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LA CERTIFICAZIONE DEI PROCESSI SCOLASTICI E LE NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI DEL 1° CICLO

LA CERTIFICAZIONE DEI PROCESSI SCOLASTICI E LE NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI DEL 1° CICLO. 14 Ottobre 2013 Castel Nuovo don Bosco AT CALCAGNO FRANCO. Certificati e attestati .

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LA CERTIFICAZIONE DEI PROCESSI SCOLASTICI E LE NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI DEL 1° CICLO

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  1. LA CERTIFICAZIONE DEI PROCESSI SCOLASTICIE LE NUOVE INDICAZIONI NAZIONALI DEL 1° CICLO 14 Ottobre 2013 Castel Nuovo don Bosco AT CALCAGNO FRANCO

  2. Certificati e attestati Come sinonimi di certificato e certificazione sono usati anche i termini attestato e attestazione. Alcuni autori, però, riservano quest'ultimo ai casi in cui la dichiarazione di scienza è "originaria", in quanto riferita a fatti o atti direttamente percepiti o compiuti da chi la rilascia; parlano, invece, di certificazione quando la dichiarazione di scienza è "derivativa", riferendosi a fatti, atti o qualità non direttamente percepiti o compiuti da chi la rilascia, ma risultanti da elementi obiettivi, quali registri o documenti cui l'ordinamento giuridico riconosce particolare efficacia probatoria. Sono stati proposti anche altri criteri di distinzione basati, ad esempio, sul tipo di certezza creata dall'atto: legale nel caso della certificazione, notiziale nel caso dell'attestazione.

  3. Soggetti deputati al rilascio • Le certificazioni sono spesso, ma non necessariamente, rilasciate da una pubblica amministrazione, nel qual caso si parla di certificazione amministrativa (e conseguentemente di certificato amministrativo), e siamo in presenza di una particolare specie di atto amministrativo. • Nell'ordinamento italiano una definizione positiva di certificato amministrativo è contenuta nell'art. 1, comma 1, lettera f), del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa) secondo il quale per certificato s'intende "il documento rilasciato da una amministrazione pubblica avente funzione di ricognizione, riproduzione o partecipazione a terzi di stati, qualità personali e fatti contenuti in albi, elenchi o registri pubblici o comunque accertati da soggetti titolari di funzioni pubbliche". Lo stesso decreto stabilisce i casi in cui i privati possono presentare, in luogo del certificato, una dichiarazione sostitutiva di certificazione o una dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà. • In ambito "privato" i soggetti a rilasciare certificati sono, ad esempio: • gli organismi di certificazione; • i revisori contabili. • I secondi devono essere iscritti in un albo pubblico; i primi sono di prassi[1]accreditati da un ente di accreditamento.

  4. Effetti giuridici In generale le certificazioni sono destinate a dare certezza di fatti, atti o qualità; in certi casi, però, si tratta di una certezza legale, perché l'ordinamento impone alla generalità dei consociati il dovere di considerare come certo quanto affermato nell'atto, dovere che vale anche per il giudice di fronte al quale fa, quindi, prova legale; in altri casi, invece, tale dovere manca e si parla di certezza notiziale. Si ritiene che le certificazioni creatrici di certezza legale possano provenire solo da funzionari pubblici o da privati che esercitano funzioni pubbliche. In quanto dichiarazioni di conoscenza (o, come si usa dire, di scienza) le certificazioni producono gli effetti giuridici stabiliti dall'ordinamento, a prescindere dalla volontà di chi le rilascia: sono, in altri termini, meri atti giuridici.

