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La gestione dei rifiuti di imballaggio: la soluzione CONAI. Piero Capodieci. Trieste, 13 dicembre 2012. INDICE. 1. Il Problema. Produzione di rifiuti: origini e dimensioni del problema Il cambiamento del paradigma. 2. Le diverse risposte. Italia Altri Paesi Europei. 3. La soluzione CONAI.
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La gestione dei rifiuti di imballaggio: la soluzione CONAI Piero Capodieci Trieste, 13 dicembre 2012
INDICE 1. Il Problema • Produzione di rifiuti: origini e dimensioni del problema • Il cambiamento del paradigma 2. Le diverse risposte • Italia • Altri Paesi Europei 3. La soluzione CONAI • La cornice italiana • Il Modello CONAI • I risultati 4. Prospettive • Sistemi autonomi • Approccio per materiale
1 IL PROBLEMA Produzione di rifiuti: origini e dimensioni del problema
La crescita del benessere e il cambiamento degli stili di vita hanno modificato la produzione dei rifiuti Crescita del benessere e diversificazione dei consumi • Maggiore quantità di rifiuti prodotti • Diversa qualità dei rifiuti • Crescenti difficoltà nello smaltimento • Maggiori oneri a carico della Pubblica Amministrazione 1/100
Oggi in un paese sviluppato sono più numerose le fasce d’età con una maggiore capacità di spesa Nigeria 2010 http://www.census.gov/population/international/data/idb/region.php Popolazione residente al 1 Gennaio 2011 dati ISTAT In 150 anni la popolazione del Centro-Nord è triplicata, quella del Mezzogiorno è solo raddoppiata (forti migrazioni Sud-Nord del passato e preferenza dei migranti stranieri delle regioni Settentrionali) 2/100
Negli ultimi 40 anni le famiglie sono diventate più piccole Numero medio di componenti per famiglia 1971 - 2010 Fonti: 1971-2001 Censimento generale della popolazione 2010 Anagrafe della popolazione residente Popolazione italiana al 1° gennaio 2011: 60.626.442 Fonte: ISTAT Censimento popolazione e abitazioni 2011 (dati provvisori) 3/100
Sono aumentate le famiglie composte da una sola persona… Percentuale di famiglie composte da una sola persona 1971 - 2008 Fonti: 1971-2001 Censimento generale della popolazione 2008 Indagine annuale Istat sulle famiglie «Aspetti della vita quotidiana» Popolazione italiana al 1° gennaio 2011: 60.626.442 Fonte: ISTAT Censimento popolazione e abitazioni 2011 (dati provvisori) 4/100
…e sono diminuite le famiglie numerose Percentuale di famiglie composte da 5 o più persone sul totale delle famiglie 1971-2008 Fonti: 1971-2001 Censimento generale della popolazione 2008 Indagine annuale Istat sulle famiglie «Aspetti della vita quotidiana» Popolazione italiana al 1° gennaio 2011: 60.626.442 Fonte: ISTAT Censimento popolazione e abitazioni 2011 (dati provvisori) 5/100
Crescono le tipologie di famiglie «piccole» Famiglie per tipologia 1988-2002/2003 (valori in migliaia) Fonte: Elaborazioni su dati Istat (2010). 6/100
Aumentano i supermercati e gli ipermercati e diminuiscono i negozi tradizionali Rielaborazione Conai da dati «Mappa del sistema distributivo italiano», FEDERDISTRIBUZIONE, 2011. 7/100
La quantità di imballaggi presente sul mercato dipende dai consumi e dagli stili di vita Questa divaricazione dei luoghi e dei bisogni è intrinseca al modello di vita delle civiltà più industrializzate: le possibilità aumentano, si differenziano nello spazio e nel tempo e ridisegnano i meccanismi di produzione, circolazione e consumo dei prodotti e dei loro imballaggi Le merci vengono prodotte in un luogo e trasportate in altri per essere consumate Le persone vivono in un posto, lavorano in un altro, hanno i parenti che vivono in un altro posto ancora Globalizzazione 8/100
I consumi hanno modificato gli imballaggi, l’esempio del settore alimentare Effetti generati Fattori di contesto Imprese attente a progettare prodotti (imballaggio incluso) in funzione delle nuove abitudini d’acquisto: monodose e pronti al consumo Cambiamento nella struttura demografica: sempre più famiglie composte da una/due persone Prodotti dietetici e salute Invecchiamento della popolazione Cibi pronti - scorte in frigo – pranzo fuori casa Aumento delle coppie che lavorano Offerta superiore alla domanda Complessità delle proposte marketing – personalizzazione branding Ricerca economica di scala Maggiore distanza tra luoghi di produzione e luoghi di consumo Aumento del numero di abitanti nelle città Globalizzazione Riduzione sprechi e attenzione alle caratteristiche del packaging – maggiore interesse MPS Percezione dei vincoli ambientali 9/100
