1 / 209

CORSO DI METODOLOGIE E DETERMINAZIONI QUANTITATIVE D’AZIENDA TATIANA MAZZA STEFANO AZZALI

CORSO DI METODOLOGIE E DETERMINAZIONI QUANTITATIVE D’AZIENDA TATIANA MAZZA STEFANO AZZALI. L’ANALISI PER INDICI DI BILANCIO E FLUSSI DI CASSA RICLASSIFICAZIONI STATO PATRIMONIALE CONTO ECONOMICO L’ANALISI PER INDICI INDICI DI SOLIDITA’ INDICI DI LIQUIDITA’ INDICI DI REDDITIVITA’

brosh
Download Presentation

CORSO DI METODOLOGIE E DETERMINAZIONI QUANTITATIVE D’AZIENDA TATIANA MAZZA STEFANO AZZALI

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. CORSO DI METODOLOGIE E DETERMINAZIONI QUANTITATIVE D’AZIENDATATIANA MAZZASTEFANO AZZALI

  2. L’ANALISI PER INDICI DI BILANCIO E FLUSSI DI CASSA • RICLASSIFICAZIONI • STATO PATRIMONIALE • CONTO ECONOMICO • L’ANALISI PER INDICI • INDICI DI SOLIDITA’ • INDICI DI LIQUIDITA’ • INDICI DI REDDITIVITA’ • ROE: ANALISI MOLTIPLICATIVA E ADDITIVA • ROI: ANALISI MOLTIPLICATIVA • SCOMPOSIZIONE EBIT/OF • L’ANALISI PER FLUSSI DI CASSA • OPERAZIONI STRAORDINARIE • TRASFORMAZIONE • LIQUIDAZIONE • FUSIONE IL PROGRAMMA

  3. La prova scritta comprende esercizi e domande (parte interpretativa) su tutto il programma (vedi lucido precedente), con pari peso sulla valutazione finale. • Analisi degli indici di bilancio: • Riclassifica dello stato patrimoniale o del conto economico secondo i criteri sviluppati durante le lezioni. • Calcolo di alcuni indici di bilancio indicandone la relativa formula. • Interpretazione degli indici in base al caso analizzato. L’interpretazione deve finalizzata a comprendere lo stato di salute della specifica azienda oggetto di analisi. • Apprezzamento della dinamica finanziaria complessiva; • Apprezzamento del contributo offerto dalla gestione operativa, finanziaria e degli investimento sulle fonti e sugli impieghi di cassa della specifica azienda da esaminare. • Operazioni straordinarie: scritture contabili inerenti alle fusioni, trasformazioni e liquidazioni, con commento alle varie fasi di svolgimento delle operazioni. ESAME

  4. ORARIO DI RICEVIMENTO: MERCOLEDI’ ORE 9.00-11.00 ORE 14.00-16.00 LIBRO DI TESTO L’ANALISI DI BILANCIO CLAUDIO TEODORI SECONDA EDIZIONE 2008 G. GIAPPICHELLI EDITORE – TORINO Esclusi i paragrafi: 7.5-9.1- 9.2- 9.3-10.4-10.5-10.7-11.1 RICEVIMENTO

  5. APPELLI • 17 dicembre 2014, ore 11.00 • 8 gennaio 2015, ore 11.00 • 28 gennaio 2015, ore 11.00 • 3 giugno 2015, ore 14.00 • 16 giugno 2015, ore 14.00 • 8 luglio 2015, ore 14.00 • 2 settembre 2015, ore 14.00 RICEVIMENTO

  6. ANALISI DI BILANCIOCap. 1Par. 1.1-1.2-1.3-1.4-1.5-1.6Libro di testo

  7. OBIETTIVI L’economicità rappresenta il principio guida nel governo delle imprese, il cui perseguimento è alla base del successo economico, in quanto permette all’impresa di conseguire la durabilità e l’autonomia. L’agire secondo economicità comporta l’ottenimento di equilibri sotto diverse prospettive. Per formulare articolati e completi giudizi, è necessario sottoporre il bilancio destinato a pubblicazione ad elaborazione, utilizzando tecniche riconducibili all’analisi di bilancio. Compiere analisi di bilancio significa applicare un metodo di ricerca in cui l’oggetto di indagine è scomposto ed esaminato nelle sue parti elementari, significative per il raggiungimento di definiti obiettivi conoscitivi.

