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Disturbi specifici di apprendimento

Centro Territoriale per l’Integrazione Scolastica di Fano. Disturbi specifici di apprendimento. Gianna Rosati , docente referente per la disabilità, presso l’Istituto Comprensivo di Pergola. SISTEMA COGNITIVO. SISTEMA COMPUTAZIONALE. MODULI. TRANSDUTTORI.

Antony
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Disturbi specifici di apprendimento

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Presentation Transcript


  1. Centro Territoriale per l’Integrazione Scolastica di Fano Disturbi specifici di apprendimento Gianna Rosati, docente referente per la disabilità, presso l’Istituto Comprensivo di Pergola

  2. SISTEMA COGNITIVO SISTEMA COMPUTAZIONALE MODULI TRANSDUTTORI Architettura modulare del sistema cognitivo di J.Fodor

  3. D.S.A. SONO Deficit circoscritti nelle componenti di processamento fonologico o visuo-spaziale. CHE COSTITUISCONO La struttura di transcodifica nella letto-scrittura

  4. Disturbi di apprendimento • DISTURBI SPECIFICI DI LETTURA • DISLESSIA SPECIFICA • DISTURBI DI SCRITTURA: DISGRAFIA E DISORTOGRAFIA • DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO MATEMATICO: DISCALCULIA, ACALCULIA, PROBLEMI DI RAGIONAMENTO LOGICO

  5. DISLESSIA SPECIFICA FONOLOGICA Difficoltà di conversione grafema-fonema MORFOLOGICA-LESSICALE Difficoltà con le parole irregolari fornite di senso MISTA Molto frequente

  6. CARATTERISTICHE CHE DIFFERENZIANO IL SOGGETTO DISLESSICO DA UN SOGGETTO AFFETTO DA DISTURBO SPECIFICO DI LETTURA • Il soggetto dislessico: • E’intelligente • Si esprime con disinvoltura attraverso un linguaggio strutturato • Ama la conversazione • La comprensione della lettura è discreta, ma ha difficoltà nell’analisi del testo a causa degli errori di lettura • Ha una buona capacità di comprensione e una adeguata capacità di critica • Nella sua lettura emergono sostituzioni, elisioni, inversioni di fonemi, confusione fra suoni omologhi • Pronuncia male parole famigliari e nuove • Può avere un ritmo veloce nella lettura, ma non dà senso a ciò che legge • Ha difficoltà nella discriminazione visiva di sillabe composte, nel distinguere grafemi in stampato maiuscolo e minuscolo • Ha difficoltà nella sintesi fonetica, nell’elisione di fonemi all’interno della parola • confonde il significato di parole composte da fonemi simili e uno diverso FOGLIE-COGLIE FOLLA-COLLA

  7. ATTIVITA’ UTILI DA PROPORRE AL SOGGETTO CON DISTURBO DI LETTURA • Mantenere o attivare nel soggetto il desiderio di leggere: lettura di narrazioni brevi e significative per ricostruire le vicende attraverso le illustrazioni e per decifrare anche se parzialmente il testo • Chiedere al soggetto di leggere un breve brano, di scriverlo e di leggerlo ancora • Riscrivere e leggere in modo sincronico ( man mano che viene scritta) una frase letta o ascoltata • Scrivere in copia se la scrittura ancora non è spontanea • Memorizzare brani molto brevi per poi riscriverli in forma di autodettato • Giocare con l’insegnante o i compagni trasformando la parola per far comprendere il legame tra segno suono e significato • Ricercare della figura che corrisponde alla parola trasformata come risultato del deciframento avvenuto 8. Concentrare il recupero solo per le vocali e per poche consonanti, nella 1° e 2°classe della scuola primaria. 9. Ridurre quantitativamente la richiesta dei soggetti

  8. MOTRICITA’ FINE ANALISI VISIVO-GRAFEMICA Task Analysis della scrittura ( Cornoldi 1985 )

  9. DISTURBI DI SCRITTURA DISGRAFIA: Sono implicati disturbi visivi e memoria di segni grafici DISORTOGRAFIA: Difficoltà nell’acquisizione delle regole fonologiche fondamentali e delle irregolarità ortografiche

  10. LA DISGRAFIA (riferita alla scrittura come puro grafismo ) Si caratterizza come una difficoltà specifica nella riproduzione dei segni alfabetici e numerici il cui tracciato appare: • Incerto • Irregolare nella forma e nella dimensione • Comunque inadeguato in tutto o in parte ai modelli

  11. LA RIPRODUZIONE GRAFICA AVVIENE IN MODO ADEGUATO QUANDO IL SOGGETTO HA SUFFICIENTEMENTE MATURATO MOTRICITA’ FINE PERCEZIONE VISIVA RAPPRESENTAZIONE QUESTE FUNZIONI SEGUONO L’EVOLUZIONE DEL S.N.C., DEL TONO MUSCOLARE E DELLA COORDINAZIONE DEI MOVIMENTI

  12. ATTIVITA’ UTILI DA PROPORRE AL SOGGETTO DISGRAFICO Manipolazione di oggetti materiali in forma spontanea Educazione senso – percettiva Educazione psicomotoria in generale Coordinazione oculo-manuale in particolare Conoscenza e rappresentazione dello schema corporeo Rilassamento Lateralità Ricognizione analitica delle componenti spaziali Osservazione e uso di immagini per perfezionare la capacità di orientamento, di organizzazione, di strutturazione spazio-temporale Impostazione della scrittura in stampato maiuscolo Abbinamento di esercizi di scrittura ad esercizi fonologici, metafonologici, di decodifica