I rifiuti di imballaggi rappresentano solo il 4% del totale dei rifiuti prodotti Fonte: elaborazioni CONAI su dati ISPRA – aggiornati al 2009 Nel 2011 l’immesso al consumo degli imballaggi è stato pari a 11.657 kton. 10/100
Dal 1998 la produzione dei rifiuti urbani cresce Fonte: ISPRA 11/100
I rifiuti di imballaggio rappresentano il 21% del totale dei rifiuti urbani • La produzione annuale di rifiuti solidi urbani in Italia (dati 2009): • 32,11 mln. ton • 1,46 kg pro capite giorno • 532 kg pro capite anno • 1.330 kg per nucleo familiare Oltre 517mila cassonetti necessari per i rifiuti di 1 solo giorno …che, se messi in fila, coprirebbero la distanza tra Trieste e Marsiglia! (circa 920 km) 12/100 Fonte: elaborazioni CONAI su dati ISPRA – aggiornati al 2009
Le tappe principali che hanno regolato gli imballaggi Europa: Direttiva 85/339/CEE Italia: Legge 475/88 Germania: Decreto Topferdel 1991 Europa: Direttiva 94/62/CE Italia: D. Lgs 22/97, il «Decreto Ronchi» Europa: Direttiva 2004/12/CE Italia: D.Lgs 152/06, Testo Unico Anni ‘80 Anni ‘90 Anni 2000 RIFIUTI: Direttiva Europea 2008/98/CE che riprende 30 anni di regole attive per la filiera degli imballaggi e le estende ai materiali. 15/100
Anni '80: gli imballaggi sono il banco di prova delle future politiche Europee Con la Direttiva 85/339/CE si assiste al primo provvedimento mirato alla gestione ambientale per uno specifico settore: I CONTENITORI PER LIQUIDI, con regole riguardanti il riciclo/riutilizzo del prodotto divenuto rifiuto. 16/100
Negli anni 80/90 i primi Consorzi in ITALIA… • Nel 1988 in Italia viene recepita la Direttiva con la Legge 475/88 • Nascono i primi consorzi obbligatori, antesignani dell’attuale sistema Conai, per il riciclo dei contenitori per liquidi. • Replasticper il riciclo dei contenitori in plastica per liquidi • Coala – Rail(si inserisce sulla precedente esperienza volontaria del consorzio Rail) per il riciclo dei contenitori per liquidi in alluminio • Consorzio Vetro (circuito di raccolta già esistente) per il riciclo dei contenitori per liquidi in vetro 17/100
… e la GERMANIA va oltre e allarga a tutto il packaging In Germania nel 1991 viene rafforzata la portata della direttiva con il famoso Decreto Topfer(Packaging Ordinance I). Gli obiettivi di riciclo/recupero vengono estesi dai contenitori per liquidi a TUTTI gli Imballaggi primari. Si anticipano i contenuti della futura direttiva quadro sulla gestione degli imballaggi e dei rifiuti di imballaggio. 18/100
Ma perché proprio gli IMBALLAGGI? L’importanza degli imballaggi nella società e nell’economia contemporanee è evidente: senza imballaggi il trasferimento e la conservazione delle merci verrebbero fortemente limitati; gli imballaggi sono necessari per consentire lo spostamento del consumo dei beni nello spazio e nel tempo; vengono percepiti come rifiuti alla fine della loro funzione e … … sono facilmente reintroducibili nei cicli produttivi (acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro). 19/100
Nel 1994 arriva la Direttiva 94/62/CE… • DALLA RESPONSABILITA’ DI PROCESSO • ALLA RESPONSABILITA’ DI PRODOTTO • COSA RIGUARDA • tutti gli imballaggi immessi sul mercato europeo (primari, secondari e terziari) • A CHI SI RIVOLGE • a tutti i produttori di materiale e di imballaggi e a tutti gli utilizzatori di imballaggi . Con il termine utilizzatori si intendono i produttori di beni di consumo che imballano la propria merce e successivamente la immettono al consumo. 20/100
…si ispira a due PRINCIPI fondamentali • PRINCIPIO DEL CHI INQUINA PAGA, • ovvero i produttori/utilizzatori sono responsabili del raggiungimento degli obiettivi per tutti i tipi di imballaggio • PRINCIPIO DELLA RESPONSABILITA’ SOLIDALE • tra tutte la parti coinvolte nella produzione, nell’uso e nella distribuzione di imballaggi e di prodotti imballati, per la gestione dei rifiuti di imballaggio 21/100
