1 / 10

Bruno infinità del cosmo

Bruno infinità del cosmo. prof. Michele de Pasquale.

lala
Download Presentation

Bruno infinità del cosmo

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Brunoinfinità del cosmo prof. Michele de Pasquale

  2. “ Sviluppare l'idea del sistema fisico: questo fu il compito di Bruno. Opera disuguale, senza dubbio, tumultuosa e anche molto confusa … e tuttavia, questo pensiero oscuro e confuso, ha svolto una grande funzione nella storia della scienza. Funzione positiva, perché con una geniale intuizione, Bruno aveva capito l'infinitismo della nuova astronomia “ (A. Koyrè)

  3. per Bruno il cosmo è una sola realtà in cui circola una sola vita ed in cui è presente un solo ordine: ogni parte è connessa con le altre in modo che l'una rimanda al tutto e da ogni parte si può risalire alla totalità “ Non è lecito pensare che questo mondo abbia più di un principio, e per conseguenza abbia più di un ordine. Conseguentemente, se l'ordinato è uno, le sue membra sono le une alle altre annesse e subordinate”

  4. questa concezione neoplatonica del cosmo come organismo vivente viene integrata con le dottrine copernicane anche se non esita ad indicare i limiti dell’azione copernicana per non aver tratto tutte le conseguenze possibili dalla sua intuizione rivoluzionaria: “ Perché lui, più studioso de la matematica che de la natura, non ha possuto profondare e penetrare sin tanto che potesse a fatto toglier via le radici de inconvenienti e vanii principii, onde perfettamente sciogliesse tutte le contrarie difficoltà e venesse a liberare e sé, e altri da tante vane inquisizioni, e fermar la contemplazione ne le cose costanti e certe.” Copernico, pur avendo messo in crisi il cosmo aristotelico sostituendo il sole alla terra come centro dell'universo, non ha sviluppato questa sua felice intuizione fino a proclamare l'infinità dell'universo stesso

  5. Bruno raccoglie l'eredità copernicana, ma la integra con le suggestioni della filosofia di Cusano: immagina un cosmo animato, infinito, immutabile, all'interno del quale si agitano infiniti mondi simili al nostro “ L'universo sarà di dimensione infinita e gli mondi saranno innumerabili, perché, incomparabilmente meglio in innumerabili individui si presenta l'eccellenza divina, che in quelli che sono numerabili e finiti.” (De l'infinito, universo e mondi)

  6. l'universo è infinito perché al di fuori di esso non c'è alcunché che lo possa limitare e circoscrivere, neppure Dio “ Più esattamente sarà perfetto ciò che né in atto né in potenza, né in realtà né nell'immaginazione è limitato da altro…Questo unico e presente ovunque nella sua interezza è Dio, la natura universale di cui non può essere nessuna immagine perfetta o simulacro, se non infinito.” (De immenso) Dio è risolto in tutto il cosmo e in ogni singola parte “ Dico Dio totalmente infinito perché tutto lui è in tutto il mondo e in ciascuna parte infinitamente e totalmente.” (De l'infinito, universo e mondi, I )

  7. il rapporto tra Dio e mondo non è di assoluta trascendenza: Dio non è fuori dal mondo, né è la causa finale esterna a cui tendono le creature terrene, ma è in tutte le cose e pertanto di tutte le cose è principio pur essendo nelle cose, Dio non si esaurisce nella loro particolarità: come la "natura universale", rispetto alle cose particolari, così Dio è nello stesso tempo dentro e fuori le cose, é immanente e trascendente da questo concetto di causalità, Bruno trae l’argomento per giustificare la teoria dell'infinità dell'universo: a Dio causa infinita non può non corrispondere che un universo infinito; un effetto finito svilirebbe anche la causa che lo produce

