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Il benchmarking delle regioni italiane. Lombardia Milano, 22 Ottobre 2007. Analisi di benchmarking.
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Il benchmarking delle regioni italiane Lombardia Milano, 22 Ottobre 2007
Analisi di benchmarking Le schede seguenti illustrano il posizionamento relativo della Lombardia rispetto ad una batteria di indicatori, alcuni dei quali selezionati tra le “variabili di contesto e di rottura” predisposte, aggiornate ed utilizzate dall’Istat per la programmazione e la valutazione ex-ante degli interventi da attuarsi nelle regioni Obiettivo 1 e 2, altri tratti da diverse banche dati che fanno riferimento all’Inps, alle Camere di Commercio, alla Banca d’Italia, all’Ufficio Italiano Cambi, all’Istituto Tagliacarne. Gli indicatori sono stati classificati in 6 aree tematiche. In vista dell’effettiva disponibilità di dati ed al fine di assicurare la comparabilità tra le regioni, non è stato possibile spingere oltre il 2004 - ovvero, in alcuni casi, il 2005 - l’orizzonte dell’analisi, che copre, generalmente, un quadriennio o un quinquennio. Le analisi svolte sulle serie storiche disponibili mostrano che, se i valori degli indicatori sono suscettibili di variazioni significative anche nel breve-medio termine, il posizionamento relativo delle diverse regioni rimane invece sostanzialmente stabile sui periodi considerati. In altri termini, i risultati di benchmarking appaiono robusti e la collocazione della Lombardia nel panorama regionale italiano che ne emerge, quantomai attuale. 1
Nota per il lettore Sono di seguito presentate la griglia con gli indicatori considerati nell’analisi di benchmark e un breve commento ai risultati della ricerca. Per ciascun indicatore vengono successivamente presentate 2 schede. Nella prima sono riportati, tra il valore massimo e quello minimo che l’indicatore assume a livello nazionale, il valore lombardo e quello medio nazionale negli ultimi due anni disponibili; per alcune variabili è rappresentata graficamente la serie storica degli ultimi 8-10 anni con un istogramma; la prima scheda si conclude con una breve nota di commento. La seconda scheda presenta il posizionamento relativo delle regioni italiane rispetto all’indicatore considerato, il cui valore è misurato all’inizio e alla fine di un arco temporale generalmente triennale. I valori dell’indicatore, iniziali e finali, sono riportati in una tabella insieme alla variazione (assoluta e/o percentuale) intervenuta sull’indicatore nell’arco di tempo considerato; i valori iniziali e le variazioni sono rappresentati in un diagramma a barre, che agevola il confronto tra le regioni italiane. Il calcolo delle variazioni intervenute consente di formulare ipotesi relativamente al trend seguito dall’indicatore. Per quanto concerne il turismo e la dotazione infrastrutturale, il valore che ciascun indicatore assume nelle diverse regioni italiane è rappresentato in un diagramma a barre. Il materiale costituisce una sintesi dell’aggiornamento della ricerca presentata nel volume “Un benchmarking regionale su scala europea”, promossa dal Centro Studi Confindustria e realizzata da un gruppo di ricercatori coordinati dai professori Andrea Bonaccorsi e Gianpiero Gallo. La sintesi è a cura della Dr.ssa Silvia Concettini. 2
