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Mercati professionali un analisi comparata degli ordinamenti

Mercati professionali un analisi comparata degli ordinamenti. Fabio Battaglia – Dottore Commercialista. Roma 2 dicembre 2011. Kenneth Arrow Nobel per l’economia 1972 “Uncertainty and the Welfare Economics of medical care” The American Economic Review 1963; 53: 941-73 .

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  1. Mercati professionaliun analisi comparata degli ordinamenti Fabio Battaglia – Dottore Commercialista Roma 2 dicembre 2011

  2. Kenneth Arrow Nobel per l’economia 1972 “Uncertainty and the Welfare Economics of medical care” The American Economic Review 1963; 53: 941-73. la descrizione della realtà offerta dal sistema impersonale dei prezzi è incompleta quando si considerino i comportamenti dei soggetti in situazioni di incertezza

  3. rapporto di fiducia • delega

  4. 1997 Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) Indagine conoscitiva nel settore degli Ordini e dei Collegi professionali

  5. adverse selection: rischio che il cliente, non potendo determinare ex ante la qualità dei professionisti, tenda a selezionare solo i professionisti di qualità bassa, che non avendo investito sulla formazione, riescono a fare profitti a livelli di prezzo che spiazzano i professionisti di qualità; • moral hazard: rischio che anche il professionista di alta qualità, non potendo il cliente neanche ex post misurare la qualità della prestazione e il grado di sforzo prodotto nella stessa, tenda ad intascare una rendita mettendo nella prestazione uno sforzo minore.

  6. 1) SEARCH GOODS: le prestazioni la cui qualità è osservabile mediante una semplice ispezione all’atto della transazione; • 2) EXPERIENCE GOODS: le prestazioni in cui il cliente sia in grado di valutare ex post la qualità della prestazione, dopo aver maturato una certa esperienza; • 3) CREDENCE GOODS: le prestazioni in cui l’elevato grado di asimmetria informativa, non consente al cliente di identificare ex ante il tipo di prestazione di cui ha bisogno, né di valutare ex post la bontà della prestazione ricevuta.

  7. CREDENCE GOODS MICHAEL R. DARBY e EDI KARNI, “Free Competition and the Optimal Amount of Fraud” Journal of Law and Economics, Vol. 16, No. 1 (Apr., 1973), pp. 67-88. “Wefindtthatitisimportanttodistinguish a thirdclassofpropertieswhichweterm "credence" qualities. Credence qualities are those which, although worthwhile, cannot be evaluated in normal use. Instead the assessment of their value requires additional costly information”

  8. LA RELAZIONE FIDUCIARIA ARCHETIPO PRESTAZIONE PROFESSIONALE

  9. IL TRUST Trustee: soggetto fiduciario al quale la proprietà di un bene è trasferita il quale tuttavia non ne ha la piena disponibilità, in quanto è vincolato da un rapporto di natura fiduciaria che gli impone di esercitare il suo diritto reale a beneficio di un altro soggetto. Beneficiary: al quale appartiene il diritto di natura equitable, cioè "diritti discendenti dal sistema di equity". Il diritto del beneficiario nei sistemi di diritto civile non è un diritto reale, ma personale verso il trustee

  10. IL TRUST • In questo schema è presente sia l’elemento fiducia che quello della delega. • E’ nel contesto normativo del trust che si sono sviluppati i doveri fiduciari come regole di equità del trustee nei confronti del beneficiario • “I doveri fiduciari sono limitazioni alla libertà del fiduciario che assolvono ad un ruolo preventivo e precauzionale: essi vietano più che le attività che potrebbero recare un danno effettivo”

  11. I doveri fiduciari possono essere sintetizzati nelle seguenti dimensioni: • Conflitto, gli interessi del fiduciario non devono mai configgere con quelli del beneficiario; • Influenza, il beneficiario deve potersi affidare al fiduciario senza essere mai impropriamente influenzato; • Imparzialità, il fiduciario deve trattare in modo eguale beneficiari appartenenti ad una determinata classe ed in modo equo beneficiari appartenenti a classi diverse; • Astensione, il fiduciario deve astenersi dal delegare ad altri i suoi doveri e dal porsi nelle condizioni da ridurre la sua capacità di agire nei confronti del beneficiario.

