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ASTRONOMIA

ASTRONOMIA. “La mia idea è che all’origine e nella storia dell’Universo si manifesti un grande disegno. Noi non siamo semplici creature del caso e della necessità, ma partecipiamo in un ruolo centrale al grande dramma cosmico”. Sir John Eccles Da “Il mistero uomo”. V LICEO. Prof. Barberis.

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Presentation Transcript


  1. ASTRONOMIA “La mia idea è che all’origine e nella storia dell’Universo si manifesti un grande disegno. Noi non siamo semplici creature del caso e della necessità, ma partecipiamo in un ruolo centrale al grande dramma cosmico”. Sir John Eccles Da “Il mistero uomo” V LICEO Prof. Barberis

  2. ASTRONOMIA e ASTROFISICA percorso che faremo ... - INTRODUZIONE - OSSERVARE IL CIELO - NASCITA, VITA E MORTE DELLA STELLA - LE GALASSIE E L' UNIVERSO - CENNI STORICI - ragionando sul TEMPO - IL SISTEMA SOLARE FINE

  3. Non si può stare di fronte ad un cielo stellato senza provare stupore, meraviglia ed interesse Anche per questa ragione da sempre gli uomini di scienza hanno cercato di sondare e studiare il cielo, uno scenario che ogni notte ritorna senza apparenti modifiche con una ciclicità regolare e prevedibile

  4. C’è anche un aspetto pratico • orientamento • andamento stagioni – tempi di lavoro agricoli • misura del tempo Per questa ragione l’astronomia, la scienza che studia i corpi celesti ha origini antiche (India III millennio a.C., Cina e Mesopotamia I millennio a.C.)

  5. ASTRONOMIA DESCRITTIVA • ( posizione e previsione movimenti degli astri ) • mondo antico ( NO strumenti ; NO idea di ricercare cause fisiche ) RICERCA CAUSE FISICHE XVI SECOLO Keplero, Galileo e Newton XX SECOLO... massimo sviluppo dell' Astronomia COSMOLOGIA ( origine ed evoluzione dell’Universo ) COSMOGONIA ( origine ed evoluzione di galassie, sistemi planetari … dell’attuale Universo ) ASTROFISICA ( applica le leggi fisiche allo studio dei corpi celesti )

  6. DOVE CI TROVIAMO ? • Terra al centro dell’Universo • natura diversa dagli altri corpi celesti ( eterni e immutabili ) ANTICHITA' OGGI • origine ed evoluzione dell’Universo ( nella composizione e nelle dimensioni ) • stelle ( fatte di materia, nascono, evolvono e si spengono ) • Terra ( le sue particolari caratteristiche dipendono dal luogo, dal modo e dal tempo in cui si è formata )

  7. SISTEMA SOLARE F = G m1* m2 r2 Insieme dei corpi in movimento che risentono in modo apprezzabile dell’attrazione gravitazionale

  8. Stella che produce autonomamente luce e altre radiazioni elettromagnetiche INTORNO si muovono 9 pianeti : corpi opachi, freddi, traiettorie ellittiche intorno al sole e ruotano su loro stessi ( rotazione e rivoluzione ) SOLE TERRA - SOLE Distanza media 150.000.000 km • corpo solido – rigido • approssimativamente sferico e piccolo se confrontato con il sole • diametro 12.750 km

  9. LUNA Satellite della Terra Corpi opachi di dimensioni variabili legati per attraz. gravitaz. ad un pianeta attorno a cui rivoluzionano Le STELLE, pur essendo distanti tra loro, risentono dell’attrazione gravitazionale delle stelle circostanti; per questo non sono isolate ma aggrappate in sistemi detti GALASSIE. Nelle galassie, le stelle si muovono compiendo una lenta rivoluzione intorno al centro della galassia