… e introduce obiettivi • prevenire e ridurre l’impatto dei rifiuti di imballaggio sull’ambiente ed assicurare un elevato livello di tutela dell’ambiente; • garantire il funzionamento del mercato e prevenire l’insorgere di ostacoli agli scambi, nonché distorsioni e restrizioni alla concorrenza; • obiettivi di recupero e riciclo con % da raggiungere; • obiettiviqualitativi di prevenzione della produzione di rifiuti di imballaggio; • e gerarchia nel trattamento dei rifiuti di imballaggio. 22/100
Gli Obiettivi di RECUPERO e RICICLO Obiettivi al 2001* – 94/62 CE Obiettivi al 2008 – 2004/12 CE • *In Italia al 2002 • ** In Italia incrementati: • per legno al 35% • per la plastica al 26%
La politica definisce il «cosa», le imprese il «come» Nel 1997, con il D.Lgs n. 22, viene istituito il CONAI, Consorzio dei Produttori e degli Utilizzati di imballaggi. Gli enti politici ed amministrativi definiscono obiettivi e vincoli; il sistema delle imprese, industriali e commerciali, ha la libertà e l’onere di organizzare e gestire un sistema che raggiunga gli obiettivi rispettando i vincoli. 24/100
Non si parla però solo di imballaggi … Inoltre, vengono istituiti sistemi collettivi per la raccolta e gestione di alcune tipologie particolari di rifiuti, ad esempio: Oli e grassi vegetali con l’istituzione del Consorzio nazionale di raccolta e trattamento degli oli e dei grassi vegetali ed animali esausti (Conoe). Beni in polietilene con l’istituzione del Consorzio per il riciclaggio di rifiuti di beni in polietilene (Polieco). Beni durevoli quali: apparecchiature elettriche ed elettroniche (quali frigoriferi, computer, lavatrici); gli odierni RAEE. Pile ed accumulatori con la creazione del Consorzio per la raccolta, trattamento e riciclo di questa tipologia di rifiuto (Cobat). Pneumatici fuori usocon la creazione del Consorzio per il recupero di questa tipologia di rifiuti (Ecopneus). 25/100
2008: il paradigma della gestione degli imballaggi viene esteso a tutti i rifiuti La Direttiva “Rifiuti” 98/2008/CE • Non parla più solo di rifiuto a valle ma guarda l’intero ciclo di vita del prodotto • Chi inquina paga è esteso come principio guida a tutti i rifiuti. • Obiettivi di riciclo per materiali e non per tipologia di prodotto. 26/100
2 LE DIVERSE RISPOSTE Italia
Principi dell’attività di gestione dei rifiuti di imballaggio Responsabilità condivisa Chi inquina paga e inoltre (art. 219, comma 2 – D. Lgs. 152/2006) […]individuazione degli obblighi di ciascun operatore economico, garantendo che il costo della raccolta differenziata, della valorizzazione e dell'eliminazione dei rifiuti di imballaggio sia sostenuto dai produttori e dagli utilizzatori in proporzione alle quantità di imballaggi immessi sul mercato nazionale e che la pubblica amministrazione organizzi la raccolta differenziata […] Produttori (di imballaggi) Utilizzatori (di imballaggi) Pubblica Amministrazione Cittadini 27/100
Sono a carico delle imprese I costi del ritiro degli imballaggi usati e della raccolta dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari; Il corrispettivo per i maggiori oneri della raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio pubblico; I costi per il riutilizzo degli imballaggi usati; I costi per il riciclo e il recupero dei rifiuti di imballaggio; I costi per lo smaltimento dei rifiuti di imballaggio secondari e terziari. 28/100
Con le ultime modifiche al 152/06 i PRODUTTORI Per adempiere ai propri obblighi possono: organizzare autonomamente, anche in forma collettiva, la gestione dei propri rifiuti di imballaggio sull’intero territorio nazionale; aderire ad uno dei consorzi di filiera; attestare sotto la propria responsabilità che è stato messo in atto un sistema di restituzione dei propri imballaggi, mediante idonea documentazione che dimostri l'autosufficienza del sistema. 29/100