  12. PRESTAZIONE PROFESSIONALE COME RELAZIONE FIDUCIARIA • L’ELEVATO CONTENUTO FIDUCIARIO DELLA PRESTAZIONE COMPORTA CHE SIA ESCLUSO UN CONTROLLO PUNTUALE DELL’AZIONE DEL PROFESSIONISTA (INCERTEZZA DEL CLIENTE) • LA SCELTA IN ORDINE ALL’INTENSITA’ DELLA PRESTAZIONE E’ UNA SCELTA DEL PROFESSIONISTA CHE SI EVOLVE CON LO SVILUPPARSI DELLA PRESTAZIONE (INCERTEZZA DEL PROFESSIONISTA) imposizione doveri fiduciari TUTELA CLIENTE • imparzialità • Indipendenza • Assenza conflitti di interesse

  13. CREDENCE GOOD IL CLIENTE DELEGA AUTORITA’ AL PROFESSIONISTA

  14. ESTERNALITA’ E BENI PUBBLICI LA COLLETTIVITA’ DELEGA AUTORITA’ AL PROFESSIONISTA

  15. IL MODELLO DI CONTESTOLorenzo Sacconi Delega cliente BENE CENTRALE Delega collettività

  16. La struttura suggerita comporta la possibilità di delineare le caratteristiche di una deontologia che abbia requisiti tali da determinare una creazione endogena della fiducia e della sua sostenibilità in situazioni di incompletezza informativa. • Tale deontologia, per quanto possa prevedere meccanismi sanzionatori, non fonda su questi la sua efficacia, ma sulla sua capacità di generare incentivi reputazionali, in riferimento ai quali la vera sanzione è l’exit del cliente. In questo senso assai rilevante è il principio dell’apparenza, poiché è su di essa che il cliente costruisce il suo giudizio e non certo sulla “sostanza”, che per la natura dell’attività professionale, non può che essere informazione privata.

  17. IL MODELLO INTERPRETATIVO

  18. IL MODELLO INTERPRETATIVO IPOTESI LA RELAZIONE FIDUCIARIA E’ LA CAUSA DELL’INERZIA

  19. IL MODELLO INTERPRETATIVO Φ =fattore orgoglio della funzione sociale G=fattore orgoglio del ruolo 2 1 ρ =reazione corpo professionale σ =conseguenze civ/pen/amm illecito π =probabilità di ρ e σ Z= fattore di rammarico s = probabilità che il corpo professionale imponga sanzioni

  20. IL MODELLO INTERPRETATIVOTESI Nel sistema che abbiamo delineato in effetti la relazione che si innesta tra cliente e professionista è estremamente stabile. Una volta sorta e consolidatasi negli anni comporta il sorgere di una compenetrazione relazionale molto complessa e forte che difficilmente si scinde. Questo spiega il perché le relazioni tra cliente e professionista sono spesso relazioni che durano una vita intera a meno che non intervengano fenomeni esogeni che impattano sull’equilibrio erodendo il patrimonio relazionale che si è stratificato nel tempo.

  21. PROFESSIONISTI VS COLLABORATORI DEGLI STUDI

  22. LA CONCORRENZA SULLA FIDUCIA E SUI PATRIMONI RELAZIONALI Il concetto di FIDUCIA si predica in molti modi IL SORGERE DI STRUTTURE ORGANIZZATE, SPECIALIZZATE E DOTATE DI “TEAM THINKING”: LA CONCORRENZA SULLA FIDUCIA E SUI PATRIMONI RELAZIONALI.

  23. LA DEONTOLOGIA • Le aggregazioni che costituiscono i corpi professionali sono FORME DI COORDINAMENTO volte ad espellere fenomeni di free riding; • Le deontologie sono le regole (sintesi dei doveri fiduciari) sulle quali si fonda il coordinamento dei professionisti; • Le deontologie svolgono un ruolo di “tappabuchi” stante l’incertezza che la regolamentazione contrattuale non può colmare (tutela privata); • Il perno su cui si reggono le deontologie è il bene centrale tutelato dal corpo professionale (tutela pubblica); • Adesione alle deontologie risponde a logiche di convenienza (reputazione).

