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STORIA DEL CRISTIANESIMO IN EUROPA: dal Settecento ai giorni nostri.

STORIA DEL CRISTIANESIMO IN EUROPA: dal Settecento ai giorni nostri. La Chiesa degli ultimi tre secoli ha cercato di adeguarsi alle esigenze dell’uomo moderno. Per fare questo, essa non ha potuto fare a meno di entrare in contatto con i grandi eventi di questo periodo storico. .

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STORIA DEL CRISTIANESIMO IN EUROPA: dal Settecento ai giorni nostri.

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Presentation Transcript


  1. STORIA DEL CRISTIANESIMO IN EUROPA:dal Settecento ai giorni nostri.

  2. La Chiesa degli ultimi tre secoli ha cercato di adeguarsi alle esigenze dell’uomo moderno. Per fare questo, essa non ha potuto fare a meno di entrare in contatto con i grandi eventi di questo periodo storico.

  3. La Chiesa e l’Illuminismo: nel Settecento si diffuse l’Illuminismo, una corrente culturale che metteva al centro di tutto la ragione. L’Illuminismo considerava ogni religione come superstizione e strumento di controllo delle coscienze. Esso diede vita ad una profonda critica nei confronti della Chiesa, la quale venne ridicolizzata perché considerata fonte di ignoranza e di illusioni. La risposta, da un lato, fu quella di mostrare la ragionevolezza della fede, dall’altro, la scelta di chiudersi in un atteggiamento difensivo.

  4. La Chiesa e la Rivoluzione francese: il 14 luglio 1789 scoppiò la Rivoluzione francese, che modificò completamente il sistema politico francese (la repubblica al posto della monarchia). Tale evento colpì anche la Chiesa e il cristianesimo, dato che una parte dell’alto clero (vescovi e cardinali) era molto vicina al re e ai nobili. Nel 1790 fu proclamata la Costituzione civile del clero, con la quale vescovi e sacerdoti diventavano dipendenti statali, nominati dallo Stato. Il clero francese si spaccò in due blocchi: quello fedele al papa e quello subordinato allo Stato.

  5. La Rivoluzione industriale e la questione sociale: a cavallo tra il XVIII e il XIX sec. L’invenzione della macchina a vapore diede vita, prima in Inghilterra e poi nel resto dell’Europa occidentale, alla Rivoluzione industriale. Nelle città sorsero le fabbriche e molti contadini si spostarono dalle campagne in città alla ricerca di lavoro (sovraffollamento urbano). Dato che il numero di quanti cercavano lavoro in fabbrica era molto elevato, i salari continuavano ad abbassarsi e le condizioni di lavoro diventavano disumane (situazione igienica disastrosa). Nelle campagne la situazione dei braccianti non era migliore: molto lavoro e poco denaro.

  6. La nascita delle ideologie: nell’Ottocento la società risultava fortemente divisa fra ricchi e poveri e le ingiustizie sociali avevano favorito la nascita di ideologie socialiste che intendevano difendere i lavoratori. Emerse così il comunismo di Karl Marx, che considerava la proprietà privata come l’origine di tutti i mali. Secondo Marx, la soluzione allo sfruttamento del proletariato (la classe dei nuovi poveri) consisteva nella lotta armata contro i proprietari in modo da creare una società comunista (dove tutti gli uomini fossero uguali e ogni uomo fosse padrone del suo salario e dei mezzi di produzione). Marx attaccò la Chiesa, considerandola alleata dei potenti, e dichiarò guerra alla religione, da lui considerata “oppio dei popoli” (uno strumento per sottomettere i più deboli).

  7. Le opere sociali della Chiesa: di fronte ai nuovi problemi della società dell’Ottocento, la Chiesa mostrò una vivacità straordinaria. In diverse parrocchie vennero aperte le mense dei poveri e le Casse rurali (le banche di solidarietà). In diverse zone sorsero ospedali per la cura gratuita degli ammalati (si veda l’opera di Giuseppe Cottolengo). In molte parrocchie sorsero, invece, oratori e scuole gratuite dove si insegnavano il catechismo, i rudimenti del leggere e dello scrivere e i lavori artigianali (si veda l’opera di Giovanni Bosco).

  8. Il Concilio Vaticano I: le trasformazioni sociali, politiche e culturali dei secoli XVIII e XIX avevano cambiato l’Europa e creato nuovi problemi. La Chiesa sentì l’esigenza di riflettere su se stessa e di fare chiarezza di fronte alle critiche dell’Illuminismo e del socialismo. L’ 8 dicembre 1869 papa PIO IXconvocò in Vaticano un concilio (Concilio Vaticano I). Da esso nacquero due costituzioni: • la “Dei Filius”; • la “Pastoraeternus”.

