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Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Facoltà di Scienze della Comunicazione M.I.Ri.S. Master in Immigrati e R

Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Facoltà di Scienze della Comunicazione M.I.Ri.S. Master in Immigrati e Rifugiati. Formazione, comunicazione ed integrazione sociale. Rifugiati e Salute Roma, 12 dicembre 2005 Relatore: Prof. Eugenio Raimondo.

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  1. Università degli Studi di Roma “La Sapienza” Facoltà di Scienze della Comunicazione M.I.Ri.S. Master in Immigrati e Rifugiati. Formazione, comunicazione ed integrazione sociale. Rifugiati e Salute Roma, 12 dicembre 2005 Relatore: Prof. Eugenio Raimondo

  2. “Non c’è dolore più grande della perdita della terra natia”. Euripide 431 a.C.

  3. Gli spostamenti dei popoli per terre e mari hanno caratterizzato la storia umana per migliaia di anni: migrazioni di vasta portata o locali, di massa o di singole famiglie.

  4. Basti ricordare le immigrazioni bibliche verso e dall’Egitto e quelle che sono state chiamate invasioni barbariche.

  5. Nei tempi moderni si sono succedute periodicamente verso l’America e poi all’interno dell’Europa alla ricerca di lavoro

  6. Negli ultimi decenni la mobilità umana nel mondo è in piena espansione perché ai classici emigranti in cerca di lavoro si sono aggiunti quelli che cercano asilo politico e protezione umana, fuggendo dai paesi devastati da guerre, contrapposizioni etniche e calamità naturali

  7. In taluni casi le immigrazioni ebbero conseguenze disastrose e drammatiche nei paesi di destinazione. L’immigrazione dall’Europa cancellò più del 90%della popolazione indigena delle Americhe. In Australia gli aborigeni furono vittime di un genocidio simile. In questo secolo l’immigrazione degli ebrei in Palestina ha avuto come conseguenza un destino di profughi per ¾ della popolazione palestinese.

  8. Oggi giorno, nella maggior parte dei casi, l’immigrazione non ha le stesse distruttive conseguenze sul paese ospitante. Gli immigrati sono spesso vittime di violenza razzista e di abusi, sebbene sia stato loro riconosciuti lo status di rifugiato politico perché perseguitati nel loro paese d’origine, o residenti da lungo tempo facciano parte di una minoranza.

  9. Immigrazione La presenza di donne, uomini, bambini stranieri ed immigrati nel nostro paese è una grande opportunità, un’occasione, una risorsa.

  10. False opportunità • Ringiovanimento popolazione italiana • Ripopolamento scuole e reparti di ostetricia • Occupazioni in attività malviste dagli italiani

  11. Vera opportunità L’incontro, la relazione con persone di culture e tradizioni diverse dalla nostra.

  12. Diritto alla salute per gli immigrati fino a poco tempo fa • Nascosto ai regolarmente presenti da una miriade di norme e procedure burocratico-amministrative • Negato a quelli temporaneamente non in regola. Si garantiva assistenza solo per malattie gravi.

  13. Grazie all’impegno di alcune organizzazioni tra cui la Caritas il diritto è emerso, è stato garantito per legge, è diffusamente conosciuto.

  14. PREMESSE

  15. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo ed interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti (art. 32 della Costituzione Italiana).

  16. Individuo La Costituzione definisce individuo chiunque si trovi all’interno dei confini della Repubblica e non solo il cittadino italiano, operando così secondo una logica di tutela e prevenzione collettiva.

  17. La legge di riforma sanitaria n° 833 del 1978 segna il passaggio da un sistema fondato sull’INAM e su una rete di casse mutue, a base corporativa o di categoria, ad un sistema di erogazione delle prestazioni a carattere universalistico con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale.

  18. Tale cambiamento contribuisce a superare il concetto tradizionale di tutela legato alla comparsa della malattia che imponeva il verificarsi dell’evento per poter intervenire e non contemplava la possibilità di interventi preventivi.

  19. Salute come definita dall’OMS La salute è uno stato di benessere fisico, psichico, e sociale e non consiste, più soltanto in una assenza di malattia o di infermità. Il risultato da raggiungere è lo stato di benessere e dunque si privilegia il momento preventivo su quello curativo.

