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Lo sviluppo sostenibile: percorsi per la politica e le realtà produttive

Lo sviluppo sostenibile: percorsi per la politica e le realtà produttive. Formazione all’impegno sociale e politico Diocesi di Padova - PSL Padova, 8 – 22 novembre 2008 Matteo Mascia Fondazione Lanza - Padova matteo.mascia@fondazionelanza.it. Prima parte.

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Lo sviluppo sostenibile: percorsi per la politica e le realtà produttive

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  1. Lo sviluppo sostenibile: percorsi per la politica e le realtà produttive Formazione all’impegno sociale e politico Diocesi di Padova - PSL Padova, 8 – 22 novembre 2008 Matteo Mascia Fondazione Lanza - Padova matteo.mascia@fondazionelanza.it

  2. Prima parte Un quadro orientativo: DSC, ambiente e sostenibilità

  3. Dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa • (460) L’uomo non deve “disporre arbitrariamente della terra, assoggettandola senza riserve alla sua volontà, come se essa non avesse una propria forma ed una destinazione anteriore datale da Dio, che l’uomo può si sviluppare, ma non deve tradire”. Quando si comporta in questo modo, “invece di di svolgere il suo ruolo di collaboratore di Dio nell’opera della creazione, l’uomo si sostituisce a Dio e così finisce col provocare la ribellione della natura, piuttosto tiranneggiata che governata da lui”. • (466) La tutela dell’ambiente costituisce una sfida per l’umanità intera: si tratta del dovere, comune e universale, di rispettare un bene collettivo. mmascia 8-22/11/2008

  4. Dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa • (470) la programmazione dello sviluppo economico deve considerare attentamente “la necessità di rispettare l’integrità e i ritmi della natura”, poiché le risorse naturali sono limitate e alcune non sono rinnovabili. • (482) Il principio della destinazione universale dei beni offre un fondamentale orientamento, morale e culturale, per sciogliere il complesso e drammatico nodo che lega insieme crisi ambientale e povertà. • (486) I gravi problemi ecologici richiedono un effettivo cambiamento di mentalità che induca ad adottare nuovi stili di vita “nei quali la ricerca del vero, del bello e del buono e la comunione con gli altri uomini per una crescita comune siano gli elementi che determinano le scelte dei consumi, dei risparmi e degli investimenti. mmascia 8-22/11/2008

  5. Sviluppo sostenibile (1) • Commissione mondiale per l’ambiente e lo sviluppo (1987): • Definizione di SS: • "uno sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni" mmascia 8-22/11/2008

  6. Sviluppo sostenibile (2) 3 concetti guida: • la centralità della persona umana che è il fine dello sviluppo sostenibile e la qualità dell'ambiente è considerata il presupposto per un effettivo miglioramento della qualità della vita • l'equità, posta sia a livello intragenerazionale per il soddisfacimento dei bisogni essenziali dei 3/4 della popolazione mondiale, sia su scala intergenerazionale, per garantire alle future generazioni la possibilità di soddisfare i propri bisogni. • l'ampliamento dell'orizzonte temporale è indispensabile alle politiche di sviluppo che non possono più soffermarsi solo sul breve e medio periodo, ma devono riguardare il lungo periodo; mmascia 8-22/11/2008

  7. Sviluppo sostenibile (3) 2 ulteriori aspetti chiave: • riconoscere e rispettare i limiti della natura, cioè che il pianeta terra è un sistema finito • garantire le condizioni che hanno consentito e che consentono alla vita di svilupparsi nel tempo, controllando gli effetti negativi delle attività umane sulla natura (aria, acqua, suolo, biodiversità) minacciata da un uso sopradimensionato rispetto alla capacità di rinnovo/rigenerazione della stessa mmascia 8-22/11/2008