  8. " È dunque l'universo uno, infinito immobile. Una, dico, è la possibilità assoluta, uno l'atto, una la forma o anima, una la materia o corpo, una la cosa, uno lo ente, uno il massimo ed ottimo; il quale non deve posser essere compreso; e perciò infinibile e interminabile, e per tanto infinito e interminato, e per conseguenza immobile. Questo non si muove localmente, perché non ha cosa fuor di sé ove si trasporte, atteso che sia il tutto. Non si genera; perché non è altro essere che lui possa desiderare o aspettare, atteso che abbia tutto lo essere. Non si corrompe; poiché non è altra cosa in cui si cange, atteso che lui sia ogni cosa. Non può sminuire o crescere, atteso che è infinito; a cui come non si può aggiongere, cossì è da cui non si può suttrarre, per ciò che lo infinito non ha parte proporzionabili. Non è alterabile in altra disposizione, perché non ha esterno da cui patisca e per cui venga in qualche affezione. Oltre che per comprender tutte le contrarietadi nell'esser suo in unità e convenienza e nessuna inclinazione posser avere ad altro e novo essere o pur ad altro ed altro modo di essere, non può essere soggetto di mutazione secondo qualità alcuna, né può aver contrario o diverso che lo alteri, perché in lui è ogni cosa concorde. Non è materia, perché non è figurato né figurabile, non è terminato né terminabile. Non è forma perché non informa né figura altro, atteso che è tutto, è massimo, è uno, è universo. Non è misurabile, né misura. Non si comprende perché non è maggior di sé. Non si agguaglia, perché non è altro ed altro, ma uno e medesimo. Essendo medesimo ed uno, non ha essere ed essere; e perché non ha essere ed essere, non ha parte e parte; e perciò che non ha parte e parte, non è composto. [...]

  9. In questo certamente non è maggiore l'altezza che la lunghezza e profondità, onde per certa similitudine si chiama, ma non è, sfera. Nella sfera medesima cosa è lunghezza che larghezza e profondo, perché hanno medesimo termino; ma nell'universo medesima cosa è larghezza, lunghezza e profondo, perché medesimamente non hanno termine e sono infinite. Se non hanno mezzo, quadrante ed altre misure, se non vi è misura, non vi è parte proporzionale, né assolutamente parte che diferisca dal tutto. Perché se vuoi dir parte de l'infinito, bisogna dirla infinito; se è infinito concorre in uno essere con il tutto: dunque l'universo è uno, infinito, impartibile. E se ne l'infinito non si trova differenza, come di tutto e parte e come di altro ed altro, certo l'infinito è uno. [...] Dunque l'individuo non è differente dal dividuo, il simplicissimo da l'infinito, il centro da la circonferenza. perché dunque l'infinito è tutto quello che può essere, è immobile; perché in lui tutto è indifferente, è uno; e perché ha tutta la grandezza e perfezione che si possa oltre ed oltre avere, è massimo ed ottimo immenso. Se il punto non differisce dal corpo, il centro dalla circonferenza, il finito da l'infinito, il massimo dal minimo, sicuramente possiamo affirmare che l'universo è tutto centro o che il centro de l'universo è per tutto, e che la circonferenza non è in parte alcuna per quanto è differente dal centro, o pur che la circonferenza è per tutto, ma il centro non si trova in quanto che è differente da quella. Ecco come non è impossibile, ma necessario, che l'ottimo, massimo, incomprensibile è tutto, è per tutto, è in tutto, perché come semplice ed indivisibile, può essere tutto, essere per tutto, essere in tutto." (BRUNO , De la causa, principio e uno)

  10. abbattimento delle mura esterne dell’universo: fine dell’idea dei confini del mondo (ultima sphaera mundi) pluralità dei mondi e loro abitabilità: pluralità illimitata di sistemi solari popolati da creature viventi identità di struttura tra cielo e terra: non esiste una parte più nobile ed una meno nobile dell’universo essendo stato creato tutto da Dio geometrizzazione dello spazio cosmico: sostituzione dello spazio aristotelico (insieme finito e differenziato gerarchicamente) con uno spazio di tipo euclideo (omogeneo ed infinito) infinità dell’universo: l’universo è un senza-limiti dai caratteri divini

More Related