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Il giornalismo on line

Il giornalismo on line. LE NUOVE TECNOLOGIE. Il quadro è stato recentemente modificato da: digitalizzazione dei processi e dei linguaggi convergenza multimediale diffusione di Internet lancio della tv digitale via satellite diffusione capillare della telefonia cellulare

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Il giornalismo on line

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Presentation Transcript


  1. Il giornalismo on line

  2. LE NUOVE TECNOLOGIE Il quadro è stato recentemente modificato da: • digitalizzazione dei processi e dei linguaggi • convergenza multimediale • diffusione di Internet • lancio della tv digitale via satellite • diffusione capillare della telefonia cellulare Ne sono nate modifiche delle routines tradizionali, ma anche nuove forme di informazione professionale: • edizioni elettroniche delle pubblicazioni cartacee • giornali on line e web tv • servizi informativi offerti dai portali • canali tv all news

  3. L’aggiunta di un nuovo canale nel panorama sociale modifica la natura e il contenuto di quelli già esistenti L’avvento della fotografia non ha annullato la pittura, ma ne ha cambiato gli usi e i destini; l’affermazione del cinema non ha distrutto il teatro, ma gli ha sottratto funzioni narrative e divulgative; la diffusione della televisione ha spinto il cinema a forme estreme, ad effetti speciali non consentiti al piccolo schermo

  4. “Benvenuti nella cultura convergente, dove vecchi e nuovi media collidono, dove i grandi media e i media grassroots si incrociano, dove il potere dei produttori dei media e quello dei consumatori interagiscono in modi imprevedibili. La cultura convergente è il futuro, ma sta prendendo forma oggi. I consumatori ne usciranno più potenti, ma soltanto se sapranno riconoscere e usare quel potere in veste di consumatori e cittadini, come partecipanti attivi della nostra cultura”

  5. Convergenza dei media • La convergenza è un processo di progressiva integrazione di media differenti, resa possibile dalla digitalizzazione dei media. • Sempre più, i media parlano tutti una sorta di “esperanto” universale. Tutti, cioè, condividono un codice comune: il codice binario • Per tale ragione, molti autori considerano il computer come un meta-medium o anche un medium-ambiente • Esso integra e mette in contatto, relazione e comunicazione media, tecnologie ed elettrodomestici tradizionalmente differenti (telefono, televisione, radio, ecc.) • Un ruolo essenziale lo ha giocato il processo di miniaturizzazione tecnologica (rivoluzione dei microchip)

  6. La rivoluzione digitale Perché si parla di “rivoluzione digitale”? Informazioni di tipo diverso possono essere tutte ridotte allo stesso codice di base, alle lunghe catene di 0 e 1 dell'informazione digitalizzata Questa convergenza di codifica diventa una vera e propria convergenza tecnologica nel momento in cui il computer si propone come strumento in grado di gestire efficacemente grosse quantità di informazioni in formato digitale Ecco allora che al posto di strumenti basati su tecnologie diverse (macchina tipografica, televisore, radio, telefono, macchina da presa, proiettore cinematografico, macchina fotografica) compaiono strumenti spesso diversi per funzioni e interfaccia, ma il cui 'cuore' è costituito da un microchip e la cui funzione è quella di acquisire, manipolare e distribuire informazione in formato digitale: convergenza di mercato

  7. I vantaggi della rivoluzione digitale • Con la diffusione dei formati digitali, la componente tecnologica pone i presupposti per rivoluzionare l’assetto dei sistemi mediali, la progettazione dei contenuti, le pratiche sociali di consumo, le modalità di relazione tra gli individui • La digitalizzazione dei formati e la standardizzazione dei protocolli consente infatti il superamento della principale strettoia propria dei formati analogici: • lascarsa compatibilità tra i diversi media, dal punto di vista delle tecnologie di trasmissione, di conservazione e di trattamento delle informazioni • e la conseguenteprovvisoria interscambiabilitàdei contenuti