  8. OBIETTIVI Il bilancio destinato a pubblicazione è finalizzato, oltre a rispettare un obbligo di legge, a soddisfare il fabbisogno informativo di una molteplicità di interlocutori, prevalentemente esterni all’azienda. Genericamente essi si identificano con i conferenti capitale risparmio, i manager e i dipendenti, l’amministrazione finanziaria, i clienti, i fornitori, i conferenti capitale di prestito, i concorrenti, gli investitori istituzionali, i revisori, le agenzie di rating, i ricercatori, gli organi giudiziari, gli utilizzatori intermedi o a fini statistici, la stampa economica: non per tutti questi interlocutori risulta sufficiente il bilancio destinato a pubblicazione, che deve essere opportunamente integrato da altre informazioni quali-quantitative. Tale molteplicità di soggetti, con caratteristiche ed interessi anche divergenti, è causa delle necessità di adeguamento della metodologia generale di analisi agli scopi conoscitivi perseguiti.

  9. OBIETTIVI Le analisi di bilancio per indici e flussi sono una tecnica fondamentale per conoscere ed interpretare la dimensione economico-finanziaria della gestione aziendale. Attraverso le analisi è infatti possibile ottenere importanti sintomi ed indizi su aspetti significativi dell’attività d’impresa, con l’esame critico del sistema di valori di cui è espressione il bilancio d’esercizio. Conoscenza della situazione economica Conoscenza della situazione patrimoniale Conoscenza della situazione finanziaria Interpretazione dei risultati

  10. TEMPISTICA 1) Periodicamente (il più spesso possibile) per comprendere l’andamento della gestione aziendale a fini interni (ma anche esterni) 2) Quando è necessario al fine di presentare dei documenti agli istituti finanziari ai fini di rilascio/conferma di linee di affidamento 3) Nei casi di piani di ristrutturazione aziendale

  11. SOGGETTI L’analista interno all’impresa avrà una mole di informazioni senz’altro maggiore rispetto all’analista esterno. Egli potrà, conseguentemente, arrivare, nell’analisi dei bilanci e delle relative performance aziendali, fino alla singola distinzione ed evidenziazione dei comportamenti e delle prestazioni a livello di singole funzioni aziendali e aree strategiche d’affari. L’analista esterno, invece, deve necessariamente fare riferimento ai dati di bilancio e dalle informazioni da questo desumibili evitando di procedere mediante l’uso di ipotesi arbitrarie che potrebbero condurre a conclusioni fuorvianti sullo stato di salute e di efficienza dell’impresa.

  12. FASI Le tappe fondamentali dell’analisi sono le seguenti • fase 1: Normalizzazione dei dati • fase 2: Riclassifica dello stato patrimoniale e del conto economico Secondo criteri coerenti rispetto alle finalità dell’analisi • fase 3: Analisi della struttura finanziaria e dei risultati economici con gli indici di bilancio • fase 4: Analisi dei flussi finanziari con il rendiconto finanziario

  13. FASE 1 Normalizzare i dati Nell’ambito della lettura del bilancio come momento di prima interpretazione è data lettura di tutti i documenti disponibili: relazione sulla gestione, nota integrativa, Stato Patrimoniale e Conto Economico, relazioni di altri soggetti (collegio sindacale, revisore) singolarmente e in modo incrociato. L’analisi viene approfondita investigando le principali variazioni intervenute nelle classi di valori, le tavole integrative, i criteri di valutazione, i conti d’ordine. Si ricerca la presenza di operazioni straordinarie o intragruppo. Occorre individuare i destinatari e valutare il grado di discrezionalità. Normalizzare significa cercare di depurare il bilancio da eventuali interferenze fiscali o «extragestionali», o da politiche di bilancio.

  14. FASE 2 Cos’è la riclassificazione del bilancio? La riclassificazione dei documenti contabili del bilancio consiste in una rielaborazione e riaggregazione delle voci dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico ai fini di disporre di dati più significativi per l’analisi di bilancio.

  15. FASE 2 IL RUOLO DELLA NOTA INTEGRATIVA E DELLA RELAZIONE SULLA GESTIONE • I valori delle tavole di sintesi di Stato Patrimoniale e Conto Economico di specie quantitativo-monetaria, rappresentano in modo parziale e non sufficientemente esplicativo i fenomeni aziendali (le operazioni di gestione) che li hanno generati. • Le informazioni integrative, supplementari e di specie anche qualitativa in Nota Integrativa e Relazione sulla gestione servono per descrivere, informare e spiegare. In questa sede sarà ampiamente utilizzata la Nota Integrativa per procedere alle riclassificazioni di bilancio.

