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II Modulo – 1° Giornata Le Aree tematiche di intervento del Piano di Zona,

L’OSSERVATORIO ZONALE DELL’AMBITO DI MANFREDONIA L’analisi dei bisogni e la valorizzazione delle risorse umane al centro della qualità sociale Por Puglia 2000 – 2006, FSE, Asse III, misura 3.4, Azione d). II Modulo – 1° Giornata Le Aree tematiche di intervento del Piano di Zona,

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  1. L’OSSERVATORIO ZONALE DELL’AMBITO DI MANFREDONIAL’analisi dei bisogni e la valorizzazione delle risorse umane al centro della qualità socialePor Puglia 2000 – 2006, FSE, Asse III, misura 3.4, Azione d) II Modulo – 1° Giornata Le Aree tematiche di intervento del Piano di Zona, alla luce degli aggiornamenti normativi regionali La L.R. n°19/2006 ed il regolamento di attuazione: scenari e prospettive Manfredonia, 12.11.2007

  2. TITOLO I: Il sistema integrato dei Servizi Sociali TITOLO II: La famiglia nel sistema integrato dei servizi TITOLO III: carattere universalistico delle politiche sociali TITOLO IV: tipologie, standard, autorizzazione ed accreditamento TITOLO V: accesso e partecipazione degli utenti TITOLO I: esigibilità dei diritti TITOLO II: organizzazione TITOLO III: rapporti tra enti pubblici e altri attori del sistema integrato TITOLO IV: autorizzazione e controllo delle strutture e dei servizi sociali TITOLO V: strutture e servizi sociali riconosciuti Capo I: strutture per minori Capo II: strutture per diversamente abili Capo III: strutture per anziani Capo IV: strutture per persone con problematiche psico-sociali Capo V: strutture per adulti con problematiche sociali Capo VI: servizi socioassistenziali La L.R. 19/06 Il R.R. 4/07

  3. L.R. 19/06 – TITOLO I Principi generali (art. 2, comma 1) • tutela della vita umana • garanzia di riservatezza • universalità di accesso ai servizi • libera scelta dell’utente e dei suoi familiari • valorizzazione delle potenzialità e delle risorse del singolo e delle famiglie • sostegno del recupero di autonomia per le persone diversamente abili • valorizzazione del ruolo della famiglia • estensione delle tutele a nuclei di persone legate da varie tipologie di legami • partecipazione attiva dei cittadini singoli e associati • sussidiarietà Principi generali (art. 2, comma 2) La realizzazione del sistema integrato si realizza attraverso i seguenti principi: • adeguatezza ai bisogni rilevati • efficienza, efficacia ed economicità • personalizzazione degli interventi • sostenibilità delle priorità d’intervento, rispetto alle risorse disponibili • integrazione delle politiche sociali con tutte le politiche di settore • professionalità degli operatori impegnati nei servizi e negli interventi realizzati

  4. CHI HA DIRITTO ALLE PRESTAZIONI (art.3 della L.R. 19/06 e art. 2 del R.R. 4/07) • Tutte le persone residenti in Puglia (anche cittadini stranieri), con criteri di partecipazione e/o compartecipazione alle prestazioni, secondo la propria condizione economica. • Hanno PRIORITA’ di ACCESSO ai Servizi: • Soggetti che fanno fatica ad inserirsi nella vita sociale attiva e nel mercato del lavoro; • Incapaci di provvedere ai propri bisogni per inabilità psico – fisico – sensoriali; • Soggetto sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria; • Minori di 14 anni; • Ultra 65enni, soli e/o non autosufficienti. I servizi di PRONTA ACCOGLIENZA e di PRONTO INTERVENTO sono gratuiti per le situazioni di emergenza, il SERVIZIO SOCIALE PROFESSIONALE ed il SEGRETARIATO SOCIALE sono gratuiti per tutti i cittadini.

