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Atti degli Apostoli

Parrocchia Santa Maria della Consolazione. I venerdi di 2007 Quaresima. Atti degli Apostoli. don Alfonso Capuano. Mons. Vittorio Fusco.

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Atti degli Apostoli

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Presentation Transcript


  1. Parrocchia Santa Maria della Consolazione I venerdi di 2007 Quaresima Atti degli Apostoli don Alfonso Capuano

  2. Mons. Vittorio Fusco • Mons. Vittorio Fusco è nato il 24.4.1939 a Campobasso da Antonio Fusco e Rosina Sassi, originari di San Martino in Pensilis nel basso Molise, entrambi terziari francescani e devoti di Padre Pio da Pietrelcina, dal quale si recarono anche nel viaggio di nozze, dopo aver celebrato il loro matrimonio ad Assisi presso la tomba di San Francesco. Il matrimonio fu allietato da quattro figli: Vittorio, Maria Giuseppina, Francesco (morto a sedici anni per un malore mentre nuotava), Paolo (anche lui morto prematuramente nel 1986).

  3. Mons. Vittorio Fusco • La vocazione maturò durante gli anni del Liceo, attraverso l’esperienza nell’Azione Cattolica, sotto la guida di don Giovanni Battista e la direzione spirituale di don Pasquale Pizzardi, con un gruppo del Movimento Studenti che aveva dato vita al periodico “Noi Studenti”. Dopo la maturità classica al liceo “Mario Pagano” di Campobasso, entrò per gli studi teologici al Seminario “Pio XI” di Benevento (1957-1962), Pontificio Seminario Regionale per l’allora regione ecclesiastica del Sannio.

  4. Mons. Vittorio Fusco • Ordinato il 15/07/1962da Mons. Alberto Carinci, conseguì, dapprima, presso la Pontificia Università Gregoriana, la Licenza in Teologia il 20/07/1967, poi presso il Pontificio Istituto Biblico la Licenza in Sacra Scrittura il 21/06/1969. Da allora ininterrottamente ha insegnato Esegesi Neotestamentaria presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia meridionale, sezione San Luigi (Napoli), dove nel 1986 fu promosso professore ordinario.

  5. Mons. Vittorio Fusco • E’ stato membro del Consiglio di Facoltà e dal 1993-94 direttore del Settore Biblico; membro del comitato di redazione della collana Aloisiana, di cui fu anche direttore dal 1982 al 1986. E’ stato membro della Snts (Studiorum Novi testamenti Societas) di Cambridge e dell’ABI (Associazione Biblica Italiana), e suo direttore dal 1993 al 1994; dal 1989 membro del direttivo del gruppo neotestamentaristi italiani. Nel 1994 fucooptato nel comitato scientifico di Biblia, associazione di cultura biblica con sede a Firenze, cui partecipano anche protestanti, ebrei e non credenti. Ha tenuto relazioni in vari incontri di studio nazionali e internazionali.

  6. Mons. Vittorio Fusco • La sua bibliografia in campo biblico annovera più di settanta titoli, prevalentemente sui Sinottici e gli Atti degli Apostoli, fra cui una decina in altre lingue; vanno ricordati particolarmente vari articoli per il Nuovo dizionario di teologia biblica, ed. Paoline, Torino 1988; i volumi Oltre la parabola. Introduzione alle parabole di Gesù, Borla, Roma 1983; Povertà e sequela. La pericope sinottica della chiamata del ricco (Mc 10, 17-31 parr.), Paideia, Brescia 1991; La casa sulla roccia.Temi spirituali di Matteo, Ed. Qiqajon, Comunità di Bose, Magnano 1994; e la Introduzione generale ai sinottici, in M. Laconi (ed.), Vangeli sinottici e Atti degli Apostoli (Logos. Corso di studi biblici, 5) LDC, Torino-Leumann 1994, pp. 33-132. Il volume Leprime tradizioni cristiane, presso le Edizioni Paoline e altri volumi ancora in corso di pubblicazione.

  7. Mons. Vittorio Fusco • Al lavoro di ricerca ha aggiunto anche scritti di taglio più divulgativo e spirituale su vari periodici (Parole di vita, Parola Spirito e vita, Presbyteri, Rivista del clero italiano), sussidi omiletici in Temi di predicazione e in Servizio della Parola, corsi di esercizi spirituali, conferenze e lezioni di aggiornamento in tutta Italia. Il 12 settembre 1995 è stato nominato vescovo di Nardò-Gallipoli. Ordinato il 7 ottobre 1995 nel Santuario di Castelpetroso dal vescovo Ettore Di Filippo, ha compiuto il suo ingresso in diocesi il 28 ottobre. E’ stato membro della Pontificia Commissione Biblica diretta dal Card. Joseph Ratzinger e ha ricoperto l’incarico di Moderatore degli studi per l’Istituto Teologico Pugliese in Molfetta.

