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Corso di Progettazione Europea Parte I Francesco Gombia

Corso di Progettazione Europea Parte I Francesco Gombia. Programma della giornata: 1. Le strategie di Lisbona e G öteborg 2. La politica di coesione europea 2007-2013 3. Programmi europei e iniziative comunitarie 4. Reperire le informazioni / Monitoraggio opportunità.

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Presentation Transcript


  1. Corso di Progettazione Europea Parte I Francesco Gombia Francesco Gombia - Progettazione europea

  2. Programma della giornata: • 1. Le strategie di Lisbona e Göteborg • 2. La politica di coesione europea 2007-2013 • 3. Programmi europei e iniziative comunitarie • 4. Reperire le informazioni / Monitoraggio • opportunità Francesco Gombia - Progettazione europea

  3. Le strategie di Lisbonae Göteborg Francesco Gombia - Progettazione europea

  4. L’Europa a un bivio La globalizzazione dell’economia e della finanza ha rivoluzionato gli scenari della competizione internazionale con il progressivo affermarsi di Paesi emergenti. Francesco Gombia - Progettazione europea

  5. L’Europa a un bivio COSA FARE? Restare fermi nelle proprie posizioni cercando di difendere i livelli di benessere Cambiare per adeguarsi ai nuovi scenari Erodere i sistemi di welfare per accrescere la competitività Costruire nuovi vantaggi competitivi di lungo termine Non sostenibile nel tempo Francesco Gombia - Progettazione europea

  6. Strategia di Lisbona – Agenda sociale europea Consigli Europei di Lisbona (2000), Nizza (2000), Goteborg (2001), Barcellona (2002) http://europa.eu/lisbon_treaty/index_it.htm Trasformare l'Unione europea, entro il 2010, “nell’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo, in grado di realizzare una crescita economica sostenibile con nuovi e migliori posti di lavoro e una maggiore coesione sociale". Francesco Gombia - Progettazione europea

  7. Strategia di Lisbona – Agenda sociale europea Consigli Europei di Lisbona (2000), Nizza (2000), Goteborg (2001), Barcellona (2002) http://europa.eu/lisbon_treaty/index_it.htm • La StrategiadiLisbonamira a raggiungereentroil 2010: • un tassodicrescitaeconomicapari al 3% • un tassodioccupazione del 70% • un tassodipartecipazionedellaforzafemminile al lavoropari al 60%. • La strategia è stata valutata, corretta e rilanciata nel 2005 Francesco Gombia - Progettazione europea

  8. II. La scelta di Lisbona SFIDE STRATEGICHE Globalizzazione Cambiamento tecnologico (new economy) Invecchiamento della popolazione I RISCHI Perdita di quote di mercato Rallentamento della produttività Insostenibilità del sistema di welfare PRIORITA’ STRATEGICHE Società della conoscenza Creare un contesto favorevole agli imprenditori Approfondire il mercato comune Riformare il mercato del lavoro ed il welfare state L’ambiente da vincolo a opportunità Francesco Gombia - Progettazione europea

  9. Sfide strategiche La globalizzazione • La Cina cresce non solo nel manifatturiero tradizionale ma anche in segmenti industriali ad alto valore aggiunto • L’India si specializza nel terziario avanzato grazie ad un capitale umano anglofono di alta qualità • Gli Stati Uniti dominano nel campo delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione Francesco Gombia - Progettazione europea

  10. Sfide strategiche L’invecchiamento della popolazione • Il rapporto di dipendenza cresce velocemente • Il modello di previdenza sociale diventa sempre più oneroso e difficile da finanziare Francesco Gombia - Progettazione europea

  11. Sfide strategiche Il cambiamento nel paradigma tecnologico • L’Europa è in ritardo nell’adozione e diffusione delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione Francesco Gombia - Progettazione europea

  12. I rischi • La concorrenza dei PVS può produrre una riduzione delle quote di mercato ed una caduta della domanda mondiale per i beni europei • Il ritardo nell’adozione delle TIC rallenta la crescita della produttività • L’invecchiamento della popolazione rende insostenibile il finanziamento del welfare state Francesco Gombia - Progettazione europea

  13. I rischi A rischio in sintesi è il modello sociale europeo basato su • Crescita • Elevata occupazione • Elevata coesione sociale • Rispetto e valorizzazione dell’ambiente Francesco Gombia - Progettazione europea

