1 / 42

Medicina delle catastrofi

Medicina delle catastrofi. Ruolo e organizzazione CRI. Azione di soccorso del primo mezzo CRI che interviene in una situazione complessa, principi di intervento, Triage, PMA. MEDICINA DELLE CATASTROFI.

limei
Download Presentation

Medicina delle catastrofi

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Medicina delle catastrofi Ruolo e organizzazione CRI. Azione di soccorso del primo mezzo CRI che interviene in una situazione complessa, principi di intervento, Triage, PMA.

  2. MEDICINA DELLE CATASTROFI E’ la branca della medicina che opera negli eventi catastrofici ed ha come obiettivi: operare in fretta e al meglio, trattare più vittime possibili, limitare le sequele, limitare le perdite

  3. OBIETTIVI SAPERE • Cos’è Una Catastrofe • Ruolo ed Organizzazione della C.R.I. • Principi di Intervento della C.R.I. • Triage • PMA SAPER FARE • Comportamento Del Primo Mezzo Di Soccorso • Triage SAPER ESSERE • In Grado Di Integrarsi nella Catena dei Soccorsi

  4. EMERGENZA ORDINARIA SI E’ SOLITI AFFRONTARE EVENTI CON POCHI FERITI E DIVERSI MEZZI: questo stato di cose permette ai soccorritori di agire in piena tranquillità, di attribuire importanza a qualsiasi lesione

  5. EMERGENZA STRAORDINARIA in caso di incidente grave o di disastro I MEZZI DI SOCCORSO ED I SOCCORRITORI IMMEDIATAMENTE DISPONIBILI sono sproporzionatamente INSUFFICIENTI RISPETTO ALLE VITTIME: si tratta di una situazione straordinaria…. C A T A S T R O F E

  6. C A T A S T R O F I

  7. PROTEZIONE CIVILE Obiettivi • CONOSCERE e FAR CONOSCERE i rischi (cultura del rischio); • DIFFONDERE nozioni di comportamento; • PREVENIRE le catastrofi; • LIMITARE al massimo le conseguenze di una catastrofe inevitabile.

  8. PROTEZIONE CIVILE FASI OPERATIVE • Previsione: identificazione anticipata di eventi la cui probabilità di verificarsi è elevata (analisi dei rischi, analisi storica, monitoraggio dell’ambiente, …); • Prevenzione: azioni che comportano dei provvedimenti tendenti a diminuire la frequenza di eventi che recano danno o l’entità dei danni conseguenti (costruzione case antisismiche, separazione zone abitative-zone industriali, controllo dei territori,…);

  9. PROTEZIONE CIVILE Metodo • Soccorso: messa in pratica dei piani di emergenza con interventi atti a garantire qualsiasi forma di assistenza - Rispristino: ripresa della vita sociale nello stesso ambiente o in uno nuovo.

  10. STRUTTURE OPERATIVE LEGGE 225 del 24/02/92 – art.11in materia di Protezione Civile

  11. RUOLO DELLA C.R.I.

  12. DOMANDE?

  13. ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI • VALUTAZIONE DELLA SCENA e DEI RISCHI EVOLUTIVI • RAPIDA RICOGNIZIONE per stimare n° vittime, valutare loro accessibilità e patologie prevalenti • ALLARME (Chiamata al 118) – invio di risorse e personale di supporto • SETTORIALIZZAZIONE (suddivisione della zona dell’evento in settori) • PRIMA CLASSIFICAZIONE SANITARIA (triage / priorità di trattamento) • MEDICALIZZAZIONE (PMA – triage /priorità di evacuazione) • EVACUAZIONE (trasporto feriti verso ospedali) • OSPEDALIZZAZIONE (ricovero ospedaliero delle vittime)

  14. PRIMO EQUIPAGGIO SUL POSTO Quali sono i compiti del primo equipaggio che arriva sulla zona della catastrofe?

  15. AUTOPROTEZIONE SEMPRE SICUREZZA PER SE STESSI SICUREZZA SULLA SCENA CON ATTENZIONE AI RISCHI EVOLUTIVI SICUREZZA PER I FERITI In caso di inadeguato equipaggiamento protettivo allontanarsi ossia “Get out, stay out, call out”

  16. COORDINATORE DEI TRASPORTI R U O L I D E L L ’ E Q U I P A G G I O • Gestisce l’accesso all’area di VV.FF. e FF.OO. • Comunica con la centrale operativa • Invia i soccorritori verso il Coordinatore Soccorritori Sanitari • Regola accessi e aree di sosta dei mezzi • Individua i luoghi più adatti per l’atterraggio di eventuali elicotteri

  17. CSS - COORDINATORE SOCCORRITORISANITARI R U O L I D E L L ’ E Q U I P A G G I O • Si coordina con il responsabile tecnico dei VV.FF. • Comunica con la Centrale Operativa e il DSS (Direttore Soccorritori Sanitari) • Coordina l’invio di soccorritori e materiali sanitari nei settori • Individua l’area per l’allestimento del PMA • Coordina l’invio dei feriti al PMA sulla base di una classificazione mediante triage

  18. RICOGNITORE R U O L I D E L L ’ E Q U I P A G G I O • Valuta la dinamica e i rischi • Collabora con le forze presenti • Delimita l’area • Stima i feriti e la loro raggiungibilità • Comunica le patologie prevalenti • Definisce vie d’accesso e di deflusso • Richiede l’invio di risorse di supporto • Suddivide l’area in settori e cantieri • Collabora al triage e forma i nidi di soccorso

