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PROVINCIA DI AREZZO ASSESSORATO ALLE POLITICHE SOCIALI

PROVINCIA DI AREZZO ASSESSORATO ALLE POLITICHE SOCIALI OSSERVATORIO PROVINCIALE SULLE POLITICHE SOCIALI. “ITALIANI SI NASCE O SI DIVENTA? Riflessioni in materia di cittadinanza attiva” I DATI ARETINI Marco La Mastra. Arezzo , 9 Novembre 2009. Immigrazione. Nuove Povertà. Infanzia e Minori.

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  1. PROVINCIA DI AREZZO ASSESSORATO ALLE POLITICHE SOCIALI OSSERVATORIO PROVINCIALE SULLE POLITICHE SOCIALI “ITALIANI SI NASCE O SI DIVENTA?Riflessioni in materia di cittadinanza attiva” I DATI ARETINIMarco La Mastra Arezzo , 9 Novembre 2009

  2. Immigrazione Nuove Povertà Infanzia e Minori Osservatorio scolastico Osservatorio Politiche Sociali Disabilità Profilo di salute Violenza di genere

  3. Popolazione residente ai Censimenti - Provincia

  4. Popolazione residente – Saldi demografici 1972-2008 Saldo Migratorio (Positivo) Saldo naturale (negativo)

  5. Movimento demografico - Anno 2008 Numero di famiglie con almeno 1 straniero

  6. La presenza straniera - evoluzione del fenomeno

  7. La presenza – primi comuni nella provincia Totale Provincia 33.072 9,6% (+13% risp. all’anno precedente)

  8. La presenza straniera - % residenti

  9. Le nazionalità maggiormente rappresentate

  10. La distribuzione per fasce di età Oltre il 40% della popolazione straniera in provincia di Arezzo si concentra nella fascia d’età che va dai 25 ai 40 anni. Negli ultimi anni è progressivamente aumentata la percentuale degli over 40 che nel 2008 raggiunge il 30%.

  11. Le seconde generazioni Sono 3.836 i cittadini stranieri residenti di seconda generazione nati in Italia (rappresentano l’11,6% del totale), in stragrande maggioranza nati in un comune della provincia di Arezzo. Il 57,4% ha un’età compresa tra 0 e 4 anni, il 30,4% tra 5 e 9 anni: una schiera di giovanissimi quindi che si fa sempre più largo tra la popolazione straniera locale.

  12. ITALIANI: SI NASCE O SI DIVENTA ? Mai sentito diverso per la religione? «Credo proprio che si sentano molto più ‘diversi´ gli unici 3 ragazzi su 20 della mia classe che seguono l´ora di religione cattolica…». A.P., 13 anni, è nato in Italia da genitori romeni, come i due fratelli maggiori, e frequenta la seconda media. «Seconda generazione? Sarà, ma io mi sento di Firenze». In casa si parla e si cucina anche romeno, ma soprattutto italiano, per esempio la lasagna. Gli amici? «Solo uno è romeno» spiega «tutti gli altri sono fiorentini, miei compagni di scuola fin dalle elementari». E i ragazzi stranieri? «Sono stranieri, non li capisco». Del resto, «io sono uno qualunque che vive a Firenze, perché dovrei essere interessante solo perché ho due genitori nati fuori dell´Italia?". Estratto dall’articolo di Repubblica “Cinese o algerino, parlano fiorentino doc - I figli, nati qui, degli immigrati vivono come i loro amici e contestano la famiglia” -4 Nov 2009

  13. Le presenze nelle scuole – serie storica

  14. Le presenze nelle scuole – serie storica

  15. Le presenze nelle scuole – a.s. 2008-09 La percentuale regionale di studenti stranieri sul totale nell’a.s. 2007/08 è del 9,4%.

  16. Il lavoro dipendente Il lavoro si conferma il principale canale d’accesso dell’immigrazione, anche nella provincia di Arezzo. • incidenza % dei lavoratori stranieri nel 2008: 17,8%, • tra i nuovi assunti saliva addirittura al 55,5% ; grazie alle assunzioni degli stranieri il saldo occupazionale registrava il segno positivo (questo dimostra la dinamicità dell’economia aretina e la necessità di importare manodopera dall’estero). Il settore produttivo più interessato è il settore edilizio (circa 40% dei lavoratori è nato all’estero); seguono agricoltura (30,8%) e ristorazione-servizi alberghieri (27,3%). Gli immigrati in pratica soddisfano la domanda di lavoro per le mansioni meno qualificate e più pericolose

