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Costruiamo insieme il corso ….

Organizzazione Aziendale lezione 1 Mario Pezzillo Iacono mario.pezzilloiacono@unina2.it www.economia.unina2.it. Analisi dei fabbisogni formativi. Obiettivi e pianificazione del percorso formativo. valutazione ex ante. Somministrazione del programma di formazione. valutazione in itinere.

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Presentation Transcript


  1. Organizzazione Aziendale lezione 1 Mario Pezzillo Iaconomario.pezzilloiacono@unina2.itwww.economia.unina2.it

  2. Analisi dei fabbisogniformativi Obiettivi epianificazione delpercorso formativo valutazione ex ante Somministrazionedel programmadi formazione valutazione in itinere Monitoraggio evalutazione Costruiamo insieme il corso ….

  3. I metodi didattici tipicamente utilizzati nei miei corsi …Lezione • Trasmissione ai discenti di conoscenze in forma strutturata • Vantaggi • Efficienza • Filtro del docente • Svantaggi • Rischio di scarsa memorizzazione dei concetti • Rapida caduta del livello di attenzione • Apprendimento limitato agli aspetti teorici e astratti

  4. I metodi didattici tipicamente utilizzati nei miei corsi …Esercitazioni • Insieme di tecniche basate sull’assegnazione di un problema (possibilmente) vicino alla realtà di lavoro quotidiano, da risolvere con nozioni già possedute o trattate in aula • Metodo dei casi • Educazione al problem solving • Analisi e valutazione di situazioni aziendali complesse • Incident • Metodo dei casi in due step: 1) assegnazione e analisi del caso base, 2) richiesta motivata di ulteriori informazioni, 3) soluzione del caso

  5. I metodi didattici tipicamente utilizzati nei miei corsi …Simulazioni • Insieme di tecniche che riproducono comportamenti lavorativi, secondo ruoli (in genere) assegnati, all’interno di gruppi • Tecniche esperienziali, in contesto sperimentale e protetto • Role playing • Esame di una situazione aziendale e “recita” della stessa • Obiettivi: 1) decisioni in contesto relazionale, 2) sviluppo di capacità inerenti i comportamenti sociali

  6. I metodi didattici tipicamente utilizzati nei miei corsi …Multimedialità e Web 2.0 • Costruzione di un blog. Ad es. organizzazioneaziendalefedericoii.blogspot.it • Cinema e Management (youtube … spezzoni di film, ecc) • Il sito del Dipartimento come piattaforma inter-attiva …

  7. L’obiettivo dell’azione organizzativa: alcune parole chiave … Affrontare il problema organizzativo richiede la ricerca delle modalità “migliori” per … aggregare combinare coordinare dividere controllare Risorse economiche

  8. L’obiettivo dell’azione organizzativa “L’organizzazione può essere definita come il complesso delle modalità secondo le quali viene effettuata la divisione del lavoro in compiti distinti e quindi viene realizzato il coordinamento tra tali compiti” H. Minzberg (1983)

  9. FINALITA’ DELL’AZIONE • DIVISIONE DEL LAVORO • INTERDIPENDENZA E COORDINAMENTO RISORSE LIMITATE COORDINAMENTO DIVISIONE DEL LAVORO • QUANTITATIVA / QUALITATIVA • Tra individui/gruppi/imprese EFFICIENZA INTERDIPENDENZA I Confini dell'Azione Organizzativa

  10. Che cosa significa migliore organizzazione Diverse concezioni di organizzazione migliore: • ottima ed universale • Coerente ed adatta ad alcune specifiche circostanze • economicamente più conveniente • legittimata dal contesto sociale

  11. L’organizzazione migliore in quanto ottima One best way Esistono leggi organizzative applicabili sempre e comunque Metodo scientifico di analisi

  12. L’organizzazione migliore in quanto coerente ed adatta Circostanze e contingenze La forma organizzativa migliore da adottare

  13. L’organizzazione migliore in quanto economicamente più conveniente Il principio guida Scegliere la soluzione organizzativa che presenta i minori costi o i maggiori ricavi

  14. Organizzazione migliore in quanto legittimata dal contesto sociale S N Legenda: A= azienda N= contesto normativo S= contesto sociale C= contesto culturale P= contesto politico A il successo di un’organizzazione dipende dal grado di accettazione da parte del sistema sociale ed economico in cui opera C P

  15. La complessità degli studi organizzativi: paradigmi in competizione • La multi-disciplinarietà e/o l’inter-disciplinarità degli studi organizzativi • L’eterogeneità delle organizzazioni • I differenti livelli di analisi organizzativa • La proliferazione dei paradigmi e la “competizione” tra paradigmi/programmi di ricerca/tradizionidi ricerca rivali

  16. LIVELLI Di ANALISI IND. INTERDIPENDENZE GRUPPO INT. EST. AZIENDA INDIVIDUO GRUPPO AZIENDA NETWORK NETWORK I Confini dell'Azione Organizzativa

