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RUOLO DELL’ORGANO DI VIGILANZA NEL SISTEMA DELLA PREVENZIONE

RUOLO DELL’ORGANO DI VIGILANZA NEL SISTEMA DELLA PREVENZIONE. SANTO ALFONZO Direttore S.Pre.S.A.L. ASL CN1 CUNEO SAVIGLIANO MONDOVI’. L’OBIETTIVO SERVIZI DI PREVENZIONE E SICUREZZA DEGLI AMBIENTI DI LAVORO E’. BENESSERE E LA SALUTE DEL LAVORATORE.

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RUOLO DELL’ORGANO DI VIGILANZA NEL SISTEMA DELLA PREVENZIONE

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Presentation Transcript


  1. RUOLO DELL’ORGANO DI VIGILANZA NEL SISTEMA DELLA PREVENZIONE SANTO ALFONZO Direttore S.Pre.S.A.L. ASL CN1 CUNEO SAVIGLIANO MONDOVI’

  2. L’OBIETTIVO SERVIZI DI PREVENZIONE E SICUREZZA DEGLI AMBIENTI DI LAVORO E’ BENESSERE E LA SALUTE DEL LAVORATORE PREVENZIONE DELLE DISABILITÀ DA LAVORO E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI TALE FINALITA’ E’ PERSEGUITA NELL’AMBITO DELLE MISSION ASSEGNATE ALLE AZIENDE SANITARIE LOCALI, QUALI EMANAZIONI LOCALI DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE

  3. FONDAMENTO NORMATIVO COSTITUZIONE art. 32 Legge 23 dicembre 1978, n. 833 "Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale"  Art. 1 - (I principi) La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettivitàmediante il servizio sanitario nazionale … Il servizio sanitario nazionale è costituito dal complesso delle funzioni,delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali

  4. Legge 23 dicembre 1978, n. 833 "Istituzione del Servizio Sanitario Nazionale"  FONDAMENTO NORMATIVO Art. 14 - (Unità sanitarie locali) Nell'ambito delle proprie competenze, l'Unità Sanitaria Locale provvede in particolare: …. f) all'igiene e medicina del lavoro, nonché alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e delle malattie professionali. Art. 21 - (Organizzazione dei servizi di prevenzione) … all'unità sanitaria locale sono attribuiti, con decorrenza 1 gennaio 1980, i compiti attualmente svolti dall'Ispettorato del lavoro in materia di prevenzione, di igiene e di controllo sullo stato di salute dei lavoratori …

  5. S.I.S.P. S.I.A.N. VETERINARIA AREA A AREA B AREA C SANITA’ ANIMALE ALIMENTI DI ORIGINE ANIMALE IGIENE ALLEVAMENTI E PRODUZIONE SERVIZI DI PREVENZIONE E SICUREZZA degli AMBIENTI di LAVORO DIPARTIMENTO DI PREVENZIONE DELLE A.S.L.

  6. NORMATIVA PRECEDENTE DPR 547/55 LE MACCHINE, GLI IMPIANTI, LE ATTREZZATURE ED I LUOGHI DI LAVORO SONO CONCEPITI COME PUNTI CARDINE DELLA PREVENZIONE DPR 303/56 DPR 164/56

  7. NORMATIVA ATTUALE D.LGS. 81/2008 Unico testo Normativo in materia di sicurezza del lavoro L’UOMO E’ CONCEPITO COME IL PRINCIPALE ATTORE DELLA SICUREZZA E DELLA PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI NEGLI AMBIENTI E NEI LUOGHI DI LAVORO Si focalizza l’attenzione su organi di staff e line aziendali quali SOGGETTI ATTIVI della prevenzione

  8. L’ORGANIZZAZIONE DELLA PREVENZIONE E I SOGGETTI COINVOLTI DATORE DI LAVORO DIRIGENTI PREPOSTI DATORE DI LAVORO DIRIGENTI PREPOSTI Organizzazioni sindacali Installatori Lavoratori autonomi Imprese esterne Consulenti R.S.P.P. Medico Competente R.S.P.P. Medico Competente LAVORATORI R.L.S.

