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Linguaggi e formati del cinema e dell’audiovisivo

Linguaggi e formati del cinema e dell’audiovisivo. Prof. Giovambattista Fatelli. Il cinema nasce da una “bolla” tecnologica È un mezzo di massa naturaliter Incontra bene un gusto semplice è di facile consumo accessibile economicamente possiede notevole forza di “attrazione”.

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Linguaggi e formati del cinema e dell’audiovisivo

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Presentation Transcript


  1. Linguaggi e formati del cinema e dell’audiovisivo Prof. GiovambattistaFatelli

  2. Il cinema nasce da una “bolla” tecnologica • È un mezzo di massa naturaliter • Incontra bene un gusto semplice • è di facile consumo • accessibile economicamente • possiede notevole forza di “attrazione”

  3. È privo di contenuti • Le “macchine narrative” disponibili sono • Melodramma • Feuilleton • Freak show • Stupore (e horror) • Attrazione dimostrativa • Porno • comiche

  4. L’immagine in movimento è • Documentazione della realtà • Narrazione • Espressività (più o meno artistica)

  5. Sviluppo del racconto • Giustificazione culturale del prodotto • Sperimentazione tecnico-linguista • Pretesa artistica (possibile per l’abbattimento degli steccati classicisti e accademici, ruolo delle avanguardie, nella stampa di massa, nella letteratura di massa, nelle arti figurative).

  6. Tecnologia • Lo spettacolo cinematografico è generato dalla messa a punto di un dispositivo tecnologico abbastanza semplice

  7. Kinetoscopio 1891 • Nell’ultimo decennio dell’Ottocento si moltiplicano i tentativi di animare le immagini fotografiche. Visione individuale e proiezione collettiva. Thomas Alva Edison 1847-1931

  8. Il primo Kinetoscope funzionante viene realizzato nel maggio 1891 e presentato ufficialmente al Brooklyn Institute of Arts and Sciences due anni dopo.

  9. Il Bioscope • Nel 1895 i fratelli Skladanowsky producono un proiettore ispirato alla tecnologia della lanterna magica, con due bobine da 54 mm che proiettano alternativamente un fotogramma ciascuno. • A luglio effettuano una dimostrazione a Pankow (Berlino), cui assistono i registi della Wintergarten music hall.

  10. Il Bioscope • I due fratelli ottengono un contratto per presentare l’invenzione come in coda a una performance che avrebbe avuto luogo il 1° novembre 1895. Lo show (film di circa 6 secondi ripetuti più volte con uno specifico accompagnamento musicale) è pubblicizzato come “la più interessante invenzione dell’era moderna” e si protrae per quattro settimane.

  11. Il Cinématographe fornisce la sintesi tecnologica di molte invenzioni del periodo (celluloide, perforazione della pellicola) pronta per lo sviluppo commerciale.

  12. Nel 1895 viene fondata l’American Mutoscope and Biograph Company, conosciuta come Biograph, la prima compagnia statunitense completamente dedicata alla produzione e alla proiezione di film, attiva fino al 1928. La compagnia, creata da William Kennedy Dickson, già collaboratore di Edison produce il mutoscopio, un altro apparecchio per la visione individuale, e i relativi film, e concorre con il Kinetoscopio sul mercato dei nickelodeon, offrendo una qualità d’immagine superiore al Vitascopio di Edison.

  13. Cercando di sviluppare un sistema di proiezione, Dickson nell’aprile 1895 si stacca da Edison e, con i suoi nuovi soci, ingaggia Eugene Lauste. Inventa il Latham loop, che consente la proiezione di film più lunghi e il proiettore Eidoloscope che sarebbe stato usato nella prima proiezione mondiale di film commerciali, il 20 maggio 1895. • I Kinetoscopi della Biograph mostrano di solito brevi sequenze di donne che si spogliano o posano da modelle. In Gran Bretagna diventano presto le macchine “ciò che vede il maggiordomo”, usando il nome di uno dei primi e più famosi filmati softcore.

  14. I Kinetoscopi della Biograph mostrano di solito brevi sequenze di donne che si spogliano o posano da modelle. In Gran Bretagna diventano presto le macchine “ciò che vede il maggiordomo”, usando il nome di uno dei primi e più famosi filmati softcore.

  15. Prima del 1903 i film della Biograph sono soprattutto riprese dal vivo: documentari su persone reali e riprese di luoghi ed eventi che di solito durano meno di due minuti. I rari film di tipo narrativo, di solito delle comiche, vengono girati con una sola ripresa su una scena fissa, senza alcun montaggio successivo. Spinta dalla concorrenza, dal 1903 la Biograph concentra la propria produzione su pellicole con una trama. Man mano che le storie diventano più complesse si allunga anche la durata delle pellicole che iniziano a prevedere più scene per raccontare la trama, anche se ogni scena è girata di seguito, senza lavoro di revisione.

  16. Griffith fissa molte di quelle che sarebbero diventate convenzioni del cinema di narrazione, tra cui il montaggio incrociato per mostrare fatti che avvengono contemporaneamente in luoghi diversi, il flashback, la dissolvenza, l’inserimento di primi piani in una scena e uno stile di recitazione più misurato e adatto ai film. Anche non essendone l’inventore, Griffith rende queste tecniche soluzioni abituali nella realizzazione di film.