  8. Sviluppo sostenibile (4) • Obiettivi: • lotta alla povertà con il vincolo della sostenibilità ambientale • tutela della dignità della persona • perseguimento del bene comune • conservare e sviluppare il capitale naturale • modifica dei modi di produzione e di consumo • crescita economica da redistribuire equamente in modo sostenibile mmascia 8-22/11/2008

  9. Dalla protezione dell’ambiente alla promozione dello sviluppo sostenibile • Non più solo problema di inquinamento e sfruttamento delle risorse ambientali, ma questione che coinvolge, seppure in misura diversa e differenziata, tutte le dimensioni della vita delle persone e della società: strette interconnessioni tra la questione ambientale e sociale, tra diritti umani, sviluppo, povertà e protezione dell'ambiente • Non più solo fenomeno locale ma problema globale: cambiamento climatico; inquinamento degli oceani e dei mari; perdita di biodiversità… mmascia 8-22/11/2008

  10. Una nuova responsabilità sociale e ambientale • Il tema della sostenibilità impone di ricercare nuovi modi di pensare il mondo e nuovi modi di stare nel mondo • il nostro rapporto con la natura: valore strumentale v. valore intrinseco • il nostro rapporto con l’altro, con il diverso da me: giustizia intragenerazionale e intergenerazionale • il nostro rapporto con l’economia, con la tecnologia, con i beni • Richiede progressiva presa di coscienza della nuova responsabilità ambientale e sociale a cui tutti siamo chiamati mmascia 8-22/11/2008

  11. Seconda parte Politiche e strumenti per lo sviluppo sostenibile a livello urbano

  12. Per una società “capace di futuro” • una comunità che è in grado di progettare il proprio futuro in modo da prevedere, anticipare, innovare, costruire e praticare concretamente modalità diverse di sviluppo secondo la triplice accezione della sostenibilità: • economica, come capacità di garantire redditi, profitto e lavoro; • sociale, come capacità di promuovere il rispetto dei diritti fondamentali della persona e una migliore giustizia sociale; • ambientale, come capacità di mantenere la qualità e la riproducibilità delle risorse naturali, di arricchire e valorizzare il patrimonio storico, artistico e culturale. mmascia 8-22/11/2008

  13. Agire in modo integrato • Promuovere lo sviluppo sostenibile richiede di innescare un processo virtuoso in grado di operare in modo integrato, su più livelli di governo (internazionale, continentale, nazionale, regionale-locale), su più piani (economico, sociale, ambientale, culturale), su diversi attori (istituzioni, imprese, cittadini). Sarà così possibile procedere nella direzione della modifica del sistema economico e sociale oggi prevalente attraverso il coordinamento tra azioni locali e globali e il coinvolgimento dei soggetti attivi della comunità. mmascia 8-22/11/2008

  14. Politica per uno sviluppo sostenibile • Settori prioritari d’azione: • gestione durevole delle risorse naturali; • integrazione delle iniziative assunte per contrastare l’inquinamento e per la gestione dei rifiuti; • riduzione del consumo di energia, proveniente da risorse non rinnovabili; • più efficace gestione della mobilità; • migliorare la qualità dell’ambiente urbano; • interventi più incisivi in materia sanitaria e per la sicurezza. mmascia 8-22/11/2008

  15. Politica per uno sviluppo sostenibile • Obiettivi: • Riconciliare e integrare ambiente e sviluppo • Modificare i modi di produzione e gli stili di vita per renderli sostenibili nel lungo periodo • Coinvolgere tutti i soggetti attivi della società nelle azioni di salvaguardia e ripristino dell’ambiente • Ampliare gli strumenti per l’attuazione di una politica ambientale Si rivolge a tutti i settori produttivi (industria, energia, trasporti, agricoltura, turismo) mmascia 8-22/11/2008

  16. La cittàrappresenta il luogo in cui vive la maggior parte delle persone: 80% popolazione UE 50% su scala globale Sono le città/comunità locali che si trovano concretamente a gestire i processi di interdipendenza e globalizzazione in ambito: • ambientale (rifiuti, aria, mobilità,…) • sociale (immigrazione, anziani, salute, …) • economico (lavoro, infrastrutture, servizi,…)

