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Tessuto adiposo . Il tessuto adiposo svolge numerose funzioni e tra esse la più nota è quella di riserva energetica. Per la complessità delle funzioni svolte e per le numerose interazioni con altri organi si preferisce oggi definire il tessuto adiposo come organo adiposo. Organo adiposo.
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Tessuto adiposo • Il tessuto adiposo svolge numerose funzioni e tra esse la più nota è quella di riserva energetica. • Per la complessità delle funzioni svolte e per le numerose interazioni con altri organi si preferisce oggi definire il tessuto adiposo come organo adiposo.
Organo adiposo • Le principali funzioni dell’organo adiposo sono: • Riserva energetica • Produzione di calore • Produzione di ormoni (leptina) • Isolante termico (adipe sottocutaneo) • Supporto meccanico (villi sinoviali) • Regolazione dei volumi idrici dell’organismo • Deiodazione degli ormoni tiroidei
Organo adiposo • All’interno dell’organo adiposo si distinguono due tessuti: • Tessuto adiposo bianco • È quello maggiormente rappresentato. Svolge funzione di riserva energetica ed è costituito da cellule che contengono un unico vacuolo pieno di trigliceridi. Produce l’ormone leptina. • Tessuto adiposo bruno • Contiene numerose gocciole lipidiche e molti mitocondri. La sua principale funzione è la produzione di calore, grazie alla presenza di una proteina mitocondriale unica (UCP) che disaccoppia l’ossidazione degli acidi grassi dalla fosforilazione dell’ADP.
Organo adiposo • Le dimensioni dell’organo adiposo, a differenza di quanto avviene per tutti gli altri organi, può variare drasticamente in conseguenza di variazioni dell’apporto e del consumo energetico • La percentuale di peso corporeo determinata dal tessuto adiposo ed accettata come normale è del 15-20% nell’uomo e del 20-25% nella donna.
Organo adiposo Tessuto adiposo Spesa energetica Introito calorico
Nucleo arcuato Produzione di NPY Nucleo paraventricolare ipotalamico Organo adiposoControllo dell’introito calorico Senso di fame Digiuno Ipoglicemia Insulina ridotta Glucocorticoidi aumentati
Organo adiposoControllo dell’introito calorico Introito di cibo Senso di sazietà CCK Insulina Bombesina Amilina
Organo adiposoControllo dell’introito calorico Aumentato apporto calorico Riduzione apporto calorico Leptina
Cosa è la leptina? • È un ormone peptidico codificato dal gene dell’obesità (gene ob) • Regola la quantità di introito calorico in rapporto alla spesa energetica • Elevati livelli di leptina riducono l’appetito ed incrementano la spesa energetica • La leptina è stata isolata nell’epitelio gastrico, nella placenta e nel tessuto adiposo • È più abbondante nel tessuto adiposo bianco
Regolazione dell’introito calorico e del dispendio energetico • La leptina si lega al suo recettore, espresso principalmente a livello ipotalamico • L’ipotalamo regola l’introito calorico e la spesa energetica • La riduzione dei livelli di leptina (o della sua attività) indica all’organismo un ridotto apporto calorico • L’aumento dei livelli indica invece un eccesso calorico • Quando l’introito calorico ed il dispendio energetico si bilanciano, i livelli di leptina riflettono i depositi di trigliceridi del tessuto adiposo
Effetti neuroendocrini Input/output energetico Effetti metabolici Come funziona la leptina? • Effetti neuroendocrini: • Inibisce l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene • Stimola l’asse ipotalamo-ipofisi-tiroide • Stimola l’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi Leptina Periferia Placenta
Effetti neuroendocrini Input/output energetico Effetti metabolici Emopoiesi Effetti sul feto Effetti sul sistema Immunitario Angiogenesi Come funziona la leptina? Leptina Periferia Placenta
Effetti metabolici della leptina • La leptina inibisce l’acetil-CoA carbossilasi, riducendo la sintesi degli acidi grassi • La ridotta concentrazione di Malonil-CoA rimuove il blocco sulla Carnitina Acil Transferasi I, responsabile del trasporto degli acidi grassi all’interno dei mitocondri
Il NADH ed il FADH2 sono molecole ricche di energia che derivano dal catabolismo di carboidrati, acidi grassi ed aminoacidi.
Fosforilazione ossidativa È il processo che porta alla formazione di ATP come risultato del trasferimento di elettroni dal NADH e dal FADH2 all’ossigeno per mezzo di una serie di trasportatori di elettroni. La maggior parte dell’ATP viene prodotto a livello mitocondriale.
