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La cura del processo educativo

La cura del processo educativo. Le attenzioni pedagogiche e le competenze in gioco. Le attenzioni pedagogiche. Considerare e agire, contemporaneamente, su questi quattro livelli: La dimensione rituale La cura delle persone La cura di sé La cura delle relazioni.

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Presentation Transcript


  1. La cura del processo educativo Le attenzioni pedagogiche e le competenze in gioco

  2. Le attenzioni pedagogiche Considerare e agire, contemporaneamente, su questi quattro livelli: • La dimensione rituale • La cura delle persone • La cura di sé • La cura delle relazioni

  3. La dimensione rituale nella relazione • Le caratteristiche del rito: ripetizione ritmica dei movimenti e comportamenti; amplificazione della mimica; semplificazione e stereotipizzazione dei comportamenti • Il rito come formalizzazione di un comportamento che perde la propria funzione originaria e acquista una funzione comunicativa e un significato simbolico all’interno di un contesto culturale dato • Il rito tra tradizione e innovazione: funziona come un “dispositivo concettuale” che consente di interpretare il mondo aprendosi ad altre (nuove) “enciclopedie” di significati

  4. La dimensione rituale nella relazione Il rito sembra essere un “dispositivo” di elaborazione, di comunicazione e anche di azione di elementi potenzialmente problematici che appartengono alla quotidianità: di qui le sue funzioni di facilitazione della relazione, di modulazione delle emozioni e dell’aggressività, di rafforzamento dell’identità individuale, di facilitazione delle/nelle situazioni di cambiamento, di connessione alla collettività

  5. La dimensione rituale nella relazione I tipi di rito: individuali e/o sociali Le condizioni del rito nella relazione: la diversità, l’asimmetria, l’ignoto Il rituale presidia le interazioni: conferisce ruoli, istituisce i confini tra “dentro” e “fuori”, definisce le regole di convivenza, consente l’espressione e la comunicazione Alcuni tipi di rito sociale: di legame o di introduzione (saluto), di aggressività (fare finta), di gioia (tifo); i riti di passaggio e di iniziazione (il cambiamento individuale coincide con un cambiamento di “status” sociale)

  6. La dimensione rituale nel setting pedagogico • Il rito come predisposizione di una scena materiale e simbolica in cui un eventosignificativo (atteso) possa accadere • Il rito come circoscrizione di uno spazio e di un tempo “altro” • Il rito come predisposizione di ruoli e di funzioni (disciplina della relazione…) • Il rito come manipolazione simbolica di oggetti e linguaggi • Il rito come passaggio (liminarità)

  7. La cura delle persone • L’uso dello sguardo • L’osservazione e l’uso della corporeità • La risposta ai bisogni / la captazione dei desideri • L’individuazione degli spazi e dei tempi effettivamente educativi • L’uso degli oggetti • L’individuazione e la significazione dei percorsi • L’uso e il significato delle regole • Il senso del progetto educativo • La responsabilità e la fatica dell’educare • Il rapporto con la “fine” • Il modello ideale (di educatore / di educando)

  8. La cura di sé • La propria “differenza”: la libertà di essere se stessi • La padronanza di sé: il “giusto modo di amministrare se stessi e il proprio potere”… • Le tecnologie del sé: gli “esercizi” che riportano l’individuo “alla propria natura” • La conoscenza di sé: esperienziale, storica, estetica, tecnologica • La tras-formazione di sé: una conoscenza che è un “andare oltre” quello che si è già, nel contesto materiale in cui si vive

  9. La cura di sé nella relazione educativa • Riconoscere la propria implicazione nelle situazioni educative/formative: attenzione nei confronti della propria “vita emotiva” e ascolto di sé in quanto immerso/a nelle situazioni, indipendentemente dalla propria intenzionalità • Consapevolezza del proprio “stile” nell’affrontare le situazioni: del proprio rapporto con i limiti e i vincoli, con le possibilità, con l’autorità, con la “minorità”: con le proprie potenzialità esistenziali e con le proprie “effettività”, con la propria “progettualità esistenziale” • Riconoscimento, espressione ed elaborazione delle proprie rappresentazioni rispetto alla situazione educativa, a sé e all’Altro in relazione, ai ruoli e alle posizioni occupate; rispetto ai modelli educativi interiorizzati, alle proprie “norme” e regole • Riconoscimento, espressione ed elaborazione dei sentimenti, degli stati d’animo, delle emozioni, dei bisogni e dei desideri (propri) in gioco nelle situazioni educative e formative

  10. La cura di sé nella relazione educativa Gli strumenti professionali • Formazione/autoformazione • Le teorie e la ricerca sul lavoro educativo • Il setting pedagogico • Il lavoro d’équipe • La supervisione

  11. La cura delle relazioni Vedere, leggere e interpretare le dinamiche relazionali in atto in “quella” situazione formativa Progettare il setting formativo (oltre la programmazione)

  12. La cura delle relazioni Manutenzionare: modificare il setting e riprogettare il processo formativo (oltre gli obiettivi didattici) Istituire rituali intermedi

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