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PEDAGOGIA SPECIALE DIDATTICA SPECIALE

PREMESSA. Nella nostra riflessione partiamo da un primo inquadramento dei rapporti esistenti tra Pedagogia Generale e Didattica Generale, per strutturare un percorso di riflessione che pone al centro il bisogno formativo speciale" che guarda alla Pedagogia Speciale"Didattica Speciale" come a

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PEDAGOGIA SPECIALE DIDATTICA SPECIALE

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Presentation Transcript


    1. PEDAGOGIA SPECIALE & DIDATTICA SPECIALE Elementi di riflessione per una risposta efficace al BISOGNO FORMATIVO SPECIALE Francesco DAMIANI

    2. PREMESSA Nella nostra riflessione partiamo da un primo inquadramento dei rapporti esistenti tra Pedagogia Generale e Didattica Generale, per strutturare un percorso di riflessione che pone al centro il “bisogno formativo speciale” che guarda alla “Pedagogia Speciale” “Didattica Speciale” come a scienze capaci di fornire risposte adeguate ovvero di qualità ai bisogni formativi speciali, attraverso: un approccio eco-sistemico un insegnamento individualizzato strategie opportune.

    3. BISOGNO FORMATIVO SPECIALE In primo piano il bisogno formativo speciale avanzato dagli alunni in situazione di handicap, ma in prospettiva emerge con forza e come idea guida una didattica di qualità capace di rispondere in maniera adeguata ai bisogni formativi speciali, perché diversi, di tutti gli alunni, dai normodotati agli svantaggiati agli eccellenti Vedi lucido

    4. PEDAGOGIA & DIDATTICA Queste due scienze, pur correlate, sono autonome ciascuna con un proprio statuto epistemologico che si caratterizza per una chiara definizione dell’oggetto d’indagine: se per la Pedagogia il campo di riflessione riguarda la formazione dell’uomo e della donna, la didattica ha come oggetto la relazione di insegnamento/apprendimento, focalizzando l’attenzione sul “come insegnare” per favorire l’apprendimento ed il successo formativo.

    5. DIDATTICA La didattica pone al centro della propria riflessione teorico operativa l’interazione-comunicazione tra il soggetto che apprende e gli oggetti di apprendimento all’interno delle istituzioni intenzionalmente formative. Valorizza l’intero repertorio dei codici linguistici: il gesto, il suono, l’immagine, la parola orale e scritta, l’alfabeto prossemico, …

    6. PEDAGOGIA SPECIALE La Pedagogia Speciale ha come oggetto di indagine l’educabilità dei soggetti in situazione di handicap. Principale finalità della Pedagogia Speciale consiste nella riduzione dell’handicap, ovvero, nell’adeguata socializzazione del deficit e nella valorizzazione del potenziale educativo di ogni soggetto che trova compimento nella sua integrazione. La Pedagogia Speciale, come pedagogia della diversità e della complessità, finalizzata alla riduzione dell’handicap si preoccupa di dare delle risposte qualificate in termini educativi e formativi ai bisogni formativi speciali.

    7. DIDATTICA SPECIALE Nella stessa prospettiva si pone anche la Didattica Speciale, intesa come Didattica Specifica, “nel senso che - come afferma Canevaro - gli elementi di didattica generale vanno riformulati ed adattati alla didattica che quei soggetti e quella situazione presentano ed esigono”. La Didattica Speciale, il cui riferimento epistemico è la Pedagogia Speciale, ha come compito quello di definire le strategie insegnative ed apprenditive specifiche per soggetti in situazione di handicap, in situazione di svantaggio socioculturale, affinché questi diventino autonomi nel pensiero e nell’azione. Quindi si concretizza nell’adozione di un insegnamento individualizzato capace di organizzare un’istruzione articolata in relazione alle esigenze apprenditive dei singoli alunni.

    8. LEGGE QUADRO 104/92 La legge 104/92 e sue disposizioni successive hanno riconosciuto e tutelato numerosi diritti delle persone in situazione di handicap. In particolare la legge 104/92 definisce limiti e principi ispiratori relativi al problema dell’assistenza, dell’integrazione scolastica e sociale.

    9. LEGGE QUADRO 104/92 La novità in questa legge è sicuramente l’approccio sistemico che colloca la scuola in una prospettiva più ampia di integrazione sociale e di qualità complessiva della vita del cittadino in situazione di handicap. Per realizzare la piena integrazione scolastica la legge quadro delinea una strategia operativa basata su un sistema coordinato di documenti quali: certificazione dell’handicap, diagnosi funzionale, profilo dinamico funzionale progetto educativo individualizzato.

    10. LEGGE QUADRO 104/92 La certificazione dell’handicap ossia la diagnosi clinica, è redatta dalle A.S.L. mediante osservazione medica del soggetto. La Diagnosi Funzionale, D.F. è redatta dall’unità multidisciplinare, costituita da: assistente sociale, psicologo, pedagogista medici specialisti, indica invece, i livelli di compromissione ossia le conseguenze funzionali che la patologia ha prodotto oltre che i livelli di capacità residua ossia le capacità individuali sulle quali poter intervenire.

    11. LEGGE QUADRO 104/92 Il Profilo Dinamico Funzionale, P.D.F., è redatto dagli operatori scolastici, dall’unità multidisciplinare e dalla famiglia, indica le caratteristiche fisiche, psichiche, sociali ed affettive dell’alunno e descrive in modo analitico i possibili livelli di risposta dell’alunno in merito alle relazioni in atto e a quelle programmabili considerando 9 assi: cognitivo, affettivo relazionale, comunicazionale, linguistico, sensoriale, motorio prassico, neuropsicologico, autonomia, apprendimento La sua stesura è periodica, infatti, ad un primo profilo, elaborato dopo il primo periodo d’inserimento scolastico, seguono momenti di verifica e d’aggiornamento. Si aggiorna a conclusione dei diversi ordini e gradi di scuola.

