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Lezioni di Macroeconomia Capitolo 11

Lezioni di Macroeconomia Capitolo 11. Bilancia dei pagamenti e tassi di cambio nell ’ equilibrio macroeconomico. La bilancia dei pagamenti. Bilancia dei pagamenti: prospetto in cui sono registrate le transazioni intercorse tra i residenti di un paese e il resto del mondo

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Lezioni di Macroeconomia Capitolo 11

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Presentation Transcript


  1. Lezioni diMacroeconomiaCapitolo 11 Bilancia dei pagamenti e tassi di cambio nell’equilibrio macroeconomico

  2. La bilancia dei pagamenti Bilancia dei pagamenti: prospetto in cui sono registrate le transazioni intercorse tra i residenti di un paese e il resto del mondo • è suddivisa in due conti: • conto delle partite correnti • conto capitale

  3. La bilancia dei pagamenti • ll conto corrente registra: • commercio in beni e servizi • Trasferimenti (i soggiorni di non residenti, i servizi assicurativi e finanziari di non residenti), le rimesse da lavoro dipendente e da capitale • Il saldo della bilancia commerciale registra: • la differenza tra importazioni ed esportazioni di merci; • la differenza tra importazioni ed esportazioni di servizi • i trasferimenti netti • Il conto corrente è in avanzo se • le esportazioni superano le importazioni più i trasferimenti netti all’estero

  4. La bilancia dei pagamenti • Il conto capitale registra: • gli acquisti e le vendite d’attività finanziarie (azioni, obbligazioni e terreni) • Si ha un avanzo in conto capitale (afflusso netto di capitali) quando • le entrate in conto capitale superano i pagamenti nazionali per l’acquisto d’attività all’estero

  5. La bilancia dei pagamenti • Possiamo assimilare la bilancia dei pagamenti a un mercato, nel senso che essa è il mercato delle valute o divise estere  i suoi elementi costitutivi sono la loro domanda, l’offerta e il rispettivo prezzo

  6. Tassi di cambio fissi e flessibili Definizione del tasso di cambio: Il tasso di cambio indica il prezzo di un’unità di una valuta in termini di un’altra Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, le nazioni più importanti avevano stabilito tassi di cambio fissi tra le rispettive monete e tale regime è stato mantenuto fino al 1973. Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Novanta, l’Italia ha fatto parte del Sistema Monetario Europeo (SME) anch’esso basato sui cambi fissi

  7. Tassi di cambio e = la quantità di euro necessaria per acquistare un’unità di valuta estera, cioè il prezzo della valuta estera espresso in euro Ad es. se 1$ = 0,85€ vuol dire che chi volesse acquistare 1$ dovrebbe pagare 85 centesimi di euro  questa modalità è definita incerto per certo  la quantità di valuta nazionale che allo stato attuale risulta incerta è scambiata per un’unità certa di valuta estera

  8. Tassi di cambio • Possiamo anche definire il tasso di cambio come il reciproco di questo rapporto, cioè come il prezzo dell’euro in termini di valuta estera • Tale modalità del cambio definita certo per incerto è 1/e  (1/0,85) = 1,18$ ossia occorrono 1,18$ per acquistare 1€

  9. Tassi di cambio fissi e flessibili In un sistema di tassi di cambio fissi, le autorità monetarie devono fornire qualsiasi ammontare di valuta estera necessario per finanziare gli squilibri della bilancia dei pagamenti In un sistema di tassi di cambio flessibili, le banche centrali si astengono dall’intervento sui mercati e lasciano che il tasso di cambio si adegui in modo da equilibrare domanda e offerta di valuta estera

  10. Tassi di cambio fissi e flessibili Terminologia • Una variazione del prezzo di una valuta estera in un paese in regime di cambi flessibili è detta deprezzamento o apprezzamento • Il deprezzamento corrisponde ad un aumento del tasso di cambio (secondo la definizione incerto per certo); viceversa, l’apprezzamento corrisponde ad una diminuzione del tasso di cambio (secondo la definizione incerto per certo)

