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FUTURO ED INNOVAZIONE ISTITUZIONALE PER IL SISTEMA DEI CSV

FUTURO ED INNOVAZIONE ISTITUZIONALE PER IL SISTEMA DEI CSV. FUTURO ED INNOVAZIONE ISTITUZIONALE PER IL SISTEMA DEI CSV. Roberto Museo Coordinamento Nazionale Centri di Servizio per il Volontariato Direttore CSVnet. Roberto Museo Bologna 27.4.11.

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FUTURO ED INNOVAZIONE ISTITUZIONALE PER IL SISTEMA DEI CSV

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Presentation Transcript


  1. FUTURO ED INNOVAZIONE ISTITUZIONALE PER IL SISTEMA DEI CSV FUTURO ED INNOVAZIONE ISTITUZIONALE PER IL SISTEMA DEI CSV Roberto Museo Coordinamento Nazionale Centri di Servizio per il Volontariato Direttore CSVnet Roberto Museo Bologna 27.4.11

  2. Questo materiale nasce dal seminario di VOLABO “Il CSV e la sua funzione sul territorio”, realizzato ad aprile 2011 per aprire una riflessione sulle scelte e cambiamenti che Centri di servizio per il Volontariato e Organizzazioni di Volontariato si trovano ad affrontare in questo anno e ancor più in una previsione futura. Solo un’analisi condivisa e una riflessione partecipata sul nuovo scenario possono creare le basi per idee e soluzioni in grado di trasformare le complessità in preziose opportunità da cogliere. La diminuzione dei fondi rilancia a nuove sfide e all’esigenza di un’innovazione istituzionale. Ciò significa ri-orientare la propria azione, in funzione di un miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia gestionali e di un potenziamento della propria presenza sul territorio. Questo il messaggio centrale dell’intervento del direttore di CSVNET, di cui riportiamo. Il materiale prodotto, che ha inteso fornire una fotografia sulla situazione attuale del sistema dei Centri di Servizio, per fare emergere possibili linee di azione in risposta alle attuali e future sfide, non solo per i Centri di Servizio ma anche per le Organizzazioni di Volontariato.

  3. ALCUNE PREMESSE ELEMENTI DI SCENARIO LE SFIDE DI OGGI PER I CSV

  4. A CHE PUNTO SIAMO? • È terminata la fase pionieristica • I CSV sono presenti su tutto il territorio nazionale • Si sono accumulate molte e varie esperienze • Si è assestato (almeno si spera) il quadro degli interlocutori istituzionali • Le risorse sono certe per i prossimi 5 anni • L’operatività ha però evidenziato problemi di governance • Ruolo di CSVNET

  5. ELEMENTI DI SCENARIO • Moltiplicazione delle NPO • Moltiplicazione e diversificazione delle ODV • Trasformazione del ruolo sociale del volontariato • Irruzione della dimensione economica nel non-profit • Nuovi meccanismi di allocazione delle risorse (5 per mille; fondazioni bancarie/Fondazione per il sud, filantropia istituzionale, …..)

  6. LE SFIDE PER IL SISTEMA DEI CSV FEDELTA’ AL VOLONTARIATO CAPACITA’ DI APPROCCIO ALLA COMPLESSITA’

  7. PRIMA SFIDAFEDELTA’ AL VOLONTARIATO • Mantenere e promuovere un’idea rigorosa di volontariato (gratuità) • Essere al servizio del volontariato nei diversi ambiti in cui si esprime • Credere nella sua soggettività “politica” e valorizzarla (Tavazza) • Operare con un preciso riferimento territoriale • Avere una struttura inclusiva, democratica e partecipata • Essere efficienti e trasparenti

  8. 1. Mantenere e promuovere un’idea rigorosa del volontariato • Gratuità come elemento costitutivo del volontariato • Affermarla non in chiave alternativa, ma complementare alle altre forme/modalità della solidarietà • Promuovere un sistema di incentivi che premi la gratuità anziché determinare derive verso l’impresa sociale

  9. 2. Essere al servizio del volontario • Promozione, sostegno e servizi per il volontariato che opera nelle ODV… ma anche: • che opera in altre organizzazioni (coop soc, associazioni, enti pubblici, fondazioni ….) e • per il volontariato non ancora “accasato” • per il volontariato potenziale (people raising)