  10. IL SOLE APPARTIENE ALLA VIA LATTEA La Via Lattea contiene centinaia di miliardi di stelle Ha una forma a spirale con un diametro di 1 miliardo di miliardo di miliardi di km ( diametro di 100.000 anni luce ) IL SISTEMA SOLARE SI TROVA IN UNA POSIZIONE ABBASTANZA PERIFERICA E SI MUOVE INTORNO AL CENTRO DELLA GALASSIA COMPIENDO UNA RIVOLUZIONE IN 225 MILIONI DI ANNI

  11. ANDROMEDA

  12. NUBI DI MAGELLANO ( galassie satelliti della Via Lattea ) Appaiono come deboli chiazze luminose

  13. Gruppi di galassie trattenuti da una forza di attrazione gravitazionale AMMASSI In tre dimensioni risulta essere distribuito in un raggio di oltre 30 milioni di anni luce • AMMASSO DELLA VERGINE • 60 milioni di anni luce da noi ; • Circa 2000 galassie

  14. Particolare delle galassie più lontane che finora sono state osservate

  15. Materia interstellare : lo spazio tra gli astri appare vuoto, anche se è costituito da un gas di particelle molto rarefatte o da polveri Nebulose : zone più opache e dense rispetto allo spazio circostante in cui si stanno formando nuove stelle

  16. Nebulosa di Orione

  17. Se noi pensassimo di considerare tutte le stelle che possono essere racchiuse entro una sfera, avente il centro nel nostro Sole e un raggio di circa 10 anni luce, ci accorgeremmo solamente della presenza di una decina di altre stelle, la più vicina delle quali è Alfa Proxima Centauri, distante dal Sole circa 4,5 anni luce (la sua luce, quindi, impiega 4,5 anni prima di arrivare fino a noi). Se noi aumentassimo il raggio della nostra ipotetica sfera a 100 anni luce, potremmo racchiudere qualche migliaio di Stelle. Se il raggio aumentasse ulteriormente, fino ad arrivare a 1000 anni luce, avremmo qualche milione di stelle: queste, però, sarebbero una minima parte delle stelle presenti nella nostra galassia, che ha un diametro di circa 100 000 anni luce e uno spessore, al centro, di 15 000 anni luce. Il Sole, infatti, fa parte di una galassia contenente circa 100 miliardi di Stelle: la via Lattea, ben visibile in estate, come una striscia luminosa che percorre il cielo. Le stelle sono talmente numerose che non possiamo distinguerle separatamente e, ai nostri occhi appaiono come una scia luminosa. La Via Lattea è una galassia a spirale; il Sole si trova su uno dei bracci laterali, molto distante dal centro. INDICE

  18. Fino al 1609 l'unico mezzo di osservazione per l'uomo è stato l'occhio: in quell'anno Galileo Galilei ha puntato verso il cielo il primo cannocchiale e nello stesso secolo ,nel 1688, Newton prima di formulare la teoria della gravitazione universale , ha costruito un moderno telescopio a riflessione, che gli valse la nomina a membro della Royal Society. Poi sono stati costruiti cannocchiali e telescopi via via migliori come lavorazione, più grandi come diametro e perciò capaci di vedere meglio e più lontano nell'universo. Spettroscopi, lastre fotografiche e altri strumenti ausiliari, nel secolo scorso hanno reso più efficaci i cannocchiali e i telescopi per l'indagine del cielo. Dalla metà del nostro secolo il radiotelescopio è venuto a portare il suo contributo all'analisi degli astri e poco dopo satelliti artificiali e sonde lanciati dall'uomo hanno cominciato a vagare nello spazio. Tuttavia, nessuno strumento è capace di fornire immediatamente all'uomo una misura, o anche una semplice stima, della distanza a cui si trova l'oggetto celeste verso il quale è diretto. Proprio per questo, le stelle ci sembrano tutte a un'eguale distanza da noi e le giudichiamo appartenenti a una superficie sferica che rivolge a noi la sua concavità. A occhio nudo, soltanto la Luna e il Sole presentano un disco chiaramente riconoscibile. Un modesto telescopio  permette di osservare abbastanza facilmente il disco (molto più piccolo) di Venere, Marte, Giove e Saturno e intuitivamente ci si  rende conto che questi astri devono essere più vicini. Ma le stelle restano dei punti anche quando le guardiamo o le fotografiamo con i più potenti telescopi e  sembrano tutte alla stessa distanza

