della Corsica. La Seconda guerra punica (281-202 aC) č scatenata dal condottiero cartaginese Annibale che porta in Italia soldati ed elefanti. Sconfigge i Romani tre volte e nel 216 aC. a Canne, in Puglia, ne annienta le legioni. Ma Roma si riorganizza e Publio Cornelio Scipione porta la guerra in Africa: nel 202 a.C. sbaraglia a Zama i Cartaginesi e si fregia del titolo di Africano. Annibale fugge in Oriente. Nel 146 a.c. il Senato romano fa radere al suolo Cartagine. Nel 146 a.C. Roma č ormai padrona della maggior parte delle terre che si affacciano sul Mare Mediterraneo. Queste diventano province, governate da proconsoli e i loro abitanti non sono piů cittadini ma sudditi, sottoposti a pesanti tributi. Roma, passando dal governo dell’Italia al dominio (imperium) delle province, č ora un impero.

    33. LA CRISI DELLA REPUBBLICA La conquista dell’Impero fa esplodere il fenomeno della schiavitů, alimentato dai prigionieri di guerra e talvolta da intere popolazioni sconfitte. Costretti dai debiti, i contadini piccoli proprietari vendono ai grandi agrari le loro terre favorendo la nascita dei latifondi. Un’unica azienda agricola,la villa, domina immense distese lavorate dagli schiavi, mentre molti terreni abbandonati si trasformano in paludi. Nasce cosě il fenomeno dell’urbanesimo: i contadini costretti a vendere il loro podere emigrano in cittŕ in cerca di lavoro e, una volta inurbati, formano un proletariato disoccupato. Due fratelli, Tiberio e Gaio Gracco, tribuni della plebe rispettivamente nel 133 e nel 123 a.C., propongono una legge agraria che tolga una piccola parte di terra ai latifondi per ridistribuirla alla plebe urbana. Si tratta di terre appartenenti all’agro pubblico, ma la nobiltŕ romana, che illegalmente le considera sue, fa assassinare prima Tiberio e poi Gaio. (fine delle riforme). La societŕ romana si divide in due fazioni nemiche: Popolari (plebei e in minoranza nobili) e Ottimati (senatori e nobili), sostenuti dai loro clienti e dalle loro bande armate. Una continua rivalitŕ separa anche i due ceti dei senatori (grandi proprietari terrieri) e dei cavalieri ( abili affaristi).

    34. Nel 107 a.C. il capo dei popolari Mario, con una riforma dell’esercito risolve due problemi: la miseria dei popolari e la necessitŕ di uomini per formare le legioni. L’esercito viene costituito da volontari e non occorre piů possedere terra per arruolarsi. I legionari ricevono l’equipaggiamento, una paga giornaliera e premi. Al congedo ricevono un appezzamento di terra. Questo esercito affronta dal 90 all’88 aC. la guerra sociale (da socii, “alleati”) suscitata dagli italici, esasperati per non aver ottenuto la cittadinanza romana. Il vincitore della guerra sociale, Silla, diviene il capo degli Ottimati. Quando Silla, su ordine del Senato, si appresta a partire per una spedizione in Oriente, l’Assemblea della plebe, con atto illegale, gli toglie il comando dell’esercito e lo affida a Mario, capo dei Popolari. Con un altro atto illegale Silla marcia su Roma ed entra in cittŕ con l’esercito in assetto di guerra. I due eserciti si scontrano e quello di Silla ha il sopravvento. Partito Silla per l’Oriente, a Roma i Popolari perseguitano gli Ottimati. Questa nuova serie di illegalitŕ provoca nell’88 a.C. lo scoppio delle guerre civili che si protrarranno fino al 31 a.C. Silla torna vittorioso a Roma nell’83 a. C. e assume nell’82 la carica di dittatore a tempo indeterminato con pieni poteri. Mario č morto e la vendetta degli Ottimati si abbatte sui Popolari. Silla emana le tavole di proscrizione, elenchi dei suoi nemici sempre aggiornati e appesi nel Foro: chiunque puň ucciderli. Le terre confiscate vengono distribuite in premio ai veterani di Silla il quale, nell’80 a.C., si ritira a vita privata.

