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GENNAIO 2012 LE ATTIVITA’ DI TIROCINIO DIRETTO

GENNAIO 2012 LE ATTIVITA’ DI TIROCINIO DIRETTO. L’osservazione in classe L’osservazione descrittiva: le Note di Corsaro Osservare l’insegnamento: gli “eventi dell’istruzione” di Gagnè. Gli strumenti OSSERVAZIONE RIUNIONE DI PROGRAMMAZIONE:

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GENNAIO 2012 LE ATTIVITA’ DI TIROCINIO DIRETTO

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Presentation Transcript


  1. GENNAIO 2012 LE ATTIVITA’ DI TIROCINIO DIRETTO

  2. L’osservazione in classe • L’osservazione descrittiva: • le Note di Corsaro • Osservare l’insegnamento: • gli “eventi dell’istruzione” di Gagnè

  3. Gli strumenti OSSERVAZIONE RIUNIONE DIPROGRAMMAZIONE: NOTE SUL CAMPO (note descrittive) OSSERVAZIONE MICROCONTESTO CLASSE: NOTE SUL CAMPO (Note descrittive, note personali, note metodologiche) INDIVIDUAZIONE FUNZIONI DI INSEGNAMENTO: gli “eventi dell’istruzione” di Gagnè

  4. NOTE SUL CAMPO DI W. CORSARO Note sul campo o Note Descrittive: “si riferiscono ad una descrizione letterale, dettagliata degli episodi e il più possibile non interpretativa” Note Personali: “con le quali l’osservatore annota i propri sentimenti e le proprie reazioni nei confronti delle caratteristiche specifiche degli eventi osservati e che comprendono anche le risposte ai sentimenti ed ai comportamenti dei soggetti (osservati)” Tratto da Olmetti Peja, Teorie e tecniche dell’osservazione in classe, Giunti 1998

  5. NOTE SUL CAMPO DI W. CORSARO • Note Metodologiche: “riguardanti la posizione degli strumenti, la posizione dell’osservatore e tutte le decisioni relative alla procedura utilizzata durante l’intero ciclo osservativo” • Note Teoriche: “che si riferiscono alla registrazione delle ipotesi che nascono all’interno della situazione osservata; con esse l’osservatore prende nota di aspetti del comportamento relativi al soggetto osservato e che possono essere esplorati in altre situazioni” (non è necessario svolgerle al Tirocinio del 3° anno) Tratto da Olmetti Peja, Teorie e tecniche dell’osservazione in classe, Giunti 1998

  6. NOTE DESCRITTIVE • REGISTRARE IN MODO PRECISO E DETTAGLIATO RELAZIONI , RUOLI, EVENTI • LIMITARE AL MASSIMO QUALSIASI INTERPRETAZIONE PERSONALE

  7. Primo giorno di osservazioneLunedì 15 novembre 2010 ore 8.10-11.10I.C. “Fratelli Bandiera”- Scuola Primaria Classe V C In aulaPresenti: Insegnante di classe, maestra Gianfranca; insegnante di sostegno, maestra Laura; alunni; tirocinante …………… (osservatore) • “La maestra Gianfranca entra nell’aula, saluta gli alunni e raggiunge la cattedra. Rimanendo in piedi, chiede loro di prendere posto, di stare in silenzio e prestare attenzione. I bambini si siedono nei banchi. Parlano tra di loro. La maestra li richiama dicendogli di stare in silenzio. Entra l’insegnante di sostegno Laura, che si siede vicino ad A., seduto al primo banco a destra della cattedra. L’insegnante di classe mi presenta al gruppo classe spiegando loro qual è il mio ruolo e che attività svolgerò all’interno della classe. “

  8. NOTE PERSONALI IL RICERCATORE REGISTRA REAZIONI E SENTIMENTI PERSONALI PROVOCATI DAGLI EVENTI E DAI SOGGETTI OSSERVATI

  9. NOTE PERSONALI . “Sono rimasta colpita dall’attenzione che tutti gli studenti hanno mantenuto per tutta la lezione. Mi ha intenerito l’atteggiamento di chi, sentendosi in procinto di essere interrogato, a voce bassa risolve il quesito che prevede corrispondergli. E’ molto piacevole assistere a manifestazioni di entusiasmo da parte di coloro che si sentono pronti nel fornire la risposta esatta. E’ commovente invece constatare l’incertezza di chi, essendo stato interpellato, mostra molta timidezza e imbarazzo perché non riesce a dare il risultato esatto. “