Nota di commento L’analisi di benchmark tra le regioni italiane ci permette di valutare il posizionamento relativo della Lombardia nel panorama economico nazionale e allo stesso tempo ci consente di effettuare alcune valutazioni di tipo dinamico attraverso l’osservazione dell’evoluzione degli indicatori all’interno di un arco temporale di un quadriennio o un quinquennio. L’immagine statica che l’analisi di benchmark ci offre è, da una parte, quella di una Lombardia forte, leader in Italia e allo stesso tempo capace di competere sui mercati internazionali; dall’altra, quella di una regione fortemente penalizzata dalle scelte di politica pubblica soprattutto in termini di spesa in Ricerca e Sviluppo investimenti infrastrutturali. Per quanto concerne il potenziale di crescita economica la Lombardia non ha rivali nel nostro Paese, in termini di capacità di attrazione degli investimenti esteri, di grado di indipendenza economica, di grado di apertura dei mercati e di capacità di sviluppo dei servizi alle imprese; tutti gli indicatori menzionati, infatti, assumono in Lombardia valori di gran lunga superiori a quelli delle altre regioni. Un altro elemento di eccellenza della Lombardia è l’alto livello di produttività associato al lavoro nelle PMI: in questa regione il valore aggiunto aziendale per addetto nelle PMI è superiore a quello delle altre regioni italiane su tutto il periodo osservato (2001-2004). La Lombardia è la prima regione italiana anche per presenza di impianti e reti energetico-ambientali. Infine la spesa della Pubblica Amministrazione per l’acquisto di beni e servizi in percentuale del PIL regionale assume il suo valore minimo in Italia proprio in corrispondenza della Lombardia su tutto il periodo osservato (2000-2003): in un momento in cui l’attenzione dell’opinione pubblica e della classe politica è focalizzata sulla necessità di ridurre la spesa pubblica nel nostro Paese, le best practices della Lombardia possono essere assunte come modello e guida per le altre regioni al fine di migliorare l’efficienza nella gestione delle risorse pubbliche. 4
La Lombardia compare inoltre nella rosa delle regioni italiane che maggiormente hanno accorciato le distanze nei confronti degli obiettivi di Lisbona, che fissano al 70% il target da raggiungere entro il 2010 per quanto concerne il tasso di occupazione: in Lombardia tale indicatore si è mantenuto al di sopra della media nazionale su tutto il periodo 1996-2005; nel 2005 è pari a 65,48% contro una media italiana di 57,48%. L’analisi svolta ci permette però anche di evidenziare quali siano i punti di debolezza dell’economia lombarda attraverso l’osservazione degli indicatori sui quali il posizionamento della Lombardia è peggiore. Ciò che colpisce in primo luogo è che, mentre la Lombardia è seconda dopo il Piemonte negli investimenti delle imprese private in Ricerca e Sviluppo in rapporto al PIL, il valore degli investimenti effettuati in questo ambito da parte delle Pubblica Amministrazione è irrisorio: in Lombardia il rapporto tra investimenti pubblici in R&S e PIL regionale è inferiore alla media italiana di 0,20 punti percentuali ed è praticamente costante dal 2000; nella graduatoria costruita su questo indicatore nel 2003 la Lombardia si posiziona quartultima insieme alla Calabria. Un altro punto debole della Lombardia è quello che riguarda la dotazione infrastrutturale regionale, sia stradale che ferroviaria. La regione infatti si posiziona al quattordicesimo posto della graduatoria sia per quanto concerne la dotazione stradale sia per quanto concerne la dotazione ferroviaria, in entrambi i casi comunque al di sotto della media nazionale. L’analisidinamica degli indicatori ci offre la possibilità di descrivere l’andamento delle variabili considerate nel corso del tempo e allo stesso tempo ci permette di formulare alcune ipotesi circa le sfide che la regione Lombardia deve affrontare per mantenere e consolidare il proprio posizionamento rispetto ai competitors, nazionali e internazionali. Tra gli indicatori caratterizzati da un trend positivo, ricordiamo: la capacità di attrazione degli investimenti esteri (2001-2004) e la capacità di sviluppo dei servizi alle imprese (2000-2003), per quanto concerne il potenziale regionale di crescita; il tasso di occupazione e il tasso di partecipazione (2001-2005), per quanto concerne il mercato del lavoro; la produttività del lavoro nelle PMI (2001-2004), per quanto concerne il sistema produttivo locale. 5