  11. Tassi di cambio fissi e flessibili Terminologia • Una variazione del prezzo di una valuta estera in un paese in regime di cambi fissi è detta svalutazione o rivalutazione • La svalutazione è una situazione in cui per gli operatori dei paesi esteri, la moneta svalutata costa meno, mentre per i residenti del paese che svaluta acquistare la valuta estera costa di più. Il contrario di una svalutazione è una rivalutazione

  12. Tassi di cambio fissi e flessibili • Fluttuazione “pulita” le banche centrali si astengono completamente dall’intervento • Fluttuazione manovrata, o “sporca” le banche centrali intervengono per acquistare e vendere valute estere nel tentativo di influire sui tassi di cambio.

  13. La bilancia dei pagamenti ed i flussi di capitali • I mercati dei capitali sono globali • Nei paesi industrializzati non esistono restrizioni alla possibilità di detenere attività finanziarie all’estero • i residenti negli Stati Uniti, in Italia, in Germania o nel Regno Unito possono, infatti, detenere la propria ricchezza tanto in patria quanto all’estero • Possiamo assumere come ipotesi di lavoro la perfetta mobilità dei capitali

  14. La bilancia dei pagamenti ed i flussi di capitali • I capitali cercano - a livello mondiale - il rendimento più elevato  TUTTAVIA • se i tassi praticati a New York aumentassero rispetto a quelli praticati a Francoforte, gli investitori privilegerebbero New York, mentre coloro che hanno bisogno di un prestito si rivolgerebbero al mercato tedesco • Questo processo fa sì che i rendimenti tendano rapidamente ad allinearsi!

  15. La bilancia dei pagamenti ed i flussi di capitali Assunzioni • Il tasso d’interesse sui mercati esteri dei capitali è dato • Sotto l’ipotesi di perfetta mobilità dei capitali  differenza nei tassi nazionale/mondiale  flusso/deflussi di capitale L’avanzo di bilancia dei pagamenti è la somma dell’avanzo commerciale (NX) e dell’avanzo in conto capitale (CF): BP = NX(Y,Yf, e) + CF(i – if)

  16. La bilancia dei pagamenti ed i flussi di capitali BP = NX(Y,Yf, e) + CF(i – if) La bilancia commerciale è funzione • del reddito nazionale • di quello estero • del tasso di cambio, Il conto capitale dipende • dal differenziale fra i tassi d’interesse

  17. La bilancia dei pagamenti ed i flussi di capitali • Un incremento del reddito nazionale peggiora la bilancia commerciale • Un aumento del tasso d’interesse sopra il livello mondiale attira capitali dall’estero migliorando il conto capitale •  quando il reddito cresce l’aumento dei tassi d’interesse mantiene la bilancia dei pagamenti in equilibrio

  18. La bilancia dei pagamenti ed i flussi di capitali • Equilibrio esterno  il saldo della bilancia dei pagamenti è zero • La Bilancia dei pagamenti è in equilibrio quando la domanda di valute estere, importazioni (M) e deflusso di capitali (-DKF), è uguale all’offerta di valute estere, cioè esportazioni (X) e afflusso di capitali (+DKF) (X + DKF) = (M-DKF) = BP

  19. La bilancia dei pagamenti • Il pareggio della bilancia dei pagamenti è un’uguaglianza tra domanda e offerta di divise estere che si realizza considerando sia il saldo della bilancia commerciale sia il saldo del movimento dei capitali  Se non si realizza un equilibrio spontaneo, si può ottenere un equilibrio quantitativo tramite l’acquisto o la vendita di divise estere da parte della Banca Centrale

