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IGIENE GENERALE ED APPLICATA

IGIENE GENERALE ED APPLICATA. Prof. Dott. Marco Guida Dipartimento delle Scienze Biologiche sezione Fisiologia ed Igiene Via Mezzocannone, 16 Napoli Tel. 0812534641 E-mail marco.guida@unina.it www.erl.unina.it. La VIOLENZA ed il Pianeta Terra. Atmosfera. Idrosfera. Litosfera.

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IGIENE GENERALE ED APPLICATA

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Presentation Transcript


  1. IGIENE GENERALE ED APPLICATA Prof. Dott. Marco Guida Dipartimento delle Scienze Biologiche sezione Fisiologia ed Igiene Via Mezzocannone, 16 Napoli Tel. 0812534641 E-mail marco.guida@unina.it www.erl.unina.it

  2. La VIOLENZA ed il Pianeta Terra Atmosfera Idrosfera Litosfera

  3. FONTI l’espressione indica idea di “derivazione”, di “origine”.FONTI DEL DIRITTOsi indica ciò da cui trae origine la norma giuridica.Tutte insieme le fonti del diritto costituiscono l’Ordinamento Giuridico Statale RAPPORTI TRA FONTI DEL DIRITTO La pluralità di fonti esistenti negli Ordinamenti criterio cronologico Giuridici presuppone l’esistenza di regole per criterio gerarchico evitare che si creino contrasti tra le norme. criterio competenza QUADRO FONTI NELL’ORDINAMENTO ITALIANO Fonti di rango costituzionale Fonti comunitarie Fonti primarie Fonti secondarie Usi normativi

  4. 1673 Galileo Galilei: “L’ambiente è lo spazio circostante l’uomo” (1a definizione di ambiente)

  5. LA TUTELA DELL’AMBIENTE • Teoria pluralista : si nega autonomia giuridica all’ambiente. Esso viene individuato secondo un triplice schema di riferimento: • bellezze paesistiche • lotta agli inquinamenti • governo del territorio Oggetto Ambiente Teoria monista (attuale): concetto unitario ambiente. Insieme delle condizioni che influenzano in maniera significativa la vita dell’uomo. Nell’ampia e unitaria nozione di ambiente rientrano le discipline di settore con cui si perseguono specifiche finalità ( tutela del suolo, tutela dell’aria, protezione della natura, ecc.), che rilevano quali componenti dell’ambiente.

  6. Diritto dell’ambienteperseguecome finalità prevalenti: • Protezione, tutela, salvaguardia e miglioramento dell’ambiente • Regolazione dello sviluppo, disciplinando e limitando attività e iniziative non ambientalmente compatibili • Repressione e adozione di misure volte ad evitare lesioni all’ambiente, o almeno a ridurre i danni • Modificazione di comportamenti sia che si tratti di comportamenti diffusi dai cittadini , sia che si tratti di processi produttivi delle imprese , sia che si tratti dell’azione delle pubbliche amministarazioni

  7. Dimensione internazionale di Ambiente • Nasce nel 1941 per una controversia tra USA e Canada relativa ad emissioni nocive che per la prima volta vengono trattate non con schemi privatistici ma come un problema di interesse pubblico all’ambiente salubre.

  8. DEFINIZIONE a livello INTERNAZIONALE • Convenzione del Consiglio d’Europa sulla responsabilità civile per danni provocati da attività pericolose per l’ambiente, Lugano 1993 (si afferma che compongono la nozione di ambiente le risorse naturali e le interazioni tra le stesse, i beni facenti parte del patrimonio culturale e gli aspetti caratteristici del paesaggio) • Corte internazionale di giustizia: advisory opinion 8/7/1996 ha affermato che la nozione di ambiente comprende oltre al “living space” la qualità della vita e la salute degli esseri umani, incluse le generazioni non ancora nate.