  5. Certificazione delle competenzedalle indicazioni….. • La scuola finalizza il curricolo alla maturazione delle competenze previste nel profilo dello studente al termine del primo ciclo, fondamentali per la crescita personale e per la partecipazione sociale, e che saranno oggetto di certificazione. • Sulla base dei traguardi fissati a livello nazionale, spetta all’autonomia didattica delle comunità professionali progettare percorsi per la promozione, la rilevazione e la valutazione delle competenze. Particolare attenzione sarà posta a come ciascuno studente mobilita e orchestra le proprie risorse – conoscenze, abilità, atteggiamenti, emozioni – per affrontare efficacemente le situazioni che la realtà quotidianamente propone, in relazione alle proprie potenzialità e attitudini. • Solo a seguito di una regolare osservazione, documentazione e valutazione delle competenze è possibile la loro certificazione, al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, attraverso i modelli che verranno adottati a livello nazionale. Le certificazioni nel primo ciclo descrivono e attestano la padronanza delle competenze progressivamente acquisite, sostenendo e orientando gli studenti verso la scuola del secondo ciclo.

  6. …le parole che fanno “paura”! • ADEMPIMENTO • RESPONSABILITA’ • RENDICONTAZIONE • TEMPO • PERCORSO-PROGRAMMA • ANALISI DEI BISOGNI (di chi??)

  7. Nelle Conclusioni ai lavori di Lisbona del Parlamento europeo del 2000 si indicavano future strade da percorrere nel campo dell'educazione per gli stati membri: fra queste vi era l’indicazione di arrivare a una “definizione delle competenze chiave per l’esercizio della cittadinanza attiva".

  8. Competenze di base (Lisbona) 1. Comunicazione nella madrelingua2. Comunicazione nelle lingue straniere3. Competenza matematica e competenze di base in scienza e tecnologia4. Competenza digitale5. Imparare ad imparare6. Competenze sociali e civiche7. Spirito di iniziativa e imprenditorialità8. Consapevolezza ed espressione culturale

  9. I presupposti culturali delle Indicazioni nazionali e le “ricadute”operative nelle scuole del 1°ciclo di istruzione 􀂃verso gli Istituti Comprensivi 􀂃il curricolo d’istituto verticale (competenze; traguardi; obiettivi di apprendimento) 􀂃il profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione 􀂃le competenze disciplinari e le competenze per l’esercizio della cittadinanza 􀂃la valutazione degli apprendimenti formali, non formali e informali 􀂃la certificazione delle competenze

  10. …le competenze queste sconosciute Acquisire competenze significa giocare, muoversi, manipolare, curiosare, domandare, imparare a riflettere sull’esperienza attraverso l’esplorazione, l’osservazione e il confronto tra proprietà, quantità, caratteristiche, fatti; significa ascoltare, e comprendere, narrazioni e discorsi, raccontare e rievocare azioni ed esperienze e tradurle in tracce personali e condivise; essere in grado di descrivere, rappresentare e immaginare, “ripetere”, con simulazioni e giochi di ruolo, situazioni ed eventi con linguaggi diversi.

  11. Proposte metodologiche per l’elaborazione del curricolo verticale in un istituto comprensivo • 􀂃l’attivazione dei dipartimenti disciplinari • 􀂃la dimensione evolutiva delle competenze (progressivitàe gradualità) • 􀂃la definizione e la selezione delle competenze, dei traguardi edegli obiettivi di apprendimento • La didattica per competenze: il ricorso ai compiti autentici o di realtà e l’uso di rubriche valutative • 􀂃requisiti ed esempi di compiti di realtào autentici • 􀂃esempi e caratteristiche delle rubriche valutative

  12. Valutare e certificare le “competenze”: verso nuovi “strumenti”e modelli 􀂃i livelli di valutazione 􀂃i livelli di certificazione

  13. Verso gli Istituti Comprensivi 1)La svolta dei comprensivi (IC) –perché dimensionamento e comprensivi? • L’istituto comprensivo come comunità professionale • I problemi da controllare: • -il territorio-l’organizzazione- il curricolo verticale • 2)Strumenti organizzativi e gestionali per l’istituto comprensivo (IC) • -nuove articolazioni professionaliLo staff di direzione e le figure intermedie-i dipartimenti: • un’organizzazione professionale per l’attuazione del curricolo

  14. VALUTARE E CERTIFICARE LE COMPETENZE NEL PRIMO CICLO DI ISTRUZIONE Alcuni nodi da sciogliere: • formazione in servizio e ricerca per realizzare la comprensività • Il curricolo d’istituto VERTICALE • “è il cuore didattico del Piano dell’offerta formativa e rappresenta l’insieme delle esperienze didattiche che, dai 3 ai 14 anni, in modo progressivo, graduale e continuo, promuovono negli allievi il conseguimento dei risultati attesi sul piano delle competenze”. • La presenza sempre più diffusa degli istituti comprensivi consente la progettazione di un UNICO CURRICOLO VERTICALE e facilita il raccordo con il secondo ciclo”.

