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LA CRESCITA

ECONOMICA. LA CRESCITA. Per informare i cittadini sull’andamento generale dell’economia i mezzi d’informazione usano spesso particolari termini: PNL, PIL, REDDITO NAZIONALE, REDDITO PRO CAPITE. INDICI ECONOMICI.

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Presentation Transcript


  1. ECONOMICA LA CRESCITA

  2. Per informare i cittadini sull’andamento generale dell’economia i mezzi d’informazione usano spesso particolari termini: PNL, PIL, REDDITO NAZIONALE, REDDITO PRO CAPITE INDICI ECONOMICI

  3. Se osserviamo i titoli delle pagine economiche di molti quotidiamo, ci accorgiamo che stiamo attraversando un periodo alquanto minaccioso.

  4. Se osserviamo il passato più remoto, decine o anche centinaia di anni, possiamo scoprire che i passi avanti in termini di benessere e di qualità della vita sono stati enormi.

  5. Alla metà del Settecento un nobile inglese, ossia un ricco del più avanzato paese dell'epoca, aveva una speranza di vita che non superava i 50 anni. Oggi qualsiasi cittadino italiano, ricco o povero, può ragionevolmente sperare di superare i 77 anni se è maschio e anche gli 83 se è femmina.

  6. Fino agli inizi del Novecento la base dell'alimentazione della gran parte degli italiani era costituita da pasta e pane e non sempre in quantità soddisfacente, mentre oggi, nei paesi industrializzati, anche persone di modesta condizione possono contare su una discreta varietà nutrizionale e la fame è un problema sostanzialmente scomparso.

  7. L'aumento della produzione complessiva di un paese e del benessere individuale dei singoli cittadini, costituisce quello che gli studiosi chiamano CRESCITA ECONOMICA.

  8. La tendenza di fondo (talvolta chiamata trend) dell'attività economica di paesi come l'Italia è orientata verso l'alto, verso la crescita. Questo vuol dire che al termine di ogni ciclo l'attività produttiva si trova, quasi sempre, a un livello superiore rispetto all'inizio del ciclo trend

  9. ….ma l’andamento è assai poco regolare. L’attività economica procede infatti lungo un sentiero accidentato alternando a fasi di espansione (cioè di forte crescita) , fasi di depressione ( cioè di crescita minore o addirittura negativa)

  10. Questo alternarsi di periodo di crescita e di involuzioni prende il nome di CICLO ECONOMICO

  11. Nell'economia capitalista si sono distinte fasi alterne di espansione e di recessione, ciò si definisce ciclo economico intendendo la regolarità nel manifestarsi di questi eventi. FASI DEI CICLI: - Fase di espansione (Inflazione) : Aumento continuo del volume di produzione,di occupazione dei fattori produttivi,del livello generalizzato del prezzi e del reddito globale; - Fase di crisi (Regresso) :Momento nel quale s'interrompe il movimento di ascensione e ha inizio il punto di inversione superiore; - Fase di contrattazione o recessione :Accentuata diminuzione del volume della produzione, dell'occupazione dei fattori produttivi,del livello generale dei prezzi e del reddito globale; - Fase di ripresa : Nuova espansione in quanto il volume di produzione, sotto la spinta di un nuovo o maggior profitto, tende a riprendere un andamento ascensionale. )

  12. La fase ascendente del ciclo economico non è infinita poiché la capacità produttiva di un paese non può crescere oltre certi limiti. Quando tutti, o quasi, i lavoratori sono occupati e le imprese marciano a pieno regime, eventuali aumenti della domanda non si traducono in un incremento della produzione, ma dei prezzi. A questo punto cade la domanda

  13. Che cosa succede durante una crisi? Gli imprenditori, di fronte alla constatazione che il mercato non assorbe più tutta la loro produzione, riducono l'attività e, se possono, licenziano una parte del personale, diminuiscono gli straordinari e così via;la quantità di salari e stipendi distribuiti ai lavoratori diminuisce e quindi i loro acquisti calano; il mercato registra una contrazione della domanda ancora più forte, spingendo altri imprenditori a diminuire l'attività e quindi l'occupazione e quindi i redditi distribuiti e quindi la domanda e così via .