  9. DEFINIZIONE a livello COMUNITARIO • Direttiva 85/337/CEE da un profilo composito della nozione di ambiente quale oggetto da valutare in sede di impatto ambientale che è composto da uomo, fauna, flora, suolo, acqua, clima, paesaggio, patrimonio culturale e dall’interazione tra gli stessi (art.3)

  10. DEFINIZIONE a livello NAZIONALE il concetto ambiente è stato dato spesso per presupposto: • D.P.R. n.616/1977, l’ambiente non era che un aspetto, non definito, inserito quasi incidentalmente all’interno della nozione urbanistica. • Legge n.349/1986, si costruiva un nuovo soggetto di imputazione di interessi pubblici in materia, il Ministero dell’ambiente, senza nel contempo dare una definizione di ambiente, ma citando in via indiretta, quali oggetto di tutela, le condizioni ambientali, il patrimonio naturale nazionale e le risorse naturali.

  11. DICHIARAZIONI DI PRINCIPIO ADOTTATE IN SEDE O.N.U. O IN ALTRA SEDE INTERNAZIONALE • Dichiarazione sull’ambiente umano – Stoccolma 1972; • Carta Mondiale della natura – 1982; • Dichiarazione su Ambiente e Sviluppo – Rio 1992; << Sviluppo Sostenibile>> Gli Stati devono sfruttare le proprie risorse, assicurando che l’attività svolta non causi danni all’ambiente. La tutela dell’ambiente costituisce parte integrante del processo di sviluppo. La crescita economica, il progresso scientifico, indiustriale e tecnologico devono coniugarsi con l’esigenza di protezione dell’ambiente, favorendo la lotta al degrado ambientale. • Protocollo di Kyoto ‘97 Limiti e Tempi per la progressiva riduzione dell’emissione dei gas – responsabili del cambiamento climatico.

  12. LIVELLO COMUNITARIO • Trattato Istitutivo della Comunità Europea mancata previsione (1957) dell’ambiente tra le materie di competenza comunitaria. Trattato Istitutivo della Comunità Europea come Introduzione di un titolo Integrato e modificato prima dall’Atto Unico Europeo autonomo sull’Ambiente (1986), poi dal Trattato di Maastricht (1992) e infine (oggi Titolo XIX) e dei dal Trattato di Amsterdam (1997). principi – cardine della politica ambientale. pr. della precauzione pr. di cooperazione e dell’azione preventiva tra Stati pr. della responsabilità pr. di sussidiarietà - “chi inquina paga”-

  13. Principio della “qualità della vita”(Art. 2 Trattato Ce) Principio di carattere generale che garantisce la possibilità di intervenire in materia ambientale e che viene collegato al principio dello SVILUPPO SOSTENIBILE (Trattato CE, Artt 2 e 6; Art 2 Preambolo del Trattato UE)

  14. Principio precauzionale Nell’ambito dei rapporti internazionali la Comunità europea ha il diritto di stabilire autonomamente sulla base del principio precauzionale il livello di protezione dell’ambiente, nonché della vita e della salute degli esseri umani , degli animali e delle piante che ritiene appropriato Esempio di applicazione del principio precauzionale nella legislazione comunitaria in materia ambientale si trova nell’art. 5 della direttiva 98/81sull’impiego confinato di micro-organismi geneticamente modificati. Tale disposizione afferma che in caso di dubbio circa la corretta classificazione di un microorganismo geneticamente modificato possano essere applicate misure protettive più rigorose a meno che non vi sia la piena certezza scientifica che le misure protettive meno rigorose sono sufficienti per una adeguata prevenzione dei rischi per l’ambiente

  15. Principio della prevenzione Laddove vi è il rischio di un danno per l’ambiente è sempre meglio agire tempestivamente Ad Esempio nella legislazione comunitaria il principio della prevenzione costituisce il criterio ispiratore della direttiva 94/62 sugli imballaggi ed i rifiuti da imballaggio nonché delle direttive 85/337 e 97/11 sulla valutazione di impatto ambientale dal momento che mediante tale valutazione si cercano di prevedere, e quindi prevenire, i possibili effetti negativi che i progetti infrastrutturali di certe dimensioni potrebbero avere per l’ambiente