Tra gli indicatori caratterizzati da un trend negativo, ricordiamo invece: il grado di indipendenza economica e la capacità di esportare, che si riducono a partire dal 2001 e che possono essere interpretati come una perdita di competitività da parte della produzione regionale; il grado di apertura dei mercati che ha subito dal 2001 al 2004 una flessione di 0,88 punti; il numero di addetti alla Ricerca e allo Sviluppo che è calato in soli 3 anni (dal 2000 al 2003) di ben 13,45 punti percentuali; la produttività del lavoro nell’industria che si è contratta del 2,3% dal 2001 al 2004. Congiuntamente l’analisi statica e l’analisi dinamica degli indicatori ci suggeriscono tre categorie di osservazioni: 1.Per quanto concerne i punti di forza dell’economia lombarda appare necessario promuovere interventi di sostegno e di rafforzamento delle posizioni di eccellenza acquisite: facciamo ad esempio riferimento alle PMI che rappresentano per la Lombardia un elemento di forte vitalità e competitività nel sistema economico, non solo italiano, ma anche internazionale oppure alla leadership lombarda per quanto concerne la dotazione di reti e impianti energetico-ambientali. 2.Grande attenzione deve essere riposta nel caso di indicatori quali il livello di spesa pubblica regionale per consumi, l’innovatività delle imprese private, la produttività del lavoro nell’industria e il numero degli addetti in Ricerca e Sviluppo: la Lombardia detiene in questi campi o una leadership nazionale o posizionamento d’eccellenza, anche se l’andamento negativo (positivo per la spesa pubblica) dei trend è un campanello d’allarme che segnala l’impossibilità di adagiarsi su posizioni acquisite. 3.Laddove la regione presenta pesanti deficit, ad esempio nel caso degli investimenti pubblici in Ricerca e Sviluppo o nella rete stradale e ferroviaria, un intervento sollecito, concreto e significativo si rende necessario al fine di garantire alla Lombardia il miglioramento della posizione in Italia, ma anche e soprattutto in Europa. 6
1. Capacità di attrazione degli investimenti esteriInvestimenti diretti lordi dall’estero nella regione su investimenti diretti netti in EU15 (°/°°) La capacità di attrazione degli investimenti esteri in Lombardia mostra una diminuzione tra il 1997 ed il 1999 (da 22,14‰ a 9,09‰), mentre registra un aumento a partire dal 2000 (13,77‰). Nel triennio 2001-04 l’indicatore è passato da 37,23‰a 311,64‰, confermando la Lombardia come la regione più attrattiva in Italia. La consistente e generalizzata variazione del valore dell’indicatore tra il 2003 e il 2004 è in parte il risultato del dimezzamento degli investimenti diretti netti in EU15. 7
1. Capacità di attrazione degli investimenti esteriInvestimenti diretti lordi dall’estero nella regione su investimenti diretti netti in EU15 (°/°°) 8
2. Grado di indipendenza economicaImportazioni nette (saldo import-export) in % del PIL a prezzi costanti Il grado di indipendenza economica della Lombardia si è ridotto da -13,20% nel 2002 a -12,13% nel 2003, pur restando ben al di sopra della media nazionale (0,38%). La Lombardia detiene il primato assoluto in Italia per grado di indipendenza economica, distaccandosi largamente dalle altre regioni. Nel triennio 2000-2003 l’indice ha tuttavia perso complessivamente 1,58 punti (l’indice può essere considerato una proxy della competitività). 9