  10. NOTE METODOLOGICHE RIGUARDANO • LA SCELTA E L’UTILIZZAZIONE DEGLI STRUMENTI • LA POSIZIONE DELL’OSSERVATORE • LE DECISIONI RELATIVE ALLA PROCEDURA UTILIZZATA DURANTE L’INTERO CICLO OSSERVATIVO

  11. NOTA METODOLOGICA “Il metodo di osservazione scelto per l’osservazione sono le Note di Corsaro con la tecnica “carta e matita. Durante l’osservazione diretta appunto le cose più importanti per poi ampliarle in un secondo momento. Si tratta di un’osservazione non partecipante perché, dovendo rilevare la relazione tra l’insegnante e i bambini, è necessario che l’osservatore non condizioni in nessun modo la stessa. Per questo motivo, inoltre, scelgo una postazione che mi permetta di osservare la situazione senza disturbare l’evolversi degli eventi.”

  12. Le funzioni pedagogiche …insegnare dipende strettamente dal parlare; il discorso pedagogico è un modo di parlare specifico organizzato e articolato in specifiche funzioni tendenti a conseguire obiettivi di insegnamento - apprendimento G. Ballanti, Discorso e azione nella pedagogia scientifica, Giunti Lisciani, Firenze 1989, pag. 26)

  13. Tutti i comportamenti dell’insegnante in quanto persona: il rapporto maestro allievo e le sue valenze socio-affetive Dal comportamento dell’insegnante … … al comportamento di insegnamento Tutti i comportamenti messi in atto per insegnare cioè funzionali a produrre apprendimento negli alunni

  14. Che cosa si deve osservare quando si vuole osservare l’insegnamento? I comportamenti di insegnamento che sono prevalentemente comportamenti verbali Definizione di liste di categorie a cui ricondurre tutto il comportamento verbale registrato in classe: ogni categoria corrisponde a una definizione comportamentale di una funzione pedagogica Identificazione di funzioni pedagogiche desumibili dalla osservazione, registrazione e categorizzazione di interazioni verbali in classe

  15. Insegnamento deve Facilitare Individualizzare l’apprendimento Le azioni pedagogiche sono comportamenti complessi È necessario suddividerle in funzioni che devono essere disposte in ordine di successione

  16. Gagnè Gerarchia delle fasi dell’apprendimento (condizioni interne) Apprendimento di segnali Apprendimento stimolo-risposta Concatenazione di sequenze stimolo risposta Associazione verbale Discriminazione Concetti Regole Problem solving

  17. Gerarchia delle fasi dell’insegnamento Discriminazioni, concetti regole e soluzione di problemi possono essere appresi anche verbalmente, nella comunicazione attraverso il linguaggio. Ciò pone il problema dell’insegnamento la cui gerarchia si compone di nove gradi

  18. Dallo studio dei modi dell’apprendimento allo studio del comportamento di insegnamento: • dare definizione operativa dell’insegnamento • identificare i comportamenti osservabili dell’insegnante in grado di favorire l’apprendimento Gagnèdefinisce l’istruzione come “controllo degli avvenimenti esterni nella situazione di apprendimento” e ponendosi nella prospettiva del comportamento di insegnamento distingue nove essenziali momenti dell’istruzione stessa

  19. GAGNÉ I 9 momenti dell’istruzione Attirare e controllare l’attenzione Informare il soggetto dei risultati attesi Comportamenti di stimolazione Stimolare il ricordo delle capacità prerequisite apprese Presentare stimoli interenti al compito Fare da guida all’apprendimento Momento critico Fornire il feedback Valutare la performance Provvedere al transfer degli apprendimenti Fase di rinforzo Assicurare la ritenzione

  20. Dal primo al quinto comportamenti di stimolazione Dal sesto - che introduce un “momento critico” - si passa da situazioni di stimolazione a situazioni di apprendimento e rinforzo L’insegnamento è acceleratore dell’apprendimento perché “il soggetto non spreca tempo a scoprire regole del tutto sbagliate” L’apprendimento guidato è apprendimento stimolato: non è imposto né è subito.. Il soggetto anche se guidato produce attivamente e autonomamente le regole …

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