  20. La bilancia dei pagamenti ed i flussi di capitali Per esempio, se la domanda di divise estere è pari a 500 e l’offerta è pari a 450, si ha un deficit di BP. Se la BCE non intervenisse, l’eccesso di domanda di divise estere ne farebbe aumentare il prezzo, cioè l’euro si svaluterebbe Se la BCE vuole evitare la svalutazione dell’euro, deve vendere divise estere, attingendo alle sue scorte di valuta estera, le Riserve Ufficiali, sommando la sua offerta di divise estere all’offerta di mercato  ottiene l’uguaglianza tra domanda e offerta (X-M) + DKF =DRU dove DRU è la variazione delle riserve ufficiali che serve a compensare la variazione dei movimenti di capitale (DKF)

  21. La bilancia dei pagamenti Mentre l’equilibrio può durare indefinitamente, fin tanto che domanda e offerta di divise estere restano uguali, il pareggio no La BCE non può effettuare vendite/acquisti di divise estere all’infinito per colmare lo squilibrio e trasformare il disavanzo in pareggio, perché prima o poi le riserve di divise estere tendono ad esaurirsi

  22. La bilancia dei pagamenti Se domanda e offerta di divise estere sono uguali, la BC non effettua vendite/acquisti di divise estere sul mercato  equilibrio Al contrario, un deficit di BP è una diminuzione delle riserve ufficiali, mentre un surplus (quando è trasformato in pareggio) è un aumento delle riserve ufficiali  pertanto è pareggio della BP l’uguaglianza tra domanda e offerta di divise estere che si ottiene tramite una variazione delle riserve ufficiali

  23. La bilancia dei pagamenti In sintesi: È equilibrio una situazione in cui le riserve ufficiali della BC non variano. Se domanda e offerta di divise estere sono uguali, la BC non effettua vendite o acquisti di divise estere sul mercato il deficit di BP è una diminuzione delle riserve ufficiali, mentre un surplus è un aumento delle riserve ufficiali. è pareggio della BP l’uguaglianza tra domanda e offerta di divise, che si ottiene tramite una variazione delle riserve ufficiali

  24. Equilibrio macroeconomico e bilancia commerciale Parte della produzione nazionale è venduta all’estero (esportazioni) Parte della spesa dei residenti è destinata all’acquisto di prodotti esteri (importazioni) è necessario modificare la curva IS

  25. Equilibrio macroeconomico e bilancia commerciale • La spesa dei residenti non determina più la produzione nazionale • che dipende dalla spesa in prodotti nazionali • una quota della spesa nazionale, infatti, è destinata alle importazioni. • La domanda di prodotti nazionali comprende le esportazioni

  26. Equilibrio macroeconomico e bilancia commerciale Indicando con A la spesa effettuata dai residenti, avremo: Spesa dei residenti A = C + I + G Spesa in beni nazionali A + XN = (C + I + G) + (X – M) = (C + I + G) + XN

  27. Equilibrio macroeconomico e bilancia commerciale La spesa nazionale dipende dal tasso d’interesse e dal reddito A = A(Y, i) Le esportazioni nette dipendono • dal reddito nazionale Y, che influisce sulla spesa in importazioni • dal reddito dei paesi stranieri,Yf che incide sulla domanda estera delle nostre esportazioni • dal tasso di cambio e XN = X(Yf , e) – M(Y, e) = XN(Y,Yf,e)

  28. Equilibrio macroeconomico e bilancia commerciale Y = A(Y, i) + XN(Y,Yf, e) Possiamo riscrivere l’equazione della curva IS nel modo seguente:

  29. Equilibrio macroeconomico e bilancia commerciale Caratteristiche della nuova IS • Un incremento del reddito estero Yfmigliora la bilancia commerciale del nostro paese  fa salire la domanda aggregata • Un deprezzamento della valuta nazionale, ossia un aumento di e, migliora la bilancia commerciale  fa aumentare la domanda aggregata • Un aumento del reddito interno Y accresce la spesa in importazioni peggiora la bilancia commerciale