2. Grado di indipendenza economicaImportazioni nette (saldo import-export) in % del PIL a prezzi costanti 10
3. Grado di apertura dei mercati (importazioni)Valore delle importazioni di merci in % del PIL In Lombardia il valore dell’indice è ben più alto della media italiana (20,22% nel 2003 e 21,14% nel 2004) e presenta inoltre un trend positivo dal 2003 (37,61%) al 2004 (39,02%). L’indice nazionale assume in corrispondenza della Lombardia il suo valore più alto. Nel triennio 2001-2004 l’indicatore è diminuito complessivamente di 0,88 punti. 11
3. Grado di apertura dei mercati (importazioni)Valore delle importazioni di merci in % del PIL 12
4. Capacità di esportareValore delle esportazioni di merci in % del PIL a prezzi costanti Tra il 2001 e il 2003 in Lombardia si registra una flessione dell’indicatore, seguita da una lieve crescita dello stesso tra il 2003 (29,09%) e il 2004 (29,21% ). Tra il 1996 e il 2004, la Lombardia mostra una capacità di esportare sistematicamente superiore a quasi tutte le altre regioni italiane. 13
4. Capacità di esportareValore delle esportazioni di merci in % del PIL a prezzi costanti 14
5. Capacità di sviluppo dei servizi alle impreseUnità di lavoro delle "Attività immobiliari e imprenditoriali" sul totale delle unità di lavoro dei servizidestinabili alla vendita (%) Nel triennio 2000-2003 la variazione positiva dell’indicatore è stata di 1,18 punti; l’indicatore ha subito una lieve flessione tra il 2002 (22,34%) e il 2003 (22,05%). In tutto l’arco di tempo monitorato la Lombardia presenta un valore dell’indicatore superiore a tutte le regioni italiane, confermandosi leader nazionale nei servizi alle imprese. 15
5. Capacità di sviluppo dei servizi alle impreseUnità di lavoro delle "Attività immobiliari e imprenditoriali" sul totale delle unità di lavoro dei servizidestinabili alla vendita (%) 16
6. Partecipazione al mercato del lavoroForze di lavoro in età 15-64 anni sul totale della popolazione in età 15-64 anni (%) Dal 2002 al 2005 in Lombardia l’indicatore di partecipazione ha subito una variazione positiva di 2,2 punti, ben superiore all’incremento medio (0,25). Nell’ultimo biennio considerato (2004-2005) seppure con una media nazionale in diminuzione (da 62,53% nel 2004 a 62,36% nel 2005), la Lombardia mantiene stabile il tasso di partecipazione al mercato del lavoro (68,27% nel 2004 e 68,30% nel 2005). 17
6. Partecipazione al mercato del lavoroForze di lavoro in età 15-64 anni sul totale della popolazione in età 15-64 anni (%) 18
7. Tasso di occupazionePersone occupate in età 15-64 sulla popolazione nella corrispondente classe di età (%) In Lombardia il tasso di occupazione si è mantenuto al di sopra della media nazionale su tutto il periodo 1996-2005. Nel 2005 è pari a 65,48% contro una media italiana di 57,48%. La Lombardia accorcia le distanze con gli obiettivi occupazionali di Lisbona, che fissano al 70% il target da raggiungere entro il 2010. Tra il 2002 e il 2005, il tasso di occupazione in Lombardia è aumentato di 1,54 punti passando da 63,94% a 65,48%. 19
7. Tasso di occupazionePersone occupate in età 15-64 sulla popolazione nella corrispondente classe di età (%) 20
8. Tasso di disoccupazionePersone in cerca di occupazione in età 15 e oltre sulle forze di lavoro nella corrispondente classe di età(%) In Lombardia il tasso di disoccupazione si è mantenuto al di sotto della media italiana sull’intero periodo 1996-2005. Nel 2005 si è assestato al 4,09% a fronte di una media nazionale del 7,72%. 21
8. Tasso di disoccupazionePersone in cerca di occupazione in età 15 e oltre sulle forze di lavoro nella corrispondente classe di età(%) 22