  14. La strategia di Lisbona • Migliorare le politiche in materia di società dell’informazione; riforme strutturali ai fini della competitività e dell’innovazione; completare il mercato interno • Modernizzare il modello sociale europeo, investendo nelle persone e combattendo l’esclusione sociale: “una svolta decisiva nella lotta contro la povertà”; tasso di occupazione al 70%, più del 60% per le donne • Un’adeguata combinazione di politiche macro-economiche Francesco Gombia - Progettazione europea

  15. Le priorità strategiche • Società della conoscenza: investimenti in ricerca e sviluppo per l’innovazione • Contesto favorevole agli imprenditori: creare condizioni amministrative, fiscali e finanziare favorevoli alla nascita di nuove imprese • Riforma del mercato del lavoro e del welfare state: aumento del tasso di occupazione, flessibilità, adattabilità ed occupabilità, riforma del sistema previdenziale • Approfondire il mercato comune: crescita del mercato, specializzazione ed economie di scala, liberalizzazione • L’ambiente come vincolo ed opportunità: puntare ad uno sviluppo sostenibile ma anche sfruttare le opportunità economiche (tecnologie ambientali) Francesco Gombia - Progettazione europea

  16. Le priorità strategiche Società della conoscenza • Promuovere la diffusione delle TIC; creare condizioni favorevoli al commercio elettronico • Creare uno spazio europeo di ricerca ed innovazione; aumentare la quota di spesa in R@D; favorire la mobilità dei ricercatori • Diminuire il numero di coloro che non portano a termine gli studi; incentivare la formazione permanente Francesco Gombia - Progettazione europea

  17. Le priorità strategiche Creare un contesto favorevole agli imprenditori • Migliorare la qualità della legislazione per ridurre l’onere normativo dell’attività imprenditoriale • Aumentare la disponibilità dei capitali di rischio • Migliorare la legislazione sulla bancarotta Francesco Gombia - Progettazione europea

  18. Le priorità strategiche Riforma del mercato del lavoro • Aumentare il tasso di occupazione totale, femminile e degli anziani (invecchiamento attivo) • Aumentare l’adattabilità dei lavoratori e delle imprese (formazione permanente) • Garantire la flessibilità e la moderazione salariale • Migliorare i sistemi di istruzione e formazione • Promuovere le pari opportunità fra uomo e donna • Eliminare la povertà • Riformare il sistema di welfare e il sistema pensionistico Francesco Gombia - Progettazione europea

  19. Le priorità strategiche Approfondire il mercato comune • Garantire l’effettivo recepimento delle direttive comunitarie in materia di mercato unico • Liberalizzare il mercato dei servizi • Eliminare gli ostacoli residui alla circolazione delle merci • Garantire la piena mobilità dei capitali finanziari e l’integrazione dei servizi finanziari • Migliorare l’accessibilità intervenendo sui sistemi di trasporto e su internet (banda larga) Francesco Gombia - Progettazione europea

  20. Le priorità strategiche L’ambiente come vincolo ed opportunità • Far fronte ai cambiamenti climatici ratificando il protocollo di Kyoto • Aumentare l’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili • Promuovere le innovazioni ecoefficienti • Favorire il finanziamento degli investimenti ecoefficienti • Ecologizzare le commesse pubbliche Francesco Gombia - Progettazione europea

  21. La principale debolezza della Strategia di Lisbona consiste nella difficoltà di attuazione da parte degli Stati Membri: è necessario un autentico approccio decentrato e il diretto coinvolgimento delle amministrazioni regionali e locali.Gli obiettivi di Lisbona sembrano poi troppo ambiziosi per i 10 nuovi Stati membri (es. raggiungere il 70% di tasso di occupazione), nonostante la loro adesione abbia prodotto un’accelerazione della crescita economica, come attesta la recente Comunicazione della Commissione europea: “L’allargamento a due anni di distanza: un successo economico”. Francesco Gombia - Progettazione europea

  22. Il Consiglio di Göteborg • Prende avvio la Strategia europea per lo sviluppo sostenibile, secondo la quale gli effetti economici, sociali ed ambientali di tutte le politiche debbono costituire parte integrante del processo decisionale. Condizioni: • Uso razionale risorse naturali • Salvaguardia ecosistema globale • Prosperità economica • Equilibrata organizzazione sociale • I principi verranno in seguito confermati e ribaditi nel vertice del Consiglio Europeo di Barcellona nel 2002, ove viene affermata l’importanza del VI° Piano d’Azione Ambientale europeo in materia di ambiente • Consiglio di Goteborg, riunito in sessione straordinaria, è stata basato sulla necessità di integrare la dimensione sociale dello sviluppo, definita nella Strategia di Lisbona, con gli aspetti della sostenibilità ambientale Francesco Gombia - Progettazione europea