  8. Multimedialità • Una forma “integrativa” caratteristica dei nuovi media è la multimedialità(M) • (M) è la possibilità di comunicare mediante l’utilizzo di una pluralità di linguaggi o forme di comunicazione (media in senso semiotico) • Dal punto di vista semiotico possiamo considerare i testi multimediali come testi sincretici. Essi, infatti, rinviano a sistemi semiotici eterogenei • Affinché si possa parlare di (M) in senso stretto sono necessarie, però, alcune condizioni: a) una strategia comunicativa coerente ed unitaria; b) una plusvalenza di significato; c) fruizione multisensoriale; d) combinazione nuova di media differenti • Dunque, un libro illustrato o un fumetto non sono multimediali in senso stretto perché non soddisfano le condizioni c) e d). Un film è un testo sincretico, multisensoriale, ma non soddisfa la condizione d)

  9. Interattività L'interattività è la simulazione di un’interazione da parte di un sistema elettronico o meccanico, che prevede, in modo prioritario o no, anche la funzione di comunicazione con un utente Possiamo definire (I) un dialogo uomo-macchina che rende possibile la produzione di oggetti testuali nuovi. Tre le condizioni affinché ci sia (I) • flusso pluridirezionale delle informazioni • ruolo attivo dell'utente nella selezione dell'informazione richiesta • comunicazione che si realizza in tempo reale Interfaccia (spazio d’interazione condiviso) e usabilità(ergonomia cognitiva) sono elementi centrali dell’(I).

  10. I tratti peculiari su cui si fonda l’interattività sono: • l’idea di uno spettatore sempre meno passivo • un’attività dello spettatore che va oltre il cambio di canali e lo sfoglio delle pagine del televideo • la diffusione dell’utilizzo del “canale di ritorno” che è un canale di comunicazione che va dagli utenti verso l’emittente; gli utenti hanno la possibilità di retroagire con l’emittente stessa • per l’utente c’è la possibilità di fruire del contenuto in tempi asincroni, liberandolo così ancora di più dalla gabbia del palinsesto • per l’emittente (e quindi per gli investitori pubblicitari) esiste quindi la possibilità di avere risposta (feedback), necessaria per conoscere meglio i gusti e i comportamenti dello spettatore

  11. Lo sviluppo delle reti E’una semplificazione giornalistica far coincidere Internet con WWW Il world wide web è solo la più diffusa applicazione su Internet Internet è il punto di arrivo di diverse evoluzioni con radici estese nel tempo, definibili secondo almeno tre linee di sviluppo: • elaborazione dei dati • gestione delle informazioni • sistemi di comunicazione Internet è un ambiente: • sul canale Internet viaggiano media diversi • con il supporto Internet si può diffondere comunicazione di massa o scambiare comunicazione interpersonale • nel luogo Internet ci si informa, si chiacchiera, si compra e si vende • lo strumento Internet è accessibile da computer, telefono, televisore

  12. Digital divide globale • Metà del mondo non ha mai fatto una telefonata • I paesi ricchi rappresentano solo il 15% della popolazione mondiale, ma possiedono oltre la metà di tutte le linee telefoniche e il 70% delle utenze di telefoni mobili. • I paesi poveri comprendono il 75% della popolazione mondiale, ma hanno solo il 5% degli utenti Internet del pianeta

  13. Utenti internet in Italia

  14. Mediamorfosi • A partire dalla metà degli anni ‘90 i grandi editori - Gruppo Espresso, Il Sole 24 Ore, Rcs - non producono più soltanto giornali, ma si mettono in grado di modulare i contenuti in funzione di supporti tecnologici e di canali di distribuzione diversi • Dopo decenni di mercato bloccato, entrano inoltre nel campo editoriale nuovi soggetti imprenditoriali, come Telecom-Seat, Tin-it, e.Biscom • Con la digitalizzazione il settore dell’informazione diventa centrale nell’economia

  15. Una classificazione • Siti di quotidiani (in sinergia con l’edizione cartacea) • Siti di agenzie di stampa • Siti di tv e radio all news • Siti di riviste • Portali (all’interno le news) • Webzine (siti di informazione nati esclusivamente per la rete) • Blog (siti personali che forniscono notizie, giornalismo amatoriale)