9. Capacità di offrire lavoro regolareUnità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (%) Tra il 2002 e il 2004 l’indicatore si è ridotto di 1,16 punti (dall’8,85% al 7,69%) ed è rimasto sistematicamente inferiore alla media italiana (14,24% nel 2002 e 13,38% nel 2004), evidenziando la buona capacità della Lombardia di offrire lavoro regolare. Nel 2004 l’indicatore mostra il valore più basso rispetto a tutte le altre regioni italiane. 23
9. Capacità di offrire lavoro regolareUnità di lavoro irregolari sul totale delle unità di lavoro (%) 24
10. Capacità innovativaSpesa in ricerca e sviluppo della Pubblica Amministrazione, dell'Università, delle istituzioni no-profit, delle imprese pubbliche e private in % del PIL Il valore dell’indicatore di spesa in R&S in Lombardia risulta sostanzialmente costante tra il 2002 e il 2003 (1,27% e 1,25%). In entrambi gli anni l’indice assume valori leggermente superiori rispetto alla media italiana (1,16% nel 2002 e 1,14% nel 2003). Nel triennio 2000-2003 l’indice è cresciuto complessivamente di 0,08 punti. 25
10. Capacità innovativaSpesa in ricerca e sviluppo della Pubblica Amministrazione , dell'Università, delle istituzioni no-profit, delle imprese pubbliche e private in % del PIL 26
11. Spesa pubblica in Ricerca e SviluppoSpesa in ricerca e sviluppo (in migliaia di euro) della Pubblica Amministrazione e dell'Università in % del PIL La spesa pubblica in Ricerca e Sviluppo in Lombardia nel 2003 è pari allo 0,38% e registra un leggero incremento rispetto al 2002 (0,35%); il valore lombardo dell’indicatore, oltre a risultare inferiore alla media italiana (0,58%), è uno tra i più bassi rilevati. In percentuale del PIL la spesa pubblica in R&S in Lombardia risulta praticamente costante dal 2000 (0,31%). 27
11. Spesa pubblica in Ricerca e SviluppoSpesa per ricerca e sviluppo (in migliaia di euro) della Pubblica Amministrazione e dell'Università in % del PIL 28
12. Spesa delle imprese in Ricerca e SviluppoSpesa (in migliaia di euro correnti) per ricerca e sviluppo delle imprese pubbliche e private in % del PIL In Lombardia il valore dell’indicatore di spesa in Ricerca e Sviluppo da parte delle imprese risulta superiore alla media nazionale (0,54% nel 2003) e inferiore solo a quello delle imprese piemontesi. Tra il 2000 e il 2003 la spesa si è mantenuta praticamente costante. 29
12. Spesa delle imprese in Ricerca e SviluppoSpesa (in migliaia di euro correnti) per ricerca e sviluppo delle imprese pubbliche e private in % del PIL 30
13. Addetti alla ricerca e sviluppoAddetti alla ricerca e sviluppo per 1000 abitanti (popolazione residente media annuale) In Lombardia il numero di addetti in R&S ogni 1000 abitanti ha subito una flessione tra il 2002 e il 2003 passando da 3,44 a 3,21, mantenendosi comunque superiore alla media nazionale (2,81). La Lombardia si colloca tra le regioni con maggiore occupazione in R&S dietro Lazio, Piemonte ed Emilia Romagna. Tra il 2000 e il 2003 il numero degli addetti ha subito una variazione percentuale pari a -13,46%. 31
13. Addetti alla ricerca e sviluppoAddetti alla ricerca e sviluppo per 1000 abitanti (popolazione residente media annuale) 32
14. Tasso di natalità netta delle impresePercentuale di nuove imprese (iscritte al 31/12) meno imprese cessate (al 31/12) sul totale delle imprese registrate al 31/12 nell’anno precedente moltiplicato 100 In Lombardia il tasso di natalità netta si posiziona sistematicamente al di sotto della media italiana sul periodo 1996-2005, pur seguendone l’andamento. Tra il 2002 e il 2005 l’indicatore ha guadagnato 0,21 punti passando da 1,42% a 1,64%. 33
14. Tasso di natalità netta delle impresePercentuale di nuove imprese (iscritte al 31/12) meno imprese cessate (al 31/12) sul totale delle imprese registrate al 31/12 nell’anno precedente moltiplicato 100 34