  16. Principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati dall’ambiente Quando i danni all’ambiente non possono essere evitati mediante il ricorso ai principi di precauzione e di prevenzione, ai quali tale principio è logicamente collegato in modo molto stretto, dovrebbero essere contrastati in una fase il più possibile vicino alla fonte per evitare che i loro effetti si amplifichino e si ingigantiscano Caso concreto dell’applicazione di tale principio si è avuto in un celebre caso di smaltimento dei rifiuti.( caso C-2/90, rifiuti valloni). In tale circostanza la Corte ha giustificato un divieto di importazione dei rifiutiadottato dalla regione belga della Vallonia sulla base del principio in questione , il quale, secondo la Corte, nel caso di specie si tradurrebbe nell’imperativo di smaltire i rifiuti il più possibile vicino al loro luogo di produzione, al fine di limitare i danni per l’ambiente che potrebbero essere provocati dal loro trasporto.

  17. Principio <<chi inquina paga>> Affermazione sul piano giuridico di un principio economico secondo cui i costi dei danni causati all’ambiente dovrebbero tendenzialmente essere sostenuti dai soggetti responsabili piuttosto che essere addossati alla collettività e quindi riparati con denaro pubblico La legislazione comunitaria ha piuttosto usato questo principio come criterio ispiratore di carattere generale come ad esempio nella direttiva 75/442 sui rifiuti e nella direttiva 91/51 sui rifiuti pericolosi, nelle quali viene stabilito in termini generali che, conformemente al principio chi inquina paga , il costo dello smaltimento dei rifiuto deve essere sostenuto dal detentore, dai precedenti detentori o dal produttore.

  18. LIVELLO NAZIONALE • Tra le più importanti Leggi si menzionano: • alcuni articoli della Costituzione • l. istitutiva del Ministero dell’Ambiente – 349/1986 • l. 59/1997: conferimento di diverse funzioni ambientali a regioni ed enti locali • d.lgs. 112/98: attuazione di deleghe nel settore ambientale • cresce l’attenzione per l’ambiente: la tutela dell’ambiente si sviluppa secondo il p.r. di sussidiarietà • l. delega 308 / 2004 per il riordino della legislazione in materia ambientale • Decreto legislativo attuativo n. 152/2006 (Codice Ambiente)

  19. Discipline di settore (1) Inquinamento dell’aria Inquinamento acustico Materie Inquinamento elettromagnetico Inquinamento delle acque Gestione dei rifiuti

  20. Discipline di settore (2) Difesa del suolo Materie Protezione della natura e tutela delle aree protette

  21. Con la legge 3/2001 si ha la riforma del titolo V della Costituzione e la modifica dell’ Art. 117 Cost. Lo Stato ha potestà legislativa esclusiva in materia di: s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali. La Regione ha potestà legislativa concorrente in materia di : governo del territorio; valorizzazione dei beni culturali e ambientali

  22. Problematiche evidenziate dalla distribuzione delle Competenzein materia di tutela dell’ambiente Secondo la lettera della norma parte della dottrina considera l’ambiente come Materia unitaria, e come tale, di competenza esclusiva dello Stato La Giurisprudenza costituzionale invece continua a ricondurre l’ambiente alla competenza concorrente delle Regioni ? Intervento chiarificatore della Corte Costituzionale Con la Sentenza 407/2002 la Corte chiarisce che l’ambiente sia da intendere non come materia in senso stretto ma come valore trasversale che permea i diversi ambiti competenziali

  23. LE REGIONI Interventi diretti a soddisfare contestualmente, nell’ambito delle proprie competenze, ulteriori esigenze rispetto a quelle di carattere unitario definite dallo stato LO STATO È titolare del potere di fissare standard di tutela uniformi sull’intero territorio nazionale