Mentre gli UTILIZZATORI Per adempiere ai propri obblighi possono: • consegnare gli imballaggi usati secondari e terziari e i rifiuti di imballaggio secondari e terziari in un luogo di raccolta organizzato dai produttori e con gli stessi concordato; • conferire al servizio pubblico gli imballaggi usati secondari e terziari e i rifiuti di imballaggio secondari e terziari nei limiti dei criteri di assimilazione previsti dalla normativa. 30/100
I produttori devono dimostrare di aver organizzato il sistema secondo criteri di efficienza, efficacia ed economicità Il produttore dovrebbe presentare all´Osservatorio nazionale sui rifiuti il progetto del sistema di gestione o restituzione dei propri imballaggi richiedendone il riconoscimento sulla base di idonea documentazione. Inoltre, dovrebbe • elaborare e trasmettere a CONAI un proprio programma specifico di prevenzione; • entro il 30 settembre di ogni anno presentare all’Osservatorio e a CONAI un piano specifico di prevenzione e gestione relativo all´anno solare successivo; • entro il 31 maggio presentare all’Osservatorio e a CONAI una relazione sulla gestione relativa all´anno solare precedente, comprensiva dell´indicazione nominativa degli utilizzatori che, fino al consumo, partecipano al sistema del programma specifico e dei risultati di riciclo e di recupero dei rifiuti di imballaggio. 31/100
Produttori di materia prima: necessità di distinguere il flusso destinato alla produzione di imballaggi L’impresa, producendo materie prime (ad esempio carta, granuli di plastica, ecc.) destinate a imballaggi, si trova “a monte” dei diversi processi che conducono alla produzione degli imballaggi stessi e dei relativi rifiuti. Le materie prime rientrano nella definizione di imballaggio se cedute ad autoproduttori Necessità di una doppia contabilizzazione Materie prime NON destinate alla produzione di imballaggi Materie prime destinate alla produzione di imballaggi 32/100
I produttori di materie prime/imballaggi dovrebbero organizzarsi per la gestione dei propri rifiuti PRODUTTORI DI MATERIA PRIMA • Sostenere i maggiori oneri relativi alla raccolta differenziata • Assicurare il ritiro dei propri rifiuti di imballaggio su tutto il territorio nazionale, attraverso: • mezzi propri • definizione di accordi specifici con i gestori RD • Raggiungere gli obiettivi di riciclo/recupero definiti dalla normativa, attraverso: • mezzi propri • definizione di accordi con riciclatori/recuperatori • Sostenere i costi relativi al riciclo/recupero PRODUTTORI DI IMBALLAGGI AUTOPRODUTTORI UTILIZZATORI Il produttore di materie prime e/o imballaggi deve CONSUMATORI COMUNI/GESTORI RACCOLTA DIFFERENZIATA 33/100
Cosa dovrebbero fare i produttori e gli utilizzatori di imballaggi se non ci fosse CONAI? IPOTESI MATERIALE CARTA OBIETTIVI DI RICICLO 60% (Direttiva 2004/12/CE) Produttore di materia prima (cartiera) 2 soggetti Produttore di imballaggi (cartotecnica) SE NON CI FOSSE CONAI E I DUE SOGGETTI NON SI ACCORDANO La cartiera dovrebbe riciclare il 60% del cartone destinato a imballaggi La cartotecnica dovrebbe, a sua volta, riciclare il 60% degli imballaggi prodotti 60% + 60% = 120% dove lo troviamo il 20% extra??? 34/100
Utilizzatori/commercianti: definire accordi specifici per la gestione degli imballaggi secondari e terziari Consegnare gli imballaggi usati secondari e terziari e i rifiuti di imballaggio secondari e terziari in un luogo di raccolta organizzato dai produttori e con gli stessi concordato. definizione di accordi specifici con i produttori L’utilizzatoredi imballaggi deve UTILIZZATORI 35/100
Altri sistemi riconosciuti Oltre a al Sistema Consortile, esistono, in Italia, due sistemi autonomi riconosciuti Conip • Consorzio Nazionale Imballaggi in Plastica, è un consorzio volontario di produttori che si occupa di cassette in plastica a “fine vita” raccolte su superficie privata, garantendo il raggiungimento del target di recupero complessivo relativo all’immesso al consumo dei propri consorziati. • Il Consorzio si occupa di organizzare, garantire e promuovere: • la ripresa, il ritiro, la raccolta dei rifiuti di imballaggio in materiale plastico secondari e terziari su superfici private o ad esse equiparate; • il riciclaggio e il recupero dei rifiuti di imballaggio in materiale plastico. Sistema P.A.R.I. Di cui è capofila la società Aliplast SpA. Il sistema è finalizzato al recupero degli imballaggi secondari e terziari in LDPE che la stessa Aliplast SpA immette al consumo sul territorio nazionale. 36/100