    35. GIULIO CESARE: LA FINE DELLA REPUBBLICA In Italia violenza e illegalitŕ si diffondono ovunque. Nel 63 aC. Il Senato affronta la Congiura di Catilina, sventata dal console Marco Tullio Cicerone che, all’illegalitŕ di Catilina, risponde con l’illegalitŕ dell’uccisione in carcere dei congiurati. Intanto gli Ottimati si scelgono come capo Cneo Pompeo mentre i Popolari si affidano a Gaio Giulio Cesare. Nel 60 a.C. Pompeo stringe un patto segreto con Cesare e con il ricchissimo Marco Licinio Crasso: č il primo Triumvirato, governo di tre uomini. Il Senato non si oppone alla loro forza e nel 59 a.C. Cesare č nominato console mentre Pompeo parte per l’Oriente. Prima che scada il suo consolato Cesare ottiene per cinque anni il proconsolato delle Gallie: la Gallia Cisalpina (Pianura Padana) e la Gallia Narbonense (Provenza). Nel 58 a.C. parte alla conquista dell’intera Gallia battendo gli Elvezi e attaccando i Galli Belgi. Nel 54 aC. Conduce una spedizione in Britannia, ma intanto la Gallia insorge contro i Romani sotto la guida di Vercingetorige. Scoppia una guerra che culmina nel 52 a.C. con l’assedio di Alesia e la vittoria di Cesare. Nel 50 a.C. tutta la Gallia Transalpina č sottomessa e diviene provincia romana. Cesare scrive sulla sua conquista il De Bello Gallico.

    36. Il Senato e Pompeo temono ora il potere di Cesare e nel 49 a.C. gli ordinano di congedare l’esercito. Cesare ignora l’ordine e passa con l’esercito in armi il Rubicone, confine tra l’Italia e le province, compiendo un’azione illegale. Inizia una nuova fase di guerre civili che si protraggono fino al 45 a.C. Cesare, vincitore, scrive anche su questi eventi il De Bello Civili. Cesare torna a Roma e, convinto della necessitŕ di un regime forte, si fa nominare dittatore a vita e vara alcune riforme: una riforma agraria; l’avvio di opere pubbliche, la fondazione di colonie romane nelle province e l’aumento del numero dei senatori. Per iniziativa della plebe viene nominato imperator e il Senato, per ingraziarselo, stabilisce che sia divinizzato dopo la morte. Un gruppo di senatori lo uccide in Senato il 15 marzo (le Idi di marzo) del 44 a.C. Tra i congiurati vi sono il figlio adottivo Marco Bruto e l’amico Cassio.

    37. AUGUSTO E IL PRINCIPATO La cosiddetta tirannide di Cesare era considerata dalla plebe un governo saggio e illuminato, e, quando viene letto il testamento di Cesare scoppia la rivolta dei plebei e dei veterani. Contro i congiurati in fuga si schierano Antonio, Ottaviano (nipote e figlio adottivo di Cesare) e Lepido. Nel 43 a.C. i tre fondano un secondo triumvirato e sconfiggono i congiurati. L’alleanza tra i triumviri č di breve durata: ad Azio, nel 31 a.C. Ottaviano sconfigge Antonio. Č la fine delle guerre civili. Ottaviano chiede al Senato poteri eccezionali ed ottiene: il tribunato della plebe, il proconsolato per tutto l’impero, la carica di pontefice massimo. Prende quindi provvedimenti urgenti per risanare le finanze statali e dare sicurezza ai diseredati.

    38. Augusto vara una riforma che toglie al Senato poteri politici ma compensa i senatori con incarichi redditizi e fa dei cavalieri la classe dirigente dell’Impero. La classe media e la plebe amano Augusto, per gli affari e per la distribuzione gratuita di grano. L’erario resta amministrato dai senatori, mentre il fisco viene affidato ai liberti, gli schiavi liberati, che diventano una categoria di privilegiati. Insieme alla restaurazione della pace romana, Augusto si impegna per la restaurazione degli antichi costumi decaduti durante le guerre civili. Affida a Mecenate il compito di scegliere scrittori e poeti che esaltino le antiche virtů. (Orazio, Virgilio, Tito Livio). Augusto muore nel 14 d.C., dopo 57 anni di vita politica; il suo lungo periodo di governo viene chiamato il secolo di Augusto. Sceglie come successore Tiberio, figlio della terza moglie Livia e con questa designazione fonda una dinastia. La Repubblica č morta e nasce il Principato. Viene chiamato Impero con il significato di governo dell’Imperatore.