  17. Lavoro - “Imprenditoria” immigrata • Oltre 2.000 ditte individuali • Settori: - edilizia (55%) e commercio (19,2%); - diminuiscono le ditte agricole e crescono quelle nel settore delle tlc e dei trasporti • maggiore propensione a intraprendere: - pakistani, marocchini, cinesi

  18. Le finanze pubbliche regionali - I Impatto della presenza straniera sulle voci di entrata e di spesa pubblica degli enti locali toscani (il saldo fiscale degli stranieri, dato dalla differenza tra i contributi e le imposte che versano e la spesa pubblica di cui sono beneficiari) è stato comparato con quello degli italiani e proiettato al 2030, quando, secondo l’Irpet, in Toscana si conteranno oltre 600mila stranieri. Oggi la componente immigrata porta un contributo netto pro capite di 2.803 euro al welfare nazionale, lievemente superiore a quello degli italiani (2.716): si può quindi dire che fino a questo momento l’immigrazione ha contribuito in maniera consistente al welfare pubblico. L’immigrazione in Toscana: il saldo fiscale degli italiani e degli stranieri, E. Cappellini, Firenze 2009).

  19. Le finanze pubbliche regionali - II Nel 2030 però la situazione potrebbe rovesciarsi, soprattutto a causa della scarsa partecipazione delle donne al mercato del lavoro, ai differenziali salariali tra italiani e stranieri e all’esaurimento dei vantaggi demografici degli immigrati. Per scongiurare questo rischio lo studio raccomanda di investire in formazione per le seconde generazioni, in modo da ridurre il divario tra le qualifiche dei residenti italiani e stranieri. In fondo, anche l’impatto fiscale dell’immigrazione dipenderà dal grado di integrazione.

  20. La criminalità - I Nonostante condizioni sociali e normative sfavorevoli, il “tasso di criminalità” degli immigrati regolari nel nostro paese è solo leggermente più alto di quello degli italiani (tra l’1,23% e l’1,40%, contro lo 0,75%) e, se si tiene conto della differenza di età, questo tasso è uguale a quello degli italiani. A influire al riguardo, infatti, sono le fasce di età più giovani, mentre è addirittura inferiore tra le persone oltre i 40 anni. Gli stranieri regolari incidono sulle denunce all’incirca nella stessa misura percentuale in cui incidono sulla popolazione residente (“Rapporto sulla criminalità straniera in Italia” del Ministero dell’Interno).

  21. La criminalità - II Non esiste alcuna corrispondenza tra l’aumento degli immigrati regolari e l’aumento dei reati in Italia: tra il 2001 e il 2005, mentre essi sono cresciuti di più del 100%, le denunce nei loro confronti hanno conosciuto un aumento del 45,9%. Il coinvolgimento degli immigrati in attività criminose è legato in maniera preponderante alla condizione di irregolarità: oscilla infatti tra il 70 e l’80% la quota di irregolari tra le persone denunciate. Va però tenuto conto, per non trasformare gli irregolari in delinquenti, dei cosiddetti reati “strumentali” o relativi alla condizione stessa dell’immigrato, che incidono per almeno un quarto sul carico penale degli stranieri.

  22. Toscana 2020 una regione verso il futuro Previsioni La popolazione della Regione è destinata a crescere moderatamente fino a raggiungere la quota di 3,7 milioni nel 2020, ma l’effetto trainante è associato esclusivamente alla componente straniera che, dal 4,6% del 2005 , raggiungerà il 12 % della popolazione. Il processo di invecchiamento della popolazione continuerà e sarà solo arginato dalla componente immigratoria, caratterizzata da popolazione più giovane.

  23. ALCUNE INDICAZIONI SETTORIALI Il fenomeno dell’immigrazione avrà un impatto sulla società toscana misurabile non solo da un punto di vista meramente quantitativo, ma anche per i risvolti di tipo qualitativo che produrrà, una volta che si stabilizzeranno le seconde e terze generazioni di immigrati, che accederanno ai livelli più alti di istruzione e si integreranno nella società toscana tradizionale. Il fenomeno dovrà pertanto essere attentamente monitorato e, per quanto possibile, governato.

  24. LE POLITICHE MIGRATORIE L’immigrazione e tutte le questioni che solleva non sono altro che la cartina di tornasole che rivela i nodi critici dell’intera società: • la bassa natalità, • l’inefficienza del welfare, • la discriminazione sessuale, • l’incapacità di investire sulla formazione, • la questione della sicurezza • l’insufficienza di tutela nel posto di lavoro. E’ per questo che progettare delle efficaci politiche migratorie significa riequilibrare l’intero sistema.

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