  24. Creare un sistema professionale moderno e più efficiente passa, quindi, attraverso tre variabili: • la volontà dello Stato di svolgere un ruolo di garanzia in cui la delega in favore del corpo professionale sia reale e non una surrettizia forma di controllo; • la volontà dei corpi professionali di dotarsi di forme di deontologia efficienti che sappiano, meglio di oggi, innescare virtuosi processi reputazionali endogeni; • la capacità dei professionisti (in specie i giovani) di saper reinventare su basi nuove la professione e reinterpretare in modo nuovo e fecondo le relazioni fiduciarie, secondo canoni più consoni ad una società e ad un sistema economico che subisce trasformazioni sempre più radicali e repentine e nel quale la conoscenza e la specializzazione sono divenute centrali, per quanto sempre nel quadro dei doveri fiduciari a tutela dell’utente dei servizi professionali e del perseguimento del bene centrale tutelato dalla professione nell’interesse della collettività.

  25. BIBLIOGRAFIA • ANDERSEN E. S., “The evolution of credence goods: A transaction approach to product specification and quality control”, MAPP working paper no 21 May 1994 ISSN 0907 2101, ma anche dello stesso autore, “The evolution of credence goods in customer markets: exchanging `pigs in pokes'”. • ARROW, K., “Uncertainty and the welfare economics of medical care”. The American Economic Review 1963;53:941-73. • AKERLOF, G. “The Market for Lemons: Quality, Uncertainty, and the Market Mechanism”, Quarterly Journal of Economics, 60:488-500. • BATTIGALLI P., DUFWENBERG M., 2005. Dynamic Psychological Games. Mimeo. IGIER-Bocconi. • BECATTINI G., Distretti industriali e Made in Italy, Le basi socioculturali del nostro sviluppo, Bollati Boringhieri, Torino, settembre 1998. • BORTOLOTTI, B.-FIORENTINI, G., (1999) “Barriers to entry and the self regulating Profession” in Organized Interests and Self-Regulation: an economic approach, a cura di B. Bortolotti, and G. Fiorentini, Oxford University Press. • DANZON P.M. (1983), “Contingent Fees for Personal Injury Litigation”, Bell Journal of Economics, 14, pp.213-24. • DARBY M.R.- KARNI E., “Free Competition and the Optimal Amount of Fraud”, Journal of Law and Economics, Vol. 16, No. 1 (Apr., 1973), pp. 67-88. • EMONS W., “Credence goods and fraudulent experts”, RAND Journal of Economics Vol. 28, No. 1, Spring 1997, pp. 107–119. • GEANAKOPLOS J., PEARCE D., STACCHETTI E., 1989. Psychological Games and Sequential Rationality. Games and Economic Behavior 1:60–79; • HARSANYI J. C., [1968]: Games with incomplete information played by Bayesian players, Parts I, II and III, Management Science, 14, 159-182, 320-334, 486-502. • KAHNEMAND.-TVERSKYA., Rational choice and the framing of decision, Journal of business, 1986, 251-278. • KAHNEMAND.-TVERSKYA., (1979). Prospect Theory: An Analysis of Decision under Risk. Econometrica, Vol. 47, n. 2, 263-292; • NASH J. F., [1950]: Equilibrium Points in n-Person Games, Proc. Nat. Acad. Sci. U.S.A., 36, 48-49 • NASH J. F., [1951]: Non-Cooperative Games, Ann. of Math., 54, 286-295. • NELSON, P.,“Advertising as Information”, Journal of Political Economy, 82, 729-754. • PELLIGRA V., I paradossi della fiducia, scelte razionali e dinamiche interpersonali, 2007, Il Mulino. • PELLIGRA V., Teoria dei giochi psicologici e socialità umana, in Teoria economica e relazioni interpersonali, a cura di P.SACCO e S. ZAMAGNI, 2006, Il Mulino. • RABIN M., Incorporating fairness into Game Theory, American Economic Review, 83, pp. 1281-1302. • RICKMAN N. (1994), “The Economics of Contingent Fees in Personal Injury Litigation” Oxford Review of Economic Policy, vol.10, n.1, pp.34-50. • RONCAGLIA A., La ricchezza delle idee, Storia del pensiero economico, pag. 133 e ss., ED. LATERZA, 2001/2003. • SACCONI L., “Fondamento ed efficacia delle deontologie professionali” in “Le professioni intellettuali tra liberalizzazioni e nuova regolazione” a cura di S. ZAMAGNI,pg. 28, EGEA, Milano, 1999. • SACCONI L., “Principal-Agent models are unsuitable for the design of professional remunerations: the case against lawyers’ contingent fees in "Class Action for Europe: Perspectives from Law and Economics" edited by A. Cassone, J. Backhaus e G.Ramello, Routledge, London” • SCHWARTZ M.L., MITCHELL D.J.B. (1970) “An Economic Analysis of the Contingent Fees and Personal Injury Litigation” , Stanford Law Review, 22, pp.1125-62 • SMITH A., The theory of Moral sentiments: trad. It., La teoria dei sentimenti morali, Milano, Rizzoli, 1976. • SWANSON T.M. (1991), “The Importance of Contingent Fee Arrangements”, Oxford Journal of Legal Studies, 11, 193-226. • VON NEUMANN T- MORGENSTERN.O., The Theory of Games and Economic Behavior, 3rd ed., Princeton University Press • TVERSKY, A., KAHNEMAN, D. (1974). Judgment under Uncertainty: Heuristics and Biases. Science, 185, 1124-1131 • WOLINSKY, A. ‘‘Competition in a Market for Informed Experts’ Services.’’ RAND Journal of Economics,Vol. 24 (1993), pp. 380–398. • WOLINSKY, A. ‘‘Competition in Markets for Credence Goods.’’ Journal of Institutional and Theoretical Economics, • Vol. 151 (1995), pp. 117–131. • WOLINSKY, A. ‘‘Prices as Signals of Product Quality’’, The Review of Economic Studies, Vol. 50, No. 4 (Oct., 1983), pp. 647-658. http://www.knos.it/Pubblica.download.aspx?file=/archivio-storico/analisidoc.pdf