  15. Il profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione “Lo studente al termine del primo ciclo di istruzione, attraverso gli apprendimenti sviluppati a scuola, lo studio personale, le esperienze educative vissute in famiglia e nella comunità; è in grado di iniziare ad affrontare in autonomia e con responsabilità, le situazioni di vita tipiche della propria età, riflettendo ed esprimendo la propria personalità in tutte le sue dimensioni”. Il profilo descrive, in forma essenziale, le competenze riferite alle discipline di insegnamento e al pieno esercizio della cittadinanza che un ragazzo/ragazza deve mostrare di possedere al termine del primo ciclo di istruzione. (dalle Nuove Indicazioni per il curricolo nel primo ciclo di istruzione -2012)

  16. Il profilo delle competenze disciplinari (esempi) • 􀂃dimostra una padronanza della LINGUA ITALIANA tale da consentirgli di comprendere enunciati e testi di una certa complessità, di esprimere le proprie idee, di adattare un registro linguistico appropriato alle diverse situazioni • 􀂃nell’incontro con persone di diverse nazionalità è in grado di esprimersi a livello elementare in LINGUA INGLESE e di affrontare una comunicazione essenziale, in semplici situazioni di vita quotidiana, in una seconda lingua • 􀂃le sue CONOSCENZE MULTIMEDIALI E SCIENTIFICO-TECNOLOGICHE gli consentono di analizzare dati e fatti della realtà e di verificare l’attendibilità delle analisi quantitative e statistiche proposte da altri • 􀂃si orienta nello SPAZIO E NEL TEMPO dando espressione a curiosità e ricerca di senso; osserva ed interpreta AMBIENTI, FATTI, FENOMENI E PRODUZIONI ARTISTICHE

  17. …maallora… …ma allora lo faccio il teorema di Pitagora? E la radice quadrata la deve saper calcolare “a mano”? …ma allora…la e senza accento è un errore blu? …ma allora…se poi va al liceo scientifico non sarà preparato…

  18. …unesempio…banale… Esame finale del 1° ciclo Mappa concettuale Ricerca di una serie di argomenti Collegamenti fra argomenti …da dove parti so dove finisci…standard Atomo, P. Neruda, USA, seconda guerra mondiale, bomba atomica…ecc…

  19. Assimila il senso e la necessità del rispetto della convivenza civile. • Ha attenzione per le funzioni pubbliche alle quali partecipa nelle diverse forme in cui questo può avvenire: momenti educativi informali e non formali, esposizione pubblica del proprio lavoro; occasioni rituali nella comunità che frequenta, azioni di solidarietà, manifestazioni sportive non agonistiche, volontariato, ecc. • 􀂃Il conseguimento delle competenze delineate nel profilo costituisce l’obiettivo generale del sistema educativo e formativo italiano

  20. …dunque… Dalla prima classe…anche dalla scuola primaria. Abitudine alla ricerca Curiosità Passate del tempo ad incuriosire i ragazzi… Come? Devo fare il programma….!!altrimenti i genitori chi li sente… …li sente il DS…comunità educante

  21. Con il termine DIPARTIMENTO DISCIPLINARE si indica l’organismo formato dai docenti di una medesima disciplina o di un’area disciplinare, che ha il compito di: –CONCORDARE scelte comuni circa il valore formativo e le scelte didattico-metodologiche di un preciso sapere disciplinare –COMUNICARE ai docenti le iniziative proposte da Enti esterni, Associazioni, dal MIUR, da altre Istituzioni, –programmare attività di formazione e aggiornamento in servizio, acquisti finalizzati alle attività previste nel POF, stage, viaggi e uscite didattiche