2 LE DIVERSE RISPOSTE Altri Paesi Europei
Dalla 94/62/CE alla 2008/98/CE: il cambiamento strutturale ha coinvolto in misura diversa tutti i Paesi europei L’ultima Direttiva europea spinge verso l’innalzamento dei target di recupero e di riciclo. In generale si è ritenuto e si ritiene che una maggior flessibilità e competitività, e quindi massima efficienza, sia perseguibile con la moltiplicazione dei Compliance Scheme 37/100
L’Europa appare divisa tra Gestione Centralizzata Sussidiaria e Mercato b) Modello di “mercato” (ex: Regno Unito e Germania), all’insegna della concorrenza. Semplificando, i modelli di riferimento sono: Alcuni presentano modelli che si potrebbero definire “intermedi” in quanto miscelano formule diverse. a) Modello a “gestione centralizzata sussidiaria” (ex: Francia e Italia) dove il sistema nazionale ha un’unica cabina di regia in grado di amministrare le variabili economiche e ambientali 38/100
Nei sistemi integrati c’è un’unica «cabina di regia» È la formula meglio consolidata, dimostrando una efficace ripartizione dei ruoli e dei costi. il Compliance scheme si fa carico, parzialmente, dei relativi costi di gestione 1° Il Sistema Integrato le Autorità Locali svolgono le operazioni di raccolta dei rifiuti domestici 39/100
Nei sistemi Duali sono coinvolti numerosi soggetti 2° Il Sistema Duale il Compliance Scheme organizza e gestisce direttamente le operazioni di raccolta attraverso un sistema parallelo a quello della raccolta di rifiuti indifferenziati, che resta di esclusiva competenza delle Autorità locali. 40/100
Molti sistemi duali stanno sviluppando formule «ibride» 3° Il Sistema Duale Ibrido il Compliance scheme ha la responsabilità della gestione dei rifiuti di imballaggio, ma si appoggia in tutto o in parte alle Autorità locali per lo svolgimento delle operazioni di raccolta, stipulando contratti per le diverse classi merceologiche. 41/100
La gestione dei rifiuti di imballaggio di provenienza industriale e commerciale sono lasciati al mercato Nella maggior parte dei Paesi dell’Europa a 15, per tutta la fase iniziale dell’avvio dei sistemi, ci si è occupati prevalentemente degli imballaggi del flusso domestico, considerati il vero problema “ambientale” da risolvere, e si è quindi lasciato al mercato il flusso proveniente dai siti commerciali e industriali. Al contrario, i ComplianceScheme dei paesi di nuovo accesso si sono concentrati prevalentemente sugli imballaggi industriali e commerciali, il punto di partenza più semplice e meno costoso. 42/100
I processi di integrazione tra imballaggi domestici ed industriali/commerciali stanno interessando tutti i Paesi • Crisi economica • Perseguimento obiettivi imposti dalla direttiva • Omogeneità dei materiali • Razionalizzazione costi Dalla gestione di imballaggi secondari e terziari all’integrazione dei domestici Dalla prevalenza di gestione di imballaggi da flusso domestico In entrambi i casi i sistemi hanno sviluppato una più stretta collaborazione con le Autorità locali 43/100
Il funzionamento economico dei Compliance Scheme si fonda su un meccanismo di prelievo esercitato su soggetti aderenti al sistema Il dispositivo di base determinato dal recepimento della Direttiva imballaggi è il seguente: • Tutti i soggetti “responsabili dell’immissione di imballaggi” sul mercato ne provvedono al recupero e al riciclo di quando questi cessano di essere utilizzati come tali e si trasformano in rifiuti. • I soggetti responsabili hanno facoltà di delegare i propri obblighi a un Compliance Scheme autorizzato ad effettuare la raccolta, il recupero e il riciclo degli imballaggi immessi al consumo dai propri aderenti. • A fronte di tale delega, i soggetti aderenti sono tenuti a versare al Compliance Scheme un contributo in denaro, calcolato in rapporto alla quantità, tipologia e qualità degli imballaggi immessi (i criteri di valutazione differiscono da Paese a Paese). 44/100