  24. Norme in materia ambientale Dalla legge delega 308/2004 (“Delega al governo per il riordino, il coordinamento e l’integrazione della legislazione in materia ambientale e misure di diretta applicazione”) Al Decreto Legislativo 152/2006 (“Norme in materia Ambientale)

  25. Definizione di inquinamento “La modificazione della normale composizione dell’aria atmosferica ad opera di fumi, gas, polveri, odori, e di tutte quelle sostanze che ne alterano la salubrità, potendo in tal modo pregiudicare lo stato di salute dei cittadini, così come danneggiare i beni pubblici e privati”.

  26. L’ATMOSFERA Composizione percentuale media delle sostanze normalmente presenti nell'aria atmosferica. AZOTO 78,03% OSSIGENO 21,00% ARGON 0,93% ANIDRIDE CARBONICA 0,03% IDROGENO 0,001% NEON, ELIO, KRYPTON, XENON 0,002% PULVISCOLO ATMOSFERICO ….%

  27. Gli strati atmosferici La troposfera inizia dalla superficie terrestre e si estende fino a 14.500 metri di altezza. E' questa la parte dell'atmosfera più densa che contiene più del 90% della massa totale. Quasi tutti i fenomeni meteorologici avvengono in questa regione; la tropopausa separa la troposfera dallo strato successivo. Bassa atmosfera La stratosfera si estende in altezza per 50 chilometri. questa parte è più secca e meno densa. Qui, la temperatura cresce gradualmente fino a -3° C, a causa dell'assorbimento della radiazione ultravioletta. Si trova qui l’ozonosfera che contiene uno strato di ozono, questo assorbe e diffonde la radiazione ultravioletta solare. La stratopausasepara la stratosfera dallo strato successivo. La mesosfera ha si estende per 85 Km. In questa regione gli elementi chimici sono in uno stato di continua eccitazione, in quanto assorbono continuamente energia dal Sole. La mesopausa separa la mesosfera dallo strato seguente. Media atmosfera La termosfera ha inizio appena al di sopra della mesosfera e si estende fino a 600 chilometri di altezza. La temperatura si innalza a causa del maggiore flusso di energia solare. In questo stratole reazioni chimiche avvengono più velocemente che sulla Terra. La ionosfera (fino a 4-500 km): è ricca di particelle ionizzate; questo strato filtra la radiazione solare, lasciando passare soltanto certe bande spettrali, come quella ottica o radio, ed è sede delle aurore polari L'esosfera inizia alla sommità della termosfera e continua fino a dove si confonde con il gas interplanetario e si disperde nello spazio. I componenti primari di questa regione dell'atmosfera sono l'idrogeno e l'elio, presenti peraltro a densità estremamente basse. Alta atmosfera

  28. La temperatura dell’atmosfera TROPOSFERA (0 - 14 Km): la temperatura decresce con l'altezzaSTRATOSFERA (14 - 60 km): la temperatura cresce con l'altezzaMESOSFERA (60 - 90 km): la temperatura decresce con l'altezzaIONOSFERA (fino a 4-500 km): la temperatura cresce con l’altezzaESOSFERA (dai 4-500 km in su): la temperatura cresce con l’altezza la temperatura sale considerevolmente perché la molecola di Ozono (O3) assorbe l'UV solare con il processo: fotone UV + O3 = O2 + O + calore.