  9. ENTI ISTITUZIONALI coinvolti nella promozione della salute sui luoghi di lavoro I.S.P.E.S.L. A.R.P.A. A UNIVERSITA’ A.S.L. S.Pre.S.A.L. I.N.A.I.L. D.P.L. F VIGILI DEL FUOCO

  10. VIGILANZA PROMOZIONE IL RUOLO E’ QUELLO DIPROMUOVERE LA PREVENZIONEE VIGILARESULL’ATTUAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE (S.Pre.S.A.L.) MODULATORE del sistema

  11. VIGILANZA NEI LUOGHI DI LAVORO ISPEZIONI CANTIERI ISPEZIONI negli AMBIENTI DI LAVORO VIGILANZA PREVENTIVA (es. piani di comparto, n.i.p.) INDAGINI SU INFORTUNI E MALATTIE PROFESSIONALI (prevenzione secondaria) PROMOZIONE DELLA SALUTE NEI LUOGHI DI LAVORO INFORMAZIONE FORMAZIONE ASSISTENZA

  12. PREVENZIONE Insieme di azioni che hanno lo scopo di mantenere lo stato di salute, inteso come benessere psico-fisico dell’uomo PREVENZIONE PRIMARIA PREVENZIONE SECONDARIA

  13. PREVENZIONE PRIMARIA PREVENZIONE SECONDARIA attività dei Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli ambienti di Lavoro Tende a evitare l’insorgenza dell’evento lesivo Tende a evitare il ripetersi dell’evento lesivo

  14. IL RUOLO del S.Pre.S.A.L. Gli strumenti della promozione e della vigilanza devono tendere a promuovere lo sviluppo nei soggetti obbligati di una cultura della prevenzione e della sicurezza CULTURA DELLA SICUREZZA NEI SOGGETTI OBBLIGATI E NEI LAVORATORI

  15. IL SISTEMA SANZIONATORIO Il Dlgs 81/08 e s.m.i. prevede 3 tipologie di sanzioni: ammenda arresto o ammenda sanzioni amministrative • Rispetto al passato (Dlgs 626/94 e prec.) è confermata l’ impostazione generale con qualche variazione: • alcune sanzioni sono state ridotte ed altre incrementate (per garantire la proporzionalità rispetto alla gravità dell’illecito) • introdotte specifiche sanzioni per il dirigente (prima non previste) per il datore di lavoro, in alcuni casi per il preposto • Modifiche sostanziali per procedure sanzioni amministrative ed estensione • del D.Lvo758/94 alle Ammende

  16. Reati puniti pena alternativa ARRESTO O AMMENDA D.Lvo n° 758/94 RISCONTRO DI VIOLAZIONI IN SEGUITO A SOPRALLUOGO ISPETTIVO COMUNICAZIONE NOTIZIA DI REATO AL P.M. PRESCRIZIONE SOPRALLUOGO DI VERIFICA ADEMPIMENTO INADEMPIMENTO AMMISSIONE AL PAGAMENTO DI 1/4 DEL MASSIMO IN VIA AMMINISTRATIVA IL P.M. CHIEDE AL G.I.P. IL RINVIO A GIUDIZIO Esempio Il P.M. chiede al G.I.P. l’archiviazione

  17. novità Reati puniti con la pena dell’AMMENDA D.Lvo n° 758/94 RISCONTRO DI VIOLAZIONI IN SEGUITO A SOPRALLUOGO ISPETTIVO COMUNICAZIONE NOTIZIA DI REATO AL P.M. PRESCRIZIONE SOPRALLUOGO DI VERIFICA ADEMPIMENTO INADEMPIMENTO AMMISSIONE AL PAGAMENTO DI 1/4 DEL MASSIMO IN VIA AMMINISTRATIVA IL P.M. CHIEDE AL G.I.P. IL RINVIO A GIUDIZIO Esempio Il P.M. chiede al G.I.P. l’archiviazione