    39. Roma nell’etŕ imperiale Con Tiberio inizia la dinastia Giulio-Claudia che regna dal 14 al 68 d.C. con quattro imperatori: Tiberio, Caligola, Claudio e Nerone. Sotto Tiberio, nel 33 d.C., in Palestina muore sulla croce Gesů. Durante il regno di Nerone un incendio, del quale sono incolpati i cristiani, devasta Roma. Sale al potere Flavio Vespasiano, fondatore della dinastia Flavia, cui succedono i figli Tito e Domiziano. In Campania nel 79 d.C. l’eruzione del Vesuvio distrugge le cittŕ di Ercolano e Pompei. Dopo la dinastia Flavia viene usato il sistema dell’adozione, con cui l’imperatore in carica sceglie il suo successore. Tra gli imperatori adottivi spiccano Traiano e Adriano. Con Traiano l’impero romano raggiunge la sua massima estensione. Sotto Adriano inizia la diŕspora degli Ebrei (cioč la loro emigrazione dalla Palestina e la loro “dispersione nel mondo”).

    40. L’Impero entra in crisi quando, sotto Marco Aurelio, Parti e Germani lo attaccarono contemporaneamente. La situazione peggiora ancora con il diffondersi della peste che determina un forte calo demografico. Per tutto il III secolo d.C. l’Impero č soggetto a una grave crisi economica. Aumentano le tasse; nelle campagne, con la fine delle guerre di conquista, vengono a mancare gli schiavi; le strade si riempiono di banditi; nelle cittŕ aumentano i prezzi. L’unico atto importante č l’estensione della cittadinanza romana a tutti i sudditi dell’Impero decisa da Caracalla. Verso la fine del III secolo l’Imperatore Diocleziano riesce a varare grandi riforme: impone un “calmiere” all’aumento dei prezzi; istituisce la servitů della gleba e, infine, nel 286 d.C., divide l’Impero in due parti, Impero d’Oriente e Impero d’Occidente, ognuna governata da un “Augusto” coadiuvato da un successore, un “Cesare”. Il “governo dei quattro” chiamato tetrarchia non garantisce comunque una successione pacifica. Costantino, sposta la capitale dell’Impero a Bisanzio (Costantinopoli).

    41. Il Cristianesimo I Romani richiedono ai seguaci di altre religioni solo di rispettare la natura divina dell’imperatore e di compiere regolarmente sacrifici in suo onore. Rifiutarsi č considerato alto tradimento. Dopo la morte e la resurrezione di Gesů i suoi discepoli, gli apostoli, ne diffondono il messaggio evangelico. Paolo organizza le prime chiese e assieme a Pietro fonda a Roma una comunitŕ cristiana. Dopo la persecuzione di Nerone nel 64 d.C. le autoritŕ romane colpiscono le comunitŕ cristiane con persecuzioni sistematiche perché il rifiuto di riconoscere la natura divina dell’imperatore li fa considerare colpevoli di alto tradimento. Le persecuzioni si protraggono per 250 anni; la piů violenta č quella scatenata nel III sec. da Diocleziano. Ma le persecuzioni non frenano le conversioni che si fanno sempre piů numerose. Il Cristianesimo si diffonde in tutto l’Impero dove ogni Chiesa ha il suo sacerdote e ogni cittŕ il suo vescovo. Primo vescovo di Roma č san Pietro. Ai vescovi che gli succedono viene dato il nome di papa, “padre”. I vescovi tengono regolari concili per discutere la dottrina della Chiesa e le forme di organizzazione delle comunitŕ cristiane. Le persecuzioni terminano nel IV sec. d,.C. con Costantino. Dopo un sogno profetico, questi fa apporre la croce sulle sue insegne quando a Ponte Milvio deve affrontare il suo ultimo rivale. Riconoscente per l’ottenuta vittoria, nel 313 emana l’Editto di tolleranza con il quale il cristianesimo viene riconosciuto “religione lecita” dell’Impero. Nel 380 l’imperatore Teodosio, influenzato da sant’Ambrogio, sanziona il trionfo del cristianesimo proclamandolo “religione ufficiale dell’Impero”.

