1 / 77

SERVIZIO ISTRUZIONE FORMAZIONE PROFESSIONALE E CULTURA PROVINCIA DI PISTOIA E ISTITUTO PROFESSIONALE PER L'AGRICOLTUR

2° Convegno Formazione Docenti 10 Dicembre 2007. SERVIZIO ISTRUZIONE FORMAZIONE PROFESSIONALE E CULTURA PROVINCIA DI PISTOIA E ISTITUTO PROFESSIONALE PER L'AGRICOLTURA E L'AMBIENTE " DE‘ FRANCESCHI“ PISTOIA A.S. 2006 -2007 PROGETTO A SOSTEGNO DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI.

locke
Download Presentation

SERVIZIO ISTRUZIONE FORMAZIONE PROFESSIONALE E CULTURA PROVINCIA DI PISTOIA E ISTITUTO PROFESSIONALE PER L'AGRICOLTUR

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. 2° Convegno Formazione Docenti 10 Dicembre 2007 SERVIZIO ISTRUZIONE FORMAZIONE PROFESSIONALE E CULTURAPROVINCIA DI PISTOIA E ISTITUTO PROFESSIONALE PER L'AGRICOLTURA E L'AMBIENTE " DE‘ FRANCESCHI“ PISTOIA A.S. 2006 -2007 PROGETTO A SOSTEGNO DEGLI ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI

  2. Le storie sociali

  3. Cosa è una storia sociale? • La storia sociale è una storia breve • scritta in un modo e una forma specifici • Descrive una situazione sociale ovvia per la maggiore parte di noi ma che non lo è per chi ha problemi di comprensione sociale • Le storie sociali sono state sviluppate da Carol Gray ed utilizzate per tutti i ragazzi con disturbi dello spettro autistico

  4. Una storia sociale... • Di solito è scritta in prima o terza persona • Utilizza la prospettiva dello studente • Utilizza un linguaggio positivo • Può essere interpretata letteralmente, utilizzando elementi concreti, semplici da capire, spesso accompagnati da foto o disegni.

  5. Le storie sociali… di cosa parlano? Descrivono in dettaglio: • situazioni sociali • eventi e reazioni che lo studente può aspettare che si verifichino nella situazione • Le azioni o le reazioni che ci si può aspettare da lui o da lei

  6. Le storie sociali si possono usare per... • Descrivere routine quotidiane (partenze o arrivi) • Parlare di variazioni di semplici routine • Sviluppare abilità di gioco e comportamenti sociali appropriati • Fornire sostegno nelle attività sportive/giochi • Apprendere regole scolastiche

  7. Perché scrivere una storia sociale? Fornire chiare aspettative sulla situazione • Fornire esempi di comportamenti o risposte positive utilizzabili dallo studente • Sono flessibili • Per accrescere il livello di tranquillità nel ragazzo

  8. Come siscriveunastoriasociale?

  9. 3 tipi di frasi: • frasi descrittive • frasi soggettive • frasi di controllo

  10. Le frasi descrittive: • definiscono la situazione, descrivono gli eventi ed introducono i personaggi ed i ruoli • 2. Frasi soggettive: • descrivono le reazioni ed i sentimenti degli altri in una determinata situazione • 3. Frasi direttive: • suggeriscono allo studente il comportamento atteso come conseguenza di un certo comportamento.

  11. DO’S AND DON’TS • Usare soltanto poche frasi per pagina. • Evitare di utilizzare avverbi come: sempre, da sostituire con a volte, di solito • Esprimere le frasi direttive in modo positivo • Descrivendo le risposte desiderate e non comportamenti problematici

  12. E’ tempo diesempi...

  13. A scuola , quando l’insegnante spiega, a volte capita di voler fare delle domande (descrittiva).

  14. Anche i miei compagni vogliono fare delle domande e allora alzano la mano (descrittiva)

  15. Quando voglio fare una domanda, alzo la mano e aspetto finché l’insegnante non dice il mio nome (direttiva)

  16. Quando l’insegnante dice il mio nome vuol dire che tocca a me fare la domanda (direttiva) Fabio

  17. Allora metto giù la mano e faccio la mia domanda (direttiva)

  18. L’insegnante farà del suo meglio per rispondere alla mia domanda (soggettiva). Io cercherò di ascoltare attentamente la sua risposta (direttiva

  19. Qualche volta l’insegnante non mi risponderà subito. Anche così va bene (soggettiva). Io cercherò di aspettare con pazienza e con calma finchè la mia insegnante non mi chiama per rispondere alla mia domanda (direttiva)

  20. Unastoriasociale per Sandro

  21. Chi è Sandro??? • Sandro è un ragazzo di 16 anni che frequenta la II classe superiore di un istituto professionale di Pistoia. • Segue un percorso di tipo A • Primogenito in una famiglia composta da 4 persone: padre, madre e un fratello minore