  16. Da Roberto Polillo, Plasmare il web, Apogeo, Milano 2006

  17. Le potenzialità dell’informazione on line Sono legate alle caratteristiche dei new media: • Digitalizzazione: i bit costano molto meno della carta; a disposizione si ha uno spazio potenzialmente infinito per aggiornamenti ed approfondimenti; si può creare un archivio sempre disponibile • Multimedialità: si possono integrare nella stessa pagina testi scritti, grafica, foto, filmati, documenti audio, … • Ipertestualità = estensione della copertura informativa: è possibile segnalare link per approfondimenti e per consultare direttamente le fonti • Interattività: gli utenti possono partecipare attivamente proponendo commenti, intervenendo in dibattiti, facendo seganalazioni, ecc. Il patto fiduciario dell’utente con la testata o il giornalista diventa particolarmente stretto • Dimensioni di memoria: sia per la persistenza on line del materiale pubblicato, sia per la memoria e la storia del giornale

  18. Le origini • Prime forme, a metà degli anni ’80: videotex, audiotext, teletex • 1982, edizione digitale di un piccolo giornale texano, The Fort Worth Star Telegram • USA, pionieri su service provider (AOL, Pdigy, Compuserve (1992-1994): tra i primi il Mercury Center • Giornali a web aperto, 1994: News & Observer,The New York Times, Washington Post, Time, USA Today • 1995: Salon (webzine)

  19. Storia del giornalismo on-line • “San Jose Mercury News” (1993) • “New York Times” (1996) • Primo boom siti web: Sexgate (1998) • “L’Unione sarda” e “L’Unità” (1995) • “Il Corriere della Sera” (1995) • “La Repubblica” (1996)

  20. I primi giornali on line in Italia • Il più veloce: L’Unione Sarda (N.Grauso, 1994) • Prime esperienze poco riuscite: L’Unità (1995), il Corriere Della Sera (repurposing), la Stampa (prova l’accesso a pagamento), Sole 24ore (ma intuisce le potenzialità dell’archivio) • Esperimenti riusciti: il manifesto, ma soprattutto la Repubblica (contenuto aggiuntivo, struttura grafica innovativa in Italia, tutta la redazione coinvolta)

  21. Dalla seconda metà degli anni ’90 le maggiori testate italiane e straniere hanno una versione on-line • www.corriere.it • www.thetimesonline.co.uk Anche le testate minori o a tiratura locale realizzano il proprio sito Web • www.avvenire.it • www.ilcittadino.it

  22. Crisi e riorganizzazione - 2002 • Il numero dei quotidiani on line si va assestando • Aumentano i contenuti a pagamento (il Corriere della Sera, la Gazzetta della Sport, la Repubblica, l'Unità, Il Sole 24 Ore, Italia Oggi; Il Giornale di Sicilia, La Provincia di Cremona) Numero di quotidiani on line , Fonte ipse (www. ipse.com)

  23. Aprile 2006 • Quotidiani, 137 • Riviste, 1889 • Webzine, 1929 • Blog, 290 • Portali, 1109 • Web agency, 744

  24. I siti leader • www.repubblica.it • www.corriere.it • www.gazzetta.it • www.ilsole24ore.com • www.quotidiano.net • www.lastampa.it

  25. Grandi numeri Un esempio: la Repubblica.it, nata il 14/1/1997 Le pagine viste in un giorno (11/4/2006): 54 milioni(+52,13% rispetto al 2005) Le pagine viste in un mese (aprile 2006): 418 milioni Le pagine viste in un anno (2006):3.642 milioni Gli utenti unici in un giorno (11/4/2006):1.515.833 I visitatori unici mensili (novembre 2005):5.136.926 (il 13% dall’estero)

  26. Caratteri dei giornali on oline contributi video, audio, grafici o fotografici MULTIMEDIALITA’

  27. Blog, forum, e-mail, sondaggi INTERATTIVITA’

  28. IPERTESTUALITA’ collegamentifranotizie, linkadapprofondimenti

  29. aggiornamenti in tempo reale TEMPESTIVITA’