  19. Stando fermi in un punto della Terra e osservando il cielo per una notte intera, lo vediamo ruotare: molte stelle scompaiono verso occidente, altre stelle sorgono da oriente; il Sole, che era tramontato sotto l'orizzonte verso ovest, ricompare a est il mattino successivo. Viaggiando di notte verso sud, lungo un meridiano terrestre, possiamo veder comparire sopra l'orizzonte (e proprio verso sud) stelle prima invisibili; contemporaneamente altre stelle scompaiono sotto l'orizzonte, in direzione nord. Quanto più rapido sarà il viaggio, tanto più evidente sarà il fenomeno; ma già gli antichi lo avevano notato, e noi possiamo vederlo bene stando comodamente seduti nella sala di un planetario. Le osservazioni precedenti portano alla conclusione che il cielo è una sfera e non una semisfera; ma questo l'uomo lo ha capito abbastanza presto, mentre per molti secoli si è discusso il valore da attribuire al raggio della sfera celeste. Soltanto in tempi relativamente recenti (la prima misura di una distanza stellare è del 1838) è stato possibile dimostrare che il problema non aveva senso e che la superficie sferica sulla quale le stelle sembrano infisse è una pura apparenza. Il cielo non è assimilabile all'involucro di un pallone: quello che vediamo è l'intero volume del pallone, occupato da stelle che si trovano a distanze molto diverse da noi, anche se i nostri sensi non ci consentono di cogliere intuitivamente tale realtà. I sensi ci ingannano poi anche in un altro modo, dandoci l'impressione di occupare proprio il punto centrale del pallone, o dell'universo.

  20. SFERA CELESTE ( è un modello matematico ) • Non percependo le diverse distanze che ci separano dai corpi celesti, questi appaiono tutti proiettati su di una superficie sferica, di raggio infinitamente grande, al cui centro si trova la Terra, il nostro punto d'osservazione. Per muoverci agevolmente lungo la sfera celeste è necessario individuare allora delle guide e dei punti di riferimento che coincideranno con i corrispondenti del nostro pianeta, essendone praticamente dei suoi prolungamenti proiettati all'infinito. Così abbiamo: • l'asse celeste - detto anche asse del mondo o polare, è il perno della rotazione apparente del cielo; • i poli celesti - le intersezioni di esso con la sfera celeste; • l'equatore celeste - ossia quel cerchio massimo che si ricava dall'intersezione della sfera con il piano perpendicolare all'asse celeste e passante per il centro della Terra, e che la divide perciò in due emisferi uguali, quello settentrionale (boreale) e quello meridionale (australe).

  21. Il parallelo celeste fondamentale è l’equatore, mentre il meridiano celeste fondamentale è quello passante per un punto particolare detto PUNTO GAMMA che rappresenta il punto della sfera celeste in cui si trova il Sole nell’equinozio di primavera, mentre il punto diametralmente opposto è detto PUNTO OMEGA

  22. Asse del mondo, equatore, meridiani e paralleli celesti sono elementi di riferimento indipendenti dalla posizione dell’osservatore sulla Terra e vengono utilizzati per la costruzione delle mappe del cielo Dalla posizione dell’osservatore dipende, invece, la prospettiva con cui si osserva la sfera celeste; ad esempio se siamo al Polo Nord vedremo la Stella Polare sopra di noi sulla verticale, mentre all’equatore, la Stella Polare si trova sul limite basso dell’orizzonte Per questo, per tener conto della posizione dell’osservatore ( punto P ) si è costruito sulla sfera celeste un sistema di riferimento più immediato

