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PRINCIPI DI PUBLIC SPEAKING

PRINCIPI DI PUBLIC SPEAKING. PROGRAMMA. Analisi del pubblico Definizione dell’obiettivo Organizzazione del discorso Modalità di presentazione. Pubblico.

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PRINCIPI DI PUBLIC SPEAKING

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Presentation Transcript


  1. PRINCIPI DI PUBLIC SPEAKING

  2. PROGRAMMA Analisi del pubblico Definizione dell’obiettivo Organizzazione del discorso Modalità di presentazione

  3. Pubblico Il pubblico è rappresentato dallo specifico gruppo di persone cui la presentazione si rivolge. Ogni parola pronunciata dall’oratore sarà filtrata dall’insieme dei valori, del background culturale, degli obiettivi e delle aspettative che caratterizzano il pubblico. Conoscere le caratteristiche del pubblico è fondamentale perché la presentazione abbia successo.

  4. FASI DI PRODUZIONE DI UN DISCORSO Inventio: fase di individuazione degli argomenti Dispositio: fase in cui vengono “disposti” gli argomenti individuati nella fase di inventio Elocutio: fase di scelta dello stile Memoria: fase di memorizzazione del contenuto Actio: fase di presentazione al pubblico del discorso

  5. COSTRUZIONE DELL’OBIETTIVO: DALL’OBIETTIVO GENERALE ALL’OBIETTIVO SPECIFICO Il primo passo nella definizione dell’obiettivo è quello di definire quale sia la tipologia di obiettivo in cui il discorso si colloca, cioè quale sia l’obiettivo generale della presentazione.

  6. OBIETTIVO GENERALE INFORMARE CONVINCERE INTRATTENERE

  7. INDIVIDUARE I KEY POINTS Il passo successivo alla definizione dell’obiettivo specifico è quello di individuare i key points, cioè le idee principali sulle quali costruire il discorso e alle quali affidare il compito di sostenere le proprie tesi. I key points dovrebbero andare da un minimo di due a un massimo di cinque.

  8. STRUTTURARE LA SCALETTA Strutturare la scaletta significa dare una disposizione alle idee principali secondo un ordine preciso che garantisca un legame forte e coerente tra le varie parti del discorso.

  9. La messa in ordine della materia – Il modello cronologico Il modello cronologico è organizzato temporalmente e ha un punto di inizio ed una fine. La scelta dell’inizio e della fine della scansione temporale dipende dall’idea centrale del discorso. Le unità di misura possono essere secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni, secoli, millenni… Il modello cronologico si adatta molto bene ai discorsi di natura informativa.

  10. La messa in ordine della materia – Il modello cronologico Il modello cronologico è organizzato temporalmente e ha un punto di inizio ed una fine. La scelta dell’inizio e della fine della scansione temporale dipende dall’idea centrale del discorso. Le unità di misura possono essere secondi, minuti, ore, giorni, settimane, mesi, anni, secoli, millenni… Il modello cronologico si adatta molto bene ai discorsi di natura informativa.

  11. La messa in ordine della materia – Il modello cronologico Obiettivo specifico: Informare il pubblico su come fu edificato il complesso megalitico di Stonehenge situato nella piana di Salisbury nell’Inghilterra meridionale. Idea centrale: Il complesso megalitico di Stonehenge fu costruito in tre fasi. Punti principali: La prima fase, detta Stonehenge 1, prende l’avvio dal 3.100 a.C. La seconda fase, Stonehenge 2, viene fatta risalire al 2.100 a.C. La terza fase infine, definita Stonehenge 3, comincia immediatamente dopo la seconda, intorno al 2.000 a.C.

  12. La messa in ordine della materia – Il modello spaziale Il modello spaziale si fonda su una collocazione spaziale dei temi centrali del discorso. I riferimenti spaziali portano in sé l’idea della localizzazione, della posizione rispetto a..., della direzione. Comprendono un movimento da una parte all’altra, da sopra a sotto, da sinistra a destra, da dentro a fuori. Questo modello di diposizione della materia si sposa meglio con discorsi di natura informativa.

  13. La messa in ordine della materia – Il modello spaziale Obiettivo specifico: Informare il pubblico sulle principali civiltà precolombiane. Idea centrale: Molti secoli prima dell’arrivo di Colombo nelle Americhe esistevano straordinarie civiltà in aree estese dell’America centrale e meridionale. Punti principali: Nel Messico gli Aztechi avevano fatto stupefacenti scoperte in ambito architettonico. In Perù gli Inca erano notevolmente avanzati nelle scoperte scientifiche e, in particolare, in medicina e chirurgia. Nell’area tra Guatemala e Messico i Maya erano attenti osservatori e studiosi dei fenomeni celesti e astrologici.