  16. FASE 3 La riclassificazione del bilancio risulta utile, oltre che per i motivi visti in precedenza, in quanto consente di ricorrere ad altri strumenti di analisi: IL SISTEMA DEGLI INDICI Gli indici di bilancio possono essere raggruppati in tre distinti sottoinsiemi, a seconda della dimensione aziendale a cui si riferiscono: Indici di Redditività Indici di Liquidità Indici di Solidità

  17. FASE 4 L’analisi della dinamica finanziaria è effettuata con il RENDICONTO FINANZIARIO Questo documento presenta i flussi di cassa complessivi interventi in un determinato periodo amministrativo in una impresa, e i flussi di cassa scomposti nelle seguenti gestioni : Gestione operativa Gestione degli investimenti Gestione dei finanziamenti

  18. STATO PATRIMONIALECap. 3, Par. 3.1-3.2-3.3 Cap. 4,Par. 4.1-4-3Cap. 11Par. 11.2-11.3Libro di testo

  19. STATO PATRIMONIALE SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI CONTABILI

  20. SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI CONTABILI STATO PATRIMONIALE • CONSIDERAZIONI SUGLI SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI NAZIONALI • CRITERI MISTI DI CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’ • CRITERIO FINANZIARIO • CRITERIO GESTIONALE Secondo la normativa italiana, si ricorda a tale proposito, l’esistenza di alcune classi di valori sia all’interno dell’attivo circolante sia delle immobilizzazioni (ad esempio, le partecipazioni e di crediti): l’inserimento in un’area piuttosto che nell’altra viene effettuato in base alla destinazione cioè alla funzione assunta dall’investimento nell’ambito della gestione. Anche se il doppio principio classificatorio fornisce informazioni rilevanti al lettore, l’effetto immediato di tale scelta è la disponibilità di aggregati che non possono essere immediatamente interpretati: si pensi ad esempio all’attivo circolante che non si identifica né con un concetto finanziario ne con un concetto operativo/gestionale. • CRITERIO DI CLASSIFICAZIONE DELLE PASSIVITA’ • ABBANDONO CRITERIO FINANZIARIO • SEPARAZIONE DELLE VOCI RELATIVE A MEZZI PROPRI

  21. SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI CONTABILI STATO PATRIMONIALE • CONSIDERAZIONI SUGLI SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI NAZIONALI NON VI È UNA RAPPRESENTAZIONE IMMEDIATA DELLA SITUAZIONE FINANZIARIA Non si deve sottoporre a critica lo stato patrimoniale: lo schema destinato a pubblicazione deve solo assicurare chiarezza. Le finalità conoscitive specifiche saranno poi raggiunte con l’analisi di bilancio e le diverse riclassificazioni.

  22. SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI CONTABILI STATO PATRIMONIALE CONSIDERAZIONI SUGLI SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI INTERNAZIONALI • CRITERIO MISTO DELLE ATTIVITA’ E PASSIVITA’ (corrente-non corrente/liquidità) • ECCESSO DI FLESSIBILITA’ • Difficile comparabilità tra le imprese • A differenza della regolamentazione italiana, negli IAS/IFRS non sono previsti schemi vincolanti ma vengono solamente indicate delle informazioni di riferimento o minimali che debbono essere presenti. • Per questa ragione è difficile predisporre degli schemi di riconciliazione in quanto ciascuna impresa utilizzerà, pur nella comunanza delle indicazioni generali fornite, delle tavole coerenti con le proprie caratteristiche. In queste slide saranno forniti esempi di conti che è possibile trovare negli Stati Patrimoniali IAS/IFRS. • Inoltre è possibile trovare prospetti già riclassificati. Occorre analizzare quindi le scelte effettuate dall’azienda nella riclassificazione ed effettuare elaborazioni specifiche se necessario. Spesso la definizione di attività e passività correnti e non correnti non corrisponde con quella prevista dalla riclassificazione per pertinenza gestionale (ad esempio i crediti finanziari a breve sono considerati correnti dagli IAS/IFRS e non correnti dalla riclassificazione per pertinenza gestionale)

  23. STATO PATRIMONIALE RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE La riclassificazione si pone come obiettivo di analizzare la struttura patrimoniale e finanziaria dell’impresa: ciò non tanto in termini di valore complessivo ma di composizione. Il bilancio previsto nella regolamentazione italiana e dai principi contabili internazionali deve essere soggetto a rielaborazione poiché il suo scopo (rappresentazione veritiera e corretta della situazione patrimoniale, finanziaria e del risultato economico) è garantire ai terzi un’informativa la più ampia e completa possibile. D’altro canto, la riclassificazione di un qualsivoglia bilancio viene effettuata in funzione degli obiettivi che si intendono perseguire e del soggetto che la effettua: non esiste un’unica metodologia applicabile poiché a fronte di uno scopo generale, molteplici sono i fini specifici che ci si può prefiggere.