  23. ORIZZONTE VISIVO : porzione di superficie terrestre che si può osservare guardando dal punto in cui si trova l’osservatore PIANO DELL’ORIZZONTE APPARENTE : piano tangente alla superficie terrestre nel punto in cui si trova l’osservatore P PIANO DELL’ORIZZONTE ASTRONOMICO : piano passante per il centro della Terra, parallelo al piano dell’orizzonte visivo ( quando si osservano gli astri, la Terra si può considerare puntiforme )

  24. La retta immaginaria che passa per P parallela al filo a piombo in quel punto, prende il nome di VERTICALE; questa interseca la sfera celeste in due punti: ZENIT e NADIR. Sulla superficie della sfera, i circoli massimi passanti per lo zenit ed il nadir sono detti circoli verticali. Di questi il più importante è quello che passa anche per i poli celesti: il MERIDIANO LOCALE

  25. Sull’orizzonte è possibile identificare 4 punti cardinali Punto dell’orizzonte in cui tramonta il Sole nei giorni di equinozio EST OVEST Coincide con il punto dell’orizzonte in cui sorge il Sole nei giorni di equinozio ( 21 marzo, 23 settembre ) NORD e SUD Sono i due punti in cui il circolo meridiano locale interseca l’orizzonte, ognuno nella direzione del corrispondente polo

  26. COORDINATE ASTRONOMICHE Rappresentano due angoli che servono per definire la posizione di un corpo celeste sulla sfera celeste COORDINATE ALTAZIMUTALI Sistema di coordinate che prende come riferimento l’orizzonte e la verticale del luogo COORDINATE EQUATORIALI Sistema che prende come riferimento l’equatore celeste e l’asse del mondo

  27. COORDINATE ALTAZIMUTALI COORDINATE EQUATORIALI

  28. LE COORDINATE ALTAZIMUTALI Comprendono le coordinate dette azimut ed altezza.L'altezza si definisce come la distanza angolare di un astro dal piano dell'orizzonte astronomico. Se l'astro si trova alla massima altezza sopra il nostro capo, la sua altezza è di 90 gradi . Questo punto è detto zenit, il punto opposto allo zenit è il nadir. L'azimut è la distanza angolare tra il piano del circolo verticale passante per l'astro e il piano passante per il meridiano locale . Si misura sull’orizzonte astronomico dell’osservatore, partendo dal punto cardinale sud e procedendo in senso orario .Il valore dell'azimut può variare da 0 gradi fino a 360 per un astro a nord, un astro ad est ha un azimut pari a 90 gradi, a sud il valore è di 180 gradi ad ed infine ovest è di 270 gradi. Le coordinate altazimutali hanno il difetto di variare continuamente col moto apparente della volta celeste. Per ovviare a questo, si usano le coordinate equatoriali che sono indipendenti da questo difetto.

  29. LE COORDINATE EQUATORIALI Comprendono le coordinate dette ascensione retta e declinazione. L'ascensione retta è l’angolo compreso tra il meridiano celeste passante per l’astro e il meridiano fondamentale misurato a partire dal punto gamma in senso antiorario, lungo l'equatore celeste. Tutti i punti di ascensione retta sono misurati normalmente in ore, minuti e secondi. Tenendo presente che ogni 4 minuti la volta celeste si sposta di circa 1°, se ad esempio una stella ha un’ascensione retta di 40 min, significa che si trova su un meridiano distante 10° dal meridiano passante per il punto gamma. La declinazione viene, invece, misurata in gradi divisi in primi e secondi d'arco, variando dal valore di 0° per un astro posto all'equatore celeste fino al valore di 90° per un astro posto al Polo. Gli astri visti proiettati nell'emisfero nord celeste vengono definiti con valori positivi mentre, gli astri proiettati nell'emisfero sud celeste, con valori negativi. Normalmente negli atlanti, nelle carte stellari e quando si vuole indicare la posizione di un astro si usa il sistema di coordinate equatoriali che sono quelle più in uso in ambito astronomico.