  10. 3. Credere nella soggettività politica del volontario • Il volontariato come soggetto di cambiamento sociale per la rimozione delle cause di disuguaglianza • Costruire protagonismo politico • Supportare ed educare il protagonismo delle piccole organizzazioni • Sostenere la costruzione di rappresentanza a tutti i livelli (innanzitutto nei territori)

  11. 4. Operare con un preciso riferimento territoriale • Normalmente la dimensione è provinciale • Assumere un atteggiamento attivo/animativo: il territorio è spesso fatto da tante piccole realtà da intercettare. Occorre muoversi ed andare verso di loro: essere CSV PRO-ATTIVI • Lavorare per “costruire” il territorio e i suoi legami

  12. 5. Avere una struttura inclusiva, partecipata, democratica • Un’organizzazione che promuove valori deve essere essa stessa una struttura esemplare che incarna tali valori • La coerenza sotto il profilo dell’inclusione, della partecipazione e della democrazia appare quindi assolutamente necessaria • Inclusione, partecipazione e democraticità sono condizioni che vanno adeguatamente strumentate per essere agite effettivamente

  13. 6. Essere efficaci, efficienti e trasparenti • La riduzione delle risorse impone una grande attenzione nel loro uso • L’inefficienza è un vulnus della solidarietà • È necessario adottare forme di gestione programmate e controllabili • Gli strumenti di rendicontazione e valutazione sono indispensabili per una buona gestione

  14. SECONDA SFIDA CAPACITA’ DI APPROCCIO ALLA COMPLESSITA’ • Non subire la complessità del contesto di riferimento • Avere una visione adeguata alla complessità • Riuscire a gestirla, inglobarla, organizzarla, finalizzarla

  15. …..e quindi ? Partendo da queste sfide pensiamo che occorre mettere in campo processi di INNOVAZIONE ISTITUZIONALE

  16. Che cosa è l’innovazione istituzionale? Un modo diverso di vedere il mondo intorno a noi che si traduce in un diverso modo di essere organizzazione istituzionale AVERE NUOVI OCCHI PER GUARDARE IN AVANTI

  17. Il problema della coerenza • Serve coerenza tra l’innovazione istituzionale, i fini istituzionali e i problemi che si intendono affrontare e risolvere • Ad es. l’innovazione istituzionale sarà diversa se il problema da risolvere è il cambiamento dell’idea del CSV come dispensatore di risorse • oppure come soggetto che promuove un’identità condivisa e una rappresentanza politica unitaria

  18. COSA VEDIAMO NELL’ACCORDO ACRI VOLONTARIATO DEL 23 GIUGNO 2010 ?

  19. OPPURE…….

  20. L’innovazione istituzionale è una questione: • Giuridico normativa - la forma, gli strumenti • Organizzativa - l’applicazione • Culturale - l’ interiorizzazione, l’accettazione, l’elaborazione

  21. L’innovazione istituzionale è sempre: • Un elemento di rottura con l’esperienza acquisita • Uno stress • Uno shock • Una preoccupazione

  22. L’innovazione istituzionale ha sempre successo? Le stime relative ad analisi di innovazione istituzionale in campo organizzativo ci dicono che l’innovazione fallisce in circa il 70% dei casi

  23. Quali sono i motivi perché fallisce l’innovazione istituzionale? • Quando non c’è una leadership forte • Quando non c’è un’idea chiara • Quando con la forma si vuole cambiare la sostanza • Quando non si affronta seriamente e decisamente il cambiamento e si ritiene non è sostenibile • Quando l’innovazione non viene compresa da chi deve tradurla in azione • Quando l’innovazione formale non è accompagnata da un’innovazione sostanziale

  24. Come si persegue l’innovazione istituzionale? Dall’alto o dal basso? Dall’alto

  25. Dal basso Dall’alto o dal basso?

  26. L’idea e la realizzazione • Serve una nuova visione (“non c’è nessun buon vento per il marinaio che non sa dove andare”) • La visione va resa compatibile con il punto di vista, gli interessi e i valori di chi deve tradurla in pratica • Individuazione caso per caso dei problemi di applicazione dell’innovazione formale in pratica • Chiara programmazione delle linee di realizzazione dell’innovazione • Forte sostegno alla riflessività • Diffusione attraverso confronto e imitazione (migliori prassi, valorizzazione del network) • …………………………………………………………………….

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