15. Produttività del lavoro nell’industriaValore aggiunto dell’industria in senso stretto per ULA dello stesso settore (migliaia di eurolire 1995) In Lombardia il valore dell’indicatore ha subito una lieve flessione tra il 2003 (47,42) e il 2004 (47,39), pur rimanendo al di sopra della media italiana (43,37). Tra il 2001 e il 2004 la produttività ha subito una variazione negativa del 2,30%. 35
15. Produttività del lavoro nell’industriaValore aggiunto dell’industria in senso stretto per ULA dello stesso settore (migliaia di eurolire 1995) 36
16. Produttività del lavoro nelle PMIValore aggiunto aziendale per addetto nelle PMI in migliaia di eurolire ed euro correnti Nel 2004 il valore lombardo (pari a 39,22) è in crescita rispetto all’anno precedente (nel 2003 l’indicatore è pari a 37,85) ed è il più alto tra tutte le regioni italiane. La produttività delle PMI lombarde è cresciuta su tutto il periodo 2001-2004 del 7,37%. 37
16. Produttività del lavoro nelle PMIValore aggiunto aziendale per addetto nelle PMI in migliaia di eurolire ed euro correnti 38
17. Spesa delle Amministrazioni PubblicheSpesa sostenuta dalla PA per beni e servizi, anche direttamente prodotti dall’Amministrazione, in % del PIL In Lombardia l’incidenza della spesa per consumi delle Amministrazioni Pubbliche è inferiore al dato nazionale su tutto il periodo osservato (1996-2003), anche se l’andamento segue il trend nazionale. L’indicatore assume il suo valore minimo in corrispondenza della Lombardia. 39
17. Spesa delle Amministrazioni PubblicheSpesa sostenuta dalla PA per beni e servizi, anche direttamente prodotti dall’Amministrazione, in % del PIL 40
18. Investimenti diretti della regione all’esteroInvestimenti diretti netti della regione in % del PIL Nel 2004 la Lombardia ha il rapporto tra investimenti diretti netti e PIL più alto d’Italia. L’indice lombardo è cresciuto dallo 0,22% del PIL nel 2003 al 2,53% nel 2004. Nel triennio 2001-2004 gli investimenti netti in percentuale del PIL sono diminuiti complessivamente di 1,06 punti. 41
18. Investimenti diretti della regione all’esteroInvestimenti diretti netti della regione in % del PIL 42
19. Turismo internazionaleViaggiatori italiani alle frontiere per regione di provenienza (valori pro-capite) 43
19. Turismo internazionaleViaggiatori stranieri a destinazione per regione visitata (valori pro-capite) 44
19. Turismo internazionale Il valore dell’indice di turismo internazionale (calcolato in base al numero di viaggiatori stranieri a destinazione per regione visitata) vede la Lombardia di poco al di sopra della media nazionale (1,39 Lombardia e 1,27 media italiana). Tra il 2002 e il 2005 l’indicatore ha subito una variazione negativa del 18,07%. Il valore dell’indice di turismo internazionale (calcolato in base al numero di viaggiatori italiani alle frontiere per regione di provenienza) vede la Lombardia al terzo posto in Italia, dopo Friuli Venezia Giulia a Valle D’Aosta. Tra il 2002 e il 2005 l’indicatore ha subito una variazione negativa del 21,11%. 45
20. Rete stradale Nel 2004 in Lombardia l’indice di dotazione relativo alla rete stradale risulta inferiore alla media nazionale (85,66 su 100). 46
21. Rete ferroviaria Nel 2004 in Lombardia l’indice di dotazione relativo alla rete ferroviaria risulta inferiore alla media nazionale (79,20 su 100). 47
22. Aeroporti e bacini di utenza Nel 2004 in Lombardia l’indice di dotazione relativo agli aeroporti risulta superiore alla media nazionale (192,1 su 100) ed inferiore solo al Lazio (254,4). 48
23. Impianti e reti energico-ambientali Nel 2004 in Lombardia l’indice di dotazione relativo agli impianti e alle reti energetico-ambientali risulta il più alto delle altre regioni italiane (166). 49