  5. I LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI (art.12 L.R. 19/06) • Il sistema integrato dei servizi sociali deve fornire risposte omogenee su tutto il territorio regionale per raggiungere i seguenti OBIETTIVI: - domiciliarità - sostegno dell’infanzia, adolescenza, responsabilità familiari - integrazione sociale e lavorativa delle persone diversamente abili - soddisfacimento delle esigenze residenziali e semiresidenziali per le persone non autonome e non autosufficienti - informazione diffusa • I SERVIZI ESSENZIALI per garantire gli obiettivi precedenti: - servizio sociale professionale - segretariato sociale - pronto intervento sociale - assistenza domiciliare ed assistenza domiciliare integrata - strutture residenziali e semiresidenziali per soggetti fragili - centri di accoglienza residenziali o diurni di tipo comunitario - servizio di assistenza economica

  6. GLI STRUMENTI per L’ACCESSO AL SISTEMA INTEGRATO DEI SERVIZI (art.3 R.R. 4/07): • PUA: fornisce informazioni ed orientamento a tutti i cittadini, circa i diritti, le opportunità sociali ed i servizi, garantendo sempre trasparenza e pari opportunità nell’accesso. E’ attivata in raccordo con la ASL. • UVM: è formata da un’èquipe multidisciplinare, ed è attivata per l’accesso di pazienti con bisogni sociali e sanitari molto complessi, a servizi socio-sanitari residenziali, semi-residenziali e domiciliari.

  7. GLI STRUMENTI del SISTEMA LOCALE dei SERVIZI SOCIALI(L.R. 19/06 – art. 9) PIANO REGIONALE delle POLITICHE SOCIALI Ha durata triennale, è approvato dalla Regione ed individua: • I bisogni del territorio • Le priorità degli interventi • Il riparto delle risorse • I livelli essenziali delle prestazioni sociali • Gli orientamenti per la realizzazione del sistema • Le linee d’indirizzo per la pianificazione di zona • Le modalità per il concorso dei soggetti del privato sociale alla definizione dei PdZ • L’integrazione socio-sanitaria • Il coordinamento con le altre politiche • Interventi sperimentali • La promozione di strumenti per la valutazione dei risultati • La formazione degli operatori sociali impegnati nella realizzazione dei servizi • Gli indicatori per il monitoraggio dei PdZ

  8. GLI STRUMENTI del SISTEMA LOCALE dei SERVIZI SOCIALI (L.R. 19/06 – art. 10 e R.R 4/07 art. 13) PIANO SOCIALI di ZONA Ha durata triennale, è definito dai Comuni singoli o associati, d’intesa con le AUSL e con la partecipazione dei soggetti di cui all’art. 4, comma 2, lettera c). E’ adottato dal Coordinamento Istituzionale ed è approvato mediante CONFERENZA dei SERVIZI (Ambito, AUSL, Provincia, Regione). E’ accompagnato, per l’attuazione di servizi socio-sanitari, dall’Accordo di Programma con la Provincia e la AUSL. Nel PSdZ viene definito: • Il sistema locale degli interventi, garantendo i livelli essenziali delle prestazioni • Le priorità di intervento e le risorse per realizzarle • L’organizzazione dei servizi • Le modalità di rilevazione dei dati, per la rendicontazione economica e per la valutazione dei servizi • Modalità per l’integrazione tra servizi • Le forme di collaborazione con le AUSL • I servizi socio-assistenziali sovra-ambito • Formazione ed aggiornamento per gli operatori • Forme e modalità di partecipazione dei cittadini e degli utenti al controllo della qualità dei servizi

  9. GLI STRUMENTI del SISTEMA LOCALE dei SERVIZI SOCIALI(R.R. 04/07 – art. 11) I Comuni appartenenti ad uno stesso ambito territoriale definiscono il proprio assetto istituzionale tra: CONVENZIONE o CONSORZIO tra Comuni. La Convenzione definisce la composizione del COORDINAMENTO ISTITUZIONALE: • tutti i Sindaci o loro delegati • Direttore generale della AUSL o suo delegato ed i COMPITI del Coordinamento istituzionale: • designare il Comune capofila • disciplinare il funzionamento del tavolo della Concertazione • definire le priorità strategiche, gli obiettivi e le risorse da destinare • stabilire le modalità di gestione dei servizi previsti dal PdZ • adottare i REGOLAMENTI UNICI di AMBITO • adottare l’ACCORDO di PROGRAMMA con la AUSL e la PROVINCIA • istituire l’UFFICIO di PIANO • garantire un reale sistema di partecipazione, concertazione, coprogettazione e covalutazione • attuare forme di collaborazione con la AUSL

  10. GLI STRUMENTI del SISTEMA LOCALE dei SERVIZI SOCIALI(R.R. 04/07 – art. 11) La Convenzione definisce la composizione dell’UFFICIO DI PIANO che svolge i seguenti compiti: • Elabora la proposta del Piano di Zona • Definisce la progettazione esecutiva di Ambito • Supporta le procedure di gestione dei servizi previsti dal PdZ • Implementa gli strumenti per il monitoraggio e la valutazione dei servizi • Implementa gli strumenti per la rendicontazione delle risorse utilizzate • Promuove connessioni tra i Comuni dell’Ambito • Facilita i rapporti con le altre Amministrazioni Pubbliche coinvolte nell’attuazione del PdZ