  30. MOVIMENTI APPARENTI DEGLI ASTRI SULLA SFERA CELESTE La rotazione della volta stellata, e quindi della sfera celeste, è soltanto apparente, essendo provocata dalla rotazione effettiva della Terra intorno al proprio asse, che si compie in circa 24 ore. Causa questo moto, le stelle descrivono sulla sfera celeste delle traiettorie circolari (paralleli celesti) parallele al piano dell'equatore celeste e con il centro apparentemente nel polo celeste nord o nel polo celeste sud a secondo dell'emisfero in cui si trova l'osservatore; ogni stella percorre il suo parallelo celeste tornando ad occupare la medesima posizione dopo 23 h 56 min 4 s IL MOTO DIURNO DELLA SFERA CELESTE E’ UN MOTO APPARENTE

  31. E' facile rendersi conto di tale realtà effettuando una foto con l'obiettivo di una macchina fotografica rivolta verso il polo celeste e lasciandolo aperto qualche decina di minuti. Ogni stella lascia sulla pellicola una traccia luminosa coincidente con un arco di circonferenza, il cui centro si trova nel polo e la cui lunghezza dipende sia dal tempo di esposizione sia dalla distanza sferica dell'astro dal polo (Fig. 4b)

  32. Nel loro moto apparente alcuni astri, come S1 in Fig. 5, sorgono verso Est, giungono alla loro culminazione quando passano in meridiano e tramontano infine verso Ovest. Tali astri sono detti sorgenti e tramontanti o non circumpolari. Alcuni astri, come S2, descrivono una traiettoria interamente al di sopra del piano orizzontale cosicché, se non ci fosse il Sole ad impedirne la visione durante il giorno, essi sarebbero sempre visibili. Tali astri, tutti situati in una ben determinata zona attorno al polo celeste elevato (il punto Pcn nell'esempio di Fig. 5) sono detti circumpolari visibili. Al contrario, astri come S3 sono sempre invisibili e quindi vengono definiti circumpolari invisibili

  33. Spostandoci verso l'Equatore, le stesse stelle sarebbero "non circumpolari"; infatti, che una stella sia circumpolare o no, visibile o invisibile, dipende dalla latitudine del luogo d'osservazione. Un caso particolare è la stella a noi più vicina, e cioè il Sole. Alle nostre latitudini esso è un astro che sorge e tramonta; al di là del circolo polare artico o antartico esso può diventare circumpolare visibile o invisibile secondo le varie stagioni dell'anno. E' facile constatare che all'Equatore tutti gli astri sono sorgenti e tramontanti, mentre ai poli sono o circumpolari visibili o circumpolari invisibili. Quindi, come le stelle, anche i corpi del Sistema Solare, cioè il Sole, la Luna e i Pianeti presentano un moto diurno apparente che si svolge da EST verso OVEST, ma cambiano nel corso dell’anno la loro declinazione e la posizione relativa allo sfondo stellato

  34. PARTICOLARITA’ DEL SOLE PRIMA PARTICOLARITA’ Il moto diurno del Sole non è sincronizzato con quello delle stelle : il Sole è più “lento” poiché completa il suo giro apparente intorno alla Terra in 24 ore. Il Sole è quindi l’unica stella che non si colloca in una COSTELLAZIONE definita: ogni mese accumula un ritardo di 30° (pari a circa 120 min), “esce” da una costellazione ed “entra” in un’altra