    42. L’ALTO E IL BASSO MEDIOEVO La periodizzazione Alto Medioevo 476 – 1000 dalla fine dell’Impero romano d’Occidente alla fine delle “ultime invasioni” Perché questa periodizzazione? Perché le popolazioni germaniche e romane impiegarono questo periodo nell’operazione di fondere le proprie culture. Perché tale operazione avvenne con la mediazione della Chiesa cattolica, che acquistň quindi un ruolo predominante nella vita spirituale e politica dell’Europa. Perché questi cinquecento anni furono caratterizzati da un’economia di pura sussistenza, basata sull’autoconsumo. La periodizzazione Basso Medioevo 1000 – 1348 dalla ripresa economica alla Grande peste Perché questa periodizzazione? Perché quest’epoca fu caratterizzata dalla rinascita dell’agricoltura, dei commerci e dell’artigianato. Perché in essa ebbe inizio la crisi della Chiesa che determinerŕ poi una grande spaccatura dell’Europa cristiana nell’Etŕ moderna. Perché fu dominata da uno scontro rovinoso tra il Papato e l’Impero, che consumarono le loro forze per contendersi il “potere universale”.

    43. L’ALTO MEDIOEVO Alla fine del IV secolo, i Germani dilagano nelle province occidentali dell’Impero romano e, fra loro, Goti e Vandali saccheggiano Roma nel 410 e nel 455. Nel 476 Odoacre depone Romolo Augustolo, ultimo imperatore romano d’Occidente. Inizia un’epoca nuova: il Medioevo. I Germani fondano i Regni romano-barbarici nelle terre dell’Impero: in Italia gli Ostrogoti; i Vandali in Africa settentrionale; i Visigoti in Spagna; Franchi e Burgundi in Francia. Essi utilizzano la popolazione romana come manodopera e mantengono la servitů della gleba. La Chiesa inizia la conversione dei re barbarici. Nel VI secolo si diffonde in Europa il monachesimo creato da San Benedetto da Norcia. I monaci vivono in comunitŕ seguendo una Regola da lui dettata.

    44. Nell’Impero romano d’Oriente fiorisce la civiltŕ bizantina. I Bizantini chiamano la vera fede ortodossia e i loro imperatori hanno un doppio potere, civile e religioso, detto cesaropapismo. L’imperatore Giustiniano (527 – 565) raccoglie nel Corpus Juris Civilis tutte le leggi romane. Riconquista l’Africa settentrionale, la Spagna meridionale e l’Italia che tornano “romane” ossia bizantine; Ravenna č la capitale bizantina in Italia. Nel 568 i Longobardi invadono l’Italia, guidati dal re Alboino e dai duchi che fondano il Ducato di Benevento e il Ducato di Spoleto. Il re occupa la Pianura Padana. Le altre regioni restano ai Bizantini; si spezza cosě l’unitŕ territoriale d’Italia. Il papa Gregorio Magno converte la famiglia reale e nel 643 il re Rňtari emana il primo codice di leggi scritte germaniche.

    45. L’IMPERO CAROLINGIO Nell’VIII secolo il popolo franco occupa vasti territori conquistando la supremazia militare con l’adozione della staffa e dell’armatura. I Franchi si convertono al cattolicesimo e sono benvoluti dai papi che chiedono loro aiuto contro i Longobardi. Nel 774 il loro re Carlo Magno conquista Pavia segnando la fine del dominio longobardo in Italia; non riesce perň a ricacciare in Africa i Mori di Spagna. Nella notte di Natale dell’800, a Roma, il papa Leone III incorona Carlo Magno “imperatore dei Romani”. La Chiesa intende cosě fondare il Sacro romano Impero, riportando in vita l’Impero romano d’Occidente. L’Impero franco perň, a differenza di quello romano, non č uno Stato. La famiglia franca č una “famiglia estesa”; dipende dal capofamiglia che ha un potere sacro detto “mundio”. Egli č il signore e tutti gli altri sono suoi servi, vassalli. Signore e vassalli formano un’unitŕ di combattimento. Il signore concede doni in cambio dell’obbedienza. Fondamento del diritto č la fŕida.