  29. L’atmosfera Inquinamento alterazione della composizione chimica dell'atmosfera rischi per la salute associati principalmente all'inalazione di gas e particolato danni agli ecosistemi e ai materiali (monumenti) • Deplezione (buco dell’ozono) • Piogge acide • Effetto serra

  30. contaminanti atmosferici primari secondari cioè liberati nell'ambiente come tali (il biossido di zolfo ed il monossido di azoto) che si formano successivamente in atmosfera attraverso reazioni chimico-fisiche (l’ozono)

  31. Inquinanti Le modalità di produzione e di liberazione dei vari inquinanti sono estremamente varie Sono moltissime le variabili che possono intervenire nella loro diffusione in atmosfera ORIGINE Antropica Naturale Le polveri e i vari gas emessi dai vulcani, dagli incendi delle foreste e dalla decomposizione dei composti organici entrano in atmosfera ad intervalli più o meno regolari e in qualche caso a livelli che possono causare degli effetti drammatici a carico del clima. grandi sorgenti fisse (industrie, impianti per la produzione di energia elettrica ed inceneritori); piccole sorgenti fisse (impianti per il riscaldamento domestico) sorgenti mobili (il traffico veicolare)

  32. La concentrazione degli inquinanti nell’aria è determinata da diversi fattori: Quantità dei contaminanti presenti nelle emissioni; Numero e concentramento delle sorgenti inquinanti; Distanza dai punti di emissione; Trasformazioni chimico-fisiche alle quali sono sottoposte le sostanze emesse; Eventuale velocità di ricaduta al suolo; Situazione morfologica delle aree interessate all’inquinamento; Condizioni meteorologiche locali e su grande scala

  33. Principali sostanze inquinanti presenti in atmosfera: Ossidi di zolfo (SOx) Ossidi di azoto (NOx) Monossido di carbonio (CO) Particelle sospese (polveri) Ozono (O3) Idrocarburi non metanici Smog classico e fotochimico Idrocarburi policiclici aromatici (IPA) Benzene Piombo

  34. Ossidi di zolfo Deriva dalla combustione di carburanti contenenti zolfo (es. olio combustibile, gasolio, carbone). Sono responsabili delle sue emissioni le centrali termoelettriche, l'industria, gli impianti di riscaldamento domestico, gli autoveicoli (diesel). È un irritante delle mucose e dell'apparato respiratorio. Per lunghe esposizioni altera la funzionalità respiratoria. Gli asmatici sono i soggetti più a rischio. Contribuisce alla formazione delle piogge e delle deposizioni acide, che recano danni alla vegetazione, alla fauna ittica (acidificazione dei laghi) e corrodono edifici e monumenti.

  35. Ossidi di azoto Si generano a causa dei processi di combustione, negli autoveicoli e negli impianti industriali e di riscaldamento, indipendentemente dal tipo di combustibile utilizzato. Il biossido di azoto causa irritazioni alle vie respiratorie e modeste alterazioni della funzionalità respiratoria, in particolare nei soggetti asmatici. Il biossido di azoto contribuisce ad originare lo smog fotochimico. Contribuisce anche ad originare nebbie e piogge acide, formando acido nitrico a contatto con l'umidità atmosferica. 

  36. Monossido di carbonio Si forma in tutte le combustioni che avvengono in carenza di ossigeno, situazione che si verifica in diversa misura sia nei motori degli autoveicoli che negli impianti di riscaldamento domestici e negli impianti industriali. Inoltre il tempo di vita della molecola risulta elevato (in media un mese). Il monossido di carbonio si lega all'emoglobina del sangue formando carbossiemoglobina, che non è più in grado di trasportare l'ossigeno. L'anidride carbonica che si forma in atmosfera dal monossido di carbonio è uno dei gas responsabili dell'effetto serra.

  37. Ozono • L’ozono è un gas di colore bluastro costituito da molecole formate da tre atomi di ossigeno (O3). • Le principali sorgenti antropogeniche sono quelle che liberano gli inquinanti precursori e cioè il traffico automobilistico, i processi di combustione, l’evaporazione dei carburanti, i solventi. • Azione irritante sulle mucose, in particolare delle vie respiratorie. Inoltre l'ozono potenzia gli effetti nocivi di altri inquinanti atmosferici, in particolare: idrocarburi, polveri, piombo e biossido di azoto.