  9. “Dei Filius”: • espone come la fede sia qualcosa di ragionevole, contrariamente a quanto sostenuto dall’Illuminismo e dal socialismo; • sottolinea poi il valore della Tradizione (oltre che della Bibbia) per la Rivelazione di Dio agli uomini; • condanna, infine, l’ateismo e l’indifferenza religiosa.

  10. “Pastoraeternus”: - dichiara ufficialmente l’infallibilità del papa in materia di fede e di morale quando si pronuncia in maniera ufficiale per definire una verità. Tale dogma esprimeva la preoccupazione della Chiesa nei confronti dei fermenti culturali della modernità: la messa in discussione del principio di autorità, l’esaltazione della libertà dell’individuo, l’affermazione della ragione.

  11. DOTTRINA SOCIALE della Chiesa: la presa di coscienza dei problemi sociali posti dal mondo moderno sensibilizzò la Chiesa sui mali del secolo. Il papa LEONE XIII, con l’enciclica “Rerum novarum” (Le cose nuove), 1891, tracciò le linee del comportamento cristiano nella società industriale: ai lavoratori chiese di rispettare le gerarchie sociali e la proprietà privata, mentre ai padroni raccomandò di non calpestare la dignità umana dei lavoratori, di concedere salari equi e tali da consentire un tenore di vita dignitoso, e di promuovere ambienti di lavoro igienici e iniziative assistenziali.

  12. Il MESSAGGIO della “Rerum Novarum”: - il rispetto reciproco fra lavoratori e datori di lavoro; - un giusto salario e un trattamento dignitoso per gli operai; - il diritto alla proprietà privata, che deve però essere usata per il bene comune; - lo Stato ha il compito di promuovere il benessere dei cittadini, ma deve intervenire sussidiariamente; - la giustizia si deve ottenere con il reciproco rispetto e non con la guerra (condanna della lotta di classe).

  13. La Chiesa e i totalitarismi del Novecento La Prima guerra mondiale sconvolse le nazioni e le coscienze, determinando un clima di incertezza: nacquero movimenti violenti e autoritarismi. L’evoluzione, sempre più pesante, del fascismo e del nazismo spinse il papa PIO XIa scrivere due encicliche (“Non abbiamo bisogno” e “Con viva cura”), nelle quali egli espresse le posizioni critiche della Santa Sede contro i due regimi.

  14. Con un’altra enciclica, “Quasprimas”, PIO XI contrappose l’eterno Regno di giustizia di Gesù Cristo ai provvisori regni terreni (quelli instaurati dai regimi dittatoriali). La Seconda guerra mondiale spinse l’uomo a livelli di inaudita brutalità che tuttora rimane nella memoria collettiva come monito. Per la Chiesa, guidata da PIO XII, fu un periodo difficilissimo: neppure l’autorità del Papa e gli interventi di alcuni episcopati riuscirono a cambiare le sorti del conflitto e a salvare il popolo ebraico dal genocidio.

  15. Le forme della testimonianza cristiana Anche nei momenti più terribili alcuni cristiani testimoniarono la loro fede e per questo subirono il martirio. Questo atteggiamento è in continuità con la Chiesa delle origini. Per il mondo contemporaneo un grande esempio di martirio è stato quello offerto da padre Massimiliano Kolbe. Egli era una “voce viva” della Polonia cattolica ancora prima che scoppiasse la Seconda guerra mondiale. Nel 1939, quando i tedeschi invasero la Polonia, preferì il carcere alla collaborazione e finì ad Auschwitz, dove nel 1941 fu ucciso da un’iniezione di acido fenico.

  16. Possiamo affermare che nella prima metà del ‘900 ci furono alcuni fermenti che iniziarono a far maturare una nuova sensibilità: • - la nascita del movimento ecumenico, che poneva in primo piano l’esigenza di superare le divisioni tra cristiani; • la nascita del movimento biblico, che sosteneva l’esigenza di recuperare il primato della Bibbia nella vita della Chiesa; • la nascita del movimento liturgico, che promuoveva una riforma capace di rivitalizzare la partecipazione dei fedeli.