  23. Il Consiglio di Göteborg • Ha stabilito che: • Lo sviluppo sostenibile, ossia “soddisfare i bisogni dell’attuale generazione senza compromettere quelli delle generazioni future”[1], dovesse essere un obiettivo fondamentale fissato dai trattati • Le politiche economiche, sociali e ambientali venissero affrontate in modo sinergico, considerando la sinergia non soltanto tra queste tre politiche, ma anche tra la UE e tutti gli Stati terzi, essendo lo sviluppo sostenibile un obiettivo globale • La visione dovesse essere di lungo termine: questo soprattutto affinché obiettivi chiari, stabili e di lungo termine potessero creare quelle aspettative e quelle condizioni necessarie perchè le imprese e le attività economiche in generale abbiano fiducia di investire in soluzioni innovative e possano creare nuovi lavori di alta qualità. [1]Commissione Brundtland, 1987 Francesco Gombia - Progettazione europea

  24. Il Consiglio di Göteborg • La strategia si è concentrata su un numero ristretto di problemi che creano serie e/o irreversibili minacce al futuro benessere della società Europea: 1) le emissioni di gas che provocano effetto serra 2) le minacce alla salute pubblica provenienti da alcune malattie resistenti agli antibiotici e gli “azzardi chimici” nell’ uso quotidiano 3) la povertà e l’ esclusione sociale, anche come cause di altri problemi 4) l’ invecchiamento della popolazione 5) la perdita di bio-diversità e l’ erosione dei suoli 6) la congestione dei trasporti. Francesco Gombia - Progettazione europea

  25. La politica di coesione europea 2007-2013 Francesco Gombia - Progettazione europea

  26. La politica di coesione europea • Politica dell’Ue finalizzata a ridurre il divario tra i livelli di sviluppo dei vari Stati membried il ritardo delle regioni meno prospere, in modo da favorire uno sviluppo armonioso delle diverse regioni europee. • Gli strumenti principali attraverso cui l'Unione europea persegue la coesione economica e sociale tra tutti gli Stati membri sono rappresentati dai Fondi Strutturali.

  27. La politica regionale • Intenzionalità dell’obiettivo territoriale • Aggiuntività Questi elementi differenziano la politica regionale da quella ordinaria Alla politica regionale di sviluppo è stato affidato in genere il compito di compensare la sottoproduzione di beni pubblici locali, precondizione per ogni processo di crescita

  28. La politica regionale e quella ordinaria a confronto • Politica regionale • Politica ordinaria Tutti gli obiettivi di competitività devono essere raggiunti da tutti i territori regionali, soprattutto quelli più svantaggiati Persegue i propri obiettivi trascurando le differenze nei livelli di sviluppo

  29. L’allargamento • 2004: Cipro, Estonia, Lettonia, Lituania, Malta, Polonia, Slovacchia, Slovenia, Repubblica Ceca e Ungheria. • 2007: Bulgaria e Romania  • La popolazione dell'Unione aumenta del 25% (passando da 380 a 454 milioni (UE 25) ed a 488 milioni (UE 27) • La superficie dell’UE aumenta del 20%. • La ricchezza dell’UE aumenta solo del 5%. • Il PIL medio pro capite dell’UE diminuisce del 12,5% mentre le disparità regionali raddoppiano.

  30. <50 50 - 75 75 - 90 90 - 100 100 - 125 ³ 125 Regional disparities in development in EU27 GDP per head in % and in purchasing power parities EU27 average in 2003

  31. I principi di intervento[Reg. Gen.] • Complementarità rispetto alle politiche nazionali, coerenza con le priorità comunitarie e conformità alle disposizioni del trattato[art. 8]. • Programmazione articolata in priorità all’interno di un quadro pluriennale[art. 9]. • Partenariato con istituzioni, parti economiche e sociali, altri organismi appropriati[art. 10]. • Sussidiarietà nell’attuazione dei programmi e proporzionalità dell’azione di controllo e valutazione rispetto all’entità del contributo comunitario[art. 11]. La Commissione mantiene i principi chiave della politica di coesione ma vuole migliorarne l’efficienza proponendo semplificazioni e decentramento

  32. I principi di intervento (segue) • Gestione concorrente del bilancio comunitario tra gli Stati membri e la Commissione[art. 12 e Reg. 1605/2002]. • Addizionalità dei contributi dei Fondi rispetto alle spese strutturali pubbliche o equivalenti di uno Stato membro[art. 13]. • Parità fra uomini e donne[art. 14]. • Cofinanziamento degli interventi e partecipazione dei fondi commisurata alla gravità dei problemi[artt. 50 e segg.] • Valutazione come elemento cardine della qualità, efficacia e coerenza degli interventi[artt. 45 e segg.]

