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IL PIANO REGIONALE DI SVILUPPO

IL PIANO REGIONALE DI SVILUPPO. Il programma di sviluppo regionale è lo strumento con cui si individuano e si organizzano gli interventi necessari allo sviluppo e se ne raccordano i diversi strumenti;

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IL PIANO REGIONALE DI SVILUPPO

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Presentation Transcript


  1. IL PIANO REGIONALE DI SVILUPPO

  2. Il programma di sviluppo regionale è lo strumento con cui si individuano e si organizzano gli interventi necessari allo sviluppo e se ne raccordano i diversi strumenti; • il programma regionale di sviluppo è vincolato alle decisioni del DPEFR (documento che detta indirizzi anche alle entrate e si occupa di tutte le spese, non solo di quelle per lo sviluppo), dalla pianificazione territoriale, dai piani settoriali vigenti ; • il programma regionale di sviluppo indirizza e contiene tutti i documenti che programmano a attuano gli interventi per lo sviluppo sul territorio (i P.O. FESR e FSE, APQ, Leggi Regionali, altri Programmi Operativi)

  3. Il Piano di Sviluppo è il Documento in cui la Regione definisce : • i problemi che occorre alleviare e le potenzialità che occorre valorizzare per riprendere un cammino di sviluppo; • il giudizio sulla congruità delle politiche di sviluppo in corso, le coerenze necessarie con i vincoli del bilancio regionale, con la pianificazione territoriale e con i piani settoriali vigenti; • gli obiettivi strategici su cui intende concentrare le differenti politiche per lo sviluppo; (posto che i diversi strumenti finanziari dovranno poi declinare i propri obiettivi operativi); • le macroazioni che intende perseguire; • le regole generali che dovranno presidiare alla assegnazione, finalizzazione e utilizzo delle risorse dedicate alle politiche di sviluppo affinché gli obiettivi si realizzino con maggiore efficacia.

  4. All’interno del PSR (Documento che si occupa di tutte le politiche di sviluppo) dobbiamo definire il processo di programmazione della politica regionale di coesione unitaria , comunitaria e nazionale (le priorità e gli obiettivi generali e specifici) e la sua coerenza con le politiche cosiddette ordinarie.

  5. Il quadro di riferimento istituzionale (e costituzionale) delle due componenti (nazionale e comunitaria) delle politiche regionali di sviluppo. La componente nazionale trova i suoi riferimenti nell’art. 119, c.5 della Costituzione La componente comunitaria trova i suoi riferimenti nel Trattato

  6. Il complesso della politica di sviluppo si articola infatti in due distinte componenti: La politica ordinaria è finanziata da risorse ordinarie (provengono dal bilancio statale) , è definita nei documenti programmatici del Governo (per ultimo il DPEF 2006-2009) ed è rivolta indistintamente a tutto il territorio nazionale . La politica regionale di sviluppo è rivolta alla coesione; è infatti diretta solo ad una parte dei territori poiché vuole garantire che tutti i territori raggiungano gli obiettivi di competitività. Essa è aggiuntiva rispetto all’altra, finanziata da risorse aggiuntive comunitarie e nazionali,provenienti rispettivamente dal bilancio europeo (fondi strutturali) e nazionale (cofinanziamento e FAS).

  7. Integrazione fra politica economica ordinaria e politica regionale • Patto di stabilità e crescita • BEPGs • Orientamenti integrati 2005-2008 • Strategia di Lisbona • Agenda 2000 • Orientamenti strategici comunitari 2007-2013 • Rapporto coesione Strategia di Lisbona e Goteborg Delibere CIPE • DPEF • Legge Finanziaria • Bilancio dello Stato Documenti programmatici e DPEF Rapporto DPS APQ QCS DSPN Programma Nazionale di riforma QSN 2007-2013 DSM DSR APQ POR DocUP PIT Leggi Regionali Programma Regionale di sviluppo Pianificazione territoriale e settoriale vigente DPEF regionale

  8. La svolta strategica del periodo di programmazione 2007-2013 prevede di rendere maggiormente visibili e verificabili gli obiettivi strategici della politica regionale e di legarli meglio gli obiettivi di sviluppo fissati nei vertici di Lisbona.e Goteborg • A livello nazionale: • le Linee Guida per l’elaborazione del QSN 2007-2013 approvate con l’Intesa in Conferenza Unificata il 3 febbraio 2005; • la Bozza tecnico-amministrativa del QSN inviata al CIPE dal Dps. • A livello comunitario : • la “terza relazione sulla coesione economica e sociale, un nuovo partenariato per la coesione”, di febbraio 2004 • i nuovi orientamenti in materia di programmazione dei fondi strutturali e in materia di aiuti di stato

  9. Il QSN costituisce il quadro di riferimento strategico unitario del processo, degli obiettivi e degli strumenti della politica regionale di coesione unitaria, comunitaria e nazionale La strategia della politica regionale di coesione unitaria, le priorità e gli obiettivi generali e specifici in cui si articola a livello territoriale e/o settoriale, sono attuati e conseguiti adottando un processo di programmazione articolato in tre livelli di attuazione