  22. La didattica per competenze: che cosa cambia rispetto alla didattica tradizionale? • situazioni di apprendimento in cui gli alunni siano parte attiva nell’elaborazione, nella presa di decisioni e nel controllo degli esiti e del processo di apprendimento • valorizzazione e uso delle situazioni reali favorevoli all’introduzione di nuovi argomenti partendo da problemi e cercando soluzioni􀂾il lavoro di gruppo o comunque socializzato è preferito al lavoro individuale • il gruppo di lavoro è centrato su compiti autentici o compiti di realtà􀂾uso sistematico di rubriche valutative

  23. Esempi di compiti di realtà o compiti autentici in relazione a competenze di cittadinanza

  24. Indicazioni nazionali 2022 Il crescere insieme delle scuole e del sistema scolastico Indicazioni nazionali 2017 Progettazione didattica (CURRICOLO) Indicazioni nazionali 2012 Valutazione interna ed esterna Ricerca e sperimentazione Formazione in servizio Indicazioni nazionali 2007

  25. Solo a seguito di una regolare osservazione, documentazione e valutazione delle competenze è possibile la loro certificazione, al termine della scuola primaria e della scuola secondaria di primo grado, attraverso modelli che verranno adottati a livello nazionale.

  26. Una migliore qualità dell’educazione dipende innanzitutto dal miglioramento dei sistemi di reclutamento e di formazione degli insegnanti, oltre che dal loro status sociale e dalle condizioni nelle quali debbono lavorare; essi, infatti, non potranno dare le risposte che ci si aspetta da loro se non possiedono le conoscenze e le competenze, le qualità personali, le possibilità professionali e le motivazioni necessarie. Jaques Delors, Nell’educazione un tesoro. Rapporto all’UNESCO della Commissione Internazionale sull’Educazione per il Ventunesimo Secolo, Roma, Armando, 1997, p. 133.

  27. Esempi in matematica • Schede telefoniche a confronto • Convenienza del viaggio in auto…due auto consumi tragitto… • Colorare stanza con piatrellinecolorate…misura e calcola costo • Campo di tennis…quali figure riconosci…perimetri…aree…

  28. …vitavissuta…Parto da ZERO: Pazienza Dedizione Studio Ricerca Piccoli passi Progetto per gradi Risorse umane

  29. Parto da +1: la fase zero è superata Raccolta e analisi (lettura condivisa) dei documenti Costruzione o rinforzo di uno o più gruppi di lavoro Consapevolezza Motivazionale

  30. Parto da +2: zero e + 1 fatto: Organizzazione del lavoro per dipartimenti e commissioni Diffusione di buone pratiche fra i docenti Confronto e lessico comune Criteri fortemente condivisi di valutazione Produzione e diffusione di documenti

  31. Parto da +3….. Primi confronti con valutazioni o valutatori esterni (più semplice ed economico…INVALSI) Approfondimenti semantici su lessico comune

  32. Parto da +4…… Programmazione unica e unitaria Criteri di valutazione unici Diffusione in e al Collegio docenti Vincere resistenze passive utilizzando le buone pratiche “tradizionali”, spogliarsi di individualismi sterili….

  33. Parto da +5: CurriculumVerticale Certificazione competenze

  34. Ai genitori e agli alunni: Quanto pesa il 7 in matematica? Quanto vale il 5 in italiano? Che vergogna!! Ha un 6 in comportamento…. Siamo in grado di riempire di significato vero e condiviso queste frasi?

  35. SI: sei arrivato! Bravo devi lavorare per mantenere e migliorare. NO: Ricomincia da uno dei 5 punti!! Come se fosse un gioco dell’OCA!!!

