1 / 22

L’EDUCAZIONE DEGLI ADULTI

L’EDUCAZIONE DEGLI ADULTI. SINTESI DELLE AZIONI E DELLA NORMATIVA RELATIVE ALLE POLITICHE DI EDUCAZIONE DEGLI ADULTI 1997 – 2007 A CURA DEL SERVIZIO ISTRUZIONE E INTEGRAZIONE TRA SISTEMI FORMATIVI FEBBRAIO 2008. IL SISTEMA E.d.A. ANTE LEGGE N°296 DEL 24/12/2006.

darci
Download Presentation

L’EDUCAZIONE DEGLI ADULTI

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. L’EDUCAZIONE DEGLI ADULTI SINTESI DELLE AZIONI E DELLA NORMATIVA RELATIVE ALLE POLITICHE DI EDUCAZIONE DEGLI ADULTI 1997 – 2007 A CURA DEL SERVIZIO ISTRUZIONE E INTEGRAZIONE TRA SISTEMI FORMATIVI FEBBRAIO 2008

  2. IL SISTEMA E.d.A.ANTE LEGGE N°296 DEL 24/12/2006 • Fino al 1997 – Educazione degli adulti intesa come attività affidate al sistema dell’istruzione per: • azioni di alfabetizzazione • 150 ore • Corsi serali • 2. Ordinanza Ministeriale 455/97 – Educazione in età adulta – Istruzione e formazione nella scuola elementare e media • Accordo in Conferenza Unificata del 2 marzo 2000 – per il raccordo e l’integrazione delle iniziative di EdA per lo sviluppo dei territori regionali • Memorandum del Consiglio Europeo dell’ottobre 2000 • 5. Legge Regionale n°12/03 – Sezione V

  3. IL SISTEMA E.d.A. IN RER

  4. ATTIVITA’ COFINANZIATE DAL FSEprogettazione e funzionamento della didattica

  5. ATTIVITA’ COFINANZIATE DAL FSEprogetti sperimentali e innovativi

  6. OFFERTA FORMATIVA RER 2003-2004

  7. ISCRITTI PER TIPO DI CORSOa.s. 2003/04

  8. COLLABORAZIONE CON EX-IRRE ER • Integrazione tra istruzione e formazione (relazioni innovative tra i soggetti istituzionali) • Comune cultura professionale tra sistemi (percorsi integrati e valutazione/riconoscimento competenze) • Formazione integrata di docenti e operatori (progetto F.A.Re. per la preparazione di figure dedicate)

  9. CARATTERISTICHE E.d.A. IN RER • Materiali didattici innovativi • Percorsi formativi flessibili e articolati • Messa in trasparenza delle competenze per il riconoscimento di crediti • Forme di permanenza in attività culturali e di approfondimento • Rientri formativi in età adulta • Inserimento linguistico e sociale

  10. AREE DEI BISOGNI FORMATIVI • Domanda di compensazione e sviluppo degli apprendimenti (superamento degli analfabetismi, compreso il digital divide) • Percorsi innovativi in ruoli professionali e familiari • Domanda espansiva (ampliamento delle proprie conoscenze e competenze culturali)

  11. MODELLO REGIONALE DI EDA Linea di governance per un ruolo regionale di promozione, valorizzazione, riorganizzazione di tutti i soggetti pubblici e privati presenti sul territorio ai fini di: • Una visione dell’EdA inclusiva di tutte le attività formative erogate • Una stretta integrazione tra le due dimensioni dell’EdA: strumento per lo sviluppo del diritto di cittadinanza e per lo sviluppo del sistema sociale, culturale, economico, civico-politico del territorio

  12. ATTIVITA’ DEI CTP IN RER • Insegnamento italiano come L2 (60-90% dell’attività) • Acquisizione licenza media e diploma di SSS, in integrazione con la scuola ordinamentale • Corsi “brevi” a carattere aggregativo • Offerta a rete • EdA in carcere

  13. LEGGE N°296 DEL 27/12/2006(FINANZIARIA 2007) IL COMMA 632 RIORGANIZZA LA RETE DEI CTP SU BASE PROVINCIALE, LI RIDENOMINA IN CENTRI PROVINCIALI PER L’ISTRUZIONE DEGLI ADULTI ARTICOLATI IN RETI TERRITORIALI. Lo scopo è far conseguire più elevati livelli di istruzione alla popolazione adulta, anche immigrata, con particolare riferimento alla conoscenza della lingua italiana, in relazione agli obiettivi fissati dall’Unione europea. La percentuale di popolazione tra i 25 e 64 anni che partecipa a percorsi di istruzione e/o formazione in Italia al 2001 è del 4,6% (fonte Eurostat), contro a un benchmark fissato dalla Commissione per il 2010 del 12,5%

  14. DAI CTP AI CPIA Con Decreto del MPI del 25/10/2007 sono definiti i criteri generali per il conferimento dell’autonomia di cui al DPR n°275/99 ai “Centri provinciali per l’istruzione degli adulti”, nel quadro della riorganizzazione in ambito provinciale, dei Centri territoriali permanenti per l’educazione degli adulti e dei corsi serali funzionanti presso le istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, di cui alla legge n°296/06, art. 1, comma 632.

