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Un “filosofo socratico” nel secolo dei totalitarismi:

97. Un “filosofo socratico” nel secolo dei totalitarismi:. Karl Raimund Popper (1902-1994). I. Pietre di inciampo. I. Pietre di inciampo. “Tutta la mia concezione del metodo scientifico si può riassumere dicendo che esso consiste di questi tre passi:

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Un “filosofo socratico” nel secolo dei totalitarismi:

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Presentation Transcript


  1. 97

  2. Un “filosofo socratico” nel secolo dei totalitarismi: Karl Raimund Popper (1902-1994)

  3. I. Pietre di inciampo

  4. I. Pietre di inciampo “Tutta la mia concezione del metodo scientifico si può riassumere dicendo che esso consiste di questi tre passi: 1)Inciampiamo in qualche problema; 2) Tentiamo di risolverlo, ad esempio proponendo qualche nuova teoria; 3) Impariamo dai nostri sbagli, specialmente da quelli che ci sono resi presenti dalla discussione critica dei nostri tentativi di soluzione, una discussione che tende a condurci a nuovi problemi. ” (Karl Popper, La scienza, problemi obiettivi, responsabilità, in Il mito della cornice, New York 1994, Bologna 1995, p. 138)

  5. -28 luglio 1902: Nasce a Vienna -28 luglio 1914: compie 12 anni il giorno in cui scoppia la Prima Guerra Mondiale -1917:-1919 artività in gruppi politici di sinistra; per un breve periodo del 1919 adesione al Partito Comunista Austriaco e al marxismo -1919: l’”esperimento di Eddington” fornisce una ‘conferma’ della teoria della relatività di Einstein -1922-28: studi universitari di matematica, fisica, filosofia, psicologia -1922-24: lavora come apprendista presso un ebanista(!), si abilita per l’insegnamento alle scuole primarie, fa l’assistente sociale per bambini abbandonati (ha modo di conoscere e di criticare la psicanalisi freudiana e la teoria della psicologia individuale di Adler) -1928: laurea in filosofia con una tesi Sul problema del metodo nella psicologia del pensiero (il relatore è lo psicologo della conoscenza Karl Bühler) -1929: abilitazione all’insegnamento di matematica e fisica nelle scuole secondarie inferiori

  6. -28 luglio 1902: Nasce a Vienna -28 luglio 1914: compie 12 anni il giorno in cui scoppia la Prima Guerra Mondiale -1917:-1919 artività in gruppi politici di sinistra; per un breve periodo del 1919 adesione al Partito Comunista Austriaco e al marxismo -1919: l’”esperimento di Eddington” fornisce una ‘conferma’ della teoria della relatività di Einstein -1922-28: studi universitari di matematica, fisica, filosofia, psicologia -1922-24: lavora come apprendista presso un ebanista(!), si abilita per l’insegnamento alle scuole primarie, fa l’assistente sociale per bambini abbandonati (ha modo di conoscere e di criticare la psicanalisi freudiana e la teoria della psicologia individuale di Adler) -1928: laurea in filosofia con una tesi Sul problema del metodo nella psicologia del pensiero (il relatore è lo psicologo della conoscenza Karl Bühler) -1929: abilitazione all’insegnamento di matematica e fisica nelle scuole secondarie inferiori

  7. Il problema della demarcazione

  8. Il problema della demarcazione “Dopo il crollo dell’Impero austriaco in Austria c’era stata una rivoluzione: circolavano ovunque sloganse idee rivoluzionarie, come pure teorie nuove e spesso avventate. Fra quelle che suscitarono il mio interesse, la teoria della relatività di Einstein fu indubbiamente di gran lunga la più importante. Le altre tre furono: la teoria marxista della storia, la psicanalisi di Freud e la cosiddetta «psicologia individuale» di Alfred Adler. […]Fu durante l’estate del 1919 che incominciai a sentirmi sempre più insoddisfatto di queste tre teorie: la teoria marxista della storia, la psicoanalisi, e la psicologia individuale; e cominciai a dubitare delle loro pretese di scientificità. Il mio problema dapprima assunse, forse, la semplice forma «che cosa non va nel marxismo, nella psicanalisi e nella psicologia individuale? Perché queste dottrine sono così diverse dalle teorie fisiche, dalla teoria newtoniana e soprattutto dalla teoria della relatività?»” [La scienza: congetture e confutazioni, Congetture e confutazioni, London 1969, Bologna 1972, pp. 62-63] “Chiamo problema della demarcazione il problema di trovare un criterio che ci metta in grado di distinguere tra le scienze empiriche da un lato e la matematica e la logica e così pure i sistemi metafisici dall’altro” ( Logica della scoperta scientifica, 1934, Torino 1970, 1998, p. 14)