  8. Mons. Vittorio Fusco • Dopo soli quattro anni di breve ma intenso episcopato, si spegne all’alba dell’11 luglio 1999, festa di San Benedetto abate, patrono d’Europa. Le sue spoglie riposano nella Concattedrale di Gallipoli. Il suo ministero episcopale è stato descritto con la triade “ascolto-annuncio-avvento”. “Ascolto” perché dava attenzione alle persone, volendo sempre capire le loro situazioni, i problemi dei singoli, delle parrocchie, del clero e dei seminaristi, decidendo di vivere di fatto nel Seminario Minore con i sacerdoti e i seminaristi. “Annuncio” perché il cuore del suo ministero episcopale è stato l’evangelizzazione da approfondire e da rinnovare costantemente, in particolare nelle omelie e nella lectio divina. “Avvento” perché è stato un vescovo “pellegrino”, vivendo in continua ricerca della Parola di Dio e accogliendo la malattia come incontro con la “Parola della croce” rivolta a lui.

  9. L’opera lucana VANGELO ATTI • Poiché molti han posto mano a stendere un racconto degli avvenimenti successi tra di noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni fin da principio e divennero ministri della parola, così ho deciso anch'io di fare ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi e di scriverne per te un resoconto ordinato, illustre Teòfilo, perché ti possa rendere conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto. Nel mio primo libro ho già trattato, o Teòfilo, di tutto quello che Gesù fece e insegnò dal principio fino al giorno in cui, dopo aver dato istruzioni agli apostoli che si era scelti nello Spirito Santo, egli fu assunto in cielo.

  10. L’opera lucana • Il libro degli Atti si presenta come la continuazione di un’unica opera (Vangelo e Atti) dedicata alla stessa persona, l’«egregio Teofilo», la cui identità rimane a noi sconosciuta. Nella prima parte (Vangelo) Luca narra la storia di Gesù e la sua attività cominciando dalla Galilea fino all’ascesa al cielo in Gerusalemme. Nella seconda (Atti degli Apostoli), presenta l’origine e la diffusione della Chiesa da Gerusalemme fino a Roma, svelando così un disegno non soltanto geografico ma storico e teologico, che presenta il cammino della fede della Chiesa primitiva, che parte dal popolo d’Israele e raggiunge tutti i confini della terra.

  11. L’opera lucana • L’unanime tradizione cristiana a partire dalla metà del II secolo attribuisce l’opera a Luca, compagno di viaggio di Paolo, menzionato nell’epistolario paolino come «medico carissimo» (Col 4,14; cfr. Fm 24; 2Tm 4,11). Per questo la maggior parte degli studiosi è sempre stata incline a ravvisare in Luca quel misterioso personaggio che in alcune pagine degli Atti appare come testimone oculare degli avvenimenti che narra in prima persona (sono le cosiddette «sezioni noi»: At 16,10-17; 20,5-21; 27,1 - 28,16).

  12. L’opera lucana • Lo «scriba mansuetudinis Christi», come lo chiama Dante, era nato ad Antiochia da famiglia pagana, ed esercitava la professione di medico. Ad Antiochia, Luca aveva conosciuto Paolo di Tarso, qui condotto da Barnaba per formare alla fede la nuova comunità composta da ebrei e pagani convertiti al cristianesimo. Luca diventa discepolo degli apostoli e Paolo lo cita in alcune sue lettere, chiamandolo "compagno di lavoro" (nella lettera a Filemone) e indicandolo nella Lettera ai Colossesi 4,14 come "caro medico". Mentre in un duro carcere attende il supplizio, Paolo scrive a Timoteo che ormai tutti lo hanno abbandonato, meno uno: "solo Luca è con me" (4,11). E questa è l’ultima notizia certa dell’evangelista.

  13. L’opera lucana • Luca possiede una buona cultura; lo si vede dal suo greco fluente ed elegante, dalla sua perfetta conoscenza della Bibbia scritta in greco, detta "dei Settanta", ed infine dal come, di tanto in tanto, affiorano punti di contatto con il modo di scrivere degli storici greci del suo tempo. Il suo Vangelo è dedicato a Teofilo che doveva essere un cristiano eminente, seguendo l’uso degli scrittori classici, che appunto erano soliti dedicare le loro opere a personaggi illustri. • Luca sente parlare per la prima volta di Gesù nel 37 d.C., quindi non ha mai conosciuto Gesù se non tramite i racconti degli apostoli e di altri testimoni. E' possibile però, e verosimile, che alcune notizie del suo Vangelo le abbia ricevute personalmente dalla Madre di Gesù. Inoltre è l'unico evangelista non ebreo.