    46. Carlo Magno, ispirandosi all’organizzazione della famiglia, tenta di organizzare lo Stato mettendo al vertice l’imperatore e nominando ogni capofamiglia suo vassallo attraverso il legame dell’investitura. Il vincolo di fedeltŕ viene premiato con il dono di un vasto territorio, il feudo. Il vassallo si impegna a fornire in guerra una squadra di cavalieri e puň investire un valvassore e questi un valvassino.Nasce cosě il feudalesimo. I feudi perň non sono ereditari. La rinascita carolingia si esprime con la costruzione di grandi chiese, la fondazione di scuole ecclesiastiche e l’adozione di una nuova calligrafia, la “minuscola carolina”. Morto Carlo Magno i suoi successori causano nell’843 la divisione dell’Impero in Regno di Francia, Lotaringia e Regno di Germania. Tra il IX e il X secolo avvengono le “ultime invasioni” da parte dei Saraceni, degli Ungari e dei Vichinghi chiamati Normanni. Questi nel 1066 occupano l’Inghilterra, nel 1091 scacciano gli Arabi dalla Sicilia e fondano il Regno di Sicilia. Le “ultime invasioni” trasformano il sistema feudale. Nell’ 877 i feudatari ottengono l’ereditarietŕ dei feudi con il Capitolare di Quierzy. La “piramide feudale” di Carlo Magno crolla ed č sostituita da nuclei feudali indipendenti. Nel 962 l’imperatore Ottone I fonda il Sacro romano impero di nazione germanica.

    47. IL BASSO MEDIOEVO 1000 – 1348 dalla ripresa economica alla Grande peste Nel Basso Medioevo l’Europa conosce una forte crescita economica che ha inizio nelle campagne dove si introduce la rotazione triennale delle colture. Intanto i feudatari dell’Europa occidentale aboliscono la servitů della gleba risolvendo un problema economico, data la maggior produttivitŕ dei contadini liberi rispetto a quella dei servi, e un problema morale posto dal messaggio evangelico che proibisce la schiavitů. La ripresa dell’agricoltura determina la fine dell’autoconsumo e la ripresa dei commerci. I mercanti danno vita alle fiere, dove l’incontro fra uomini di diversa provenienza favorisce la nascita della cultura europea. I mercanti italiani inventano la cambiale e le assicurazioni. Si afferma la categoria dei finanzieri.

    48. L’artigianato cittadino rinasce con lo sviluppo delle manifatture tessili di lana e di cotone. I Fiorentini creano un nuovo tessuto, il fustagno. Si sviluppano anche l’industria navale, la metallurgia, l’oreficeria e la manifattura del vetro e delle ceramiche artistiche. Mercanti e artigiani vivono fuori dalle mura della cittŕ, nel borgo, i cui abitanti vengono chiamati borghesi. Per contenere le pretese dei feudatari i borghesi fondano un’associazione, il Comune, difeso da milizie cittadine. Ottengono dai signori le “carte di libertŕ” che aboliscono alcuni diritti feudali. Nasce cosě il Comune medievale. Nel 1154 l’imperatore Federico I, detto il Barbarossa, convoca nella Dieta di Roncaglia i Comuni padani che trascurano i diritti dell’Impero. I Comuni rifiutano di restituire le regalie (diritti regali) e nel 1158 il Barbarossa rade al suolo Crema e Milano. Nel 1167 i Comuni si coalizzano nella Lega lombarda e nel 1176 sconfiggono le truppe imperiali nella battaglia di Legnano. Nel 1183, con la pace di Costanza, i Comuni conservano i loro vecchi privilegi e ne conquistano di nuovi.

    49. L’espansione del cristianesimo La Chiesa feudale č ricca e potente sia perché vescovati e monasteri possiedono vastissime estensioni di terra, sia perché riscuotono le decime. Rischia perň di perdere il suo prestigio spirituale. I papi e il clero hanno spesso comportamenti che contrastano con il messaggio evangelico; solo i monaci benedettini fanno eccezione. La crisi della Chiesa sfocia nello Scisma d’Oriente del 1054 con cui la Chiesa bizantina ortodossa si distacca dalla Chiesa cattolica romana rompendo per la prima volta l’unitŕ dei cristiani. Dal monastero benedettino di Cluny (Francia), si diffonde il messaggio della riforma cluniacense; obbligo del celibato dei preti, abolizione degli abusi dei feudatari, affermazione della superioritŕ del papa sull’imperatore di Germania. Un vescovo francese impone ai cavalieri la “Tregua di Dio” contro le stragi dei contadini mentre la Chiesa lancia le Crociate con lo scopo di dirottare la violenza dei cavalieri e di strappare la Terra Santa ai musulmani. Motivazioni religiose, sociali, politiche, economiche si intrecciano nell’impresa.