  9. Il problema della demarcazione Logica/matematica/metafisica/pseudoscienza Scienza empirica

  10. Il problema della demarcazione Logica/matematica/metafisica/pseudoscienza Scienza empirica

  11. Il problema della demarcazione Logica/matematica/metafisica/pseudoscienza Scienza empirica

  12. Il problema della demarcazione Logica/matematica/metafisica/pseudoscienza Scienza empirica ?

  13. Il problema della demarcazione Logica/matematica/metafisica/pseudoscienza Scienza empirica

  14. Il problema della demarcazione Logica/matematica/metafisica/pseudoscienza Scienza empirica “Riscontrai che i miei amici, ammiratori di Marx, Freud e Adler, erano colpiti da alcuni aspetti comuni a queste teorie e soprattutto dal loro apparente potere esplicativo. […] Qualunque cosa accadesse, la confermava sempre. La sua verità appariva perciò manifesta […] Nel caso di Einstein, la situazione era notevolmente differente. […] Essa è incompatibilecon certi possibili risultati dell’osservazione –di fatto i risultati che tutti si sarebbero aspettati prima di Einstein, Si tratta di una situazione completamente differente da quella prima descritta, in cui emergeva che le teorie in questione erano compatibili con i più disparati comportamenti umani, cosicché era praticamente impossibile descrivere un qualsiasi comportamento che non potesse essere assunto quale verifica di quelle teorie” [La scienza, congetture e confutazioni, cit., pp. 63, 65, 66]

  15. Il problema della demarcazione Logica/matematica/metafisica/pseudoscienza Scienza empirica “Ogni teoria scientifica «valida» è una proibizione: essa preclude l’accadimento di certe cose. Tante più cose preclude, tanto migliore essa risulta. Una teoria che non può essere confutata da alcun evento concepibile non è scientifica. L’inconfutabilità di una teoria non è (come spesso si crede) un pregio, bnensì un difetto […]. Si può riassumere tutto questo dicendo che il criterio dello stato scientifico di una teoria è la sua falsificabilità, confutabilità o controllabilità.” [La scienza, congetture e confutazioni, cit., pp. 66, 67]

  16. Il Circolo di Vienna

  17. Il Circolo di Vienna Hans Hahn

  18. Il Circolo di Vienna Hans Hahn Otto Neurath

  19. Il Circolo di Vienna Hans Hahn Otto Neurath Moritz Schlick

  20. Il Circolo di Vienna Hans Hahn Rudolf Carnap Otto Neurath Moritz Schlick

  21. Il Circolo di Vienna Hans Hahn Rudolf Carnap Otto Neurath Moritz Schlick Victor Kraft Philipp Frank Felix Caufmann Kurt Gödel Herbert Feigl

  22. Il Circolo di Vienna Hans Hahn Rudolf Carnap Otto Neurath Moritz Schlick Victor Kraft Philipp Frank Felix Caufmann Kurt Gödel Herbert Feigl

  23. Il problema della demarcazione secondo il Circolo di Vienna

  24. Il problema della demarcazione secondo il Circolo di Vienna “Il libro tratta i problemi filosofici e mostra –credo- che la formulazione di questi problemi si fonda sul fraintendimento della logica del nostro linguaggio. Tutto il senso del libro si potrebbe riassumere nelle parole: Tutto ciò che può essere detto si può dire chiaramente; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere” [Ludwig Wittgenstein,.TractatusLogico-philosophicus, 1921, London 1961, Torino 1964, 1998, Introduzione] “La proposizione mostra il suo senso. La proposizione mostra come stanno le cose se essa è vera. E dice che le cose stanno così.” [Op. cit., 4.022] “Comprendere una proposizione è sapere cosa accade se essa è vera […]” [Op. cit., 4.024] “Il metodo corretto della filosofia sarebbe propriamente questo: Nulla dire se non ciò che può dirsi, dunque proposizioni della scienza naturale-dunque qualcosa che con la filosofia non ha nulla a che fare-, e poi, ogni qualvolta che un altro voglia dire qualcosa di metafisico, mostrargli che, a certi segni nelle sue proposizioni, egli non ha dato significato alcuno. […]” [Op. cit. 6.53] “Il libro tratta i problemi filosofici e mostra –credo- che la formulazione di questi problemi si fonda sul fraintendimento della logica del nostro linguaggio. Tutto il senso del libro si potrebbe riassumere nelle parole: Tutto ciò che può essere detto si può dire chiaramente; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere” [Ludwig Wittgenstein, TractatusLogico-philosophicus, 1921, London 1961, Torino 1964, 1998, Introduzione] “La proposizione mostra il suo senso. La proposizione mostra come stanno le cose se essa è vera. E dice che le cose stanno così.” [Op. cit., 4.022] “Comprendere una proposizione è sapere cosa accade se essa è vera […]” [Op. cit., 4.024] “Il metodo corretto della filosofia sarebbe propriamente questo: Nulla dire se non ciò che può dirsi, dunque proposizioni della scienza naturale-dunque qualcosa che con la filosofia non ha nulla a che fare-, e poi, ogni qualvolta che un altro voglia dire qualcosa di metafisico, mostrargli che, a certi segni nelle sue proposizioni, egli non ha dato significato alcuno. […]” [Op. cit. 6.53]