  20. Carta di Ottawa – 21 novembre 1986 Organizzazione: OMS, Ministero Salute Canada, Associazione Canadese di Sanità Pubblica. Paesi Partecipanti: 38. Delegati: 212

  21. Obiettivi prefissati: • condividere un’azione mirante alla salute per tutti entro l’anno 2000. Problemi da affrontare: • inquinamento; • rischi lavorativi; • mancanza di alloggi per sovrappopolazione; • colmare le differenze dei livelli di salute nelle diverse società

  22. Oltre all’OMS altre organizzazioni internazionali hanno importanza in ambito sanitario: • OCSE(Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico); • UNESCO(Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura); • UNICEF(Fondo per l’Infanzia); • UNICRI(Istituto delle Nazioni Unite per le Ricerche sul Crimine e la Giustizia); • IOM(Organizzazione Mondiale per la Migrazione).

  23. Dopo il 1993 la Banca Mondiale della Sanità ha di fatto sostituito l’OMS indicando e imponendo linee di politica sanitaria internazionali, rallentando i processi di Ottawa, che sono quelle: • della sanità a pagamento; • della privatizzazione dei servizi e delle assicurazioni.

  24. Quindi la salute come bene di consumo a disposizione di chi ha i mezzi per acquistarla.

  25. Gli stessi G8 definiscono la salute come strumento di crescita economica, senza riconoscerla esplicitamente come diritto umano (dichiarazione di Erice sull’equità ed il diritto alla salute – marzo 2001). Tutto ciò ci fa capire come esista una stretta correlazione tra processi economici, politiche sociali e sanitarie.

  26. L’Italia, con la sua storia di Paese di immigrazione relativamente recente, sta tentando di coniugare le istanze della definizione di principi universalistici come quello del diritto alla salute per tutti, con un modello di organizzazione dell’assistenza che possa favorire l’accesso e la fruibilità delle prestazioni e con un’analisi, seppur ancora frammentaria, dei problemi e dei bisogni di salute della popolazione immigrata.

  27. Lo straniero immigrato, in genere è arrivato, ed arriva in larga parte ancora oggi, nel nostro Paese con un patrimonio di salute pressoché integro. Del resto prevalendo una emigrazione spinta da necessità economiche ed indirizzata alla ricerca di un lavoro per lo più manuale, la possibilità di riuscita del progetto migratorio è indissolubilmente legata all’integrità fisica.

  28. Dopo un breve “intervallo di benessere” l’immigrato in genere ricorre alle strutture sanitarie.

  29. Le patologie di importazione si sono dimostrate statisticamente nella prima generazione di migranti di minor frequenza di quelle acquisite nel Paese ospitante e di quelle di adattamento.

  30. Sindrome di Salgari Desiderio di conoscere quadri clinici strani, misteriose malattie tropicali conosciute di sfuggita sui testi universitari (Esotismo Sanitario). A questa fase segue una fase di “Scetticismo Sanitario” perché non si osserva quasi mai nessuna patologia tropicale da importazione.

  31. L’immigrato non è vettore di malattie esotiche, ma piuttosto è una persona da tutelare e proteggere dal punto di vista sanitario. Il 99,9% degli immigrati arriva sano e si ammala dopo 6 mesi o 1 anno di permanenza nel nostro Paese. Le patologie infettive rappresentano solo l’8% delle malattie diagnostiche tra gli immigrati (Caritas – Dossier 1996).

  32. Effetto migrante sano È il meccanismo di autoselezione alla partenza di soggetti giovani in condizioni di buona salute e nel pieno dell’efficienza fisica e psichica. Ciò vale per le comunità di più recente immigrazione. Lo stesso meccanismo non può essere utilizzato per chi è costretto a partire in condizioni di particolare vulnerabilità provocate da guerre, persecuzioni, carestie o disastri ambientali (rifugiati, profughi, sfollati).

  33. Stato di salute iniziale degli immigrati • Buono per chi parte in cerca di lavoro. • Precario per chi sfugge da guerre, carestie e disastri ambientali. Da considerare, inoltre, costo fisico di un percorso migratorio sempre più difficile e logorante

  34. Nella determinazione dello stato di salute straniera i fattori ambientali (in particolare di tipo sociale) e comportamentali conseguenti, sembrano prevalere chiaramente su quelli genetici.