Organo adiposoControllo della spesa energetica • La spesa energetica totale giornaliera è determinata da: • Metabolismo energetico a riposo (MER) • Termogenesi indotta dalla dieta (TID) • Esercizio fisico
Organo adiposoControllo della spesa energetica • Il Metabolismo energetico a riposo (MER) è la componente più importante del dispendio energetico giornaliero (60-80%) • Il maggior contributo al MER lo danno gli organi quali fegato, rene, cuore e cervello • Le donne hanno un MER più basso rispetto agli uomini • Il MER si riduce con l’età
Organo adiposoControllo della spesa energetica • Il MER è, almeno in parte, sotto controllo genetico • L’attività del sistema nervoso simpatico ed alcuni ormoni (ad esempio quelli tiroidei) possono influenzare il MER
Organo adiposoControllo della spesa energetica • La Termogenesi indotta dalla dieta (TID) rappresenta il 15-20% della spesa energetica totale • Essa è determinata dall’energia necessaria alla digestione, assorbimento, utilizzazione e conservazione dei nutrienti
Organo adiposoControllo della spesa energetica • La TID aumenta con l’aumentare dell’introito di cibo • Le proteine sono le maggiori stimolatrici della TID • I carboidrati sono anche attivi nello stimolare la TID, forse attraverso una stimolazione del sistema nervoso simpatico • I lipidi stimolano molto scarsamente la TID
Organo adiposoControllo della spesa energetica • L’Esercizio fisico rappresenta il 12-15% della spesa energetica totale giornaliera • Esso rappresenta comunque la componente più facilmente modificabile della spesa energetica • Durante il lavoro muscolare la spesa energetica aumenta sensibilmente. Tale aumento dipende da intensità, durata e tipo di attività fisica che viene svolta
Obesità Per obesità si intende un eccesso di massa grassa rispetto a valori ritenuti normali per età, sesso e corporatura
Obesità • Le metodiche utilizzate per la valutazione del grasso corporeo sono: • Valutazione dell’acqua corporea totale • Impedenzometria • Misurazione del K corporeo (40K o 42K) • Pesata idrostatica • Plicometria • Ecografia • Tomografia computerizzata • Risonanza magnetica nucleare
Obesità • Il metodo più diffuso per avere una stima, anche se indiretta, del grasso corporeo è il calcolo dell’Indice di Massa Corporea (IMC) IMC = Peso (kg) / Altezza2 (m)
Rischio di morte da tutte le cause in base ai valori di IMC(1.046.154 partecipanti) Calle EE, NEJM 1999
IL FENOMENO OBESITÀ IN ITALIA Oltre 4 milioni le persone adulte obese Aumento del 25% della sua prevalenza negli ultimi 5 anni Oltre 15 milioni di individui adulti in sovrappeso Aumento della quota di individui obesi al crescere dell’età Almeno 1/3 delle morti premature cardiovascolari ad essa attribuibili
Andamento della prevalenza (%) dell’obesità (IMC > 30 Kg/m2) nella popolazione italiana adulta (> 18 anni) Fonte: Indagine Multiscopo ISTAT - 1999
Distribuzione (%) dell’Indice di Massa Corporea (IMC) per fascia di età nella popolazione adulta(TOTALE) Fonte: Indagine Multiscopo ISTAT - 1999
Distribuzione dell’Indice di Massa Corporea (ICM) per area geografica dati in % standardizzati per età Fonte: Indagine Multiscopo ISTAT - 1999
Distribuzione dell’Indice di Massa Corporea (ICM) per livello di istruzionedati in % standardizzati per età Fonte: Indagine Multiscopo ISTAT - 1999
Prevalenza (%) dell’inattività fisica nel tempo libero per area geografica Fonte: Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare - 1998
Obesità • Non solo l’eccesso di massa grassa è in grado di aumentare il rischio di mortalità, ma anche la sua distribuzione • La localizzazione del grasso a livello addominale (viscerale) conferisce un rischio aggiuntivo di malattia
Obesità • Tra gli indici di distribuzione del grasso corporeo, la misurazione della circonferenza addome ed il rapporto circonferenza addome / circonferenza bacino sono quelli più utilizzati • La circonferenza addominale si misura nel punto di mezzo tra margine costale inferiore e cresta iliaca anteriore-superiore • La circonferenza del bacino si misura nel punto più largo al di sopra dei grandi trocanteri
Obesità • Valori di circonferenza addominale > 102 cm, nell’uomo, e > 88 cm, nella donna, conferiscono rischio aggiuntivo • In base ai valori del rapporto circonferenza addome / circonferenza bacino, l’obesità si definisce: • Androide Rapporto > 0,84 • Intermedia Rapporto 0,79 – 0,84 • Ginoide Rapporto < 0,79
ObesitàClassificazione • Una ulteriore classificazione della obesità, basata sul numero e la grandezza degli adipociti, individua due differenti situazioni: • Obesità iperplastica • Obesità ipertrofica
Normopeso Obesità iperplastica Obesità ipertrofica Peso = 90 kg M.A. 34% = 30 kg Peso = 90 kg M.A. 34% = 30 kg Peso = 60 kg M.A. 16% = 10 kg Cellule 2x1010 mg 0,5/cellula Cellule 4x1010mg 0,75/cellula Cellule 2x1010mg 1,05/cellula Peso = 60 kg M.A. 16% = 10 kg Peso = 75 kg M.A. 26% = 20 kg Peso = 60 kg M.A. 16% = 10 kg Cellule 2x1010 mg 0,5/cellula Cellule 4x1010mg 0,50/cellula Cellule 2x1010mg 0,50/cellula Obesità iperplastica ed ipertrofica
ObesitàCaratteristiche delle forme iperplastica ed ipertrofica
Obesità e fattori di rischio cardiovascolareCatanzaro - Sesso maschile
Obesità e fattori di rischio cardiovascolareCatanzaro - Sesso maschile
Obesità e fattori di rischio cardiovascolareCatanzaro - Sesso femminile
Obesità e fattori di rischio cardiovascolareCatanzaro - Sesso femminile
OBESITA’ Ipertensione arteriosa Alterazioni osteo-articolari Aterosclerosi Alterazioni epato-biliari Alterazioni emocoagulative Insufficienza venosa Cardiopatia ischemica Alterazioni respiratorie