  25. Il problema della demarcazione secondo il Circolo di Vienna “Il libro tratta i problemi filosofici e mostra –credo- che la formulazione di questi problemi si fonda sul fraintendimento della logica del nostro linguaggio. Tutto il senso del libro si potrebbe riassumere nelle parole: Tutto ciò che può essere detto si può dire chiaramente; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere” [Ludwig Wittgenstein,.TractatusLogico-philosophicus, 1921, London 1961, Torino 1964, 1998, Introduzione] “La proposizione mostra il suo senso. La proposizione mostra come stanno le cose se essa è vera. E dice che le cose stanno così.” [Op. cit., 4.022] “Comprendere una proposizione è sapere cosa accade se essa è vera […]” [Op. cit., 4.024] “Il metodo corretto della filosofia sarebbe propriamente questo: Nulla dire se non ciò che può dirsi, dunque proposizioni della scienza naturale-dunque qualcosa che con la filosofia non ha nulla a che fare-, e poi, ogni qualvolta che un altro voglia dire qualcosa di metafisico, mostrargli che, a certi segni nelle sue proposizioni, egli non ha dato significato alcuno. […]” [Op. cit. 6.53] “Il libro tratta i problemi filosofici e mostra –credo- che la formulazione di questi problemi si fonda sul fraintendimento della logica del nostro linguaggio. Tutto il senso del libro si potrebbe riassumere nelle parole: Tutto ciò che può essere detto si può dire chiaramente; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere” [Ludwig Wittgenstein, TractatusLogico-philosophicus, 1921, London 1961, Torino 1964, 1998, Introduzione] “La proposizione mostra il suo senso. La proposizione mostra come stanno le cose se essa è vera. E dice che le cose stanno così.” [Op. cit., 4.022] “Comprendere una proposizione è sapere cosa accade se essa è vera […]” [Op. cit., 4.024] “Il metodo corretto della filosofia sarebbe propriamente questo: Nulla dire se non ciò che può dirsi, dunque proposizioni della scienza naturale-dunque qualcosa che con la filosofia non ha nulla a che fare-, e poi, ogni qualvolta che un altro voglia dire qualcosa di metafisico, mostrargli che, a certi segni nelle sue proposizioni, egli non ha dato significato alcuno. […]” [Op. cit. 6.53] “Risulta chiaro che esiste un confine preciso tra due tipi di asserzioni. All’uno appartengono gli asserti formulati nella scienza empirica: il loro senso si può stabilire mediante l’analisi logica; più esattamente, a ridurle ad asserzioni base su dati sensibili. Gli altri asserti […] si rivelano affatto privi di significato, intendendoli come li intende il metafisico. Il metafisico e il teologo credono , a torto, con i loro enunciati di asserire qualcosa, di rappresentare uno stato di fatto. Viceversa, l’analisi mostra che simili enunciati non dicono nulla, esprimendo solo atteggiamenti emotivi” [Hans Hahn, Otto Neurath, Rudolf Carnap, La concezione scientifica del mondo, Wien 1929, Roma-Bari 1979]

