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Dislessia: dalla Diagnosi Nosografica alla Diagnosi Funzionale…

Dislessia: dalla Diagnosi Nosografica alla Diagnosi Funzionale…. Dr. A. Frolli. Alcuni Concetti Chiave:. Apprendimento Scolastico E’ un aspetto specifico dell’apprendimento in generale, che ha come fine l’istruzione e viene sollecitato in un momento dello sviluppo in cui….

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Dislessia: dalla Diagnosi Nosografica alla Diagnosi Funzionale…

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Presentation Transcript


  1. Dislessia: dalla Diagnosi Nosografica alla Diagnosi Funzionale… Dr. A. Frolli

  2. Alcuni Concetti Chiave: Apprendimento Scolastico E’ un aspetto specifico dell’apprendimento in generale, che ha come fine l’istruzione e viene sollecitato in un momento dello sviluppo in cui… • i processi d’immagazzinamento • i processi di recupero dell’informazione • i processi di controllo inibitorio … completano il loro percorso di maturazione Anche se è giusto che la sua stimolazione inizi molto presto...

  3. Alcuni Concetti Chiave: Esistono due tipi di apprendimento • L’apprendimento cognitivo o complesso che dipende dalla comprensione, dal pensare (processi cognitivi, insight, abilità metacognitive). • L’apprendimento associativo o semplice di abilità strumentali che è direttamente proporzionale all’esercizio (condizionamento con ripetizione delle associazioni).

  4. Alcuni Concetti Chiave: Chi ha difficoltà ad imparare in classe Se escludiamo: • i bambini che hanno un disturbo affettivo primario • i bambini che hanno un ritardo cognitivo • i bambini che hanno un deficit sensoriale • i bambini che vivono in uno svantaggio socio-culturale I BAMBINI CHE RIMANGONO SONO QUELLI CHE HANNO UN DISTURBO D’APPRENDIMENTO

  5. Alcuni Concetti Chiave: Cosa pregiudica il DA E’ un Disturbo che determina difficoltà a volte molto rilevanti nell’acquisizione delle cosiddette abilità scolastiche (difficoltà negli automatismi): Lettura Scrittura Calcolo ovvero di quelle abilità che costituiscono il nucleo principale dell’istruzione, almeno nei primi anni di scolarizzazione

  6. Alcuni Concetti Chiave: Definizione La dislessia evolutiva è una disabilità specifica dell’apprendimento di origine neurobiologica. Essa è caratterizzata da difficoltà di effettuare una lettura accurata e/o fluente. Queste difficoltà tipicamente derivano da un deficit nella componente fonologica del linguaggio che è spesso inattesa in rapporto alle altre abilità cognitive e alla garanzia di un’adeguata istruzione scolastica. Conseguenze secondarie possono includere i problemi di comprensione nella lettura e una ridotta pratica della lettura che può impedire la crescita del vocabolario e delle conoscenze generali.” International DyslexiaAssociation 2003

  7. Alcuni Concetti Chiave: Ci sono diversi gradi… La difficoltà di lettura può essere più o meno grave e spesso si accompagna a problemi nella scrittura e/o nel calcolo

  8. CARATTERISTICHE: I DSA presentano due caratteristiche: • SPECIFICITA’: Il disturbo interessa uno specifico dominio di abilità circoscritto lasciando intatto il funzionamento dell’intelletto; • DISCREPANZA: Vi è una corrispondenza inversamente proporzionale tra le abilità nel dominio interessato e l’intelligenza generale.

  9. CARATTERISTICHE: In presenza di situazioni socio-culturali particolari, derivanti da immigrazione, adozione, ecc…, bisognerà stare particolarmente attenti e cauti nel considerare il rischio sia dei FALSI POSITIVI (soggetti ritenuti a rischio di DSA le cui difficoltà sarebbero meglio spiegabili in relazione alla loro condizione etnico-culturale di svantaggio) sia dei FALSI NEGATIVI (soggetti ai quali, in virtù della loro condizione etnico-culturale, non viene diagnosticato un DSA ma che ne possiedono le caratteristiche).

  10. CRITERI DIAGNOSTICI • La nosografia ufficiale (ICD-10, OMS 1992, DSM IV 2000, • APA 1994) indicaalcuni criteri condivisi a livello • internazionale: • Disturbo che si manifesta nella difficoltà di apprendere a • leggere in ASSENZA DI: • deficit intellettivi • deficit neurologici • deficit sensoriali • ed IN PRESENZA DI: • Istruzione adeguata • ambiente socioculturale favorevole

  11. DIAGNOSI • QUANDO ? • A metà della I elementare è possibile individuare ritardi di automatizzazione della decodifica e della transcodifica dei processi di letto-scrittura. Ciò permette di iniziare un processo “abilitativo” specifico per ridurre le difficoltà. Il trattamento logopedico dovrebbe già cominciare!!! • Al termine della II elementare è possibile fare una diagnosi precisa di dislessia, disortografia, disgrafia • Al termine della III elementare è possibile fare una diagnosi precisa di discalculia

  12. CRITERI DIAGNOSTICI Significativa discrepanza tra misura del QI e prestazioni alle prove di lettura Disabilità di lettura significativa: performance (in termini di velocità e correttezza) in prove standardizzate di lettura collocata ad almeno 2 deviazioni standard al di sotto della media attesa per l’età