  14. Dagli anni Trenta in avanti si è pensato di interrompere questo circolo vizioso con l'intervento dello stato. Se lo stato, nella fase iniziale della crisi, sostituisce il calo della domanda con la propria spesa (per esempio la spesa per le opere pubbliche) oppure riduce le imposte in modo da spingere i cittadini a consumare di più, può stroncare sul nascere il meccanismo della crisi.

  15. Misurare la crescita La capacità produttiva complessiva di un paese si può condensare in un solo indicatore: il Prodotto interno lordo (Pil), ossia la somma del valore di tutte le merci e i servizi prodotti in un anno all'interno dei confini nazionali.

  16. Andamento del PIL dall’Unità d’Italia Osserviamo che la crescita è stata molto lenta nella fase post-unitaria, ha subito una prima accelerazione all'inizio del secolo scorso, ha proceduto tra alti e bassi nel periodo fascista e ha registrato un crollo in corrispondenza della seconda guerra mondiale.Negli ultimi 50 anni , con alti e bassi, la cresciata del PIL è stata mediamente superiore al 4% annuo

  17. Sviluppo esottosviluppo

  18. Differenza tra crescita e sviluppo La crescita Viene definita sulla base di precisi indicatori economici: l'aumento del reddito globale e procapite, dei consumi, degli investimenti, dell'occupazione. PIL: Variazioni % medie annue

  19. Lo sviluppo E’ inveceun concetto più complesso che coinvolge non solo gli aspetti economici, ma anchequelli sociali e culturali ( per esempio il grado di istruzione) e quelli politico-istituzionali (in primo luogo il livello di democrazia) Lo sviluppo viene considerato in relazione alla qualità della vita: la disponibilità di risorse e di un’occupazione, il diritto all'istruzione, il godimento di diritti di libertà, ecc.

  20. NOZIONE DI SVILUPPO Aspetti quantitativi Aspetti qualitativi Crescita di fattori economici Crescita di fattori extraeconomici Culturali Sanitari Assistenziali Ambientali

  21. INDICI DI BENESSERE

  22. Il concetto di sviluppo ha quindi un significato più ampio rispetto a quello di crescita economica.

  23. GLI STRUMENTI DI MISURAZIONE DELLO SVILUPPO Aumento quantitativo Livello del PIL

  24. Grado di scolarizzazione Qualità del servizio sanitario e dei servizi pubblici in generale La speranza di vita alla nascita La mortalità infantile Il tasso di inquinamento Il tempo libero mediamente disponibile per ogni cittadino L’assistenza ai malati, agli anziani,…. Aumento qualitativo

  25. Vista la moderna concezione di sviluppo, inteso non solo come aumento di ricchezza materiale, ma anche come miglioramento delle condizioni di vita, il solo PIL quindi non risulta più una misura significativa.

  26. Anche nei Paesi sviluppati gli operatori utilizzano altri indici complementari al PIL per misurare le performances economiche. • La determinazione stessa del PIL è ambigua per svariati motivi (esclusione delle economie non monetarie, sommerse, illegali etc.; problemi statistici; adozione di tassi di cambio poco indicativi; difficoltà di deflazione).

  27. Il 30% del PIL Italiano e il 10% di quello Statunitense non è misurato dalla contabilità ufficiale.

  28. Un indicatore composito che fa riferimento a una situazione dello sviluppo umano sotto un profilo non nettamente economico, ma umano, cioè in rapporto al benessere dell’uomo è ISU E’ elaborato dall’organizzazione delle Nazioni Unite a partire del 1990

  29. L’ISU tiene conto di tre soli fattori, che a loro volta si basano su ulteriori indicatori: • livello di sanità • livello di istruzione • il reddito, rappresentato dal PIL pro-capite dopo una doppia trasformazione che tiene conto del reale potere di acquisto del paese.

  30. Osservazioni Il grado di sviluppo dei vari paesi secondo l’ISU appare notevolmente diverso da quello secondo l’indicatore tradizionale, il PIL. Casi più eclatanti sono Sri Lanka e Cina che risalgono la classifica di ben 44 e 44 posti, mentre paesi come l’Arabia Saudita e il Gabon scendono di 53 e 65 posti (dati del 1990).

  31. UN PO’ DI NUMERI

  32. PIL e Altri Indicatori

  33. PIL e PIL pro capite

  34. PIL pro capite e aspettativa di vita

  35. Pil pro capite e tasso di mortalità

  36. PIL pro capite e analfabetismo

  37. THE END

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