  26. ANALISI COMPARATA DELLE PROFESSIONI CONTABILI IN ITALIA REGNO UNITO STATI UNITI D’AMERICA FRANCIA GERMANIA

  27. ELEMENTI CARATTERIZZANTI 1) RILIEVO PUBBLICISTICO 2) CODICE DEONTOLOGICO E DOVERI FIDUCIARI: 3) PERCORSO FORMATIVO: TITOLO DI STUDIO, TIROCINIO, ESAME DI AMMISSIONE E FORMAZIONE CONTINUA: 4) ALTRE REGOLAMENTAZIONI RESTRITTIVE: pubblicità e tariffe.

  28. RILIEVO PUBBLICISTICO: come evidenziato non può esistere professione, secondo la definizione data, se non vi è un riconoscimento da parte della collettività/Stato del pubblico interesse rivestito dall’attività svolta dal corpo professionale. Il riconoscimento costituisce una vera e propria delega concessa dalla collettività, che così facendo assegna al corpo professionale un ruolo di garante del Bene Pubblico tutelato dalla professione, nonché di esperto in campo normativo sia in sede di elaborazione delle norme sia in sede interpretazione delle stesse;

  29. CODICE DEONTOLOGICO E DOVERI FIDUCIARI: i professionisti si organizzano in corpi professionali per ragioni di coordinamento sulla qualità ed elaborano, autoregolamentandosi, codici deontologici che delineano i doveri fiduciari cui si impegnano, con lo scopo di indurre processi endogeni di creazione di fiducia da parte del corpo professionali nei confronti degli utenti dei servizi professionali;

  30. PERCORSO FORMATIVO: TITOLO DI STUDIO, TIROCINIO, ESAME DI AMMISSIONE E FORMAZIONE CONTINUA: presenza di esami di ammissione al fine di garantire gli utenti dei servizi professionali, che costituiscono anche una maggiore o minore barriera all’entrata, ma che in generale i corpi professionali ritengono cruciali al fine di garantire che l’aderente al corpo professionale abbia un bagaglio minimo di conoscenze e manifesti attraverso lo studio per la preparazione all’esame una sua tendenza ad impegnarsi ai doveri fiduciari imposti dall’adesione al corpo professionale;

  31. ALTRE REGOLAMENTAZIONI : pubblicità e tariffe

  32. ITALIA • Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili • Rilievo pubblicistico • Sotto il profilo pubblicistico, come noto, in Italia la Costituzione all’art. 33, comma 5, prevede che: È’ prescritto un esame di Stato …………………….. per l'abilitazione all'esercizio professionale. • Con questa norma il legislatore della Costituzione ha voluto sancire solennemente l’interesse pubblico rivestito dalle professioni. L’Ordinamento professionale è contenuto nel Decreto Legislativo 28 giugno 2005, n. 139. Gli Ordini territoriali sono Enti Pubblici non economici, quindi soggetti di diritto pubblico;

  33. Rilievo pubblicistico Sotto il profilo pubblicistico, come noto, in Italia la Costituzione all’art. 33, comma 5, prevede che: È’ prescritto un esame di Stato …………………….. per l'abilitazione all'esercizio professionale. Con questa norma il legislatore della Costituzione ha voluto sancire solennemente l’interesse pubblico rivestito dalle professioni. L’Ordinamento professionale è contenuto nel Decreto Legislativo 28 giugno 2005, n. 139. Gli Ordini territoriali sono Enti Pubblici non economici, quindi soggetti di diritto pubblico;

  34. Codice Deontologico e Doveri fiduciari • La professione è retta da un codice deontologico che richiama i principi di: • integrità; • obiettività; • competenza e diligenza; • indipendenza; • riservatezza.