  22. 1995 nasce dopo gravidanza regolare . STORIA Tappe sviluppo motorio e linguistico nella norma Ingresso scuola materna si manifestano prime difficoltà relazionali + impaccio motorio All’età di 5 prima crisi epilettica a distanza di un anno dalla nascita del fratello minore Ingresso scuola elementare aumentano difficoltà relazionali e fino e grosso motorie. Si diagnostica prima DSA quindi SNV Si affianca insegnante di sostegno a scuola e assistente a casa Scuola Media: affiancata da insegnante di sostegno, trascorre il tempo fuori dall’aula, seguendo programma differenziato Oggi …

  23. Relazioni sociali … A scuola … A casa … I contatti di Sandro con i Pessimo rapporto con il padre compagni sono di tipo imitativo, e con il fratello con cui è in competizione, ma che non non prende mai iniziative e non riesce ad eguagliare. Conflitti esprime mai il suo parere. Non anche con la madre. Passa il ha amici e si “compra” la tempo a giocare o tentare di compagnia dei compagni giocare alle play station. facendo piccoli favori Nel tempo libero … Si aggira per casa in mutande, non praticando alcuno sport e non avendo amici …

  24. Perché??? Diagnosi funzionale DSA e disarmonia evolutiva (sindrome non verbale)

  25. Sindrome non verbale??? La sindrome non verbale fa parte dei disturbi dello spettro autistico

  26. Spettro autistico Sindrome di Asperger Sindrome di Rett Autismo Disturbo disintegrativo della fanciullezza DPSNAS (disturbo pervasivo dello sviluppo non altrimenti specificato) Sindrome non verbale

  27. Si caratetterizza per: Deficit nell’analisi delle informazioni Influisce sutre aree fondamentali I abilità organizzative e funzioni esecutive II integrazione abilità visuo-spaziali e senso motorie III abilità sociali, prospettiva altrui e linguaggio pragmatico

  28. I - Deficit nelle abilita’ organizzative e nelle funzioni esecutive provoca difficoltà nella: Organizzazione delle informazioni Integrazione delle informazioni Difficoltà di Produzione

  29. Organizzazione delle informazioni: Nuove situazioni Velocità nel processare informazioni Problemi con : Rigidità di pensiero Interpretazione concreta Perfezionismo Immagazzinamento inconsistente nella memoria di lavoro

  30. Integrazione delle Informazioni Influisce sulla capacità di • Leggere fra le righe • Creare documenti scritti • Cogliere l’idea principale • Capire metafore e analogie • Focalizzare dettagli corretti

  31. Produzione di testi – utilizzando le informazioni per creare o rispondere • Spesso si presentano problemi con: • tolleranza alla frustrazione • senso di impotenza • velocità di elaborazione • Perdita del filo conduttore • Perfezionismo • Modalità di apprendimento sequenziale con perdita della forma

  32. Deficit nella integrazione delle abilità • Visuo-Spaziali e Senso-Motorie Ha effetto su : • Processazione informazioni visive • Postura • Sensibilità uditiva e tattile • Disgrafia • Difficoltà spaziali • Mantenimento dell’attenzione • Esplorazione fisica del mondo

  33. III. Abilita’ sociali e capacita’dialogiche Problemi nella: • interazione sociale , o incapacità di riconoscere e • adottare la prospettiva altrui

  34. N.B. abilità verbale NON è abilità comunicativa • Per cui sperimenta difficoltà per: • Entrare o uscire in una conversazione • Integrare informazioni a vari livelli • e quando deve “dare” e “prendere” nelle situationi sociali • tempo e riferimento temporale

  35. Cosa fare?

  36. Far leva sui punti di forza: • e cioè su: • abilità uditive • ripetizione orale • motivazione

  37. Utilizzando le seguenti strategie: • * storie sociali • * peer tutoring/cooperative learning • * istruzioni dirette

  38. obiettivi

  39. Obiettivi a breve termine: • sperimentare piccoli successi • riducendo il senso di ansia da prestazione e • accrescendo la propria autostima ed il senso • di autoefficacia • per essere in grado di stabilire relazioni

  40. Per un progetto a lungo termine per essere presente e partecipare alla vita sociale di classe Riuscire a conquistare e mantenere buone relazioni personali Esprimere preferenze e fare scelte nella vita di tutti i giorni Avere l’opportunità di svolgere un ruolo attivo all’interno della comunità Continuare a sviluppare competenze personali

  41. Possiamo cominciare a lavorare con …

  42. Unastoriasociale per Sandro

  43. Perché è importante giocare a pallone

  44. Obiettivi:* condividere momenti di svago con i compagni * stabilire relazioni amicali Sottobiettivi* riuscire a gestire il senso di ansia da prestazione * tollerare le frustrazioni

  45. A volte capita che i miei compagni giochino a calcio dopo che abbiamo fatto ginnastica.

  46. Loro giocano nel campo vicino alla scuola e si divertono molto.

  47. Giocare a calcio è molto divertente e tutti possono giocare.

  48. Ci si può divertire anche se non si è campioni.

  49. E’ bello giocare tutti insieme perché siamo una squadra.

  50. La prossima volta che i miei compagni giocheranno a pallone anche io giocherò a pallone con loro.

More Related