  14. La messa in ordine della materia – Il modello causale Il modello causale si fonda sul principio di causa-effetto. Risulta particolarmente efficace nella organizzazione del discorso perché crea forti connessioni tra una parte e l’altra. Si può muovere o da una causa attuale che porta a prevedere certi effetti futuri o da un effetto attuale che consente di indicare od ipotizzare una causa generante. Il modello causale può essere utilizzato sia con discorsi informativi che con discorsi persuasivi.

  15. La messa in ordine della materia – Il modello causale Obiettivo specifico: Informare il pubblico circa le cause della diminuzione, in alcune zone del globo terrestre, dello strato di ozono stratosferico. Idea centrale: Le cause del fenomeno conosciuto come “buco dell’ozono” sono da imputarsi totalmente all’azione umana. Punti principali: La quantità di ozono stratosferico è rimasta invariata sino ad epoca recente in cui ha subito in alcune parti del globo una forte diminuzione. Le cause di questo fenomeno sono da imputare a prodotti di natura sintetica usati in ambito industriale.

  16. La messa in ordine della materia – Il modello per categorie o argomenti Il modello per categorie o argomenti si struttura per classi e sottoclassi. Il tema principale viene scomposto nei suoi elementi più significativi. In quanto applicabile a ogni tipologia di discorso e obiettivo, questa scaletta viene spesso preferita ad altre tipologie.

  17. La messa in ordine della materia – Il modello per categorie o argomenti Obiettivo specifico: Informare il pubblico sulle caratteristiche del ruolo di responsabile della comunicazione interna. Idea centrale: Questo ruolo è strategico per l’azienda. Punti principali: Il resp. com. interna progetta e implementa il piano di comunicazione interna. Il resp. com. interna crea e gestisce strumenti di comunicazione interna: TV, intranet, newsletter… Il resp. com. interna idea e promuove attività che consentono la circolazione e la condivisione delle conoscenze. Il resp. com. interna si occupa di tutte quelle attività che promuovono il benessere organizzativo e migliorano la qualità della vita professionale delle persone.

  18. La messa in ordine della materia – Il modello per problema e soluzione Il modello per problema e soluzioneprevede due parti principali, nella prima vengono analizzati i problemi relativi a una situazione nella seconda vengono proposte delle soluzioni ai problemi stessi. Questo modello di organizzazione della materia è in particolar modo adatto quando l’obiettivo di comunicazione è di natura persuasiva.

  19. La messa in ordine della materia – Il modello per problema e soluzione Obiettivo specifico: Persuadere il pubblico circa l’opportunità che l’esperto in rpsappia gestire la comunicazione con i social media. Idea centrale: Lo sviluppo massiccio di Web 2.0 richiede una preparazione specifica in chi si occupa di relazioni pubbliche nell’uso di questi nuovi strumenti. Punti principali: I social media rappresentano un fattore altamente strategico per le aziende e per i professionisti di relazioni pubbliche che possono proporne l’uso, ma il numero di conoscitori e utilizzatori di social media tra i professionisti di relazioni pubbliche è ancora estremamente basso. La soluzione sta nell’incremento dello studio di questi strumenti a livello universitario e nell’incontro tra ricerca teorica e applicazione pratica.

  20. Materiali – Esempi L’esempio consiste in un caso specifico utilizzato per illustrare idee, esperienze, condizioni…L’esempio chiarisce, dà concretezza al contenuto, avvicina l’argomento alla realtà del pubblico.

  21. Materiali – Testimonianze Le testimonianze sono citazioni o parafrasi delle parole d’altri utilizzate per supportare un argomento. Contribuiscono a dare credibilità all’oratore e al discorso, ma a patto che siano fatte con esattezza e che appartengano a una fonte autorevole.

  22. Materiali – Statistiche Le statistiche sono numeri che traducono fenomeni in dati tangibili ed esprimono le relazioni esistenti tra essi.

  23. Figure retoriche – La Prosopopea La Prosopopea, o personificazione, è una figura retorica consistente nel dare parola a persone morte o assenti o nel personificare cose inanimate o concetti.

  24. Figure retoriche – L’Anafora L’anafora è una figura capace di sviluppare una intensa carica emotiva e consiste nell’uso reiterato di una parola o di una locuzione.