  36. SPIRALE ELICOIDE

  37. Le Nuove Indicazioni e l’istituzione degli Istituti Comprensivi devono garantire ai ragazzi di 14 anni una formazione più forte. APPRENDIMENTO E “SAPER STARE AL MONDO”

  38. Il 25% dei ragazzi di 15 anni non hanno acquisito la capacità di comprendere il testo regolativo Come fare per risolvere il problema? ATTIVARE L’IMPEGNO CONVERGENTE PER RAGGIUNGERE COMPETENZE TRASVERSALI E COMPETENZE INTERNE ALLE DISCIPLINE NON SOLO L’INSEGNANTE DI ITALIANO SI OCCUPA DI COMPRENSIONE DEL TESTO REGOLATIVO MA TUTTO IL TEAM DOCENTE PUR MANTENENDO LA SPECIFICITA’ DELLA DISCIPLINA INSEGNATA

  39. Per fare ciò non basta solo la continuità ma è necessario far giocare continuità e discontinuità (cambiamento=crescita). • Cioè puntare su coerenza dei comportamenti in un curricolo progressivo. • Es.: • TECNOLOGIA • SCUOLA PRIMARIA SCUOLA SECONDARIA • Vedere e osservare - Vedere, osservare e progettare • Intervenire e trasformare - Intervenire, trasformare e produrre • Costruire quindi un curricolo evolutivo con struttura elicoidale nel quale l’insegnante deve scegliere e proporre esperienze significative.

  40. Ambiente di apprendimento = DISCONTINUITA’ COSTRUTTIVA PROGRESSIVA AUTONOMIA CLIMA FAVOREVOLE E INCORAGGIANTE DIFFERENZIAZIONE NELLA CLASSE PRIMA DELLA SCUOLA PRIMARIA SIA PER QUANTO RIGUARDA L’AMBIENTE CHE PER GLI OGGETTI

  41. Esiti della formazione scolastica? • Gardner (1991, ed it. 1993,p.13-14): • “Anche gli studenti meglio preparati e dotati di tutti i carismi del successo scolastico – regolare frequenza di scuole valide, valutazioni molto elevate, buoni punteggi nei test, riconoscimenti da parte degli insegnanti – • non mostrano una comprensione adeguata. […]. Posti di fronte a problemi elementari [tratti dal mondo reale] formulati in modo anche solo leggermente diverso da quello in cui li avevano affrontati a scuola […] • danno spiegazioni sostanzialmente identiche a quelle proposte da studenti che non si sono mai cimentati con quella disciplina.” Gardner H. (1993), Educare al comprendere, Milano, Feltrinelli.

  42. Un esempio? • Domanda 1: la luce diurna: Quale tra queste affermazioni spiega perché sulla terra c’è alternanza tra giorno e notte? • A la terra ruota intorno al suo asse • B il sole ruota intorno al suo asse • C l’asse della terra è inclinato • D la terra ruota intorno al sole • Gli alunni italiani hanno risposto così: • A 37,6%, B 2,4%, C 24,00%, D 30,5%. • (Pisa 2006 - dati Invalsi)

  43. “Lettura” del problema Modo di affrontarlo Modo per valutare la propria azione Formare per competenze, valutare competenze Formare/valutare per conoscenze/abilità Formare/valutare per competenze Problemi “chiusi”: un solo modo di interpretare il problema Problemi “aperti” a più interpretazioni Una soluzione univoca Più strategie di soluzione Feedback giusto/sbagliato Riflessione sulle proprie strategie

  44. Cos’è una “competenza”?

  45. Una definizione di competenza • Secondo Le Boterf (1994): La competenza risiede nella mobilitazione delle risorse dell’individuo (conoscenze, capacità, atteggiamenti …), e non nelle risorse stesse, • Si configura quindi come un saper agire (o reagire) in una determinata situazione, in un determinato contesto, allo scopo di conseguire una performance, sulla quale altri soggetti (superiori o colleghi) dovranno esprimere un giudizio. Le Boterf G. (1994), De la competence: essay sur un attracteur étrange, Paris, Les Edition d’Organization.

  46. “Agire con competenza” • Risultante di tre fattori: • Saper agire → mobilitare le proprie risorse (conoscenze, capacità, atteggiamenti, …) in situazione • Voler agire → motivazione personale • Poter agire → contesto che consente e legittima la possibilità di assumere responsabilità e rischi Le Boterf G. (2008), Costruire le competenze individuali e collettive, Napoli, Guida, p. 89.

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