  33. Il sistema programmatorio nelle proposte di regolamenti • Si articola in tre livelli: • Orientamenti Strategici Comunitari (OSC). • Quadro di Riferimento Strategico Nazionale (QSN). • Programmi Operativi (PO).

  34. LA POLITICA REGIONALE E DI COESIONE Consiglio e dal Parlamento europeo sulla base di una proposta della Commissione europea Fondi strutturali Strategia di Lisbona Strategia europea per l’occupazione “Orientamenti strategici comunitari in materia di coesione” Commissione Europea + Stati Membri Quadri strategici nazionali Stati Membri Programma operativo 1 Programma operativo 2 Programma operativo n

  35. Quadro Strategico Nazionale ITALIANO Programmi operativi regionali Programmi operativi nazionali Programmi operativi interregionali Programmi operativi cooperazione territoriale La politica regionale è unitaria: ciò significa che è stata realizzata l'unificazione della politica regionale comunitaria, finanziata con risorse europee, in gran parte rappresentate dai Fondi strutturali, e della politica regionale nazionale, finanziata con le risorse nazionali destinate alle aree “sottoutilizzate”, ossia il FAS.

  36. Orientamenti Strategici Comunitari per la coesione • Prima dell’effettivo inizio del periodo di programmazione (01/01/2007), il Consiglio ha adottato, su proposta della Commissione di concerto con gli SM, gli orientamenti strategici comunitari per la coesione economica, sociale, che definiscono le priorità per gli SM e le Regioni.

  37. Quadro Strategico Nazionale • Sulla base degli Orientamenti strategici comunitari (OSC), ogni Stato membro prepara un documento-quadro nazionale relativo alla propria strategia di sviluppo (QSN) che: • viene negoziato con la Commissione • costituisce il contesto di riferimento per la preparazione dei programmi operativi • è un documento politico, non gestionale

  38. Programmi operativi • Lo Stato Membro (o una autorità da esso designata) presenta alla Commissione Programmi Operativi, nazionali, regionali e interregionali. • I PO sono elaborati sulla base del Quadro di riferimento strategico nazionale (QSN). • La Commissione adotta i PO entro 4 mesi dalla loro trasmissione formale.

  39. Programmi operativi • Ciascun programma operativo copre uno solo dei obiettivi e potrà essere finanziato da un solo Fondo (Programmi monofondo). • Tali programmi contengono esclusivamente le operazioni principali; lo strumento del “complemento di programmazione” scompare.

  40. Orientamenti Strategici Comunitari proposti dalla Commissione adottate dal Consiglio con l‘assenso del Parlamento Europeo 1 Quadri strategici nazionali elaborano una strategia nazionale e il quadro programmatico proposti dallo Stato Membro in recepimento degli orientamenti comunitari sottoposti alla decisione dalla Commissione 2 Programmi Operativi un P.O. per ogni fondo e Stato membro o Regione descrivono priorità modalità di gestione e risorse finanziarie proposti da Stato o Regione sottoposti alla decisione della Commissione 3 Gestione e selezione dei progetti realizzate da Stati membri e Regioni sono “share managed“ ossia concertati con la Commissione 4 Follow-up strategico effettuato dal Consiglio Europeo basato su rapporti annuali della Commissione e Stati Membri 5

  41. La Riforma dei Fondi Strutturali • Principali novità : • Semplificazione • Raccordo con le strategie dei singoli Stati Membri • Partenariato istituzionale a più livelli • Tre obiettivi • Convergenza • Competitività ed occupazione • Cooperazione territoriale • Riduzione dei Fondi Strutturali a 3 (FESR, FSE, Fondo di coesione)