  10. Il QSN prevede tre livelli di programmazione successiva, caratterizzati da flessibilità e da autonomia di scelta • di ogni amministrazione. • LIVELLO DELLA PROGRAMMAZIONE SPECIFICA (TERRITORIALE PER LE REGIONI E SETTORIALE PER LE AMMINISTRAZIONI CENTRALI) DELLA POLITICA REGIONALE DI COESIONE UNITARIA • LIVELLO DI DEFINIZIONE ISTITUZIONALE DELLE PRIORITA’ DA CONSEGUIRE ATTRAVERSO LA COOPERAZIONE INTERISTITUZIONALE (Amministrazioni centrali e/o regioni), DEGLI OBIETTIVI, DEGLI STRUMENTI E DELLE RESPONSABILITA’ NELL’AMBITO DELL’IIP • LIVELLO DI ATTUAZIONE

  11. LIVELLO DELLA PROGRAMMAZIONE SPECIFICA (TERRITORIALE PER LE REGIONI E SETTORIALE PER LE AMMINISTRAZIONI CENTRALI) DELLA POLITICA REGIONALE DI COESIONE UNITARIA Successivamente all’approvazione del QSN ogni Amministrazione si dota di un proprio documento di programmazione specifica della politica regionale di coesione unitaria Tale documento declinerà la strategia specifica di politica regionale di coesione nel quadro dei propri documenti programmatici generali (Piani di sviluppo per le Regioni e piani di Settore per le Amministrazioni centrali) assicurando la coerenza delle due strategie e di queste con la normativa comunitaria e nazionale

  12. REGIONI DOCUMENTO UNITARIO DI PROGRAMMAZIONE DELLA POLITICA DI COESIONE REGIONALE: • è un documento di programmazione strategico-operativo che esplicita: • obiettivi generali con riferimento alle priorità del QSN • obiettivi specifici • quadro di programmazione finanziaria unitaria delle risorse • priorità ed ove possibile gli obiettivi specifici per il cui conseguimento si individuano come necessari e/o opportuni livelli di cooperazione istituzionale verticali e/o orizzontali • modalità di attuazione: regole, procedure e misure organizzative e di governance da adottare • modalità e criteri per l’individuazione degli specifici strumenti di attuazione

  13. I Programmi Operativi (Obiettivo 2 e 3) costituiscono la componente di strategia regionale unitaria attuata attraverso il cofinanziamento delle risorse dei fondi strutturali. Essi dovranno essere individuabili all’interno del Documento Unitario di Programmazione in quanto rispondete agli obiettivi, alle regole e alle procedure dettate dai regolamenti dei fondi. Altrettanto individuabile dovrà essere la parte della strategia di politica regionale di coesione attuata con risorse nazionali (FAS). Essa può tendenzialmente adottare le stesse regole e le stesse procedure ma in un ambito di appropriatezza , flessibilità e proporzionalità rispetto alle esigenze di attuazione della strategia complessiva e in modo da consentire che le due componenti (nazionale e comunitaria) siano fra loro unitarie ma anche complementari e mirino a una integrazione che preservi le esigenze di differenziazione proprie di ogni strategia.

  14. Validità: il documento copre l’intero periodo di programmazione. Prevede meccanismi che lo rendano sempre attuale attraverso modalità funzionali atte a consentire aggiornamenti tempestivi e verifiche continue della sua coerenza complessiva interna ed esterna. Risorse finanziarie: risorse della politica regionale comunitaria, nazionale (FAS) e risorse ordinarie

  15. Nel Piano di sviluppo regionale vanno in particolare individuate ed indicate le priorità al cui conseguimento concorrono i fondi comunitari (in modo che i singoli Programmi Operativi siano distinguibili e al livello di dettaglio richiesto dai relativi regolamenti) e quelle a cui invece concorrono le altre risorse della politica regionale. Andranno anche individuate le priorità da conseguire in ambito di cooperazione interistituzionale con lo Stato e/o altre regioni. Il tutto in un orizzonte temporale 2007-2013 ma scorrevole in modo “che guardi sempre ad un triennio di attuazione” e si raccordi con il DPEFR di riferimento.

  16. C’è ancora una qualche significativa indeterminatezza: abbiamo predisposto in bozza un Dossier da aggiornare in corso d’opera. In particolare è completamente bianco il capitolo che si riferisce alle risorse del Bilancio Regionale dedicabili alle politiche per lo Sviluppo e quello riferibile ai cosiddetti altri programmi tra i quali è particolarmente significativo il PSR. Esso è composto infatti da quattro capitoli afferenti rispettivamente ai FS, al FAS, agli altri Programmi Comunitari, alle risorse della Regione. E’ importantissimo che si dia visibilità alle risorse disponibili nel Bilancio della Regione per lo sviluppo (non solo spese per investimenti).

  17. La DGR non ci dà scadenze. Entro la fine di settembre l’Italia dovrà inviare alla CE il QSN. Da quel momento possono essere considerati ricevibili i PO. Il PSR dovrà quindi essere pronto in bozza prima della interruzione di agosto dei lavori della Giunta che penso debba appunto esaminarne una prima bozza. E’ importante che l’elaborazione dei tre PO avvenga però contestualmente.

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