  38. La riduzione dell’ozono stratosferico Agli inizi degli anni Settanta, alcuni ricercatori rilevarono il graduale assottigliamento della fascia di ozono stratosferico nei pressi del continente antartico; soprattutto durante la cosiddetta primavera australe, periodo che va da Settembre a Ottobre, il fenomeno, chiamato deplezione (comunemente noto come “buco nell'ozono”) risultava più accentuato. In seguito a vari rilevamenti eseguiti con palloni aerostatici e satelliti meteorologici, si è confermata una diminuzione del 40% circa dell’ozonosfera e il deterioramento della fascia d’ozono si registra pure nei pressi dell’Artide. Il fenomeno è abbastanza preoccupante e interessa da vicino tutto il pianeta per le ripercussioni negative prima citate. IL BUCO DELL'OZONO I maggiori responsabili dell’erosione dello strato d’ozono sono i CFC, ampiamente utilizzati come propellenti nelle bombolette spray, come fluidi refrigeranti nei frigoriferi e come agenti schiumogeni; ma vi sono anche gli HCFC (idroclorofluorocarburi): molecole complesse che rilasciate nell’atmosfera sono in grado di raggiungere l'ozonosfera e di decomporre le molecole di ozono. Sotto l'azione dei raggi ultravioletti, infatti, le molecole dei CFC e degli HCFC si decompongono in atomi di cloro e in altri derivati clorurati, che, a loro volta, reagiscono con l'ozono e lo convertono in ossigeno biatomico, liberando monossido di cloro che va a degradare altre molecole di ozono.

  39. Rimozione dell’ozono atmosferico Composti azotati: NO3 + O3 NO2 + 2O2 NO2 + O NO + O2 Clorofluorocarburi (CFC) Cl + O3 ClO + O2 ClO + O3 ClO2 + O2 ClO2 + hν Cl + O2 Bromuro di metile Br+ O3 BrO + O2 BrO + O3 BrO2 + O2 BrO2 + hν Br + O2 Risultato netto: 2O3 3O2

  40. Le piogge acide Questo fenomeno è causato dalle trasformazioni chimiche subite dagli inquinanti atmosferici; questi sono presenti nell'atmosfera per cause naturali (prodotti dagli incendi, dalle eruzioni vulcaniche, dalla respirazione) ma in seguito alle massicce emissioni di NOx e SOx da parte delle industrie e delle varie attività umane, le quantità dei gas sono aumentate a dismisura, come effetto del crescente consumo di combustibili fossili.Quando i gas risalgono l’atmosfera, subiscono delle trasformazioni chimiche, infatti in presenza di acqua: SO2 + H2O H2SO4 NO2+H2OH2NO3 NO +H2O H2NO2 NO3+H2O H2NO4 diventano acidi che ricadono nel suolo con le precipitazioni. I loro effetti: sull’idrosfera l’abbassamento del pH di mari e laghi provoca morie dei pesci ed il fenomeno dell’eutrofizzazione; sul suolo dove gli acidi, penetrando fino in fondo, sciolgono le sostanze nutrienti del terreno impoverendolo e contribuendo al fenomeno della desertificazione; sui monumenti di marmo: questo, costituito da carbonato di calcio, per effetto dell’acido solforico, viene trasformato in solfato di calcio che è solubile all’acqua e quindi la superficie viene letteralmente sciolta.