  15. FINALITA’ DEI CPIA • Conseguimento del livello di istruzione previsto dall’ordinamento vigente a conclusione della scuola primaria, nonché per l’acquisizione del titolo di studio conclusivo del primo ciclo di istruzione; • Recupero dei saperi e delle competenze per l’acquisizione della certificazione di assolvimento dell’obbligo di istruzione di cui all’art.622 della Legge 296/06; • Conseguimento del diploma di istruzione secondaria superiore; • Alfabetizzazione funzionale finalizzata all’acquisizione di saperi e competenze riferiti all’adempimento dell’obbligo di istruzione ed al conseguimento di un titolo di istruzione secondaria superiore; • Conoscenza lingua italiana da parte degli immigrati per la loro integrazione linguistica e sociale

  16. VERSO UNA LEGGE PER L’APPRENDIMENTO PERMANENTE Schema di Disegno di legge concernente “Norme in materia di apprendimento permanente” del 19 dicembre 2007 • Riconosce – in coerenza con le strategie dell’Unione Europea – l’apprendimento permanente quale espressione dei diritti costituzionali all’istruzione, alla formazione e elevazione professionale dei lavoratori; • Lo sviluppo della cultura, per la valorizzazione della persona, la cittadinanza attiva e la mobilità professionale • Ha la finalità di rimuovere gli ostacoli che impediscono l’accesso alle attività per l’innalzamento dei livelli di istruzione e formazione e all’acquisizione di competenze professionali.

  17. LE UNIVERSITA’ DELLA TERZA ETA’ LEGGE REGIONALE 30 giugno 2003, n. 12 Norme per l’uguaglianza delle opportunità di accesso al sapere, per ognuno e per tutto l’arco della vita, attraverso il rafforzamento dell’istruzione e della formazione professionale, anche in integrazione tra loro. Art. 43 – Università delle terza età. Nell’ambito dell’educazione degli adulti, la Regione e gli Enti locali valorizzano le attività delle Università della terza età, comunque denominate, in considerazione della rilevanza che tali soggetti rivestono per l’offerta di educazione non formale, in risposta alla domanda emergente ed in espansione delle persone per l’acquisizione di conoscenze in campi vari e differenziati del sapere. Per le finalità di cui al comma 1, competono alle Province le funzioni di promozione e sostegno delle attività di detti soggetti.

  18. RUOLO DELLE PROVINCEAREE TEMATICHE • Sono considerate prioritarie ai fini dell’assegnazione delle risorse alle Province per la promozione delle Università della Terza Età le seguenti aree tematiche: • attività educative e formative in grado di favorire l’inserimento delle persone adulte/anziane nel contesto sociale e culturale in cui risiedono, con particolare riferimento a quelle tese a diffondere e consolidare la cultura scientifica, linguistico-letteraria, anche attraverso l’uso di strumenti multimediali, nonché alle attività tese all’acquisizione/rafforzamento delle competenze relazionali; • educazione alla multiculturalità; • interventi rivolti alla conoscenza delle metodologie e prassi finalizzate al mantenimento del benessere psico-fisico, con esclusione di interventi riguardanti l’attività fisica degli adulti/anziani.

  19. RUOLO DELLE PROVINCE Le Province hanno inoltre la competenza all’accertamento del carattere di ciclicità e completezza dei corsi promossi dalle associazioni attraverso lezioni e/o incontri programmati durante l’arco dell’anno formativo, escludendo dal finanziamento interventi casuali e sporadici che, per tale caratteristica, non possono pertanto corrispondere alle finalità del finanziamento stesso. Data la natura delle risorse, si ritiene necessario intervenire a favore delle sole attività culturali, escludendo ad esempio i finanziamenti per acquisto di computer o altri ausili didattici.

  20. LE 58 UTE PER PROVINCIA

  21. PER SAPERNE DI PIU’ • http://www.indire.it • http://www.eduadu.org • http://www.scuolaer.it

More Related