  30. Oggi i contenuti televisivi dispongono di tre principali piattaforme di distribuzione: • il satellite • il digitale terrestre • internet ciascuno con caratteristiche peculiari, ma con ampie zone di sovrapposizione

  31. Le fonti di finanziamento Si tratta di una questione non scontata:gli errori sono stati pagati con fallimenti economici o con la disaffezione degli utenti In rete si è consolidata la consuetudine all free for all, ma le esigenze della gestione della redazione spingono verso il pay per use: ottimale può essere una combinazione tra le due soluzioni Alcune forme di finanziamento sperimentate: • pubblicità, nelle forme di banner e sponsorizzazioni • registrazione gratuita, in modo da differenziare i pubblici e attirare investimenti mirati (New York Times) • tutto a pagamento (Usa Today, Wall Street Journal) • a pagamento solo i servizi a valore aggiunto (Washington Post, Los Angeles Times) • syndication, la vendita ad altri dei contenuti prodotti

  32. Che cos’è il Web 2.0? “Web 2.0 è un termine utilizzato per indicare genericamente uno stato di evoluzione di Internet (e in particolare del World Wide Web), rispetto alla condizione precedente. Si tende ad indicare come Web 2.0 l'insieme di tutte quelle applicazioni online che permettono uno spiccato livello di interazione sito-utente (blog, forum, chat, sistemi quali Wikipedia, Youtube, Facebook, Myspace, Twitter, Gmail, Wordpress, Tripadvisor ecc.). La locuzione pone l'accento sulle differenze rispetto al cosiddetto Web 1.0, diffuso fino agli anni ‘90, e composto prevalentemente da siti web statici, senza alcuna possibilità di interazione con l'utente eccetto la normale navigazione tra le pagine, l'uso delle email e l'uso dei motori di ricerca”

  33. Grandi numeri La vita corre veloce, sul web: un universo parallelo e vorticoso In un solo minuto vengono elaborati 694.445 risultati per le ricerche fatte su Google, sono inviate 168 milioni di e-mail, la gente si parla su Skype per 370 mila minuti, 6.600 immagini sono caricate su flickr, 600 video su Youtube Anche i social network fanno registrare numeri da vertigine. Gli oltre 500 milioni di utenti su Facebook, per esempio, in soli 60 secondi pubblicano 510 mila commenti, mentre Twitter cinguetta almeno 98 mila volte

  34. Riorganizzazione della struttura Le caratteristiche tecniche del nuovo medium comportano la necessità di “inventare” e sperimentare modalità originali di organizzazione produttiva In particolare i cambiamenti investono • spazio, necessità di ripensare il formato (flessibilità) • tempo, necessità di ripensare la periodicità (aggiornamento continuo)

  35. Il pubblico • Estensione. Potenzialmente vastissimo, in realtà si pone il problema delle possibilità di accesso alla rete, toccando la questione del digital divide equindi dellecaratteristiche socio-demografiche degli utenti di internet • Localizzazione. Per quanto riguarda gli interessi dimostrati dagli utenti, si osserva un paradosso: nonostante il mezzo permetta informazioni che riguardano un’estensione geografica globale, l’interesse è molto accentuato per la dimensione locale • Argomenti. La moltiplicazione dell’offerta informativa comporta una fruizione altamente differenziata, passando da un modello daily us (un quotidiano che definisce un insieme di conoscenze condivise) ad un modello daily me (un insieme di informazioni altamente personalizzate, rispondenti agli interessi dei singoli)

  36. Le emittenti “Saremo tutti giornalisti”? Per la prima volta nella storia dell’umanità ogni persona, con pochissima spesa e con minime conoscenze tecniche di base, è in grado di immettere notizie in un circuito che provvederà alla loro distribuzione in tutto il pianeta L’uso della Rete, dei videotelefonini, degli i-Pad consente a chiunque di diffondere parole, suoni, voci, numeri, grafici, foto, immagini in movimento, di improvvisarsi cronista: tanto che ormai il problema non è la mancanza, ma l’overdose di informazione L’informazione è sempre più inflazionata: semmai è l’attenzione dei cittadini - costantemente (ossessivamente?) interconnessi - a farsi scarsa

