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Economia delle aziende non profit Prof. Antonello Zangrandi Anno accademico 2002-2013

Economia delle aziende non profit Prof. Antonello Zangrandi Anno accademico 2002-2013. Le aziende non profit: specificità. Le aziende non profit: definizioni e classificazioni. Spesso il termine non profit viene usato come sinonimo di “terzo settore” per indicare che:

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Economia delle aziende non profit Prof. Antonello Zangrandi Anno accademico 2002-2013

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  1. Economia delle aziende non profit Prof. Antonello Zangrandi Anno accademico 2002-2013 Le aziende non profit: specificità

  2. Le aziende non profit: definizioni e classificazioni Spesso il termine non profit viene usato come sinonimo di “terzo settore” per indicare che: a) non è amministrazione pubblica b) non è il sistema delle imprese (mercato) Altre volte il termine viene usato come sinonimo di volontariato che rappresenta una parte delcomplessofenomeno costituito dal comparto non profit.

  3. Le aziende non profit: definizioni e classificazioni In realtà il comparto, non settore, è molto eterogeneo e l’eterogeneità del comparto si riscontra anche nelle numerose definizioni in uso per definire il fenomeno: - TERZO SETTORE (Cesareo -1985- ) - TERZA DIMENSIONE (Ardigò -1981-) - TERZO SISTEMA (Ruffolo, Borzaga, Lepri -1988-) - PRIVATO SOCIALE (Donati -1978-) - AZIONE VOLONTARIA (Ascoli -1986) - SETTORE NON PROFIT - SETTORE INFORMALE

  4. Le ANP come soggetto dell’economia aziendale • l’economia aziendale ha per oggetto l’ordine economico degli istituti, ossia delle collettività umane istituzionalizzate nelle quali le persone svolgono la loro attività sia di tipo economico, sia di altro tipo: in tutti gli istituti si svolge una quota di attività per quanto limitata di carattere economico • occuparsi di non profit in Economia Aziendale significa riconoscere che rilevanti quote di attività economiche si svolgono non solo nelle famiglie, nelle imprese e nello stato, ma anche in una IV parte di istituti che hanno carattere profondamente diverso.

  5. Differenze • Rispetto alle aziende pubbliche (stato, comuni,regioni etc.) non sono pubbliche ma private, non raccolgono contributi in modo coattivo e non si sviluppano per realizzare un determinato modello politico della società • Rispetto all’impresa. Non hanno il fine di produrre remunerazioni per tutti i fattori di produzione (interessi particolari e privati) secondo i livelli del mercato • alcuni rinunciano del tutto alla remunerazione (volontari) • altri accettano remunerazioni inferiori a quelli di mercato: dipendenti o conferenti di capitali di prestito

  6. Definizione È una forma organizzata dell’attività umana, la cui motivazione originaria nonché istituzionale è quella di: • trasformare la ricchezza in benessere sociale degli individui, ossia di usare la ricchezza per soddisfare i bisogni della collettività. • trasformare valori individuali (solidarietà, altruismo in valori economici (attività autosufficienti) e in valori sociali (risposta a valori giudicati rilevanti dalla comunità di riferimento). • Ricchezza economica che viene generata altrove (proveniente da enti pubblici, soci, sostenitori, imprese) o nella anp stessa (ma in questo caso come fine secondario e non primario rispetto a quello del benessere sociale).

  7. PRINCIPIO GUIDA DELL’ECONOMIA AZIENDALE Aumento del valore economico dei risultati dell’attività svolta nell’ambito degli Istituti valore della produzione ceduta sul mercato valore (quantità/qualità) dei bisogni soddisfatti CRITERIO-VINCOLO DELL’ECONOMIA AZIENDALE L’autonomia, l’equilibrio di lungo periodo, tra risorse impiegate nei processi di produzione e consumo e risorse disponibili (Elio Borgonovi) Ci ricordiamo che …

  8. diversi criteri sui quali si basano le definizioni Natura dell’attività svolta o tipo di prodotto/servizio offerto: sono tipici delle anp la salute, l’assistenza sociale, l’istruzione e la ricerca, le attività culturali, di conservazione del patrimonio artistico, di difesa dell’ambiente, di promozione dello sviluppo delle comunità locali e dei diritti civili, politiche, religiose e di rappresentanza. Natura dei destinatari: i membri stessi dell’organizzazione, specifiche categorie di persone esterne in situazioni di bisogno; le generali collettività locali, nazionali o internazionali Non distribuibilità dei risultati reddituali (profitti) che possono essere totalmente assenti o è fatto divieto assoluto di distribuire qualunque remunerazione del capitale proprio. Natura privatistica (ma c’è sempre autonomia formale e sostanziale rispetto allo Stato?) La struttura dei componenti positivi di reddito: evidenza dei proventi non del tipo “ricavi”, quasi-prezzi, quote associative, sussidi privati e pubblici. L’incidenza del volontariato sul volume totale di lavoro

  9. Le caratteristiche delle aziende non profit: a) sono soggetti di natura privata (o mista). b) costituite per iniziativa e motivazioni private; c) che tuttavia perseguono fini pubblici (svolgono funzioni di interesse pubblico) ovvero operano per risolvere un problema che è di interesse generale per la comunità nella quale si sviluppa; d) che rispettano il vincolo di non distribuibilità dei risultati reddituali (profitti) che possono essere totalmente assenti o è fatto divieto assoluto di distribuire qualunque remunerazione del capitale proprio. Vanno reinvestiti o comunque restano a disposizione per i fini istituzionali.

  10. Caratteristiche delle anp: Natura giuridica privata No logica massimo profitto e non distribuibilità Utilità Pubblica Finalità ed obiettivi sociali

  11. Un importante nota bene Molto spesso si pensa che in queste istituzioni non sia rilevante la dimensione economica o che non ci si debba preoccupare dell’efficienza economica o di produrre utili. Ciò non è corretto. Le istituzioni non profit devono impegnarsi (come le altre) a realizzare la massima efficienza possibile al fine di produrre valore economico che però: - non può essere distribuito. - va reinvestito o comunque resta a disposizione per i fini istituzionali. Ma serve a rendere la propria attività economicamente autosufficiente

  12. Logiche aziendali: una proposta • La logica delle aziende private for profit è quella di svolgere attività che sono ritenute economicamente convenienti (sulla base di ragionevoli previsioni economiche) • La logica delle aziende pubbliche è quella di svolgere attività che socialmente e politicamente convenienti (sulla base delle diverse interpretazioni delle funzioni pubblicistiche) • La logica delle aziende non profit è quella di rendere economicamente sostenibili e e socialmente utili attività che alcune persone giudicano coerenti con i propri valori individuali.

  13. ORIGINE E SVILUPPO DELL’AZIENDA NON PROFIT • Le aziende non profit nascono e si sviluppano perché delle persone decidono di impiegare le proprie energie e la propria ricchezza economica per soddisfare bisogni di altre persone. • Al fine di perdurare nel tempo ed essere autonome sul piano economico esse devono: • essere in grado di “produrre valore” applicando la razionalità economica; • essere in grado di destinare tale valore e quindi di distribuirlo, secondo logiche e modalità che gli sono proprie.

  14. NATURA E MOTIVAZIONE DELLO SCOPO AZIENDALE

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