    50. Nel 1095 il papa Urbano II bandisce in Francia la Prima Crociata. I cavalieri francesi, guidati dal duca Goffredo di Buglione, conquistano Gerusalemme nel 1099. Il predicatore Pietro l’Eremita guida in parallelo una spedizione di emarginati e fanatici che devastano alcune cittŕ della Germania massacrando gli ebrei e dando inizio a una lunga serie di persecuzioni antiebraiche. I seguaci di Pietro l’Eremita vengono a loro volta massacrati dai Turchi. I cavalieri riescono a creare in Terra Santa quattro Stati latini che perň hanno vita breve. Nonostante nuove Crociate, la Terra Santa rimane all’islam. La Cristianitŕ č invece vittoriosa in Occidente:i Normanni scacciano gli Arabi dalla Sicilia; i re e i feudatari spagnoli li espellono da quasi tutta la Spagna con la Reconquista; i Cavalieri teutonici, cavalieri-missionari tedeschi, evangelizzano i Paesi baltici cacciandone gli Slavi.

    51. Il potere papale In Europa l’Imperatore del Sacro romano impero e il pontefice si contendono il “potere universale”, somma del potere spirituale e del potere temporale e provocano la lotta per le investiture. Il papa Gregorio VII emana nel 1075 il Dictatus papae, con il quale proibisce all’imperatore Enrico IV di “investire” i vescovi-conti. Enrico IV non obbedisce e il papa ricorre alla scomunica costringendolo a chiedere perdono. La disputa terminerŕ nel 1122 con il Concordato di Worms. Durante la lotta per le investiture, in Germania e in Italia nascono due fazioni dal nome di due casate tedesche in conflitto: i guelfi e i ghibellini. La casa guelfa di Baviera si schiera dalla parte del papa, quella ghibellina di Svevia dalla parte dell’imperatore. Nel 1231 la Chiesa istituisce il Tribunale dell’Inquisizione contro gli eretici e le donne presunte streghe, che vengono sottoposti a torture e puniti con la morte.

    52. Innocenzo III, per riformare la Chiesa, appoggia due Ordini mendicanti: l’Ordine francescano, fondato nel 1210 da San Francesco d’Assisi e l’Ordine domenicano fondato nel 1216 da San Domenico di Guzman. I domenicani diventano predicatori famosi, Nascono anche comunitŕ femminili: Santa Chiara fonda quella francescana e Santa Caterina fa parte di quella domenicana. Nel XIII secolo l’imperatore Federico II deve fronteggiare l’ostilitŕ dei papi. Grande sovrano, fonda nel 1224 l’Universitŕ di Napoli. Alla sua corte nasce la prima corrente poetica italiana, la “Scuola siciliana”. Alla morte di Federico II, i suoi eredi vengono sopraffatti dagli Angioini che ottengono l’Italia meridionale, mentre gli Aragonesi di Spagna si impadroniscono della Sicilia e della Sardegna.