  18. Reati puniti con sanzione amministrativa L. 689/81 RISCONTRO DI VIOLAZIONI IN SEGUITO A SOPRALLUOGO ISPETTIVO CONTESTAZIONE con “TERMINE PER LA REGOLARIZZAZIONE” novità Art 301 bis VERIFICA REGOLARIZZAZIONE MANCATA REGOLARIZZAZIONE AMMISSIONE AL PAGAMENTO COME DA L.689/81 Doppio minimo Un terzo del massimo AMMISSIONE AL PAGAMENTO DELL’IMPORTO MINIMO SANZIONE Esempio

  19. Reati puniti pena alternativa ARRESTO O AMMENDA D.Lvo n° 758/94

  20. Reati puniti con la pena dell’AMMENDA D.Lvo n° 758/94 Art 35 Riunione Periodica [..]

  21. Reati puniti con sanzione amministrativa L. 689/81 Art 35 Riunione Periodica [..]

  22. Il lavoratore Chi è? Il soggetto che svolge attività lavorativa per un DL con o senza retribuzione anche al solo scopo di apprendere un mestiere un’arte o una professione

  23. Vanno computati Ai fini dell’attuazione degli obblighi previsti dal Dlgs 81/08 • Il socio lavoratore di cooperativa o società • L’associato in partecipazione art. 2549 CC • Tirocinanti per tirocini formativi L.196/97 • Allievo istituti e università • Volontari dei VVFF e Protezione Civile • Lavoratori socialmente utili

  24. Non vanno computati Ai fini dell’attuazione degli obblighi previsti dal Dlgs 81/08, ma comunque soggetti a tutela • i collaboratori famigliari • allievi di istituti superiori e universitari • lavoratori a tempo determinato in sostituzione di altri • che svolgono prestazioni occasionali accessorie • che volgono attività non esclusiva a favore di un DL • Volontari , volontari VVFF, Prot. Civile, serv. Civile • lav. Socialmente utili • CO.CO.CO, lav progetto, autonomi, in prova

  25. Società sportive organizzazione • Società sportiva –atleti professionisti, dipendenti amministrativi ecc. (subordinazione) • Associazione Sportiva Dilettanti – atleti dilettanti (subordinazione di fatto)

  26. Volontari • Se appartengono alla stessa società parrebbero esclusi per mancanza di onerosità • Se appartengono a società diverse potrebbe configurasi un vincolo di subordinazione a prescindere dal tipo di attività (addetto manutenzione campo, pulizia ecc.)

  27. Pubblico • Ovviamente non ha vincoli di subordinazione • Le responsabilità per eventuali lesioni in caso di incidente vanno suddivise tra la proprietà dell’immobile e gestore dell’impianto

  28. PRESTAZIONI e SALUTE ATLETI SCRIMINANTE SPORTIVA Gestione rischio RISCHIO ACCETTATO = RISCHIO RESIDUO abilità e capacità comprovate allenamento controlli sanitari regolamento sportivo / tecnico (attrezzature/Impianti) regole della disciplina (arbitro) fair play giustizia sportiva

  29. BUON IMPEGNO A TUTTI Grazie Santo ALFONZO

  30. RIFERIMENTI NORMATIVI RICHIAMATI NELLA PRESENTAZIONE

  31. PROTOCOLLO DI GESTIONE DELLE DENUNCE CONCERNENTI GLI INFORTUNI SUL LAVORO Nel corso degli anni 2000 e 2001 è stata intrapresa nella Regione Piemonte una serie di iniziative volte a definire un protocollo operativo comune nel campo degli infortuni, concordato con la Procura Generale della Repubblica per il Piemonte e la Valle d’Aosta. Il protocollo è stato licenziato in data 4/4/2003 con nota del Procuratore Generale della Repubblica in Torino, Gian Carlo Caselli, trasmessa a tutte le Procure del Piemonte e della Valle D’Aosta. Il protocollo è basatosull’invio preliminare di tutte le denunce ai Servizi di Prevenzione e Sicurezza sui Luoghi di Lavoro, che provvederanno aselezionare con un’apposita griglia gli accadimenti per i quali condurre le inchiestee le notifiche da trasmettere successivamente alle Procure della Repubblica.

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