  17. La Campagna europea delle città sostenibili • Dopo Rio alcune città europee hanno promosso, con il supporto dell’Unione europea e di alcuni coordinamenti di enti locali hanno promosso la Campagna europea delle città sostenibili • le Conferenze delle città sostenibili: • Aalborg (Danimarca) nel 1994 • Lisbona • Lisbona (Portogallo) nel 1996 • Hannover (Germania) nel 2000 • Aalborg + 10 nel 2004 • Dalle 80 autorità locali del 1994 si è passati oggi a 2.500. web:www.sustainable-cities.org mmascia 8-22/11/2008

  18. Le città/comunità locali sono consapevoli • limiti delle risorse naturali e del crescente inquinamento • esigenza di giustizia intragenerazionale (Nord/Sud) e intergenerazionale (future generazioni) • ruolo fondamentale per stimolare e promuovere nuovi stili di vita (produzione e consumo) • dimensione ideale per la ricerca di soluzioni partecipate mmascia 8-22/11/2008

  19. Politiche per la sostenibilità urbana • RISORSE NATURALI COMUNI • ridurre il consumo di energia primaria e incrementare la quota delle energie rinnovabili e pulite. • migliorare la qualità dell’acqua e utilizzarla in modo più efficiente. • promuovere e incrementare la biodiversità, mantenendo al meglio ed estendendo riserve naturali e spazi verdi. • migliorare la qualità del suolo, preservare i terreni ecologicamente produttivi e promuovere l’agricoltura e la forestazione sostenibile. • migliorare la qualità dell’aria. mmascia 8-22/11/2008

  20. Politiche per la sostenibilità urbana • CONSUMO RESPONSABILE E STILI DI VITA • prevenire e ridurre la produzione dei rifiuti e incrementare il riuso e il riciclaggio. • gestire e trattare i rifiuti secondo le migliori prassi standard. • evitare i consumi superflui e migliorare l’efficienza energetica. • ricorrere a procedure di appalto sostenibili. • promuovere attivamente una produzione e un consumo sostenibili, con particolare riferimento a prodotti eco-certificati e del commercio equo e solidale. mmascia 8-22/11/2008

  21. Politiche per la sostenibilità urbana • PIANIFICAZIONE E PROGETTAZIONE URBANA • rivitalizzare e riqualificare aree abbandonate o svantaggiate, prevenire una espansione urbana incontrollata, dare precedenza alla riqualificazione del patrimonio edilizio esistente. • assicurare una miscela di destinazioni d’uso, con un buon equilibrio di uffici, abitazioni e servizi, dando priorità all’uso residenziale nei centri città. • garantire una adeguata tutela, restauro e uso/riuso del nostro patrimonio culturale urbano. • applicare i principi per una progettazione e una costruzione sostenibili, promuovendo progetti architettonici e tecnologie edilizie di alta qualità. mmascia 8-22/11/2008

  22. Politiche per la sostenibilità urbana • MIGLIORE MOBILITA’, MENO TRAFFICO • ridurre la necessità del trasporto motorizzato privato e promuovere alternative valide e accessibili. • incrementare la quota di spostamenti effettuati tramite i mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta. • promuovere il passaggio a veicoli con basse emissioni di scarico. • sviluppare un piano di mobilità urbana integrato e sostenibile. • ridurre l’impatto del trasporto sull’ambiente e la salute pubblica. mmascia 8-22/11/2008

  23. Strumenti per lo sviluppo sostenibile • la valutazione ambientale strategica • la contabilità e gli indicatori ambientali • il green public procurement • l’Agenda 21 Locale mmascia 8-22/11/2008