  13. Le attività devono essere riproposte in modo costante in quanto l’acquisizione da parte del soggetto disgrafico è lento e il suo processo di sviluppo grafo-motorio necessita di essere sollecitato, incoraggiato e gratificato

  14. LA DISORTOGRAFIA ( riferita alla scrittura come comunicazione e linguaggio) Necessita di una scrittura corretta che è tale quando: La parola è scritta usando tutti i segni alfabetici necessari collocati ciascuno al posto giusto; ORTOGRAFIA DELLA PAROLA. Quando sono rispettate le regole principali di ortografia ; ORTOGRAFIA DELLE REGOLE

  15. DISORTOGRAFIA ORTOGRAFIA DELLE REGOLE è un fenomeno da natura globale che investe l’aspetto cognitivo generale la COMPRENSIONE ORTOGRAFIA DELLA PAROLA gli errori hanno origine nei disturbi di ordine percettivo,motorio,di organizzazione spazio-temporale. E’ necessario un intervento focalizzato I fattori di ordine percettivo e motorio possono essere presenti nella disgrafia e nella disortografia e gli effetti negativi si possono produrre in entrambi i campi determinando una disgrafia insieme ad una disortografia Ci può essere un disortografico con una “ brutta “ scrittura che si sforza per ottenere una scrittura corretta che può trascurare gli aspetti formali, per lui meno importanti (non è un disturbo MA una coincidenza )

  16. NON TUTTI I DISGRAFICI SONO DISORTOGRAFICI e lo si può constatare quando si chiede al soggetto di CODIFICARE con altri strumenti , ad esempio il PC, in questo caso l’errore ortografico rilevato nella scrittura normale SCOMPARE

  17. RELAZIONE TRA DISORTOGRAFIA E DISLESSIA perchè CHI SCRIVE – LEGGE E i due processi di codificazione e di decodificazione si alternano in una successione strettamente ravvicinata, infatti in sede di RIEDUCAZIONE di un soggetto disortografico UNA REGOLA IMPORTANTE è di alternare frequentemente la lettura e la scrittura e viceversa

  18. ERRORI CARATTERISTICI A LIVELLO DI LETTERA CONFUSIONI PER SOMIGLIANZA FONETICA CONFUSIONI PER SOMIGLIANZA MORFOLOGICA

  19. omissioni aggiunte

  20. Errori caratteristici A LIVELLO DELLA PAROLA E DI FRASE • Inversioni orizzontali: tartore per trattore • Inversioni verticali: cambo per campo – nuovo per uovo per un errore di orientamento spaziale • 3. Sostituzioni, omissioni, aggiunte di sillabe e di parole : quando le difficoltà ortografiche hanno un carattere di disturbo lacunare che compromette la codificazione, cioè il contenuto del messaggio. È normale che i bambini facciano errori di ortografia che hanno caratteristiche “evolutive” cioè che si riferiscono al normale processo di apprendimento e superabili, ma se un bambino manifesta gli errori di tipo sistematico significa che si ha di fronte un soggetto che necessita NON di recupero MA di un intervento che sia in grado di consolidare le abilità prerequisite non ben apprese

  21. CRITERI GENERALI DELL’INTERVENTO RIABILITATIVO Presentazione degli esercizi in modo sistematico secondo una successione graduata di difficoltà. Allungamento progressivo dei tempi di attenzione e di impegno Rispetto del ritmo di apprendimento del soggetto Passaggio all’esercizio successivo solo quando il precedente è stato interiorizzato. Non sforzare il soggetto a ricercare una produzione corretta, in quanto ciò può essere infruttuoso e rischia di produrre delusioni e demotivazione che si possono manifestare in processi di inibizione compulsiva. L’obiettivo di una rieducazione non è quello di guarire il bambino dalla sua disfunzione ma di aiutarlo ad acquisire le sue abilità di base.

  22. BIBLIOGRAFIA • Boniselli E., Prevenzione e trattamento della dislessia, la Nuova Italia Firenze 1985 • Brotini M. Le difficoltà di apprendimento.Come affrontare disgrafie, disortografie, dislessie, discalculie, Ed. del Cerro, Tirrenia (PI) 1998 • Cornoldi C, Le difficoltà di apprendimento a scuola, Il Mulino Bologna 1999 • Cornoldi C, Metacognizione e disturbi dell’apprendimento, in Stella G ( a cura di ) La dislessia Ed Franco Angeli,2002 • De Filippis Cippone A. Nuovo Manuale di logopedia, Ed Erickson Trento 2003 • De Mattè A. Mate+ vol1° Ed Erickson Trento • Ferraboschi L. Meini N., Recupero in ortografia. Esercizi per il controllo consapevole dell’errore, Ed Erickson Trento 2002 • Planner P. Marcheschi M., Masi G., Integrazione degli aspetti emotivi – cognitivi nello studio dei disturbi di apprendimento, in Stella G. ( a cura di ) La dislessia Ed Franco Angeli • Riviste Difficoltà di apprendimento “Articoli riguardanti le discalculie” dal 1997 al 2005 • Stella G., La dislessia. Aspetti clinici psicologici, riabilitativi, Ed Franco Angeli 2002

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