  25. Figure retoriche – La Similitudine La similitudine consiste nello stabilire un paragone tra due entità, volendo evidenziare proprietà somiglianti.

  26. Figure retoriche – Il Paradosso Il paradosso rappresenta una sfida al senso comune.

  27. Figure retoriche – Il Climax Il climax dispone le parole in ordine di intensità crescente.

  28. Figure retoriche – La Metafora “Figura retorica che consiste nel sostituire una parola o un’espressione con un’altra in base a un rapporto di palese o intuitiva analogia tra i rispettivi significati letterali.” Zingarelli (2003) “La metafora è il trasferimento ad una cosa di un nome proprio di un’altra o dal genere alla specie o dalla specie al genere o dalla specie alla specie o per analogia.” (Aristotele, Poetica)

  29. Figure retoriche – L’Ironia L’ironia è una figura retorica che si traduce nel dire il contrario di ciò che si pensa ma in modo che colui che ascolta lo comprenda.

  30. CATTURARE E MANTENERE L’ATTENZIONE: I FATTORI DI ATTENZIONE Attività Realtà Prossimità Familiarità Attualità Suspance Conflitto Umorismo

  31. IL DISCORSO INFORMATIVO L’azione dell’informare ha lo scopo di aumentare la conoscenza di un tema da parte degli ascoltatori.

  32. METODI DI INFORMAZIONE Definizione La definizione costituisce il modo in cui viene chiarito il significato di qualcosa. Descrizione La descrizione è il metodo attraverso il quale si fornisce un’immagine vivida di un oggetto, un evento, una persona, una situazione. Dimostrazione La dimostrazione è un metodo di informazione in cui la spiegazione di come qualcosa è fatto o opera è espresso mediante una prova pratica.

  33. IL DISCORSO PERSUASIVO L’obiettivo di convincere un pubblico è un obiettivo complesso e sfidante che richiede una efficace ed accurata strategia.

  34. LOGOS, PATHOS, ETHOS: LE TRE LEVE DELLA PERSUASIONE Logos:il processo attraverso cui partendo da determinate premesse si giunge a determinate conclusioni. Strumenti caratterizzanti il logos retorico sono l’esempio e l’entimema. L’esempio è costituito da fatti reali o inventati che attraverso un processo induttivo ci conducono a certe conseguenze. L’entimema è un tipo di deduzione o di sillogismo che si muove a partire da premesse solo verosimili. “Non esiste uomo che sia libero, perché è schiavo o delle ricchezze, o della fortuna” (Aristotele, Retorica II, 22,1394 b)

  35. L’ARGOMENTAZIONE “Argomentare significa disporre idee e conoscenze in un rapporto di logica interazione e opportuna successione in modo da produrre adesione o confutazione rispetto a certe asserzioni. […] È l’attività che ci permette di produrre e capire ragionamenti per chiarire le nostre posizioni, definire le nostre opinioni sulla realtà che ci circonda e che ci coinvolge. (Vincenzo Lo Cascio, 1991)

  36. LO SGUARDO In una presentazione in pubblico è molto importante, laddove i numeri lo consentano, guardare negli occhi gli interlocutori, uno per uno. Nel caso di pubblici numerosi è opportuno suddividere la platea in settori e spostare lo sguardo da un settore all’altro.

  37. LA POSIZIONE DI BASE La postura di base è quella in cui l’oratore è in piedi, il busto e la testa dritti, il peso del corpo equamente distribuito tra i due arti inferiori, le gambe leggermente divaricate e i piedi paralleli. È la postura che meglio di altre contribuisce a creare e trasferire una immagine di autorevolezza, controllo di sé e della situazione, stabilità.

  38. LA PAUSA Possiamo distinguere diversi tipi di pausa: La pausa fatta a conclusione di un pensiero: momento di respiro e di riflessione che si concede al pubblico. Una pausa di transizione da un pensiero all’altro, da un punto a un altro. Una pausa fatta all’interno della frase eche prelude l’espressione di un concetto o di una parola particolarmente carichi di significato. È un tipo di pausa che lascia col “fiato in sospeso”. La pausa posta all’inizio del discorso per attirare l’attenzione del pubblico.

  39. METODI DI PRESENTAZIONE DEL DISCORSO Esistono vari metodi di presentazione del discorso e in particolare ne possiamo individuare quattro: il discorso improvvisato, il discorso memorizzato, il discorso letto e il discorso a braccio. La scelta della modalità da adottare dipende dalle circostanze in cui il discorso viene presentato e dall’obiettivo che si vuole raggiungere.

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