  26. Il problema della demarcazione secondo il Circolo di Vienna “Il libro tratta i problemi filosofici e mostra –credo- che la formulazione di questi problemi si fonda sul fraintendimento della logica del nostro linguaggio. Tutto il senso del libro si potrebbe riassumere nelle parole: Tutto ciò che può essere detto si può dire chiaramente; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere” [Ludwig Wittgenstein,.TractatusLogico-philosophicus, 1921, London 1961, Torino 1964, 1998, Introduzione] “La proposizione mostra il suo senso. La proposizione mostra come stanno le cose se essa è vera. E dice che le cose stanno così.” [Op. cit., 4.022] “Comprendere una proposizione è sapere cosa accade se essa è vera […]” [Op. cit., 4.024] “Il metodo corretto della filosofia sarebbe propriamente questo: Nulla dire se non ciò che può dirsi, dunque proposizioni della scienza naturale-dunque qualcosa che con la filosofia non ha nulla a che fare-, e poi, ogni qualvolta che un altro voglia dire qualcosa di metafisico, mostrargli che, a certi segni nelle sue proposizioni, egli non ha dato significato alcuno. […]” [Op. cit. 6.53] “Il libro tratta i problemi filosofici e mostra –credo- che la formulazione di questi problemi si fonda sul fraintendimento della logica del nostro linguaggio. Tutto il senso del libro si potrebbe riassumere nelle parole: Tutto ciò che può essere detto si può dire chiaramente; e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere” [Ludwig Wittgenstein, TractatusLogico-philosophicus, 1921, London 1961, Torino 1964, 1998, Introduzione] “La proposizione mostra il suo senso. La proposizione mostra come stanno le cose se essa è vera. E dice che le cose stanno così.” [Op. cit., 4.022] “Comprendere una proposizione è sapere cosa accade se essa è vera […]” [Op. cit., 4.024] “Il metodo corretto della filosofia sarebbe propriamente questo: Nulla dire se non ciò che può dirsi, dunque proposizioni della scienza naturale-dunque qualcosa che con la filosofia non ha nulla a che fare-, e poi, ogni qualvolta che un altro voglia dire qualcosa di metafisico, mostrargli che, a certi segni nelle sue proposizioni, egli non ha dato significato alcuno. […]” [Op. cit. 6.53] “Risulta chiaro che esiste un confine preciso tra due tipi di asserzioni. All’uno appartengono gli asserti formulati nella scienza empirica: il loro senso si può stabilire mediante l’analisi logica; più esattamente, a ridurle ad asserzioni base su dati sensibili. Gli altri asserti […] si rivelano affatto privi di significato, intendendoli come li intende il metafisico. Il metafisico e il teologo credono , a torto, con i loro enunciati di asserire qualcosa, di rappresentare uno stato di fatto. Viceversa, l’analisi mostra che simili enunciati non dicono nulla, esprimendo solo atteggiamenti emotivi” [Hans Hahn, Otto Neurath, Rudolf Carnap, La concezione scientifica del mondo, Wien 1929, Roma-Bari 1979] “ Il primo passo di ogni attività filosofica e il fondamento di qualsiasi riflessione consiste nel comprendere che è affatto impossibile esibire il significato di un enunciato se non descrivendo lo stato di cose che deve sussistere affinché l’enunciato risulti vero […]. Ma se per principio non abbiamo la possibilità di verificare una proposizione, se, cioè, non sappiamo assolutamente che procedura seguire per accertarne la verità o falsità, allora evidentemente non sappiamo affatto qual è il suo significato. [Moritz Schlick, Positivismo e Realismo” in Erkentniss 3, (1932), ed. it. In Tra realismo e positivismo, Bologna 1983]

  27. Il problema della demarcazione secondo il Circolo di Vienna Verificabilità empirica

  28. Il problema della demarcazione secondo il Circolo di Vienna Scientificità ↔ Verificabilità empirica

  29. Il problema della demarcazione secondo il Circolo di Vienna Scientificità ↔ Verificabilità empirica ↔ Sensatezza

  30. Il problema della demarcazione secondo il Circolo di Vienna Scientificità ↔ Verificabilità empirica ↔ Sensatezza → Se un enunciato è empiricamente verificabile, è scientifico

  31. Il problema della demarcazione secondo il Circolo di Vienna Scientificità ↔ Verificabilità empirica ↔ Sensatezza → Se un enunciato è empiricamente verificabile, è scientifico → Se un enunciato non è empiricamente verificabile, è privo di senso

  32. Il problema della demarcazione secondo il Circolo di Vienna Scientificità ↔ Verificabilità empirica ↔ Sensatezza → Se un enunciato è empiricamente verificabile, è scientifico → Se un enunciato non è empiricamente verificabile, è privo di senso → Un enunciato metafisico non è semplicemente falso o indecidibile, ma insensato (non vuol dire nulla, deriva da un uso scorretto del linguaggio)

  33. Il problema della demarcazione secondo il Circolo di Vienna Scientificità ↔ Verificabilità empirica ↔ Sensatezza → Se un enunciato è empiricamente verificabile, è scientifico → Se un enunciato non è empiricamente verificabile, è privo di senso → Un enunciato metafisico non è semplicemente falso o indecidibile, ma insensato (non vuol dire nulla, deriva da un uso scorretto del linguaggio) →L’unico tipo possibile di discorso sensato è quello scientifico.