  17. La copiosa produzione di Griffith, spesso anche un film a settimana, e la sua volontà di cimentarsi con molti generi diversi aiutano la compagnia a raggiungere un grande successo commerciale. Molte delle prime stelle del cinema sono attori della Biograph, come Mary Pickford, Lionel Barrymore, LillianGish e MabelNormand. Anche MackSennett affina la propria abilità di attore e regista grazie alle comiche della Biograph. Dopo aver debuttato alla Biograph, Mary Pickford diventa una stella di prima grandezza e presto viene identificata dal pubblico come “la Ragazza della Biograph”.

  18. Un’altra caratteristica di questincinema da fiera erano le “gentleman’s evenings” alle quali potevano accedere solo gli uomini di almeno vent’anni e le signore accompagnate. • Quando intorno al 1907 iniziarono ad affermarsi I locali stabili, queste installazioni itineranti persero gran parte della loro attrattiva.

  19. «I cinematografi, colla loro petulanza luminosa, coi loro grandi manifesti tricolori, e quotidianamente rinnovati, colle rauche romanze dei loro fonografi, gli stanchi appelli delle loro orchestrine, i richiami stridenti dei loro boys rosso vestiti, invadono le vie principali, scacciano i caffè, si insediano dove già erano gli halls di un réstaurant o le sale di un biliardo, si associano ai bars, illuminano ad un tratto con la sfacciataggine delle lampade ad arco le misteriose piazze vecchie, e minacciano a poco a poco di spodestare i teatri, come le tramvie hanno spodestato le vetture pubbliche,come i giornali hanno spodestato i libri, e i bars hanno spodestato i caffè». • Giovanni Papini, «La filosofia del cinematografo», La Stampa, 18 maggio 1907

  20. Charles Pathé (1863-1957), dopo aver esercitato vari mestieri, si stabilisce a Vincennes, dove traffica con gli apparecchi fonografici di Edison; poi scopre il cinema e inizia a battere i baracconi da fiera, fondando nel 1896, con il fratello Emile, l’industria cinematografica Pathé-Frères.

  21. Pathé è il primo ad accorgersi del potenziale insito nella nuova forma di divertimento e la sua società è la prima a controllare l’intero processo industriale, dalla pellicola vergine alla macchina da presa, dai proiettori alle sale cinematografiche, dai soggetti ai film. Nel 1907, mentre cominciano a sorgere altre società di produzione, ancora una volta anticipa i tempi e il sistema commerciale ancor oggi vigente, decidendo di noleggiare i film anziché venderli.

  22. Uno dei maggiori collaboratori di Charles Pathé è Ferdinand Zecca, grazie al cui straordinario intuito la società indovina il gusto popolare e orienta la sua produzione su soggetti comici e drammatico-realistici.

  23. Nei primi anni del 900 la società apre filiali in tutto il mondo e nel 1909 riesce a vendere agli Stati Uniti un metraggio di pellicole pari al doppio dell’intera produzione americana.

  24. Dopo il 1918, premuti dai concorrenti, i Pathé ridimensionano il proprio impero cinematografico e separano la parte di azienda legata alla produzione di dischi, dando vita alla casa discografica Pathé che nel 1924, dopo un accordo con Guglielmo Marconi, diventa Pathé Marconi. Nel 1929 Charles Pathé si ritira e cede la direzione della ditta.

  25. Nel 1895 l’ingegner Léon Gaumont (1864-1946) fonda l’omonima casa cinematografica, tuttora in attività. Inizialmente si occupa di apparecchiature fotografiche, ma nel 1897, per promuovere un proiettore di propria produzione, la società inizia a produrre cortometraggi. La segretaria di Gaumont, Alice Guy Blaché, diventa la prima direttrice donna dell’industria cinematografica.

  26. Dal 1905 al 1914 gli studi Cité Elgé a La Villette sono i più grandi del mondo. La società produce anche le proprie attrezzature e realizza una grande quantità di film fino al 1907. La direzione artistica della compagnia passa quindi nelle mani di Louis Feuillade, sostituito poi da Léonce Perret. Tra i primi prodotti di rilievo si ricordano i serial Judex e Fantômas, le serie comiche con Ernest Bourbon e Bébé con Renè Dary e i cinegiornali.

  27. Le didascalie • I primi film sono privi di didascalie: le spiegazioni le dà un narratore presente in sala, secondo uno schema tramandato dai tempi della lanterna magica. Le prime didascalie nascono come “titoli” delle scene: l’esempio più antico è in Uncle's Tom Cabin di Edwin Porter (1903). Inizialmente le didascalie vengono lette dall’imbonitore, che anzi aggiunge dei commenti prestabiliti indispensabili per capire l’azione.

  28. Le didascalie • Una seconda fase vede le didascalie come commento delle azioni: sostituiscono completamente l’imbonitore, come se fossero il commento “ufficiale” del regista. Si sottolineano alcuni passaggi della storia, si definiscono i personaggi, si spiegando alcuni punti, anche in modo personale, con le opinioni personali del regista e le sue annotazioni anche sarcastiche.

  29. Le didascalie • Un altro uso avviato più o meno contemporaneamente è quello di collocare l’azione nel tempo e nello spazio, soprattutto nel momento in cui i film iniziano a proporre frequenti salti da un luogo e da un periodo all’altro. Infine, dopo il 1915, si avranno anche didascalie con i dialoghi dei personaggi.

  30. C’è in questo spettacolo popolare qualcosa che si sottrae al potere istituzionale e sfugge al controllo delle élites intellettuali: i messaggi visivi “funzionano meglio” quando si sottraggono all’intenzione pedagogizzante, assumendo temibili sembianze antagonistiche

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