  24. La valutazione ambientale strategica • La VAS è un processo volto a valutare le conseguenze ambientali di piani e programmi sia nell’elaborazione che nella attuazione • Richiede la realizzazione di un Rapporto Ambientale • Richiede un’ampia consultazione del pubblico mmascia 8-22/11/2008

  25. La contabilità ambientale Mettere la natura nel conto • conoscere i limiti naturali che lo sviluppo sostenibile ci impone di rispettare; • sapere quante risorse naturali stiamo consumando e quante ne potremo consumare in futuro; • attribuire al patrimonio naturale un valore adeguato per la sua preservazione; • conoscere le pressioni che determinano gli impatti sull’ambiente; • informare il pubblico per coinvolgerlo nel processo decisionale. mmascia 8-22/11/2008

  26. Gli indicatori di sostenibilità • indicatore è qualcosa che aiuta a capire dove siamo, in che direzione andiamo e quanto lontano siamo da dove vogliamo arrivare: descrivere, informare, comunicare. Nel campo della sostenibilità gli indicatori sono necessari per saldare la conoscenza con la scelta politica. • Impronta ecologica:superficie di territorio necessaria per sostenere una comunità e mantenere il suo standard di vita e di consumi; • Zaino ecologico: è il peso dei materiali che abbiamo prelevato dalla natura per realizzare un prodotto o un servizio, meno il peso del prodotto stesso mmascia 8-22/11/2008

  27. Zaino ecologico • 1 litro di aranciata, in base al Paese da cui proviene, può avere fino a 100 kg di materiali nascosti; • un giornale quotidiano, del peso di soli 500 g, ha uno zaino di 10 kg; • la costruzione di un'automobile produce 15 tonnellate di detriti solidi, senza contare l'acqua utilizzata; una marmitta catalitica, se il platino in essa presente non è riciclato, pesa più di 2,5 tonnellate; • un anello d'oro di circa 10 grammi, necessita di 3,5 tonnellate di materiale minerale mmascia 8-22/11/2008

  28. Il Green Public Procurement • GPP significa orientare gli acquisti della PA verso prodotti compatibili con l’ambiente • Acquistare verde significa scegliere un determinato prodotto o servizio anche sulla base degli impatti ambientali che questo può avere nel corso del suo ciclo di vita, ovvero durante tutte le fasi del processo produttivo, dall’estrazione delle materie prime allo smaltimento dei rifiuti. • GPP agisce sia da lato della domanda (PA come consumatore) sia dal lato dell’offerta stimolando il miglioramento dei processi produttivi mmascia 8-22/11/2008

  29. Cos’è l’Agenda 21 locale • E’ un processo multisettoriale rivolto a definire ed attuare, ricercando il consenso e la partecipazione dei cittadini, un piano d’azione strategico di lungo periodo per realizzare lo sviluppo sostenibile a livello locale. mmascia 8-22/11/2008

  30. Agenda 21 locale: strumento di governance a livello urbano • approccio di tipo sistemico e interdisciplinare nei confronti dell’analisi dei problemi, nella definizione delle risposte politiche che devono essere il più possibili intersettoriali ed integrate. • stimola e promuove forme di cittadinanza attiva da parte dei diversi attori di una comunità locale traducendo in concreto i principi di sussidiarietà, responsabilità, partecipazione. mmascia 8-22/11/2008

  31. Agenda 21 locale: aspetti qualificanti • la costituzione di un forum civico che coinvolga tutti i soggetti attivi di una comunità e che ha il compito di orientare il processo di elaborazione dell’Agenda 21 e di monitorarne la sua applicazione • l’attivazione di azioni di consultazione del pubblico in modo da individuare i bisogni, i potenziali conflitti tra interessi diversi, le risorse che ognuno può mettere a disposizione mmascia 8-22/11/2008