  24. DIVERSI TIPI DI RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE STATO PATRIMONIALE Per raggiungere la finalità indicata è necessario individuare un criterio attraverso il quale aggregare i singoli valori patrimoniali e finanziari. Nella realtà operativa 2 risultano essere i criteri più significativi: • Stato Patrimoniale riclassificato secondo il criterio di LIQUIDITÀ – ESIGIBILITÀ • Stato Patrimoniale riclassificato secondo il criterio di PERTINENZA GESTIONALE I 2 criteri sono alternativi, in quanto traggono origine da finalità conoscitive differenti, anche se entrambi portano alla determinazione della struttura degli investimenti da una parte e delle fonti di finanziamento dall’altra.

  25. STATO PATRIMONIALE LIQUIDITÀ - ESIGIBILITÀ • SCOPO: • Esprime l’attitudine degli investimenti e delle fonti di finanziamento a procurare e a richiedere mezzi di pagamento. ANALSI DELLA LIQUIDITA’ E SOLIDITA’ • Permette di verificare l’equilibrio tra le scadenze temporali degli investimenti e finanziamenti. Questo criterio pone l’accento sulla durata (scadenza) dell’investimento e del finanziamento.

  26. STATO PATRIMONIALE LIQUIDITÀ - ESIGIBILITÀ • RISULTATO: • Stato patrimoniale a sezioni contrapposte con indicazione degli impieghi, complesso di investimenti in attesa di realizzo, e delle fonti, complesso di finanziamenti in attesa di estinzione. • Gli impieghi sono classificati per LIQUIDITA’: attitudine a trasformarsi in forma monetaria nel breve periodo • Le fonti sono classificate per ESIGIBILITA’: tempo entro cui si prevede di sostenere l’esborso monetario per la loro estinzione.

  27. LIQUIDITÀ - ESIGIBILITÀ STATO PATRIMONIALE L’analisi avviene riaccorpando le varie classi di valore (voci di bilancio) in base a criteri finanziari, secondo i quali le attività e le passività vengono presentate in ordine di liquidità decrescente (orizzonte temporale entro/oltre 12 mesi)

  28. STATO PATRIMONIALE LIQUIDITÀ - ESIGIBILITÀ • Gli IMPIEGHI sono suddivisi in: • ATTIVO A BREVE • ATTIVO A LUNGO: questo corrisponde all’Attivo fisso netto o alle Immobilizzazioni con scadenza superiore a 12 mesi (se all’interno delle immobilizzazioni sono presenti degli investimenti classificati per destinazione in questo aggregato ma con scadenza inferiore a 12 mesi, come le quote a breve dei crediti finanziari a lunga scadenza, devono essere riclassificate nell’attivo a breve).

  29. STATO PATRIMONIALE LIQUIDITÀ • L’attivo a breve, anch’esso, è rappresentato in ordine decrescente di liquidità: la componente più liquida è rappresentata dalla liquidità immediata che include tutte le disponibilità già in forma liquida o prontamente liquidabili (cassa, banca …); a seguire le liquidità differite che includono le attività convertibili in moneta alla loro naturale scadenza ovvero attraverso operazioni di finanziamento (crediti verso clienti, …); e infine le disponibilità di magazzino per le quali non si sono finora manifestati i ricavi e che richiedono l’effettuazione di una o più fasi del processo produttivo (rimanenze, …).

  30. STATO PATRIMONIALE LIQUIDITÀ - ESIGIBILITÀ • L’attivo a lungo include 3 tipologie di immobilizzazioni: materiali, immateriali e finanziarie

  31. STATO PATRIMONIALE LIQUIDITÀ - ESIGIBILITÀ • Le FONTI sono suddivise in : • MEZZI PROPRI: questo raggruppamento rappresenta il Capitale Proprio o Patrimonio Netto, formato dal capitale sociale, dalle riserve e dagli utili. • MEZZI DI TERZI: questo raggruppamento rappresenta il Capitale di Terzi o Capitale di prestito, cioè le fonti di finanziamento provenienti dall’esterno dell’impresa. Ogni classificazione contiene la divisione tra mezzi propri e mezzi di terzi, la peculiarità della classificazione liquidità-esigibilità è la suddivisione dei mezzi di terzi in passività a breve e a lungo.