  41. fenomeno climatico di riscaldamento degli strati inferiori dell’atmosfera terrestre, causato dall’assorbimento da parte dei gas serra della radiazione infrarossa emessa dalla Terra. Riveste una importanza fondamentale per gli organismi viventi, perché limita la dispersione del calore e determina il mantenimento di una temperatura costante del pianeta. Tuttavia, l’immissione in atmosfera di elevate quantità di gas serra dovuta alle attività industriali, ha potenziato l’effetto serra naturale e sta determinando un anomalo aumento della temperatura. Effetto serra L’effetto serra è necessario alla vita in quanto mantienela temperatura media terrestre intorno ai 15°C, senza di esso la terra avrebbe una temperatura media di -18°C

  42. L’effetto serra naturale meccanismo della serra: la radiazione termica viene in parte riflessa dalle pareti semiriflettenti della copertura analoga funzione è svolta dagli strati ad alta concentrazione di CO2  e vapor acqueo nella atmosfera

  43. Le nubi e l’effetto serra naturale Le nubi alte permettono alla radiazione solare riflessa dalla superficie terrestre di disperdersi nell’atmosfera; Le nubi basse, invece, riflettono a loro volta questa radiazione verso la terra; I due effetti contrari permettono il mantenimento dell’equilibrio termico sulla terra

  44. Effetto serra - Cause - • Eccessiva concentrazione di gas serra nell’atmosfera terrestre dovuta alle attività umane quali la combustione del carbone, del petrolio, del metano, e gli scarichi delle auto; • Il disboscamento, in quanto l’anidride carbonica che prima veniva smaltita tramite i processi della fotosintesi, viene oggi ad accumularsi nell’atmosfera; • Il massiccio utilizzo di forme d’agricoltura zootecnica che disperdono nell’ambiente elevate concentrazioni di azoto; • Il massiccio utilizzo di HFC soprattutto nelle aree più povere del pianeta, in quanto questa sostanza non ha un costo elevato;

  45. Effetto serra In particolare, i gas da tenere sotto controllo perché ritenuti i principali responsabili dell'effetto serra sono i seguenti: - anidride carbonica (CO2) - metano (CH4) - ossido nitroso (N2O) - idrofluorocarburi (cioè idrocarburi in cui parte degli atomi di idrogeno è stata rimpiazzata da atomi di fluoro), - perfluorocarburi (cioè idrocarburi in cui tutti gli atomi di idrogeno sono stati rimpiazzati da atomi di fluoro), - esafluoruro di zolfo (SF6, un gas utilizzato come isolante elettrico, per la refrigerazione e come materiale fonoassorbente).

  46. 1991 1973 1999 Immagini in falsi colori, della stessa area di foresta pluviale amazzonica. La foresta è colorata di rosso, mentre le aree deforestate, le strade, case e fattorie sono colorate di blu. Gilberto Câmara -Director for Earth Observation, National Institute for Space Research, Courtesy: INPE/OBT

  47. Effetto serra - Conseguenze - • Riscaldamento globale che porterà ad un aumento della temperatura media compreso fra gli 1 e i 3,5 0C con conseguenze catastrofiche per molti ecosistemi; • Depauperamento delle aree coltivabili che comporterà periodi di intensa siccità e quindi minore disponibilità di cibo; • Scioglimento delle calotte polari e conseguente innalzamento del livello del mare che porterà alla scomparsa della barriera corallina e di migliaia di isole e città costiere; • Intensificazione di eventi meteorologici estremi come alluvioni e cicloni; • Estinzione di specie animali e vegetali, che non abituate al clima, non saranno in grado di sopravvivere; • Tropicalizzazione dei mari temperati come il Mediterraneo

  48. Aumenti della concentrazione di CO2

  49. particolato atmosferico La sigla PM10 identifica materiale presente nell‘atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro è uguale o inferiore a 10 μm, ovvero 10 millesimi di millimetro.

  50. Concentrazione in aria di PM10 Le principali sorgenti di particolato di diametro inferiore a 10 μm (PM10) si possono dividere in due categorie: sorgenti naturali: derivano dall’erosione dei suoli e degli edifici da parte degli agenti meteorologici antropiche derivano dal traffico autoveicolare, gli impianti di riscaldamento e alcuni processi industriali. Il PM10 è monitorato per i suoi gravi effetti sanitari e tossicologici che coinvolgono sia le sue caratteristiche fisiche (diametro delle particelle) che chimiche (componenti specifici dell’aerosol).

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