1 / 70

La scienza in testa

La scienza in testa. Piccola storia delle relazioni oblique fra immaginario scientifico e comunicazione. Yurij Castelfranchi Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) - Trieste Laboratório de Estudos Avançados em Jornalismo (LabJor) - UNICAMP - Brasile

pakuna
Download Presentation

La scienza in testa

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. La scienza in testa Piccola storia delle relazioni oblique fra immaginario scientifico e comunicazione Yurij Castelfranchi Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) - Trieste Laboratório de Estudos Avançados em Jornalismo (LabJor) - UNICAMP - Brasile E-mail: castel@sissa.it Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  2. Dov’è la scienza, oggi? Cosa vogliamo comunicare della scienza? Perché è difficile raccontare la scienza? Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  3. Perché è difficile comunicarela scienza al pubblico? Linguaggio Percezione Modelli Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  4. Il contesto internazionale • 1972: gli indicatori NSF • 1985: il “Bodmer Report”, alla Royal Society, da nome di battesimo alla nuova disciplina: “Public Understanding of Science” • Oggi: Spagna, Portogallo, Canada, Nova Zelândia, Austrália, Japão, América Latina, UE, Italia, etc. • Le istituzioni: negli USA, NSF, OPUS (Office for PUS, fondato da NAS e NRC); in Inghilterra, OST (Office for Science and Technology) e CoPUS (Committee for Pub. Unders. of Science); in UE, “Eurobarômetro”. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  5. Le 3 dimensioni del PUS Comprensione Atteggiamenti Interesse Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  6. Gli “indicatori” • Index of Scientific Promise (Eurobarometro & NSF) • Index of Scientific Reservations • Index of Scientific Construct Understanding (nove domande, NSF e Eurobarometro) • Science Knowledge Index (Canada, C&T) • Attitute Toward Organized Science Scale (ATOSS): 4 domande (Nova Zelândia) • Civic Scientific Literacy (OECD 1997) Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  7. Le ricerche tradizionali La maggior parte degli studi sulla relazione fra scienza e alunno tentano di rispondere a domande sui “deficit”culturali o cognitivi dei bambini, sui “pregiudizi”, con l’obiettivo di correggerli: • Cosa non sanno i bambini? • Cosa non riescono a capiredella scienza? • Perché non riescono ad apprezzarla/amarla? • Come “convincerli”/sedurli? • “Public understading of science (PUS)” come “propaganda” pro-scienza. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  8. Il modello “top-down” nelle ricerche in didattica della scienza Docente “Perdita” di informazione Pratica didattica Livello di “alfabetizzazione scientifica” Didattica vista come traduzione, trasmissione, alunno come vittima passiva di un “deficit” cognitivo/culturale Alunno -