  35. SECONDA PARTICOLARITA’ Come si è già visto, in una sfera celeste il centro è occupato da un osservatore situato sulla Terra (o nel suo centro), cosicché, mantenendo fissa la Terra, il Sole descrive apparentemente attorno ad essa un'orbita ellittica con uno dei due fuochi coincidente con la Terra stessa. Il piano di tale orbita apparente coincide ovviamente con quello dell'orbita reale, prolungandolo fino ad intersecare la sfera celeste si ottiene su di essa un cerchio chiamato Eclittica (Fig. 11). L'Eclittica interseca l'Equatore celeste in due punti opposti, detti equinozio di primavera ed equinozio d'autunno. Quando il Sole si trova in tali punti la sua declinazione è zero; muovendosi sull'Eclittica la sua declinazione raggiunge i massimi valori di 23º27' N e 23º27' S, rispettivamente al solstizio estivo ed al solstizio invernale. GIORNO DOPO GIORNO IL SOLE MODIFICA LA SUA DECLINAZIONE L'Equinozio di Primavera è quello in cui il Sole passa dall'emisfero sud a quello nord ed è anche chiamato punto gamma o primo punto dell'Ariete e, pur essendo un punto immaginario, ha una notevole importanza in diverse questioni astronomiche, fra le quali quella di essere utilizzato come origine nel sistema di coordinate equatoriali

  36. Così il Sole percorre un’orbita inclinata rispetto alle traiettorie delle stelle e ritorna nella stessa posizione sulla sfera celeste dopo un anno Come dicevamo prima, nel corso dell'anno la declinazione cambia da un valore massimo di 23º 27' Nord, al Solstizio estivo, al valore minimo di 23º 27' Sud, al Solstizio invernale. Tale variazione è responsabile sia della diversa durata del giorno e della notte, sia dell'alternarsi delle stagioni a causa della diversa intensità con cui la radiazione solare colpisce le varie località terrestri. In Fig. 14 è rappresentato l'emisfero visibile della sfera celeste, per una latitudine di 44º Nord, che corrisponde a quella media della nostra provincia. In essa sono riportati i paralleli celesti descritti dal Sole durante i due Solstizi, nonché l'Equatore celeste che è descritto dal Sole durante i due Equinozi.

  37. LE COSTELLAZIONI Fin dall'antichità, osservando il cielo, l'uomo si rese conto che le mutue posizioni delle stelle sono praticamente invariabili e che molte di tali stelle sono apparentemente raggruppate a formare particolari disegni. Nella sua fantasia, a ognuno di questi raggruppamenti fece corrispondere un particolare personaggio, oggetto o animale tratti dai suoi miti o leggende. In tal modo sono nate le costellazioni, che rappresentano praticamente il primo sistema di orientamento in cielo. E' un sistema di per sé molto approssimativo, ma utile ancora oggi per una rapida individuazione di una certa area del cielo. E' superfluo ricordare che esse uniscono fra loro stelle che in realtà non hanno alcun legame fisico, ma appaiono vicine soltanto per un effetto prospettico

  38. Ogni popolo ha costruito le proprie costellazioni, spesso diverse tra loro, ma a volte coincidenti come nel caso delle sette stelle che formano l'Orsa Maggiore, nota anche come il Grande Carro, la Casseruola, il Ramaiolo, il Calesse, l'Aratro o la Bara. I nomi di molte costellazioni, soprattutto quelle dell'emisfero settentrionale, ci provengono dai Greci e sono legati alle loro leggende mitologiche: Cassiopea, Orione, Andromeda, Pegaso, Lira, ecc. Altri nomi sono legati ad oggetti della vita quotidiana o a strumenti di lavoro; in particolare i nomi delle costellazioni visibili dall'emisfero australe, attribuiti ad esse dai primi esploratori che navigarono in tali oceani, seguono tale regola, ad esempio: il Compasso, l'Orologio, il Microscopio, l'Ottante, la Bussola, ecc.

  39. Attualmente, in seguito ad un accordo internazionale, il cielo di entrambi gli emisferi è stato suddiviso in 88 costellazioni conservando, ove possibile, i nomi tramandatici dagli antichi Greci. Alle nostre latitudini, alcune delle più importanti costellazioni sono formate da stelle circumpolari, cosicché esse risultano visibili in tutti i periodo dell'anno. Le più note sono: ORSA MAGGIORE E' la più facilmente osservabile essendo formata da stelle particolarmente luminose. Congiungendo idealmente Merak con Dubhe e prolungando cinque - sei volte la distanza fra le due stelle si può individuare la Polare che è vicinissima al polo celeste nord. CASSIOPEA Le sue stelle principali disegnano una "M" o una “W” a seconda da quale parte del polo celeste nord venga osservata. Essa si trova sempre dal lato opposto dell'Orsa Maggiore rispetto alla stella polare. ORSA MINORE Anch'essa è formata da sette stelle non tutte però particolarmente luminose, cosicché soltanto lontano dalle città e con buone condizioni meteorologiche è possibile osservarle tutte. La più importante è Polare che consente una rapida individuazione della direzione del punto cardinale Nord.