  32. STATO PATRIMONIALE LIQUIDITÀ - ESIGIBILITÀ • A BREVE si intende entro 12 mesi • A LUNGO si intende oltre 12 mesi INDIPENDENTEMENTE DALLA GESTIONE • Esempi: • un debito commerciale a 18 mesi è a lungo • un credito commerciale a 8 mesi è a breve • un debito finanziario a 8 mesi è a breve

  33. SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI CONTABILI STATO PATRIMONIALE

  34. STATO PATRIMONIALE SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI CONTABILI

  35. STATO PATRIMONIALE PERTINENZA GESTIONALE • SCOPO: • Separazione di impieghi e fonti relativi alla gestione caratteristica o operativa da altre aree della gestione • Evidenziare il ciclo acquisto-produzione-vendita (o ciclo economico-tecnico) indipendentemente dalle scadenze. Questo criterio pone enfasi alla gestione a cui partengono le differenti componenti patrimoniali e finanziarie.

  36. STATO PATRIMONIALE PERTINENZA GESTIONALE • RISULTATO: • Stato patrimoniale a sezioni contrapposte con separazione degli impieghi e delle fonti operativi • Gli impieghi e le fonti sono classificati per OPERATIVI e NON OPERATIVI. • Gli impieghi e le fonti OPERATIVI sono classificati in CORRENTI, derivanti da fattori produttivi la cui entità è influenzata dal ciclo acquisto-produzione-vendita che si rinnovano continuamente e NON CORRENTI, derivanti da fattori produttivi durevoli e strumentali per la gestione tipica, connessi alle scelte di investimento e disinvestimento per le decisioni di predisposizione e modificazione della struttura.

  37. STATO PATRIMONIALE L’analisi avviene riaccorpando le varie classi di valore (voci di bilancio) in base a criteri di pertinenza gestionale, secondo i quali le attività e le passività vengono presentate in base a quale area gestionale appartengono indipendentemente dalla loro durata

  38. STATO PATRIMONIALE PERTINENZA GESTIONALE • Gli IMPIEGHI sono suddivisi in: • ATTIVO OPERATIVO che a sua volta è scomposto in corrente e non corrente. • ATTIVO NON OPERATIVO: questo raggruppamento rappresenta le attività non relative alla gestione caratteristica, come ad esempio le partecipazioni se non sono strumentali all’attività, gli immobili civili (di proprietà dei soci) ma non strumentali all’attività aziendale.

  39. STATO PATRIMONIALE PERTINENZA GESTIONALE • Le FONTI sono suddivise in : • MEZZI PROPRI: questo raggruppamento rappresenta il Capitale Proprio o Patrimonio Netto, formato dal capitale sociale, dalle riserve e dagli utili. • MEZZI DI TERZI: questo raggruppamento rappresenta il Capitale di Terzi o Capitale di prestito, cioè le fonti di finanziamento provenienti dall’esterno dell’impresa. Ogni classificazione contiene la divisione tra mezzi propri e mezzi di terzi, la peculiarità della classificazione secondo la pertinenza gestionale è la suddivisione dei mezzi di terzi in passività a correnti e non correnti.

  40. STATO PATRIMONIALE PERTINENZA GESTIONALE • CORRENTE si intende riferito al ciclo acquisto-produzione-vendita • NON CORRENTE si intende non riferito a detto ciclo INDIPENDENTEMENTE DALLA DURATA • Esempi: • un debito commerciale a 18 mesi è corrente • un credito commerciale a 8 mesi è corrente • un debito finanziario a 8 mesi è non corrente

  41. SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI CONTABILI STATO PATRIMONIALE N.B: Il libro di testo suggerisce di classificare le disponibilità liquide nell’attivo non operativo. In queste slide invece le consideriamo att. corrente. Ogni corrente di pensiero può prevedere delle varianti alle riclassificazioni.