  17. Il Concilio Vaticano II Dopo la Seconda guerra mondiale una sensibilità nuova nei confronti dei problemi del mondo fece prendere coscienza della necessità che la Chiesa si aprisse ai cambiamenti di una realtà nuova. L’attenzione ai “segni dei tempi” determinò l’apertura all’impegno ecumenico e al dialogo interreligioso. L’elezione di papa GIOVANNI XXIII (che aveva 76 anni) fece pensare ad un pontificato di transizione, senza grandi novità. In realtà la sua personalità non comune fu decisiva per la svolta della Chiesa.

  18. Giovanni XXIII eliminò tutti i fasti del cerimoniale vaticano e compì alcuni gesti insoliti per un pontefice, come la visita negli ospedali e nelle carceri. Lo scopo principale che egli si prefisse fu quello di unificare la Chiesa, mediante un profondo rinnovamento della vita del clero e dei fedeli. Nel 1962 Giovanni XXIII convocò a sorpresa un nuovo Concilio ecumenico: mai si era tenuta, come in tale occasione, un’assemblea così numerosa e con caratteri così universali (vi parteciparono anche i rappresentanti della Chiesa anglicana, della Chiesa ortodossa e delle diverse Chiese protestanti). Tale Concilio veniva incaricato di studiare come mettere a punto l’ ”aggiornamento” della Chiesa.

  19. Il Concilio si aprì in Vaticano l’11 ottobre 1962 (dopo tre anni di intensa preparazione) e durò fino all’8 dicembre 1965. Giovanni XXIII prese parte soltanto alla prima sessione (in tutto furono quattro) perché morì il 3 giugno del 1963 ed il suo successore, PAOLO VI, portò a termine i lavori nel 1965, mediando tra l’ala tradizionalista e quella innovatrice del Concilio.

  20. Il Concilio portò novità importanti: • si diede ampio spazio all’opera di diffusione del messaggio e dei valori cristiani da parte dei laici; • alla condanna delle altre religioni si sostituì la ricerca del dialogo, sia con le Chiese protestanti e ortodosse sia con i non cristiani; • - venne avviata una riforma della liturgia, che portò alla scelta di non celebrare più la Messa in latino, bensì nelle lingue correnti, e di rivolgere l’altare verso i fedeli. Vennero rivalutati la partecipazione vissuta alla liturgia e l’approfondimento della Parola di Dio.

  21. Il Concilio Vaticano II è ancora la carta fondamentale a cui fa riferimento la Chiesa del Terzo millennio per la comprensione della sua natura e del suo mandato nel mondo. Conoscere le prospettive aperte dal Concilio Vaticano II significa comprendere qualcosa in più della Chiesa contemporanea e del suo sforzo per essere fedele al suo fondatore Gesù e alla sua missione nel mondo.

  22. Vediamo i punti salienti del Concilio: • - il Battesimo è la porta d’ingresso della Chiesa ed il fondamento della dignità e della vocazione del cristiano; • tutti i fedeli sono chiamati ad essere protagonisti della Chiesa attraverso la partecipazione attiva alla liturgia (feste, celebrazioni, Sacramenti), le opere di carità, la vita missionaria; • - i vescovi successori degli Apostoli, in comunione con il sommo Pontefice e sotto la sua autorità, sono chiamati ad esercitare il servizio di insegnare, santificare e governare;

  23. Cristo è presente nella Chiesa e specialmente nelle azioni liturgiche; • l’ascolto, lo studio e la meditazione della Parola di Dio è un fondamento della vita cristiana e della Chiesa e ad essa deve essere dato maggiore spazio anche nella liturgia; • la liturgia deve essere comprensibile a tutti per rendere possibile l’effettiva partecipazione dei fedeli; • - la Chiesa si deve aprire alle gioie e alle speranze degli uomini;

  24. il Vangelo (= buona notizia) di Cristo deve essere annunciato a tutti nel rispetto delle culture dei popoli; • la Chiesa deve essere promotrice della pace tra i popoli, dei diritti inviolabili dell’uomo, della giustizia e della solidarietà sociale a livello planetario; • - la Chiesa deve favorire il dialogo e la comprensione tra tutti i credenti in Cristo (Cattolici, Ortodossi, Protestanti), per cercare di superare divisioni e incomprensioni in vista dell’unità voluta da Gesù;

  25. - la Chiesa deve cercare il dialogo anche con i fedeli di religioni diverse da quella cristiana.