  40. DODICI COSTELLAZIONI DELLO ZODIACO Fanno da sfondo al Sole nel suo moto annuo apparente sulla sfera celeste. Ogni mese il Sole si sposta in una diversa costellazione dello zodiaco. Delle dodici costellazioni sei vengono a trovarsi al di sopra dell’equatore celeste, sei al di sotto, nell’emisfero australe

  41. GLI STRUMENTI PER L'OSSERVAZIONE DEL CIELO Cannocchiale : ideato agli inizi del XVII secolo da Galilei

  42. Telescopi : raccolgono le radiazioni elettromagnetiche e le convogliano e concentrano in un punto detto fuoco, dove si forma l’immagine che viene poi analizzata; i telescopi ottici sono quelli che raccolgono le radiazioni elettromagnetiche nel campo del visibile Radiotelescopi : raccolgono buona parte delle onde radio provenienti dallo spazio

  43. I radiotelescopi sono grandi strumenti che servono per osservare quelle parti dell'universo che non emettono luce visibile, ma solo onde radio.Per questo sono spesso conformati come delle grandi parabole. Le loro dimensioni sono dovute essenzialmente al fatto che le onde radio hanno una grande lunghezza d'onda, e quindi hanno bisogno di "specchi" più grandi che non per la luce visibile.I radiotelescopi più grandi non sono formati da una singola antenna, ma spesso da un'intera schiera di paraboloidi, ottenendo così una risoluzione maggiore, oltre ovviamente ad una maggiore sensibilità.Tra i maggiori strumenti del mondo ricordiamo l'osservatorio di Arecibo presso Portorico, che è un enorme piatto di 305 metri di diametro ricavato scavando sulle colline. Poi vi è il radiotelescopio interferometrico VLA (Very Large Array) di Socorro nel New Messico, e il radiotelescopio di Effelsberg.

  44. Telescopio orbitante costruito dalla NASA in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Europea (ESA). E’ stato lanciato nello spazio nel 1990. Hubble ha uno specchio riflettore con una apertura di 2,4 metri di diametro e può fornire immagini cinque volte più dettagliate delle stesse immagini prese sulla Terra HTS : Hubble Space Telescope Capta radiazioni non solo nel campo del visibile ma anche nell’ultravioletto e nell’infrarosso

  45. E’ evidente che noi dei corpi celesti studiamo le RADIAZIONI ELETTROMAGNETICHE ( raggi γ, raggi x, luce visibile, radiazioni infrarosse e onde radio ) che essi irradiano, assorbono o riflettono LUNGHEZZA D’ONDA MINIMA – MASSIMA FREQUENZA

  46. In particolare si sono rivelati preziosi lo studio degli SPETTRI di emissione e di assorbimento e lo studio delle leggi che regolano l’emissione di un corpo nero Lo spettro è la figura che si ottiene raccogliendo, su uno schermo nero o su una lastra fotografica, le radiazioni elettromagnetiche provenienti da una sorgente, dopo che hanno subito una rifrazione Nel campo del visibile si va dal ROSSO ( radiazioni che subiscono una deviazione minore ) al VIOLETTO ( radiazioni che subiscono la massima deviazione ) Siamo nel campo della SPETTROSCOPIA e colui che iniziò questi studi fu Isaac Newton nel 1666 quando tentò di scindere la luce solare nei suoi colori componenti

  47. IN NATURA ABBIAMO DEGLI ESEMPI …

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