  42. Programmi estrumenti Criteri diammissibilità Priorità Stanziamenti Regioni con un PILpro capite < 75% dellamedia dell’UE-25 • Innovazione • Ambiente/Prevenzione dei rischi • Accessibilità • Infrastrutture • Risorse umane • Capacità amministrativa Effetto statistico: regioni con un PIL pro capite < 75% dell’UE-15 e > 75% dell’UE-25 Stati membri con RNL pro capite < 90% della media dell’UE-25 • Trasporti (TEN) • Trasporti sostenibili • Ambiente • Energie rinnovabili Obiettivo “Convergenza” 81,7% compreso un programma speciale per le regioni ultraperiferiche (251,33 mld di euro) 57,6% = 177,29 Mld di euro Programmi regionalie nazionali FESR FSE 4,1% = 12,52 Mld di euro Politica di coesione 2007-2013 3 Obiettivi Bilancio: 307,6miliardi di euro (0,37% del PNLdell’UE) Fondo di coesione 20,00% = 61,42 Mld di euro Obiettivo “Competitività regionale e Occupazione” 15,8% (48,8 mld di euro) Programmi regionali (FESR) e programmi nazionali (FSE) Gli Stati membri propongono una lista di regioni (NUTS 1 oNUTS 2) • Innovazione • Ambiente/Prevenzione dei rischi • Accessibilità • Strategia europea per l’Occupazione 15,5% = 38,4 Mld di euro Sostegno transitorio per leregioni ammissibiliall’Ob. 1 nel periodo 2000-2006e non coperte dall’Obiettivo“Convergenza” 3,4% = 10,4 Mld di euro Obiettivo “Cooperazione territoriale europea” 2,44% (7,5 mld di euro) Programmi e retitransfrontalieri etransnazionali (FESR) Regioni frontalieree grandi aree dicooperazionetransnazionale • Innovazione • Ambiente/Prevenzione deii rischi • Accessibilità • Cultura, Istruzione 77,6% transfrontal. 18,5% transnazion. 3,9% interregionale

  43. Obiettivo convergenza • Stati membri con RNL pro capite < 90% della media comunitaria. • Regioni con un PIL pro capite < 75% della media UE a 25 Stati membri. • Phasing out: Regioni con un PIL pro capite < 75% dell’UE a 15 SM e > 75% dell’UE a 25 SM (effetto statistico dell’allargamento). • Le Regioni Ultraperiferiche (RUP: Azzorre, Madera, Canarie e dipartimenti francesi d’oltremare), che fruiranno di un finanziamento specifico a titolo di FESR indipendentemente dalla loro ammissibilità all’obiettivo.

  44. Obiettivo convergenza • Sostenere la crescita e l’occupazione nelle regioni meno sviluppate

  45. Obiettivo competitività e occupazione • Le Regioni non coperte dall’obiettivo “Convergenza“ ed indicate dallo Stato Membro al momento della presentazione del QSN. • Phasing in: le Regioni dell’attuale obiettivo n. 1 che nel 2007 non saranno più ammissibili all’obiettivo «Convergenza» in virtù dei loro progressi economici (per “effetto crescita”).

  46. Obiettivo competitività e occupazione • Rafforzare la competitività e le attrattive delle regioni e l’occupazione

  47. Obiettivo cooperazione territoriale • Per la cooperazione transfrontaliera: le Regioni situate lungo le frontiere terrestri interne ed alcune esterne, nonché alcune regioni situate lungo le frontiere marittime separate da un massimo di 150 Km. • Per la cooperazione transnazionale, le zone che saranno definite dalla Commissione in base agli orientamenti strategici per la politica di coesione • Per la cooperazione interregionale, l’intero territorio della Comunità.

  48. Obiettivo cooperazione territoriale • Far svolgere ai territori ed alle città un ruolo da protagonisti per lo sviluppo e la competitività attraverso la cooperazione a livello trasfontaliero,transnazionale ed interregionale

  49. Italia Obiettivo Convergenza Dotazione finanziaria 18,867 MLR euro • Regioni ammissibili: • Campania • Puglia • Calabria • Sicilia • Ammessa a titolo transitorio e specifico: • Basilicata

  50. Italia Obiettivo Competitività Regionale ed Occupazione Dotazione finanziaria 4,4761 MLR EURO • Sono ammissibili tutte le Regioni che non rientrano nel • campo di applicazione dell’Obiettivo Convergenza • La Regione Sardegna e’ ammessa a titolo transitorio Rif Normativi: Regolamento(CE) n. 1083/2006 del Consiglio dell’11 Luglio 2006

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