  11. LE COMPETENZE (L.R. 19/06 – artt. 16/17/18)

  12. Gli ALTRI SOGGETTI (L.R. 19/06 – artt. 4/19/20/21) Art. 4, comma 2, lettera c) • organizzazioni sindacali • organismi di rappresentanza del sindacato • organismi di rappresentanza della coop.ne sociale • ordini e associazioni professionali • associazioni di categoria • associazioni di famiglie e di utenti Art. 19, comma 1 • organizzazioni di volontariato • cooperative sociali • associazioni di promozione sociale • enti di patronato • fondazioni Art. 20, comma 1 • IPAB Art. 21, comma 1 e comma 3 • soggetti privati • oratori

  13. CONCORSO degli ALTRI SOGGETTI (L.R. 19/06 – artt. 4/19/20/21 e R.R. 4/07 art. 21)

  14. REQUISITI PER PARTECIPARE ALLE PROCEDURE DI AFFIDAMENTO (R.R. 4/07 – ART. 22) Requisiti di ammissibilità: • iscrizione negli appositi albi regionali • compatibilità della natura giuridica con il servizio oggetto dell’appalto • solidità economica e finanziaria certificata • possesso del DURC Inoltre: • esperienza documentata, almeno triennale • impegno a stipulare polizze assicurative

  15. AUTORIZZAZIONE di STRUTTURE E SERVIZI (art. 40 della L.R. 19/06 e art. 34 del R.R. 4/07) Sono soggette ad autorizzazione le strutture ed i servizi socio-assistenziali già operanti o di nuova istituzione che, INDIPENDENTEMENTE DALLA DENOMINAZIONE DICHIARATA, sono rivolti a: • MINORI • DISABILI • ANZIANI • PERSONE AFFETTE DA AIDS • PERSONE CON PROBLEMATICHE PSICO-SOCIALI • ADULTI CON PROBLEMATICHE SOCIALI • ADULTI E NUCLEI FAMILIARI IN DIFFICOLTA’ • PERSONE IMMIGRATE E LORO NUCLEI FAMILIARI

  16. AUTORIZZAZIONE di STRUTTURE E SERVIZI (L.R 19/06 e R.R. 4/07) Oggetto del procedimento di autorizzazione sono le STRUTTURE ed i SERVIZI previsti dalla L. R. 19/2006 e dal R. R. 4/2007 e NON i soggetti titolari e/o gestori. Possono essere oggetto di autorizzazione altre strutture e servizi, non previsti dalla normativa in oggetto, secondo quanto previsto dall’art. 33, comma 4 del R.R. Le strutture e i servizi sono AUTORIZZATI dai Comuni.

  17. AUTORIZZAZIONE di STRUTTURE E SERVIZI (L.R 19/06 e R.R. 4/07) Il provvedimento di autorizzazione deve individuare: • Denominazione e ubicazione della struttura • Sede legale ed amministrativa del soggetto proprietario e/o gestore • Legale rappresentante • Servizio erogato • Ricettività del servizio • Natura pubblica o privata del servizio Le modifiche degli elementi presenti nel provvedimento di autorizzazione, gli ampliamenti o le trasformazioni delle strutture, determinano la DECADENZA della struttura.

  18. REQUISITI STRUTTURALI ubicazione in luoghi facilmente raggiungibili dotazione di spazi per la socializzaz. distinti da quelli per la notte REQUISITI PROCEDURALI predisposizione di un Piano Individuale di Assistenza o Progetto Educativo Individuale per i minori. Devono indicare: obiettivi da raggiungere modalità dell’intervento piano delle verifiche almeno annuali REQUISITI COMUNI alle STRUTTURE (art.36 del R.R. 4/07)Le strutture devono possedere i requisiti prescritti dalle norme in materia di urbanistica, edilizia, barriere architettoniche, prevenzione incendi, igiene e sicurezza, rispetto dei CCNL • REQUISITI ORGANIZZATIVI • presenza di figure professionali qualificate, in possesso di titolo riconosciuto • coordinatore della struttura • registro degli ospiti • organizzazione delle attività che rispettano i ritmi di vita degli ospiti • adozione della Carta dei Servizi