  35. FATTORI AMBIENTALI Situazione lavorativa Difficoltà di inserimento lavorativo Espone l’immigrato a occupazioni a rischio, mal remunerate e non tutelate.

  36. FATTORI AMBIENTALI Situazione alloggiativa: dormitori, centri di accoglienza, case famiglia, baracche, rifugi improvvisati (vagoni ferroviari, sotto ponti e arcate, sale d’attesa delle stazioni metro e ferrovia, ecc.)sovraffollamento abitativo. Scarsa igiene personale con evidenti rischi di malattie infettive.

  37. FATTORI AMBIENTALI Alimentazione: Difficoltà di adattamento ad una cultura del cibo diversa. Precauzione di natura religiosa e filosofica. Vincoli economici nell’acquisto di cibo.

  38. FATTORI AMBIENTALI Cambiamenti climatici Variazione di umidità. Difficoltà di adattamento.

  39. FATTORI AMBIENTALI Mancanza di un adeguato supporto psico-affettivo: Abbandono dei propri affetti famigliari (amici, partner, parenti).

  40. RIEPILOGO FATTORI AMBIENTALI Fattori di rischio per la salute iniziale del migrante • mancanza di lavoro e di reddito; • sottoccupazione in mansioni lavorative rischiose o non tutelate; • degrado abitativo; • scadenti condizioni igieniche; • diversità climatiche ed alimentari; • malessere psicologico; • assenza di supporto familiare e affettivo.

  41. Problematiche sanitarie degli immigrati • gli individuiprimo-migrantipongono bisognodi urgenza; • gli individuidirecente stabilizzazionehanno bisogno di accoglienza; • gli individui diantica migrazionehanno bisogni legati al radicamento.

  42. La situazione di disagio , accompagnata da una sempre più accentuata fragilità psico-fisica, espone maggiormente l’immigrato alle comuni patologie: • respiratorie; • gastrointestinali; • dermatologiche; • ortopediche; • altro a cui è soggetta anche la popolazione italiana.

  43. Non vi è quindi evidenza di una specificità patologica dello straniero, tuttavia le difficoltà che quest’ultimo dovrà affrontare per usufruire dei servizi sanitari, una volta affetto da queste patologie, saranno ben maggiori rispetto al cittadino italiano.

  44. ASPETTI LEGISLATIVI

  45. Legge n° 943/86 È il primo intervento legislativo specifico sull’immigrazione, che i lavoratori stranieri in regola con le leggi dello Stato Italiano e in possesso del certificato di residenza hanno ottenuto di godere, se non altro sul piano teorico, degli stessi diritti sociali e sindacali dei lavoratori italiani. Tuttavia la tutela della salute per lo straniero resta ancora molto diversificata poiché la legge fa riferimento esclusivamente al lavoratore e alla sua famiglia.

  46. Legge n° 39/90 Anche questa legge non ha apportato novità rilevanti riguardo alla tutela della salute per gli stranieri extracomunitari pur stabilendo art. 9 c. 12 che “i cittadini extracomunitari… sono a domanda assicurati al SSN…”

  47. Ha esteso il diritto alle cure ordinarie e continuative ed i programmi di medicina preventiva anche agli irregolari ed ai clandestini. D.L. n° 489 del 18 Novembre 1995

  48. Del resto la legge Quadro sull’immigrazione n°40/98 confluita con con D. Lgs n° 286/98 nel testo unico ha reso possibile l’accesso ai servizi sanitari a tutti gli stranieri extracomunitari, ma possibilità d’accesso non significa automaticamente fruizione delle prestazioni. È importante perché sia valida una buona politica sanitaria.

  49. Legge n° 40/98 Un traguardo importante per la tutela della salutedello straniero extracomunitario si è raggiunto, come si è precedentemente detto, con la legge Quadro sulla immigrazione n° 40/98 confluita con D. lgs. N° 286/98 nel TU negli art. 34-35-36.

  50. Una adeguata politica sanitaria e la sua efficacia è legata alla capacità di rilevare il bisogno sanitario degli immigrati

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