  34. La critica di Popper alla soluzione del problema della demarcazione fornita dal Circolo di Vienna Scientificità ↔ Verificabilità empirica ↔ Sensatezza

  35. La critica di Popper alla soluzione del problema della demarcazione fornita dal Circolo di Vienna Scientificità ↔ Verificabilità empirica ↔ Sensatezza -I dati empirici sono esprimibili in asserzioni particolari (?) -Le leggi scientifiche sono asserzioni universali →PROBLEMA DELL’INDUZIONE

  36. La critica di Popper alla soluzione del problema della demarcazione fornita dal Circolo di Vienna Scientificità Sensatezza

  37. La critica di Popper alla soluzione del problema della demarcazione fornita dal Circolo di Vienna Scientificità ↔ Falsificabilità empirica Sensatezza

  38. La critica di Popper alla soluzione del problema della demarcazione fornita dal Circolo di Vienna Scientificità ↔ Falsificabilità empirica Sensatezza -Popper non è interessato al linguaggio e al problema del significato. -Tende a considerare i problemi metafisici dotati di senso e spesso stimolanti per la scienza

  39. La filosofia della scienza di Popper

  40. La filosofia della scienza di Popper -Problema dell’induzione -Problema della demarcazione -Teoria “evoluzionistica” della scienza -Sensatezza e fecondità dei problemi filosofici (metafisici) -Alcuni problemi “metafisici”: -Determinismo/indeterminismo/libero arbitrio -Il rapporto mente-corpo (e la teoria dei tre mondi)

  41. La filosofia della scienza di Popper -1932 (1979) I due problemi fondamentali della teoria della conoscenza -1934 Logica della scoperta scientifica -1957 (1982-3) Poscritto alla logica della scoperta scientifica -1963 Congetture e confutazioni -1977 L’io e il suo cervello (con John Eccles)

  42. II. Il cigno nero(il problema dell’induzione)

  43. II. Il cigno nero(il problema dell’induzione) “Per quanto numerosi siano i casi di cigni bianchi che possiamo aver osservato, ciò non giustifica la conclusione che tutti i cigni sono bianchi” [Logica della scoperta scientifica, cit. p. 6]

  44. Il problema dell’induzione • Problema logico (quid iuris): è possibile inferire in maniera logicamente valida un’asserzione universale da asserzioni particolari? • Problema psicologico (quid facti): quando ragioniamo, giustifichiamo le nostre credenze universali a partire da asserzioni particolari?

  45. Il problema dell’induzione Hume Popper • Problema logico (quid iuris): è possibile inferire in maniera logicamente valida un’asserzione universale da asserzioni particolari? • Problema psicologico (quid facti): quando ragioniamo, giustifichiamo le nostre credenze universali a partire da asserzioni particolari?

  46. Il problema dell’induzione Hume Popper • Problema logico (quid iuris): è possibile inferire in maniera logicamente valida un’asserzione universale da asserzioni particolari? • Problema psicologico (quid facti): quando ragioniamo, giustifichiamo le nostre credenze universali a partire da asserzioni particolari? NO

  47. Il problema dell’induzione Hume Popper • Problema logico (quid iuris): è possibile inferire in maniera logicamente valida un’asserzione universale da asserzioni particolari? • Problema psicologico (quid facti): quando ragioniamo, giustifichiamo le nostre credenze universali a partire da asserzioni particolari? NO SI’

  48. Il problema dell’induzione Hume Popper • Problema logico (quid iuris): è possibile inferire in maniera logicamente valida un’asserzione universale da asserzioni particolari? • Problema psicologico (quid facti): quando ragioniamo, giustifichiamo le nostre credenze universali a partire da asserzioni particolari? NO SI’ ↓ IRRAZIONALISMO

  49. Il problema dell’induzione Hume Popper • Problema logico (quid iuris): è possibile inferire in maniera logicamente valida un’asserzione universale da asserzioni particolari? • Problema psicologico (quid facti): quando ragioniamo, giustifichiamo le nostre credenze universali a partire da asserzioni particolari? NO NO SI’ ↓ IRRAZIONALISMO

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