  17. Thomas Kuhn ed il concetto di paradigma scientifico • saggio La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962) • Paradigma scientifico: è una visione generale sul mondo, una griglia di lettura, spesso implicita, che precede e fonda tanto la teoria quanto le tecniche; essa guida il lavoro dei ricercatori e lo riconduce ad unità • distinse tra periodi di scienza “normale” e periodi “rivoluzionari”: i primi sono quelli in cui domina un paradigma mentre i secondi si verificano nel momento in cui, di fronte a problemi insolubili, si afferma (nel conflitto) un nuovo paradigma

  18. Un paradigma scientifico … … indirizza la ricerca in termini di: - individuazione dei fenomeni da studiare - formulazione di ipotesi per spiegare il fenomeno studiato - approntamento delle tecniche di ricerca empirica

  19. Larry Laudan • … Non sono le teorie ad entrare in crisi e ad essere sostituite quando subentra un numero eccessivo di anomalie, ma sono le tradizioni di ricerca, cioè i metodi con cui tali teorie venivano sviluppate. • Al contrario di Kuhn, Laudan non nega la possibilità che più tradizioni di ricerca possano coesistere in un dato momento storico. • L’organizzazione aziendale non appare come una dinamica di cumulazione, ma si sviluppa secondo un percorso competitivo, la cui razionalità privilegia quella che appare in grado di risolvere il maggior numero di problemi considerati in quel momento di maggior peso

  20. Le 3 questioni di fondo 1. la realtà sociale esiste? 2. è conoscibile? 3. come può essere conosciuta?

  21. Ontologia, Epistemologia, Metodologia • Le tre dimensioni costitutive di una maxi-teoria sono: • Dimensione ontologica (qual è la natura della realtà?): ci si chiede se la realtà esiste di per sé, al di fuori della mente umana, oppure è pura rappresentazione (ad es. una organizzazione è una reificazione o è una costruzione sociale) • Dimensione epistemologica (la realtà è conoscibile?): si incentra sul rapporto soggetto conoscitore\oggetto da conoscere e quindi: a) sulla forma della conoscenza b) sull’interazione\alterazione dell’oggetto da conoscere (concezione positivistiche vs. concezioni anti-positivistiche nello studio dell’organizzazione) • Dimensione metodologica (come può essere conosciuta la realtà?): riguarda la riflessione sul “come”, attraverso quali strumenti legittimamente scientifici può essere studiata la realtà (metodi nomotetici vs. metodi idiografici)

  22. I paradigmi in competizione • A partire dalla fine degli anni ’60 ben 15 diversi paradigmi in competizione in USA • Approccio interorganizzativo, approccio etnometodologico; enactment theory; approccio cibernetico; teoria dell’agenzia; ecologia delle popolazioni; dipendenza dalle risorse; …………..)

  23. Hatch, M.J. 1997. Organisation Theory: Modern, Symbolic and Postmodern Perspectives. Oxford: OUP

  24. Approcci strategia – strutturaApproccio lineare • Prima viene la strategia (scelta del cosa produrre) di conseguenza si progetta la struttura (scelta del come produrre) • Ambienti stabili • Concentrazione del potere al vertice • Manager decisore razionale Strategia Gestione dellerisorse umane Struttura

  25. Chandler: strategia e struttura • il cambiamento delle condizioni ambientali genera nuove opportunità- AMBIENTE • la risposta delle imprese è una strategia di sviluppo - STRATEGIA • l’evolversi della strategia è seguito da successivi adeguamenti della struttura organizzativa - STRUTTURA • i ritardi nell’adeguare la struttura alla strategia dipendono dall’inerzia del management - RITARDI

  26. Porter’s Competitive Strategies

  27. Approcci strategia – strutturaApproccio interdipendente • Strategia, struttura e gestione delle risorse umane si influenzano reciprocamente nel tempo • Adattamento all’ambiente circostante • Ambienti complessi e variabili • Diffusione del potere a diversi livelli decisionali Ambiente Strategia Gestione dellerisorse umane Struttura Ambiente

  28. Approcci strategia – strutturaApproccio evolutivo • Organizzazione come sistema che apprende • Pluralità di soggetti (interni ed esterni) con diverse strategie e potere di influenza • L’ambiente influenza ed è influenzato • Path dependence (le decisioni passate interagiscono con quelle attuali) Strategie degli attori Strutture di governo delle transazioni Strategia Gestione dellerisorse umane Struttura Ambiente

  29. I RAPPORTI STRATEGIA-ORGANIZZAZIONE LA FORMAZIONE DELLE STRATEGIE Il processo di formazione delle strategie parte dalla definizione delle strategie intenzionali ed arriva a quelle realizzate. PARTE NON ATTUATA INTENZIONE STRATEGICA STRATEGIA DECISA STRATEGIA REALIZZATA PARTE RIMOSSA O ABBANDONATA STRATEGIA EMERGENTE Il percorso strategico di formazione delle strategie differisce dalla formulazione della strategia così come le strategie realizzate differiscono dal disegno strategico (strategie intenzionali).

  30. Lo schema di riferimento nell’analisi e nella progettazione organizzativa VARIABILI DI SFONDO SOLUZIONI ORGANIZZATIVE VARIABILI CHIAVE STRATEGIA COSTI(PRODUZIONE, COORDINAMENTO, CONTROLLO) BENEFICI TEORIE ORGANIZZATIVE

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