    53. LA FINE DEL MEDIOEVO 1348 – 1492 dalla “Grande peste” alla fine del Medioevo

    54. LE MONARCHIE NAZIONALI Dopo la frammentazione feudale, la formazione dei primi Stati nazionali La “Grande peste” del 1348 segna il declino dell’Europa a causa di un’agricoltura, messa in crisi da una eccessiva crescita demografica, dal peggioramento del clima e da uno stato di guerra permanente in molti Paesi. L’Impero e il Papato entrano in crisi. Morto Federico II di Svevia nel 1250, l’Impero romano-germanico rimane in difficoltŕ fino all’ascesa al trono della casa d’Asburgo. Il Papato deve fare i conti con alti prelati troppo coinvolti negli affari e parroci impreparati; a Roma con la corruzione delle famiglie potenti in lotta per dominare l’elezione dei pontefici. Nel Trecento in diversi Paesi europei nascono gli Stati nazionali, mentre in Italia e in Germania si costituiscono gli Stati regionali. La prima a costruire uno Stato nazionale č la Francia, che intorno al 1000, č ancora un mosaico di feudi. Il re Filippo il Bello, per pagare un esercito proprio, comanda il sequestro delle terre della Chiesa in Francia. Quando il papa Bonifacio VIII lo minaccia di scomunica, il re invia in Italia un corpo di spedizione. Alla morte del papa, Filippo impone l’elezione di un papa francese che trasferisce la sede ad Avignone dove rimane dal 1309 al 1377. Nello stesso anno il conclave si divide e vengono eletti due papi: uno napoletano e uno francese che torna ad Avignone. Ha cosě inizio il Grande Scisma .

    55. In Inghilterra la creazione di uno Stato nazionale č condizionata dalla sconfitta di Bouvines, in Francia, nel 1214. I baroni, che avevano perso i loro feudi francesi, si ribellano e nel 1215 ottengono la Magna Charta che garantisce i diritti di tutti i freemen del regno. Nel 1295 Edoardo I convoca il Parlamento per finanziare il tesoro reale; esso č composto dal re, Lord e Comuni, i quali appoggiano il re contro i Lord. Da quel momento il Parlamento controlla l’operato del re. Nella Guerra dei Cento anni (1337-1453) si affrontano i re di Francia e d’Inghilterra che vogliono rafforzare l’autoritŕ della monarchia e ampliare i propri territori. La prima fase si conclude nel 1360 con la sconfitta del re di Francia. La seconda fase vede in campo Giovanna d’Arco che viene condannata al rogo dagli Inglesi nel 1431. Il suo sacrificio rianima i francesi che scacciano gli Inglesi dalla Francia. Nella Penisola Iberica coesistono tre regni cristiani (Portogallo, Aragona, Castiglia) e uno musulmano (l’Emirato arabo di Granada). Nel 1479 i regni cristiani si uniscono con il matrimonio di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona. Nel 1492 si completa l’unificazione della Spagna con la conquista dell’Emirato di Granada.

    56. GLI STATI REGIONALI ITALIANI La crisi dei Comuni italiani porta alla formazione delle Signorie e poi di veri e propri Stati territoriali. Nella prima metŕ del Trecento la penisola č divisa in tre zone: l’Italia centro – settentrionale (territori feudali e Comuni); l’Italia meridionale e insulare (Regno di Napoli e Regno di Sicilia); lo Stato della Chiesa. Nella prima zona l’esperienza dei Comuni sta finendo e stanno per nascere le Signorie. I conflitti che contrappongono le famiglie piů importanti delle varie cittŕ, lasciano spazio all’emergere di un personaggio forte che con l’aiuto dei popolani conquista un potere assoluto. Quando i Signori riescono a farsi conferire titoli nobiliari dal papa o dall’imperatore le loro Signorie diventano Ducati o Principati. I Signori cercano di ampliare il territorio della propria cittŕ. Le continue guerre avvantaggiano Milano, Venezia, Firenze e creano un sistema politico formato da alcuni Stati regionali e da numerose realtŕ piů piccole. Nel 1454 la Pace di Lodi instaura una “politica dell’equilibrio” in base alla quale nessuno puň piů ingrandirsi a danno degli altri. Rispetto alle grandi monarchie europee perň la mancata unificazione dell’Italia costituisce elemento di debolezza.

    57. Gli Stati regionali maggiori sono cinque: Il Ducato di Milano (retto dai Visconti e poi dagli Sforza); La Repubblica di Venezia (guidata dal doge); La Signoria di Firenze (dominata dai de’ Medici); Lo Stato della Chiesa (governato dai papi); Il Regno di Napoli, che gli Aragonesi di Spagna hanno riunito alla Sardegna e alla Sicilia dopo averne scacciato gli Angioini. A questi Stati si aggiungono un gran numero di Signorie e repubbliche minori. Tra Francia e Piemonte si forma uno Stato regionale guidato dalla famiglia Savoia originaria della Borgogna. Ottenuto il titolo dall’imperatore, essa forma il Ducato di Savoia, unico di origine feudale, che ha un territorio vitale per le comunicazioni tra Italia e Francia.

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