  19. ZONE DI INTERVENTO Dove operano i soccorritori? CRASH:zona in cui si verifica l’evento catastroficoCANTIERE: zona della catastrofe in cui si eseguono le prime operazioni di soccorso; è transennato ed è sottoposto a ricognizione NORIA DI RECUPERO movimento delle ambulanze e degli altri mezzi di trasporto sanitario dal luogo dell’evento al PMA e viceversaNORIA DI EVACUAZIONE movimento delle ambulanze e degli altri mezzi di trasporto sanitario dal PMA agli ospedali e viceversa

  20. ZONE DI INTERVENTO

  21. MODALITA’ DI INTERVENTO Qual è il primo intervento dei soccorritori? TRIAGE E’ necessario suddividere le vittime per assegnare una priorità di soccorso e sgombero per aumentare le probabilità di sopravvivenza globali QUESTO MODO DI PROCEDERE PRENDE IL NOME DI

  22. T R I A G E - modalità DOVE SI ESEGUE IL TRIAGE?COME SI ESEGUE IL TRIAGE?CON QUALE METODO? Va fatto a tutti i livelli: sul campo, nel PMA, in ospedale Applicando un PROTOCOLLO semplice e rapido Soffermarsi brevemente su tutte le persone e valutazione rapidaRispondere ad alcune semplici domandeAssegnare a ciascuna persona un colore-codice gravità

  23. TRIAGE – codici colore I colori-codice gravità per i soccorritori sono:Rosso prima priorità – in pericolo di vita se non trattati in breve tempoGiallo seconda priorità – richiedono un trattamento in poche ore Verde persone con patologie minori che possono essere trattate per ultime I codici colore di competenza medica sono: Blu pazienti così gravi da non poter essere trattati malgrado il miglior trattamento disponibile Nero deceduto

  24. TRIAGE - PROTOCOLLI • I PIU’ DIFFUSI METODI DI TRIAGE SONO: • S.T.A.R.T. (Simple Triage and Rapid Tratment) • C.E.S.I.R.A. (Coscienza, Emorragie, Shock, Insufficienza • respiratoria, Rotture, Altro) “ IL PROTOCOLLO DI TRIAGE E’ L’INSIEME DEI CRITERI CHE L’OPERATORE DEVE APPLICARE PER GIUNGERE ALLA CLASSIFICAZIONE DELLA PRIORITA’ DI TRATTAMENTO”

  25. Protocollo S.T.A.R.T. I soccorritori NON considerano il codice colore nero che viene sostituito con il colore rosso / rosso nero

  26. ProtocolloCESIRA

  27. VALUTAZIONE DELLE PATOLOGIE

  28. TRIAGE – strumenti per la classificazione BRACCIALETTI (soccorritori)

  29. TRIAGE – strumenti per la classificazione CARTELLINI (solo medici e infermieri)

  30. NIDO DI SOCCORSO SCOPO: effettuare il triage primarioQUANDO: elevata disparità tra soccorritori e vittimeCOME: - il soccorritore al centro e gli infortunati a cerchio - il materiale necessario al primo intervento vicino al soccorritore

  31. Schema di NIDO DI SOCCORSO

  32. P.M.A – POSTO MEDICO AVANZATO Struttura base di assistenza con funzioni proprie di un Reparto di Pronto Soccorso Si attiva in caso di: • Necessità di soccorrere numerosi feriti • Alto numero di feriti gravi da stabilizzare • Problemi legati al prolungarsi dei tempi di evacuazione • Ospedali distanti e/o sovraffollati

  33. P.M.A.: Dove attivarlo • In strutture già esistenti o con sistemi modulari • Vicino alla zona dei soccorsi • Al riparo da rischi evolutivi • Vicino alle vie di accesso

  34. SCHEMA DI P.M.A.

  35. P.M.A. - CARATTERISTICHE Facilmente visibile con cartelli o altro Con entrate e uscite separate e organizzate Igiene e climatizzazione adeguate per soccorritori e feriti Illuminato insonorizzato adeguatamente

  36. FUNZIONAMENTO DEL P.M.A. • Accettazione vittime • Triage • Medicalizzazione, trattamento e stabilizzazione delle vittime • Compilazione schede uscita • Controllo deceduti • Gestione evacuazione verso gli ospedali

  37. STRUMENTI PER LA CLASSIFICAZIONE AL P.M.A. • Presso il P.M.A. ha luogo un • secondo triage nonché il • trattamento e viene • compilata una scheda di • triage • Tale scheda consente di • registrare tutte le • informazioni relative al • paziente, al trattamento e • alla destinazione

  38. C.M.E. – Centro medico di Evacuazione Il C.M.E. è una struttura in cui confluiscono i pazienti di più P.M.A. nel caso in cui si abbiano molti pazienti oppure i cantieri siano molto distanti uno dall’altro Funzioni: • Accentramento delle vittime da diversi P.M.A • Triage più accurato in funzione dell’evoluzione clinica • Ulteriore intervento sanitario • Regolazione delle evacuazioni in base allo stato ed all’evoluzione clinica delle vittime ed in base alla disponibilità dei mezzi • Sostituisce i reparti di degenza delle strutture sanitarie territoriali

  39. SCHEMA DI C.M.E.

  40. CONCLUSIONI • CATASTROFE • CROCE ROSSA E ATTIVITA’ DI PROTEZIONE CIVILE • RUOLO E COMPORTAMENTO DEL PRIMO EQUIPAGGIO • TRIAGE • P.M.A.

  41. Bibliografia: Ascolta, Aiuta, Agisci Manuale per la formazione del volontario del soccorso CRI - Giorgio di Domenico – 2008 Soccorso Preospedaliero – Fabrizio Ruffinato - CSE – 2007 Emergenze e soccorsi per il soccorritore volontario - Menarini Aloisi – 1997 MIMMS Major Incident Medical Management & Support – A cura di Michele Michelutti – 2004 www.cri.itwww.protezionecivile.it

  42. DOMANDE?

More Related