  42. STATO PATRIMONIALE SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI CONTABILI

  43. CONTO ECONOMICO Cap. 2 Par. 2.1-2.2-2.3-2.4 Cap. 4,Par. 4.1-4-2 Cap. 11 Par. 11.2-11.3 Libro di testo

  44. CONTO ECONOMICO SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI CONTABILI

  45. CONTO ECONOMICO SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI CONTABILI • CONSIDERAZIONI SUGLI SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI NAZIONALI • CLASSIFICAZIONE DEI COSTI OPERATIVI SOLO PER NATURA • MANCANZA DI DISCLOSURE PER ALCUNE VOCI DI BILANCIO (ESEMPIO: COSTI PER SERVIZI) • NON VI SONO CONTRIBUTI SOSTANZIALI A LIVELLO GESTIONALE PER UN’IMMEDIATA ANALISI DEL REDDITO • Nonostante la forma scalare, i risultati economici intermedi possono essere fonti di erronee interpretazioni. • Non si deve sottoporre a critica il conto economico poiché presenta pochi risultati economici intermedi: lo schema destinato a pubblicazione deve solo assicurare chiarezza, in modo da comprendere se il reddito in massima sintesi sia determinato con criteri economicamente corretti e rappresenti l’effettivo risultato di una gestione unitaria. Le finalità conoscitive specifiche saranno poi raggiunte con l’analisi di bilancio e le diverse riclassificazioni del Conto Economico

  46. CONTO ECONOMICO SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI CONTABILI • CONSIDERAZIONI SUGLI SCHEMI PREVISTI DAI PRINCIPI INTERNAZIONALI • Mancata separazione della gestione straordinaria • Assenza di risultati intermedi obbligatori • Eccesso di flessibilità • Difficile comparabilità tra le imprese • A differenza della regolamentazione italiana, negli IAS/IFRS non sono previsti schemi vincolanti ma vengono solamente indicate delle informazioni di riferimento o minimali che debbono essere presenti. Per il Conto Economico si rilevano differenziazioni maggiormente significative. L’elenco delle voci minimali appare veramente sintetico. • Per questa ragione è difficile predisporre degli schemi di riconciliazione in quanto ciascuna impresa utilizzerà, pur nella comunanza delle indicazioni generali fornite, delle tavole coerenti con le proprie caratteristiche. In queste slide saranno forniti esempi di conti che è possibile trovare nei Conti Economici IAS/IFRS. • Inoltre è possibile trovare Conti Economici già riclassificati. Occorre analizzare quindi le scelte effettuate dall’azienda nella riclassificazione ed effettuare elaborazioni specifiche se necessario. • In questa sede non si considerano i componenti di reddito non realizzati (othercomprehensiveincome).

  47. CONTO ECONOMICO RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO La finalità di ogni riclassificazione del Conto Economico è comprendere il contributo offerto alla formazione dell’utile (o della perdita) dell’esercizio dai singoli gruppi omogenei di operazioni svolte durante il periodo amministrativo, scomponendo l’unitarietà della gestione in gestioni parziali. Le gestioni parziali sono: • GESTIONE CARATTERISTICA • GESTIONE FINANZIARIA • GESTIONE STRAORDINARIA • GESTIONE TRIBUTARIA

  48. CONTO ECONOMICO RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO Ogni riclassificazione del Conto Economico terminerà quindi con la stessa suddivisione dei conti. Diverse riclassificazioni corrispondono a diversi modi di analisi della gestione caratteristica che porta all’individuazione del reddito operativo. Dal reddito operativo a seguire, la gestione finanziaria porta a determinare il reddito corrente, la gestione straordinaria (oneri finanziari) al reddito ante imposte e la gestione tributaria (imposte) infine permette di arrivare al reddito netto.

  49. DIVERSI TIPI DI RICLASSIFICAZIONE DEL CONTO ECONOMICO CONTO ECONOMICO Per determinare il reddito operativo relativo alla gestione caratteristica, analizziamo 3 tipi di riclassificazione del Conto Economico: • Conto economico riclassificato secondo il criterio di RICAVI E COSTO DEL VENDUTO • Conto economico riclassificato secondo il criterio del VALORE AGGIUNTO • Conto economico riclassificato secondo il criterio della VARIABILITA’ dei costi operativi

  50. CONTO ECONOMICO RICAVI E COSTO DEL VENDUTO • SCOPO: • Comprensione più efficace della gestione tipica divisa in sottoinsiemi industriale, amministrativo, commerciale tramite informazioni dalla contabilità analitica. • Strumento di pianificazione e controllo. L’analista esterno non dispone delle informazioni necessarie allo scopo.

More Related