  14. Giovanni Francesco Barbieri detto il Guercino

  15. L’opera lucana • Un'altra tradizione cristiana dice che Luca sia il primo iconografo, e che dipinse quadri della Madonna e di Pietro e Paolo. Sono molte le immagini bizantine a lui attribuite. Alcune icone che gli sono attribuite sono: • A) La Madonna Costantinopolitana che si trova nella Basilica di santa Giustina a Padova, gelosamente custodita perché molto rovinata. Si racconta che il prete Urio, custode della basilica dei Dodici Apostoli di Costantinopoli, tra l’VIII e il IX secolo l'avrebbe portata a Padova, a santa Giustina, insieme al corpo di Luca e alle reliquie di san Mattia per sottrarli alla furia iconoclasta.

  16. La ricostruzione dell'icona costantinopolitana realizzata dalla  SCUOLA DI ICONOGRAFIA BIZANTINA  “SAN LUCA” DI  PADOVA   

  17. L’opera lucana • B) Una antica immagine della Vergine, detta Salus Populi romani, conservata nella Basilica di Santa Maria Maggiore, nella Cappella della Madonna, detta anche Borghese o Paolina, a sinistra dell’altare centrale. L’icona della Madonna è collocata sull’altare in una cornice di angeli che la recano in gloria, splendendo sul fondo turchino di un cielo di lapislazzuli. Le lettere greche che campeggiano ai lati della Vergine sono l’abbreviazione del suo titolo di Madre di Dio, affermazione rovesciata e identica della divinità di Gesù.

  18. L’opera lucana C) Famosa icona attribuita a San Luca è l'icona di Maria Avvocata detta di S. Sisto, conservata nella Chiesa di Santa Maria in Campo Marzio a Roma. Ha entrambe le mani dorate ed il tipo è quello di Maria come "avvocata"; di questa Madonna si dice impallidisse nei giorni della Passione. La doratura è solitamente legata ad un miracolo avvenuto: si doravano in oro le mani (segno di soccorso) o la bocca (segno di una risposta).

  19. L’opera lucana • Per quanto riguarda il tempo e il luogo di composizione dell’opera lucana non è possibile dire nulla di preciso, è certo soltanto che Atti fu scritto non molto tempo dopo il vangelo. L’opinione più seguita colloca la data di composizione degli Atti intorno all’anno 80. • Il racconto copre un trentennio delle origini cristiane, dal 30 d.C. anno in cui si colloca verosimilmente l’Ascensione, fin verso il 60 d.C. data probabile dell’arrivo di Paolo a Roma.

  20. L’opera lucana • Il cristiano comune, oggi come in passato, è spontaneamente portato ad annoverare Luca-Atti fra le parti "facili" della Bibbia, le meno "teologiche", quelle che più si prestano ad un fruttuoso accostamento da parte di tutti senza esigere troppi presupposti: in sostanza una semplice narrazione di eventi storici, anche se eventi tali da racchiudere molteplici ricchezze teologiche e spirituali.

  21. L’opera lucana • E tuttavia la valenza più propriamente teologica dell'opera, forse proprio perché meno avvertita, è stata più forte di quanto non si pensi; ed in qualche momento storico si è manifestata più chiaramente. • Luca ha fornito “l’arco di volta” del canone neotestamentario, intorno al quale raccogliere unitariamente i vangeli accanto al corpus paulinum e agli altri scritti.

  22. VANGELI ATTI CORPUS PAULINUM ed Altri Scritti

  23. L’opera lucana • L'opera lucana diede un efficace aiuto anche a salvaguardare l'unità dei due Testamenti allorché essa venne negata dagli gnostici (Cf. per esempio Ireneo, Adv. Haer. III,10,1-5; 12,1-14; 14,1-4): non a caso Marcione, che pure aveva optato per il Vangelo lucano per la sua insistenza sulla misericordia del Padre, dovette mutilarlo in più punti, a suo dire interpolati da cristiani troppo favorevoli al giudaismo e respingere in blocco gli Atti, nei quali la forte insistenza sull'identità tra il Dio di Gesù Cristo e il Dio d'Israele avrebbe compromesso, a suo avviso, la novità cristiana.

  24. L’opera lucana • Di un Luca "teologo" non si sospettava; il problema della specifica finalità dell'opera veniva appena sfiorato, in termini alquanto generici, per esempio quando si notava l'improprietà del titolo "Atti degli Apostoli", dal momento che in realtà vi si parla solo di Pietro e di Paolo e che, a ben vedere, il vero protagonista è lo Spirito Santo (Crisostomo, PG 60,21).