  19. REQUISITI COMUNI ai SERVIZI (art.37 del R.R. 4/07) Il soggetto erogatore di servizi deve applicare i contratti collettivi di lavoro e garantire il rispetto delle seguenti condizioni organizzative: • presenza di figure professionali, sociali e sanitarie, qualificate ed in possesso di titolo riconosciuto • presenza di un coordinatore responsabile in possesso di laurea • adozione della Carta dei Servizi • adozione del registro degli utenti con indicazione dei piani individualizzati di assistenza o dei progetti educativi individuali per i minori

  20. PROCEDURA PER L’AUTORIZZAZIONE AL FUNZIONAMENTO DELLE STRUTTURE(art.38 del R.R. 4/07) • L’Ambito territoriale accerta il possesso dei requisiti entro 90 giorni dalla richiesta. Decorsi i 90 giorni l’autorizzazione è concessa. • Le strutture e i servizi autorizzati provvisoriamente (tra settembre 2003 e febbraio 2007) devono obbligatoriamente adeguarsi entro tre anni (febbraio 2010) e comunque entro febbraio 2008 devono presentare un piano di adeguamento • Il provvedimento di autorizzazione deve indicare: - denominazione struttura - ubicazione struttura - sede legale ed amministrativa del soggetto proprietario e/o gestore - legale rappresentante - tipologie dei servizi erogati - ricettività - natura pubblica o privata della struttura

  21. PROCEDURA PER L’AUTORIZZAZIONE AL FUNZIONAMENTO DELLE STRUTTURE(art.38 del R.R. 4/07) • Se l’Ambito accerta la non conformità ai requisiti previsti, deve darne comunicazione al legale rappresentante che entro 15 giorni può presentare osservazioni • L’autorizzazione al funzionamento per le strutture decade se ci sono modifiche agli standard organizzativi e strutturali, ampliamenti e trasformazioni nella struttura, sospensione delle attività superiore a 6 mesi. Non decade per modifiche al legale rappresentante, trasferimento della struttura, modifica denominazione, modifica assetto societario. • Nel caso di sospensione dell’attività, il legale rappresentante deve comunicarlo all’Ambito

  22. PROCEDURA PER L’AUTORIZZAZIONE AL FUNZIONAMENTO DEI SERVIZI(art.40 del R.R. 4/07) • Il soggetto titolare e/o gestore inoltra la domanda per l’autorizzazione all’esercizio all’Ambito territoriale nel quale insiste la sede operativa, attestando il possesso dei requisiti richiesti • L’ambito attiva entro 30 giorni il procedimento per l’iscrizione ai registri regionali, previa verifica di sussistenza dei requisiti • L’iscrizione nei registri, legittima all’esercizio dei servizi autorizzati • Il soggetto titolare e/o gestore del servizio, già autorizzato, all’avvio del servizio, presenta comunicazione di avvio attività ed il possesso dell’iscrizione nel corrispettivo registro regionale • I Comuni entro15 giorni dall’adozione, ne danno comunicazione alla Regione

  23. COMUNE L’ambito esercita attività di controllo Comunica il provvedimento di diffida alla regolarizzazione Nei casi gravi, sospende e revoca senza diffida REGIONE Effettua controlli a campione Per lo svolgimento delle attività di vigilanza e controllo, può avvalersi di organismi esterni, individuati tra quelli operanti nel settore della certificazione della qualità ATTIVITA’ di VIGILANZA E CONTROLLO (artt. 41 e 42 del R.R. 4/07)

  24. REGISTRI DELLE STRUTTURE AUTORIZZATE (ART. 43 del R.R. 4/07) LE STRUTTURE ED I SERVIZI AUTORIZZATI SONO ISCRITTI NEI REGISTRI REGIONALI L’ISCRIZIONE NEI REGISTRI REGIONALI, DETERMINA LA LEGITTIMITA’ ALL’ESERCIZIO DELLE ATTIVITA’

  25. TITOLARITA’ PUBBLICA GESTIONE PUBBLICA Es. asilo nido comunale, con dipendenti pubblici Il Comune attesta l’esistenza dei requisiti previsti TITOLARITA’ PRIVATA GESTIONE PRIVATA Es. asilo nido privato Il soggetto privato attesta il possesso dei requisiti ed il Comune verifica AUTORIZZAZIONE di STRUTTURE E SERVIZI (L.R 19/06 e R.R. 4/07) TITOLARITA’ PUBBLICA GESTIONE PRIVATA Es. asilo nido comunale, affidato ad una cooperativa I requisiti di competenza del soggetto privato, sono essenziali per l’affidamento del servizio

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