  30. Equilibrio macroeconomico e bilancia commerciale • Sappiamo inoltre che: • La curva IS di economia aperta comprende le esportazioni • quindi anche il tasso di cambio influisce sulla curva IS • un deprezzamento accresce la domanda di prodotti nazionali, e sposta la curva IS verso destra • unaumento del reddito estero e, di conseguenza, un incremento della spesa dei non residenti per acquistare beni prodotti nel nostro paese farà aumentare le esportazioni nette, ovvero la domanda di prodotti italiani e sposta la curva IS verso destra

  31. PM e PF in regime di cambi fissi • Ipotesi: • Prezzi interni ed esterni fissi • Domanda di esportazioni data (le esportazioni sono esogene) • Tasso d’interesse sui mercati esteri dei capitali è dato. Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  32. Politica monetaria restrittiva • Politica Monetaria restrittiva: il tasso d’interesse aumenta, c’è un afflusso di capitali che comporta un’avanzo di bilancia dei pagamenti, di conseguenza il tasso di cambio si apprezza. • La Banca Centrale deve intervenire acuistando valuta estera per far ritornare il tasso di cambio al suo valore fissato, con questo immette moneta nazionale nel sistema. La politica monetaria è inefficace Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  33. Politica monetaria espansiva • Se si ha un’espansione monetaria il tasso d’interesse interno diminuisce, ciò provoca una fuoriuscita di capitali e un disavanzo della BP, ciò implica un deprezzamento della valuta nazionale. • Le autorità monetarie devono vendere valuta estera per riequilibrare il tasso di cambio, ricevono in cambio valuta nazionale tornando quindi alla situazione di partenza. Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  34. PF-cambi fissi e perfetta mobilità dei capitali • Supponiamo che ci sia un’incremento di spesa publica che sposta la IS in alto a destra, aumenta il reddito e quindi la domanda di moneta, a parità di offerta il tasso di interesse interno aumenta. • Afflusso di capitali, apprezzamento del tasso di cambio, la Banca Centrale deve acquistare valuta estera immettendo sul mercato valuta nazionale, la LM si sposta in basso a destra Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e .a, il tasso d’interesse ggiustamenti internazionali