  26. Durante il Concilio Vaticano II sono stati approvati 16 documenti. I titoli, in lingua latina, sono tratti dalle prime parole con cui inizia ogni documento. Essi si dividono in costituzioni, decreti e dichiarazioni. • Vediamo le costituzioni: • - SacrosanctumConcilium (SC): sulla riforma della liturgia; • -Lumen gentium (LG): sulla Chiesa; • Dei Verbum (DV): sulla rivelazione di Dio e l’interpretazione della Sacra Scrittura; • - Gaudiumetspes (GS): sul ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo.

  27. I decreti hanno riguardato diversi argomenti: • - i mezzi di comunicazione di sociale; • le Chiese orientali cattoliche; • il dialogo tra le Chiese cristiane; • l’ ufficio pastorale dei vescovi; • il rinnovamento della vita religiosa di monaci, frati e suore; • la formazione dei sacerdoti; • l’attività dei laici nella Chiesa; • l’attività missionaria; • - la vita e l’attività dei sacerdoti.

  28. Le dichiarazioni, invece, si sono occupate di: • educazione cristiana delle persone; • - relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane; • - diritto delle persone e delle comunità alla libertà religiosa.

  29. Il Concilio Vaticano II ebbe soprattutto preoccupazioni di tipo pastorale e manifestò: • uno spirito di fedeltà alla Sacra Scrittura e alla tradizione; • uno spirito di libertà di espressione all’interno dell’assemblea conciliare; • uno spirito di fraternità ecumenica nei confronti delle altre Chiese cristiane; • - uno spirito di apertura al mondo e a tutti gli uomini.

  30. Riassumendo, dal Concilio emerse una Chiesa che chiedeva perdono per le proprie infedeltà al Vangelo e che si sforzava di conciliare la missione d’annuncio della Parola di Dio con l’impegno a favore della giustizia, della pace, della dignità e del progresso integrale degli uomini.

  31. Il Concilio Vaticano II fu un vero e proprio Concilio “ecumenico”: raccolse cardinali, patriarchi e vescovi cattolici da tutto il mondo. Fu la prima vera occasione per conoscere realtà ecclesiali fino a quel momento rimaste ai margini della Chiesa.

  32. Il Concilio Vaticano II ha inaugurato un nuovo rapporto della Chiesa con il mondo, non più basato sulla diffidenza o esclusivamente sul giudizio, ma fondato sia sulla partecipazione alle gioie e alle sofferenze degli uomini, sia sul dialogo con tutte le persone di buona volontà, credenti o meno, per costruire insieme una civiltà dell’amore e della solidarietà.

  33. La Chiesa nel terzo millennio Il Giubileo del 2000 è stato l’occasione per la Chiesa per celebrare i duemila anni della nascita di Gesù e per ribadire, alla soglia del terzo millennio, l’esigenza della conversione e del rinnovamento spirituale. La Chiesa ha sentito l’esigenza di rinnovarsi nello spirito a partire da un’analisi attenta del suo passato.

  34. Una cerimonia particolarmente significativa del Giubileo, chiamata la “Giornata del Perdono”, si è svolta il 12 marzo 2000, la prima domenica di Quaresima. Papa Giovanni Paolo II, a nome di tutta la Chiesa, ha chiesto perdono a Dio e all’umanità per le mancanze compiute da quanti hanno portato e portano il nome di cristiani e che per interessi diversi dal Vangelo si sono macchiati, lungo la storia, di comportamenti negativi e scandalosi.

  35. Tra questi comportamenti negativi il Papa ha citato: • l’ostilità che i cristiani, in particolari circostanza storiche, hanno dimostrato nei confronti degli Ebrei; • i retaggi della cultura maschilista che hanno portato in certi secoli la Chiesa a sottovalutare la dignità della donna; • - le offese e i torti che hanno portato ad acuire le divisioni tra i Cristiani;

  36. l’intolleranza religiosa dimostrata nei confronti dei Musulmani e che è sfociata nelle crociate; • l’interdipendenza tra la croce e la spada che caratterizzò la prima fase della penetrazione missionaria nel Nuovo Mondo; • - l’acquiescenza manifestata, specie in alcuni secoli, a metodi di intolleranza e persino di violenza (es. l’inquisizione) nel servizio alla verità.

  37. Al termine dell’anno giubilare il Papa ha rivolto alla Chiesa la lettera apostolica “Il nuovo millennio che viene”, in cui esorta tutti i Cristiani ad aprirsi alle sfide del nuovo millennio con rinnovata fede e speranza ed ha indicato la strada che dovranno percorrere per essere testimoni credibili del Vangelo e contribuire a costruire un mondo di pace e di fraternità.

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