  25. L’opera lucana • In ambito esegetico moderno possiamo così schematizzare: • Luca essenzialmente storico. • Luca teologo: ripercussioni negative! • Luca teologo: quale teologia?

  26. L’opera lucana • Luca essenzialmente storico • Non è venuta mai meno, infatti, soprattutto nell'area anglo-americana, la posizione più tradizionale, che attribuisce a Luca-Atti una finalità essenzialmente storiografica (e oltretutto effettivamente raggiunta con buoni risultati, almeno in rapporto ai livelli di quell'epoca); fino ad ignorare, spesso, il problema dello scopo di Luca-Atti, o nel migliore dei casi limitandosi ad aggiungere alla finalità storiografica anche una qualche ulteriore finalità religiosa, di tipo più pratico che teologico.

  27. L’opera lucana • Luca teologo: ripercussioni negative! • In una parte del protestantesimo contemporaneo questo apporto teologico lucano veniva visto come un'involuzione più che un'evoluzione, e suscitava valutazioni assai severe, culminanti nella qualifica di “(proto) cattolicesimo”. • Per altri, anche cattolici, c’è in Luca il pericolo di un eccessivo ottimismo, di una lettura unilaterale e deformante, che sembra riaffiorare oggi in certe tendenze orizzontalistiche o in certe punte di moralismo o di trionfalismo in campo ecclesiologico, da cui non è stata esente la predicazione e la teologia cattolica.

  28. L’opera lucana • Luca teologo: quale teologia? • Il problema del ritardo della parusia? • Il rapporto Israele-Chiesa-Pagani? • Cercheremo la risposta analizzando il testo di Atti a partire dalla sua struttura.

  29. La struttura di Atti • La struttura degli Atti è indicata - però solo nelle grandi linee - dalla ripartizione geografica, che ricalca le parole programmatiche: «Mi sarete testimoni in Gerusalemme / in tutta la Giudea e la Samaria / e fino all'estremità della terra» (1,8).

  30. At 13-28 Samaria e Giudea Gerusalemme At 1-7 At 8-12 Ai confini del mondo

  31. La struttura di Atti • È scandita inoltre dai cosiddetti "ritornelli" che sottolineano continuamente il diffondersi della "parola", l'accrescersi della comunità (alcuni di essi sembrano assumere maggiore importanza strutturale in quanto collocati a conclusione di tutta una fase dell'evangelizzazione; 5,42 e 6,7; 8,4; 9,31; 12,24; 15,35 e 16,5; 19,20; 28,30s).

  32. La struttura di Atti • Ma soprattutto la struttura è indicata dal progressivo intrecciarsi di vari fili narrativi inizialmente separati (cf. 8,4 con 11,19; 9,30 con 11,25s; 10,1-11,18 con 15,7-11). Il "nodo" in cui essi vengono ad intrecciarsi tutti è il concilio di Gerusalemme (15,1-35), che segna il punto d'arrivo di tutta la prima parte del racconto ed il punto di partenza della seconda.

  33. Pietro Enea Tabità Cornelio Stefano Giudea e Samaria SION Dispersi ? Antiochia 1° viaggio Saulo

  34. La struttura di Atti • Il racconto continua ancora, e per un'estensione non inferiore alla precedente. Solo una piccola parte di esso è dedicata a completare il quadro dell'attività missionaria di Paolo. Il terzo viaggio non si chiude, come i precedenti, col ritorno ad Antiochia ma viene enunziato solennemente un nuovo programma: Paolo vuole concluderlo con un gesto di comunione fra le giovani chiese e Gerusalemme recandovisi lui stesso a recapitare personalmente la colletta, e poi è necessario per lui raggiungere Roma.

  35. La struttura di Atti • A questo nuovo programma corrispondono le tre rimanenti sezioni: il congedo di Paolo dalle sue comunità (19,21-20,38); l'arrivo a Gerusalemme, l'arresto e le lunghe vicende processuali (cc. 21-26); infine, in seguito all'appello a Cesare, l'avventuroso trasferimento via mare, col naufragio, e l'arrivo a Roma (cc. 27-28). È importante fare attenzione soprattutto alle parti conclusive e culminanti delle tre sezioni.

  36. ROMA Israele è accecato: la predicazione cristiana si volgerà ai pagani. 2° viaggio Concilio di Gerusalemme Difesa teologica. dall’accusa di apostasia dalla fede d'Israele Processo Paolo Testamento di Paolo: l'evangelo continui ad essere annunziato con fedeltà 3° viaggio Congedo

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