  13. EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE • Prime fasi di acquisizione (1^ elementare) • Difficoltà e lentezza nell’acquisizione del codice alfabetico e nell’applicazione delle “mappature” grafema-fonema. • Controllo limitato delle operazioni di analisi e sintesi fonemica con errori che alterano in modo grossolano la struttura fonologica delle parole lette. • Accesso lessicale limitato o assente anche quando le parole sono lette correttamente. • Capacità di lettura, come riconoscimento, di un numero limitato di parole

  14. EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE • Per la scrittura • Deficit nell’identificazione dei singoli suoni che compongono la parola (b?/d?) • Deficit nella discriminazione di suoni affini (f/v, c/g, t/d, p/b) • Deficit nella corrispondenza tra i suoni e le lettere cheli rappresentano nella scrittura • Per la lettura • Faticoso e impreciso riconoscimento delle lettere scritte • Lentezza nella transcodifica segno-suono • Difficoltà nella sintesi fonemica

  15. EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE • Fasi successive (2^- 4^ elementare) • Graduale acquisizione del codice alfabetico e delle “mappature” grafema-fonema che non sono pienamente stabilizzate. • Possono persistere difficoltà nel controllo delle “mappature” ortografiche più complesse. • L’analisi e la sintesi fonemica restano operazioni laboriose e scarsamente automatizzate. • Migliora l’accesso lessicale, anche se resta limitato alle parole più frequenti.

  16. EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE • Per la lettura, si verifica una divaricazione tra le due • strategie prevalenti di lettura: • Strategia linguistica: più rapida, meno accurata (sostituzioni di parole o di parti della parola) • Strategia fonologica: meno rapida, più accurata (errori nelle parole che fanno eccezione). • Per la scrittura • Difficoltà nei fonemi complessi (ch, gn, gl gh, sc) • Errori nelle parole omofone non omografe (luna/l’una, lascia/l’ascia, letto/l’etto)

  17. EVOLUZIONE NATURALE DELLA DE • Fase finale (5^ elementare e medie) • Padronanza quasi completa del codice alfabetico e stabilizzazione delle”mappature” grafema-fonema. • L’analisi, la sintesi fonemica e l’accesso lessicale cominciano ad automatizzarsi, almeno con le parole di uso più frequente. • Limitato accesso al lessico ortografico. • Scarsa integrazione dei processi di decodifica e comprensione: la lettura resta stentata.

  18. Cause Lo sviluppo delle conoscenze scientifiche ha permesso di stabilire che si tratta di una caratteristica costituzionale, determinata biologicamente e non dovuta a problemi psicologici o a disagio socio-culturale

  19. IPOTESI ETIOPATOGENETCHE • FONOLOGICA • Problemi nel rappresentare e richiamare i suoni: difficoltà nella memoria fonologica e nel segmentare coscientemente i suoni (deficit corteccia frontale sx). • 2)MAGNOCELLULARE • Difficoltà uditiva e visiva, dove la discriminazione tra fonemi che richiede un’analisi di frequenza molto precisa è peggiore nei dislessici rispetto ai controlli.

  20. IPOTESI ETIOPATOGENETCHE IPOTESI DEFICIT DI AUTOMATIZZAZIONE Processi elementari (decodifica e transcodifica nella letto-scrittura) devono poter divenire, dopo un periodo di esposizione all’esercizio-allenamento-ripetizione, automatici. Processo automatico: processamento dell’informazione in modo veloce ed efficiente senza attenzione focale e con scarso dispendio di risorse cognitive. Tale abilità risulta essere organizzata dal cervelletto (Nicolson e Fawcett, 1992)

  21. PAROLA SCRITTA Analisi Ortografica Lessico Ortografico Sistema Semantico Trascodifica grafema-fonema Lessico Fonologico Buffer Fonemico PAROLA LETTA UN MODELLO DI LETTURA

  22. UN MODELLO DI LETTURA Programma di rieducazione della dislessia attraverso un potenziamento della via lessicale (Stella). Il “modello ad una via” messo a punto da Stella: il “modello del doppio accesso” non tiene più per spiegare il processo di acquisizione della lettura. Ogni lettore esperto dispone di un magazzino di lessico ortografizzato che permette di leggere con accessi diretti le parole ed in particolare le parole ad alta frequenza (“processing in parallelo”), senza la necessità di effettuare la conversione grafema-fonema (“processing seriale”).

  23. LETTURA FONOLOGICA Lapido munato bacuto miotra notole ecchiu lapiro quodre amizio gamapi falaso tigomo nivaba barloma giagna dagumi buglia strova defito fromopu irrole scorpi pilcone tifola beniro enchea vostia fucido avelli vicepo chiore digato

  24. LETTURA LESSICALE Socdno una riccrea dlel’Unvrsetiià di Carbmdgie l’oidrne dlele lertete all’iternno di una praloa non ha imprtzaona a ptato che la pimra e l’ulimta saino nllea gusita psoizoine. Anhce se le ltteere snoo msese a csao una peonrsa può leggere l’inetra fasre sneza poblremi. Ciò è dovuto al ftato che il nstoro celverlo non lgege ongi sigonla leterta ma tiene in cosinaderzione la prolaa nel suo inesime. Icnrebidile he?

  25. CONDIZIONE DI SALUTE (disturbo o malattia) FUNZIONI E STRUTTURE CORPOREE ATTIVITÀ PARTECIPAZIONE FATTORI CONTESTUALI FATTORI PERSONALI FATTORI AMBIENTALI Modello Biopsicosociale

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