  35. Percorso formativo: titoli di studio, tirocinio, esame di ammissione e formazione continua Ai sensi del primo comma dell’art. 40 dell’ordinamento professionale: “L'abilitazione all'esercizio della professione è conseguita a seguito del superamento dell'esame di Stato, dopo il compimento di un tirocinio di durata triennale.” Inoltre l’art. 36 recita: “3. Per l'iscrizione dei dottori commercialisti nella Sezione A Commercialisti è altresì necessario: a) essere in possesso di una laurea nella classe delle lauree specialistiche (magistrale) in scienza dell'economia (64/S), ovvero nella classe delle lauree specialistiche (magistrale) in scienze economicoaziendali (84/S), ovvero delle lauree rilasciate dalle facoltà di economia secondo l'ordinamento previgente ai decreti emanati in attuazione dell'articolo 17, comma 95, della legge 15 maggio 1997, n. 127; b) avere superato l'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione di dottore commercialista, secondo le norme vigenti all'epoca in cui l'esame è stato sostenuto. 4. Per l'iscrizione alla Sezione B Esperti contabili è altresì necessario: a) essere in possesso di una laurea nella classe delle lauree in scienze dell'economia e della gestione aziendale (17) o nella classe delle lauree in scienze economiche (28); b) avere superato l'esame di Stato per l'abilitazione all'esercizio della professione, secondo le norme ad esso relative.”. Ai sensi della deontologia (art. 8, comma 5) l’iscritto deve adempiere alla formazione professionale continua che costituisce il requisito minimo richiesto al professionista per il mantenimento della sua competenza professionale, ma non lo esonera dalle ulteriori attività formative, rese necessarie dalla natura degli incarichi professionali assunti.

  36. ALTRE REGOLAMENTAZIONI RESTRITTIVE: PUBBLICITA’ E TARIFFE In ordine alla pubblicità il codice deontologico all’art. 44: “La pubblicità informativa, con ogni mezzo, avente ad oggetto l’attività professionale, le specializzazioni ed i titoli professionali posseduti, la struttura dello studio ed i compensi delle prestazioni, è libera. 2. Il messaggio pubblicitario e la scelta dei mezzi devono in ogni caso ispirarsi al buon gusto e all’immagine della professione. 3. Le informazioni devono essere trasparenti, veritiere, corrette e non devono essere equivoche, ingannevoli, denigratorie.” La tariffa esiste, ma ha un valore essenzialmente orientativo in quanto è stato eliminato ogni riferimento ad essa nell’art. 25 della deontologia e, quindi: “Il compenso, liberamente determinato dalle parti, deve essere commisurato all’importanza dell’incarico, alle conoscenze tecniche e all’impegno richiesti, alla difficoltà della prestazione, tenuto conto anche del risultato economico conseguito e dei vantaggi, anche non patrimoniali, derivati al cliente.”.

  37. REGNO UNITO Le professioni contabili sono organizzate in associazioni di natura giuridica privata. Esistono diverse associazioni che si distinguono per ragioni territoriali (Inghilterra e Galles hanno una loro associazione, la Scozia una propria) ed in parte per materia. Le associazioni aderenti all’IFAC sono, come sopra visto, le seguenti: The Association of Chartered Certified Accountants (ACCA) The Chartered Institute of Management Accountants (CIMA) The Chartered Institute of Public Finance and Accountancy (CIPFA) The Institute of Chartered Accountants in England and Wales (ICAEW) The Institute of Chartered Accountants of Scotland (ICAS)

  38. Rilievo pubblicistico Tutte queste associazioni sono “chartered”. Questa definizione significa che il sovrano, quale supremo organo costituzionale dello Stato, ha riconosciuto il rilievo pubblicistico di questi Enti, attraverso l’incorporazione nella Royal Charter, un istituto che esiste dal XIII secolo. Questa antica istituzione aveva all’origine lo scopo di attribuire la personalità giuridica agli enti, ma successivamente è rimasta con il fine di riconoscere il ruolo pubblico degli enti ricompresi nella prestigiosa istituzione. L’istituzione che gestisce la Royal Charter è un organo governativo denominato PrivyCouncil. Tutte le associazioni di professionisti che vogliano fregiarsi del riconoscimento pubblico devono essere incorporate nella Royal Charter.