  37. Il newsmaking Si pone l’esigenza di ridefinire i criteri di notiziabilità • Fornire al pubblico quello che serve (cittadino) o quello che piace (consumatore)? • Le caratteristiche tecniche del mezzo consentono di verificare in vari modi le preferenze degli utenti: articoli “cliccati”, e-mail a giornalisti e siti, partecipazione a forum di discussione, risposte a sondaggi, ecc . • Il rischio è seguire il pubblico piuttosto che i criteri di professionalità

  38. I gradi del giornalismo partecipativo Esistono varie forme e vari gradi di giornalismo partecipativo: La più semplice è data dalla possibilità per l’utente di inserire commenti a un articolo o di segnalare una notiziaLa più complessa è il giornale costruito interamente dagli utentidove ognuno può segnalare, commentare e scrivere I lettori si trasformano da consumatori passivi a protagonisti del processo informativo

  39. Le luci Elementi da valorizzare • Economicità e assenza di confini • Multimedialità, mix di linguaggi e di sincronia e asincronia • Funzioni più raffinate di selezione delle informazioni e di organizzazione dei contenuti • Capacità rinnovate di approfondimento e di contestualizzazione • Rapidità di aggiornamento • Ampliamento esponenziale di ogni tipo di memoria e di archivio

  40. Le ombre Elementi di criticità • Disintermediazione nel processo di comunicazione: c’è ancora bisogno del giornalista? • Le fonti sono a disposizione di tutti (mancanza di controlli), se ne possono fare usi perversi • Il giornalista lavora di copia-incolla, non ha più contatto diretto con i fatti • Overload informativo: eccesso di informazioni inutili, sovraccarico e confusione negli utenti • Tendenza alla concentrazione nei pochi siti più visti • Rischi di compenetrazione tra informazione on line, pubblicità, commercio elettronico

  41. Scrivere per il web • Le modalità percettive del lettore sono differenti rispetto alla pagina di carta (“lettura diagonale”) • Si legge più lentamente e frammentariamente Le regole: • Brevità e precisione • Scansione in blocchi informativi • Poche parole, precise • Forma attiva • L’importanza dei link

  42. Blog • Un blog è un diario in rete • Il termine blog è la contrazione di web log, ovvero “traccia su rete” • Il fenomeno nasce dal 1997 in America; nel 2001 si consolida anche in Italia, con i primi servizi gratuiti dedicati alla gestione di blog Non è un fenomeno passeggero e di moda, ma si tratta di un qualcosa di solido, consolidato e in crescita, se si considera che ogni giorno, secondo alcuni ricercatori, vengono aperti 10-20 mila nuovi blog e che il loro numero nei soli Stati Uniti è ormai dell’ordine dei 50 milioni

  43. Calco dell'inglese blogosphere o che indica l'insieme dei blog. I blog sono fortemente interconnessi: i bloggers leggono blog altrui, li linkano e li citano nei propri post (messaggi). I blog hanno sviluppato una propria cultura. (notare una certa assonanza con il termine biosfera) Il termine inglese blogosphere è stato coniato il 10 settembre 1999 da Brad L. Graham, in quello che era uno scherzo. È stato poi "riscoperto" nel 2001 da William Quick Blogosfera

  44. I blogger nel mondo Fonte: Technorati Report 2010

  45. Tecnologie digitali, web 20% Attualità 18,1% Cultura 13,3% Politica 4,8% Sport, turismo e viaggi 7,6 Aspetti personali 7,6% Di tutto 28,6% Professionista 12% Informatico 40.8% Giornalista 24% Impiegato 16% Insegnante 4% Studente un. 2,4% I blogger italiani Occupazione Temi preferiti Dati indagine BlogFest 2009

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