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TESI DI LAUREA IN POLITICA ECONOMICA. LE PRIVATIZZAZIONI IN ITALIA. Il caso Enel. Relatore: Chiar.ma Prof. Donatella Porrini. Laureando: Santoro Ciro Francesco. Privatizzazione:.
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TESI DI LAUREA IN POLITICA ECONOMICA LE PRIVATIZZAZIONI IN ITALIA.Il caso Enel Relatore: Chiar.ma Prof. Donatella Porrini Laureando: Santoro Ciro Francesco
Privatizzazione: trasformazione degli enti pubblici economici in società per azioni e successiva vendita delle azioni ai privati .
Obiettivi: • stimolare la concorrenza • migliorare l’allocazione delle risorse e, di conseguenza, aumentare l’efficienza delle imprese e del sistema economico. • ridurre il coinvolgimento politico del governo nelle decisioni strategiche e gestionali delle imprese e i condizionamenti politici verso il management.
Obiettivi: • accrescere le entrate statali e migliorare la situazione finanziaria del debito pubblico; • diffondere l’azionariato presso il pubblico dei singoli risparmiatori e sviluppare il mercato dei capitali; • ridistribuire il reddito e la ricchezza;
Forme di privatizzazione: • La privatizzazione sostanziale: vero e proprio trasferimento della proprietà dall’azienda pubblica al settore privato.Limitando il ruolo dello Stato a semplice regolatore delle prestazioni offerte dall’operatore privato.
Privatizzazione formale: Metodo che consente alle imprese di operare secondo le regole del diritto privato pur avendo come principale azionista lo Stato, in modo da poter sfruttare la migliore flessibilità funzionale dell’assetto privato.
Le privatizzazioni in ItaliaI motivi: • Diffidenza nei confronti dello Stato per i diffusi fenomeni di corruzione (Tangentopoli); • Risanamento della finanza pubblica; • Spinta della normativa comunitaria verso procedure di liberalizzazione dei mercati;
Effetti sul bilancio dello Stato: • Dimensione dei ricavi: 96 Miliardi di euro • Incidenza sul PIL: 12 % circa al netto dell’indebitamento trasferito (1,3 %). • Risorse pari a circa 1,4 % del PIL per anno. FONTE: Bankitalia, Relazione annuale del 2005.
FONTE: Relazione al Parlamento sulle privatizzazioni, Ministero dell’ Economia e delle Finanze, Dicembre 2005.
“era una scelta subita sotto l’urgere del dissesto della finanza pubblica e percepita dagli italiani più come una dolorosa necessità che come opportunità di miglioramento economico” (Galli, 1998)
Effetti sull’ efficienza delle imprese: • sensibile rialzo degli indici di produttività e di redditività • valore aggiunto per addetto: + 49 % • intensità di capitale per addetto: + 35 % • margine operativo sul fatturato: + 5 % • vendite sui mercati esteri: + 5% • immobilizzazioni tecniche: + 26 % • riduzione dei dipendenti: - 2 % Fonte: Ufficio Studi Mediobanca. (Dati cumulativi di 1828 società italiane) e R&S
Effetti sul mercato azionario • Capitalizzazione di borsa tra il 1992 e il 2001: + 307 % • Capitalizzazione pari al 72 % del PIL • Incidenza sul Mib 30 era pari al 52 % al giugno 2001 (32,5 % nel dicembre 1992). • Sviluppo dell’azionariato popolare: 20 milioni di richiedenti. • Espansione e diversificazione del risparmio finanziario delle famiglie: azioni e fondi comuni pari al 45,6 % nel 1999 (contro 18,4 % nel 1995) FONTE: Rapporto IRS sul mercato azionario 2002
Il caso Enel • Trasformata in S.p.A. e quotata in Borsa nel 1999. • Società con 2,5 milioni di azionisti individuali • Centinaia di investitori istituzionali • Capitalizzazione di borsa: 41 Mld di euro FONTE: Enel
Il caso Enel FONTE: Enel
Public Company con una base di investitori globale • 75% degli investitori istituzionali non italiani.
Partecipazioni dirette del MEF Fonte: MEF
OCSE: Regulatory Reform in Italy • Uscita dello Stato dalle principali imprese ancora sotto il controllo pubblico. • Rinuncia ai poteri speciali attribuiti al Ministero del tesoro (Golden share). • Programmi di privatizzazione a livello locale. • Impiego del project financing e di forme di Public-Private Partnership. • Completamento di un quadro regolamentare certo.
Conclusioni • Sono venute meno le barriere ideologiche, sociali e strutturali. • E’ venuta meno la forte spinta esterna • Rimane la pressione indiretta del processo di apertura dei nostri mercati che spinge a ricercare maggiore efficienza e competitività. • Esigenza di uno Stato meno ingerente e regole semplici e trasparenti.