  39. Code ofEthics e doveri fiduciari • Tutti i codici etici delle associazioni sopra citate dopo un preambolo che ribadisce il ruolo pubblico dell’attività svolta evidenziano i seguenti principi fondamentali. • Integrity • Objectivity • Professional competence and due care • Confidentiality • Professional behaviour

  40. Percorso formativo Tutte le associazioni prevedono un complesso percorso formativo che potremmo definire un vero e proprio master che dura molto tempo e che contempla un notevole numero di esami non tutte le associazioni prevedono come condizione all’entrata un determinato titolo di studio anche se è impensabile l’accesso senza un diploma universitario in materie economico-contabili.

  41. Altre regolamentazioni Non sono regolamentate le tariffe né vi sono limiti alla pubblicità

  42. FRANCIA In Francia vige un sistema ordinistico. Le professioni contabili aderenti all’IFAC sono: Compagnie NationaledesCommissairesauxComptes ConseilSupérieur de l'Ordre des Experts-Comptables

  43. Rilievo pubblicistico Sia i CommissairesauxComptes che gli Expert-Comptables sono regolamentati da leggi dello Stato che hanno istituito i relativi Ordini e sono sotto la tutela rispettivamente del Ministero della Giustizia e del Ministero delle Finanze. Code de dèontologie e doveri fiduciari Le citate professioni hanno un loro codice deontologico emanati con Decreti del Governo. I principi enunciati sono i seguenti: Intégrité Impartialité Indépendance Conflit d’intérêts Compétence Confraternité Discrétion

  44. Percorso formativo Sono previsti periodi di praticantato ed esami oltre ad un percorso scolastico performativo. Altre regolamentazioni Non sono previste tariffe, è possibile solo una pubblicità informativa.

  45. Wirtschaftsprüferkammer • Rilievo pubblicistico • Il Wirtschaftprüfer è un Pubblico Ufficiale • Wirtschaftsprüferordnung e doveri fiduciari • Prevede ai paragrafi 43, 43a e 49 che nell’esercizio delle sue funzioni professionali il Wirtschaftsprüfer operi attenendosi ai seguenti principi: • Indipendenza; • Imparzialità; • Coscenziosità; • Indipendenza economica; • Onorabilità.

  46. Percorso formativo e’ necessario diploma di laurea, praticantato triennale ed esame. Si ricorda che esiste la professione dello Steuerberater (consulente fiscale) che ha sostanzialmente le stesse caratteristiche di fondo, salvo che questi professionisti, pur potendo diventare Wirtschaftsprüfer con un esame semplificato, non possono svolgere attività di revisione legale dei conti.

  47. STATI UNITI D’AMERICA American Institute of Certified Public Accountants (CPA) Rilievo pubblicistico Le norme sono variegate da Stato a Stato e in alcuni casi la licenza per esercitare alcune attività è rilasciata con l’ottenimento del CPA, mentre in altri solo dopo la maturazione, in aggiunta, di un certo periodo di esperienza lavorativa (normalmente triennale). Non operando con piena esclusiva con molte attività il titolo di CPA è comunque tutelato dalla legge in molti Stati, non potendo essere abusivamente utilizzato da soggetti non certificati.

  48. Code ofprofessionalconduct e doveri fiduciari Prevede al primo capitolo che nell’esercizio delle sue funzioni professionali il CPA operi attenendosi ai seguenti principi: Section 52 - Article I: Responsibilities Section 53 - Article II: The Public Interest Section 54 - Article III: Integrity Section 55 - Article IV: Objectivity and Independence Section 56 - Article V: Due Care Section 57 - Article VI: Scope and Nature of Services

  49. Percorso formativo Dipende dagli Stati, ma molti prevedono almeno e’ necessario diploma di laurea e, quindi, un complesso percorso di esami. Altre regolamentazioni Non sono regolamentate le tariffe né vi sono limiti alla pubblicità.

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