  32. Agenda 21 locale: aspetti qualificanti (2) • la predisposizione di un Rapporto sullo stato dell’ambiente urbano che consente di identificare le principali criticità ambientali, ma anche economiche e sociali • la definizione degli obiettivi di breve, medio e lungo periodo, la scansione dei tempi per la loro realizzazione, il ruolo e le azioni che i diversi attori coinvolti si impegnano a svolgere, in altre parole il Piano d’azione locale • la predisposizione di momenti di verifica e di informazione sull’attuazione dell’Agenda 21 mmascia 8-22/11/2008

  33. Parte terza Sviluppo sostenibile e responsabilità sociale d’impresa

  34. Dal Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa • (470) la programmazione dello sviluppo economico deve considerare attentamente “la necessità di rispettare l’integrità e i ritmi della natura”, poiché le risorse naturali sono limitate e alcune non sono rinnovabili (Sollecitudo reis socialis). • Un’economia rispettosa dell’ambiente non perseguirà unicamente l’obiettivo della massimizzazione del profitto, perché la protezione ambientale non può essere assicurata solo sulla base del calcolo finanziario di costi e benefici. L’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi di mercato non sono in grado di difendere o di promuovere adeguatamente (Centesimus annus). mmascia 8-22/11/2008

  35. Che cos’è la RSI • Con RSI si intende l’integrazione volontaria delle preoccupazioni sociali ed ecologiche delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate • Non si tratta di soddisfare gli obblighi giuridici (leggi), ma di andare oltre investendo di più nel capitale umano e nell’ambiente mmascia 8-22/11/2008

  36. Che cos’è la RSI (2) • Decisione da parte di agenti economici (cittadini o imprese) di tenere conto nelle proprie scelte non soltanto dell’interesse personale immediato (es. massimizzazione profitto per le imprese, massimizzazione delle preferenze individuali per i cittadini) inserendo tra i propri obiettivi quelli del benessere della collettività (Becchetti 2004) mmascia 8-22/11/2008

  37. Che cos’è la RSI (3) • Modificare l’idea stessa di fare impresa attraverso nuove modalità di partecipazione, progettazione, concertazione basate sulla fiducia • tutelare tutti gli stakeholders e non solo l’azionista di maggioranza • vicinanza con il territorio • trasparenza, onestà, rispetto delle regole, responsabilità mmascia 8-22/11/2008

  38. Che cos’è non è la RSI • Un meccanismo di immagine • Un modo per fare beneficenza/filantropia • La semplice osservanza delle leggi mmascia 8-22/11/2008

  39. L’azione delle OIG per la RSI • Global Compact delle Nazioni Unite (2000) • Dichiarazione tripartita dell’OIL sulle imprese multinazionali e la politica sociale (1997/2000) • Principi direttivi dell’OCSE destinati alle imprese multinazionali (2000) • Libro Verde UE sulla RSI (2001) • Norme ONU sulla responsabilità delle società multinazionali e di altre imprese in relazione ai diritti umani (2003) mmascia 8-22/11/2008

  40. Le implicazioni della parola responsabilità • Responsabilità implica la tensione a soddisfare le legittime attese, economiche e non economiche, di tutti gli stakeholder (interni ed esterni) • Responsabilità implica la presenza di spazi di discrezionalità nel perseguire i fini istituzionali, cioè l'esistenza di gradi di libertà nel decidere ambiti e modalità di azione • Responsabilità implica la volontà di rispondere, cioè di: • rendere conto dei propri comportamenti e risultati, • stabilire un dialogo costruttivo, improntato alla reciproca fiducia, con gli stakeholder. mmascia 8-22/11/2008

  41. RSI come strategia • La RSI si esplicita in un insieme di strategie che accrescono il valore economico dell’impresa, rispettando l’ambiente e gli aspetti etico-sociali (a livello globale e locale) tenendo in considerazione le aspettative legittime degli stakeholders mmascia 8-22/11/2008