  35. Tasso di cambio fisso ma limitata mobilità dei capitali • La BP non è orizontale, minore è la mobilità dei capitali maggiore è il margine di manovra delle autorità monetarie. • La PM è efficace perché i tassi d’interesse possono variare senza dover intervenire per stabilizzare il tasso di cambio. Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  36. Tasso di cambio fisso ma limitata mobilità dei capitali • La mobilità dei capitali limita l’efficacia della PF: PF espansiva, aumentano il reddito e il tasso d’interesse, ma l’afflusso di capitali è limitato e quindi insufficiente a compensare l’aumento delle importazioni, si ha quindi un disavanzo e le autorità monetarie devono vendere valuta estera contro valuta nazionale, quindi riduce la base monetaria (LM si sposta a sinistra) Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  37. Tasso di cambio fisso ma limitata mobilità dei capitali • Minore è la mobilità dei capitali maggiore è il margine di manovra della PM, i tassi d’interesse possono variare senza dover fare (necessariamente) manovre correttive dei cambi. • Quindi la PM recupera efficacia e, minore è la mobilità dei capitali maggiore è l’efficacia della PM Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  38. PM e PF, tassi di cambio flessibili,perfetta mobilità ca. • Saldo della BP=0 senza intervento della BC perché il tasso di cambio può variare • Un disavanzo della bilancia commerciale deve essere finanziato da un afflusso di capitali • Un avanzo della bilancia commerciale richiede, affinché ci sia equilibrio della BP, un deflusso di capitali. Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  39. PM e PF, tassi di cambio flessibili, perfetta mobilità ca • L’offerta di moneta è esogena, fissata dalla BC • Il tasso d’interesse interno deve essere = al tasso d’interesse estero • Se i>if determina un afflusso di capitali che a sua volta comporta un apprezzamento della valuta nazionale che fa diminuire le esportazioni nette, il reddito diminuisce e si torna al punto iniziale Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  40. Manovra Fiscale Espansiva (perde efficacia) • PF espansiva. La IS si sposta verso destra e il reddito e il tasso d’interesse interno aumentano • L’incremento del tasso d’interesse interno comporta un afflusso di capitali e un conseguente apprezzamento del tasso di cambio, e quindi le esportazioni nette diminuiscono, diminuisce il reddito ed il sistema torna al punto di partenza. Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  41. PM espansiva con cambi flessibili • Un’aumento dell’offerta di moneta fa ridurre il tasso d’interesse interno, ciò provoca un deflusso di capitali e quindi un deprezzamento del tasso di cambio, di conseguenza aumentano le esportazioni e quindi il reddito, ciò fa spostare anche la IS a destra • PM espansiva determina un amento del reddito di equilibrio ed un deprezzamento del tasso di cambio Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  42. Purchasing Power Parity (PPP) • Il tasso di cambio tra due nazioni è determinato dal potere d’acquisto relativo delle 2 valute nei paesi in cui circolano. • Esempio hot dog2.5/2.85=0.87 • Il potere d’acquisto relativo è misurato dal tasso di cambio reale • R=e*Pf / P se R=1 i due paesi si trovano al livello di parità dei poteri d’acquisto. Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  43. Se R è max di 1, la domanda relativa di prodotti nazionali dovrebbe aumentare e gradualmente si dovrebbe raggiungere la PPP • La PPP è valida come tendenza (nel breve periodo possono esserci vincoli come barriere al movimento di merci Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  44. Cambi fissi e aggiustamento della bilancia dei pagamenti • Livello dei prezzi interni è variabile: • Se P aumenta si riduce l’offerta reale di moneta, ciò fa aumentare i tassi d’interesse e quindi una riduzione della DA, in economia aperta questo effetto si accentua perché se P aumenta i nostri beni diventano meno competitivi. Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  45. Equilibrio interno e equilibrio esterno • Eq. Interno: un reddito di eq. Che coincide con quello potenziale • Eq. Esterno BP=0 • Domanda: dati i prezzi esteri e il tasso nominale di cambio, assumendo flessibilità dei prezzi interni e dei salari, è possibile ripristinare tanto l’equilibrio interno quanto quello esterno? Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  46. Saldo negativo di BP • Il paese si deve indebitare in valuta straniera perché deve finanziare questo saldo negativo. • Nel breve periodo può andar bene ma nel lungo periodo deve trovare il modo di risolvere il problema. Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  47. Disavanzo di Bilancia commerciale • I prezzi dei beni nazionali sono troppo alti rispetto a quelli esteri oppure il reddito interno è troppo alto e quindi le importazioni sono troppo elevate. • Il paese deve diventare più competitivo ovvero esportare di più e importare di meno. Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  48. Meccanismi di aggiustamento automatico • Disavanzo di BP, la BC deve vendere valuta estera ciò riduce la base monetaria (M/P), il tasso d’interesse aumenta e la domanda aggregata diminuisce. Si crea disoccupazione. • La disoccupazione crea un calo di salari, costi di produzione e i prezzi, la AS si sposta verso il basso. (continua) Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  49. Meccanismi di aggiustamento automatico • La deflazione (riduzione dei prezzi), che deriva dalla disoccupazione, comporta un miglioramento del saldo della bilancia commerciale (perché i beni nazionali diventano relativamente più convenienti). • Quindi la bilancia commerciale (ed il reddito nazionale aumenta di nuovo) torna in equilibrio e non c’è bisogno di interventi sul mercato valutario. Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

  50. Processo di aggiustamento classico • Quello descritto nei lucidi precedenti è il processo di aggiustamento classico, basato su accomodamenti dei prezzi e sull’adeguamento dell’offerta di moneta in base al saldo della bilancia commerciale. • Può funzionare ma richiede tempi lunghi e potrebbe comportare una lunga recessione. Capitolo 12: Equilibrio macroeconomico prezzi e aggiustamenti internazionali

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