    12. LEGGE QUADRO 104/92 Con il Progetto Educativo Individualizzato, P.E.I., elaborato dalle A.S.L., dai docenti curricolari e di sostegno in collaborazione con i genitori, la scuola, sulla base della Diagnosi Funzionale e del Profilo Dinamico Funzionale, progetta gli interventi educativi/didattici specifici per l’alunno in condizione di handicap. Il P.E.I. assicura la piena realizzazione del diritto all’educazione, all’istruzione e alla integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap. indica gli obiettivi da conseguire con l’azione educativa e le strategie d’intervento da attuare per sviluppare le potenzialità residue ossia le potenzialità cognitive, motorie e relazionali. Esplicita, altresì, il monte ore di sostegno necessario, i mezzi, gli strumenti, i contenuti, l’organizzazione didattica riguardante gli spazi, i tempi, la mensa, il trasporto, l’eventuale assistenza e accompagnamento …

    13. INSEGNAMENTO INDIVIDUALIZZATO Consiste nell’adattare l’insegnamento alle caratteristiche individuali degli alunni nel rispetto di: diversi ritmi di apprendimento, diversi stili cognitivi, diverse intelligenze, Occorre perciò organizzare contesti educativi e didattici flessibili e ricchi di opportunità di realizzazione personale al fine di garantire un’uguaglianza delle opportunità formative.

    14. INSEGNAMENTO INDIVIDUALIZZATO Nell’insegnamento individualizzato rientrano tutte quelle strategie individualizzate/opzioni didattiche che, partendo dai bisogni reali dei singoli allievi, strutturano percorsi di insegnamento/ apprendimento in grado di modificare le situazioni di svantaggio, differenziando gli interventi per dare di più a chi ha di meno. Se, infatti, la Scuola trattasse tutti gli alunni allo stesso modo non farebbe altro che riprodurre le differenze di partenza; occorre, invece, che, in un’ottica di valorizzazione delle diversità, sappia fare parti disuguali per garantire una sostanziale equivalenza di risultati, divenendo così una “Scuola uguale per tutti ma diversa per ciascuno”. (don Milani)

    15. INSEGNAMENTO INDIVIDUALIZZATO Pertanto è necessario prevedere percorsi didattici articolati, in cui gli obiettivi sono gli stessi per tutti gli alunni anche se possono variare i loro livelli di conseguimento, e percorsi didattici differenziati, in relazione sia agli obiettivi che alle metodologie e alle tecnologie. In questi ultimi rientrano: interventi di sostegno per i soggetti in situazione di handicap; attività compensative per i soggetti svantaggiati; attività di recupero, rivolte a tutti gli alunni che nel percorso registrano delle lacune attività di approfondimento, volte a sviluppare le conoscenze acquisite; attività di arricchimento, per gli alunni super dotati; attività di consolidamento, volte a rendere sicuri e stabili gli apprendimenti.

    16. L’insegnante di sostegno La C.M. 199/1979 afferma che … bisogna evitare che i compiti dell’insegnante di sostegno siano interpretati in modo riduttivo e cioè in sottordine all’insegnante di classe… L’insegnante di sostegno deve essere pienamente coinvolto nella programmazione educativa e partecipare a pieno titolo all’elaborazione e alla verifica dell’attività di competenza dei consigli e dei collegi… Successivamente la C.M. 250/85 ha ribadito che … la responsabilità dell’alunno in situazione di handicap e dell’azione educativa svolta nei suoi confronti è, al medesimo titolo, dell’insegnante di sostegno, degli insegnanti di classe e della comunità scolastica nel suo insieme…Ciò significa che non si deve delegare al solo insegnante di sostegno l’attuazione del progetto educativo individualizzato poichè in tal modo l’alunno verrebbe isolato anziché integrato nel contesto classe …Spetta agli insegnanti di classe, in accordo con l’insegnante di sostegno realizzare detto progetto…

    17. L’insegnante di sostegno La legge 104/92 afferma che “… sono garantite attività di sostegno mediante l’assegnazione di docenti specializzati ( art. 13 comma 6). Il personale per il sostegno è assegnato per interventi individualizzati di natura integrativa in favore della generalità degli alunni e in particolare di quelli che presentino specifiche difficoltà di apprendimento (DPR 970/75 art. 9) In ogni ordine e grado di scuola, gli insegnanti di sostegno “ assumono la contitolarità delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività …” (L. 104/92). Tale disposizione vista in una prospettiva più ampia può anche consentire l’assegnazione all’insegnante per il sostegno di una disciplina curricolare o di una parte di essa, da svolgere nei confronti di tutta la classe.

    18. L’insegnante di sostegno Dal contratto collettivo nazionale di lavoro Gli obblighi di servizio e di lavoro del personale docente Docenti di sostegno: Gli insegnanti di sostegno svolgono una funzione docente e didattica in senso proprio. In particolare, all’insegnante di sostegno “spetta una contitolarità nell’insegnamento: egli è un insegnante di tutta la classe, assegnato a tutta la classe (e non al singolo portatore di handicap” come risorsa in più che, congiuntamente a tutti gli altri insegnanti, cura la programmazione dell’attività di insegnamento, sia per l’alunno certificato con handicap che per gli altri alunni ed elabora insieme agli altri insegnanti il progetto educativo individualizzato (piano educativo individualizzato)” (consiglio di Stato, 28 febbraio 2002, n.1204).

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