  42. RSI e libertà economica • Nella prospettiva della RSI la libertà economica è intesa come: • libertà responsabile, attenta allo sviluppo umano oltre che allo sviluppo economico • libertà sostenibile, attenta all’impatto ambientale delle attività economiche • In questa prospettiva il successo di un’impresa è un bene pubblico da cui scaturiscono benefici collettivi mmascia 8-22/11/2008

  43. L’impatto economico della RSI • Le attività di RSI possono favorire un miglioramento delle prestazioni e generare maggiori profitti e crescita • risultati diretti: migliore ambiente di lavoro favorisce maggiore produttività; migliore gestione risorse naturale significa riduzione delle spese • risultati indiretti: migliore reputazione, accesso a nuove nicchie di mercato mmascia 8-22/11/2008

  44. Azioni e strumenti per la RSI • Ampia è la gamma di azioni e di strumenti di gestione aziendale e di valutazione delle performance raggiunte che impattano sulle diverse funzioni aziendali (mission, governance, rendicontazione, organizzazione e risorse umane, marketing e comunicazione, rapporti con la comunità, ambiente, diritti umani, finanza) mmascia 8-22/11/2008

  45. Ambiente • Riduzione dei consumi energetici • Riduzione dei consumi di acqua e materie prime • Riduzione delle emissioni inquinanti • Riciclabilità dei prodotti, imballaggi,… • Eco-label dei prodotti • Certificazioni ambientali • Promozione di campagne educative-informative • Adesione a programmi di sviluppo sostenibile mmascia 8-22/11/2008

  46. “fare di più con meno” • Produrre gli stessi beni e servizi con meno natura e meno inquinamento • maggiore efficienza nell’uso dell’energia e delle materie e una riduzione delle emissioni mmascia 8-22/11/2008

  47. Criteri di sostenibilità ambientale I tre criteri proposti da Herman Daly (1991) per l’uso sostenibile delle risorse: • il tasso di utilizzo delle risorse rinnovabili non deve mai eccedere il tasso di riproduzione delle stesse, • il tasso di utilizzo delle risorse non rinnovabili non deve mai eccedere il tasso di sviluppo di sostituti rinnovabili, • i tassi di inquinamento non devono mai eccedere la capacità di assimilazione dei sistemi naturali. mmascia 8-22/11/2008

  48. Investire nell’efficienza energetica e nelle energie rinnovabili • Ristrutturazione del patrimonio edilizio • Nuove costruzione secondo i criteri della Direttiva 2002/91/CE sul consumo energetico degli edifici • Sviluppo energie rinnovabili Risparmio del 25% consumi energetici Potenziali 1-3 milioni nuovi posti di lavoro mmascia 8-22/11/2008

  49. Un esempio di RSI: il Commercio equo e solidale • Il CEES è una filiera commerciale che identifica i prodotti alimentari e tessili realizzati nei PVS e venduti nei paesi industrializzati soggetti ad un elenco di prerequisiti ben definito • Alcuni criteri: • Pagare un salario giusto nel contesto locale • Promuovere le pari opportunità di lavoro per tutti, in particolare per i più svantaggiati • Realizzare procedure ambientalmente sostenibili • Fornire condizioni di lavoro sane e sicure nel contesto locale • Costruire relazioni commerciali di lungo periodo • Fornire assistenza finanziaria e tecnica ai produttori locali mmascia 8-22/11/2008

  50. Un esempio di RSI: il Commercio equo e solidale (2) • I prodotti del CEES iniziano a guadagnare quote di mercato interessanti: • Oltre il 7% del mercato del caffè macinato in Inghilterra e il 2% nell’UE • La Commissione europea ha preparato un documento sul CEES (29.11.1999 Com 619) che afferma come le iniziative del CEES danno ai consumatori l’opportunità di contribuire al raggiungimento di uno sviluppo sociale ed economico sostenibile nei PVS attraverso le loro preferenze di acquisto. mmascia 8-22/11/2008

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