  9. I nostri obiettivi Mettere a fuoco l’aspetto attivo della costruzione dell’immaginario scientifico: • Cosa sanno di scienza bambini e adolescenti? Come lo sanno? • Cos’è uno scienziato/a? Cosa fa? Come lavora? • E’ come noi? Tutti possono essere scienziati/e? • E’ un personaggio buffo, potente, matto, inquietante, magico? • E’ lucido, distratto, sensibile, cinico, invidiabile, sfortunato…? • Come si fa la scienza? Con quali metodi, strumenti, obiettivi? • La scienza fornisce risposte o genera domande? E’ accessibile o esoterica? E’ artigianato o magia? E’ diversa dalla tecnologia? • “Public perception of science” Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  10. Come domandarlo ai bambini? • Test “DAST”: draw a cientist • “Quale di questi è uno scienziato?” • Interviste • Questionari • …focus group Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  11. Cos’ è un FG • Gruppi di discussione informale di piccole dimensioni (5-12) con l’obiettivo di ottenere informazione qualitativa in profondità: rivelare le percezioni • Partecipanti con qualcosa in comune: livello di scolarità, età, condizione sociale, professione, ecc. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  12. Cos’ è un FG • I partecipanti sono stimolati al dialogo, a condividere esperienze, bisogni, ecc. • La conversazione è gestita da un moderatore (“facilitatore”). • C’è anche un “osservatore”. L’incontro è registrato. • Il moderatore stimola l’interazione e la partecipazione di tutti, evitando che alcuni dominino, e mantiene la discussione all’interno degli argomenti di rilevanti per la ricerca. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  13. Caratteristiche principali di un FG • Poche persone: ricerca qualitativa, intensiva • Durata: circa 90 minuti (1-3 ore) • Dialogo concentrato su pochi temi (3-6) Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  14. Il FG è il contrario di un questionario • E’ ricerca puramente qualitativa, mentre il survey (questionário) è principalmente quantitativo • Gruppi piccoli (ricerca intensiva), mentre il survey richiede campioni grandi (ricerca extensiva); • Domande e risposte non strutturate, mentre il survey esige domande estremamente ben definite Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  15. Vantaggi dei FG • Economici e rapidi (se confrontati con le interviste individuali) • Flessibili (nel formato e nelle domande, e permettono diversi tipi di analisi) • Il gruppo stimola l’interazione fra partecipanti e aumenta l’informazione prodotta da ciascuno. • Non vengono esposte solo le opinioni dei partecipanti • La presenza di “pari” incoraggia a parlare anche su temi sui quali esistono “autorità” Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  16. Svantaggi dei FG • Non c’è molto controllo sull’andamento e le dinamiche del gruppo • Risultati altamente non strutturati • I risultati non possono essere generalizzati a tutta la popolazione • Non possono essere replicati • Spesso è forte il “facilitator bias”: il moderatore può influenzare, consapevolmente o meno, direzione e risultati del dialogo • Il gruppo interferisce con la libera espressione dei singoli: “pensiero di gruppo”, omogeneo, oppure discussione dominata da pochi • Dati più difficili da analizzare di quelli provenienti da interviste • Necessità di un moderatore esperto Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  17. Quando usare i FG • Quando il è piuttosto omogeneo • Quando esiste la possibilità logística di riunire le persone del gruppo in un luogo adeguato • Quando il numero di temi da investigare è basso • Quando il materiale da raccogliere e analizzare è di piccole dimensioni • Quando l’interazione e la presenza dei pari stimola più che inibire • Quando le risposte di cui siamo in cerca si possano esprimere anche in forma sintetica, per frase e concetti brevi Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  18. Il nostro lavoro Gruppo di ricerca: Y. C., Daniele Gouthier Irene Cannata, Federica Manzoli, Viviana Codemo, Federica Pozzi, E con la partecipazione di: Adriana,Francesco,Gabriella,Lucia, Luigi,Mario,Silvia... Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  19. Il nostro lavoro • 6 scuole in 6 città • Gruppi di 8 bambini, + moderatore + osservatore • Registrazione solo sonora • Poster+ fiaba (introduzione+problema+risoluzione) + lettera • Personaggi, un bambino/a, un “NonSo”, uno scienziato/a Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  20. Risultati Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  21. Dimensione pratica e tecnologica Dimensione conoscitiva Dimensione sociale Dimensione spaziale/temporale Dimensione etica Dimensione emotiva/mitica Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  22. Lo scienziato è... • Maschio • Bianco/occidentale • In camice • Con gli occhiali • e/o vestiti bizzarri • “Alieno”, “pazzo”... Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  23. Lo scienziato è... • “Coi capelli sparati” • Ha una cartella, uniforme, oggetti in mano Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  24. Lo scienziato è... Donna? “Il papà/zio scienziato...” “Non ha sesso...” Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  25. Lo scienziato è... • Stregone e mago: • “Pozioni!” • “Ti devi fidare, perché è tipo mago…” • Inventore Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  26. Lo scienziato è... Vedi analisi qualitativa dettagliata in pre-print… E bibliografia annessa Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  27. La scienza in testaParte II Piccola storia delle relazioni oblique fra immaginario scientifico e comunicazione Yurij Castelfranchi Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) - Trieste Laboratório de Estudos Avançados em Jornalismo (LabJor) - UNICAMP - Brasile E-mail: castel@sissa.it Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  28. Le “due culture” Geometria differenziale Arti visive Filosofia Teologia “Leggi di natura” Chimica Cultura “umanistica” Scienze “dure” Antropologia culturale Cosmologia Poesia Calcolo infinitesimale Sociologia “Equazione” Letteratura Geologia Musica Biologia molecolare

  29. “Science wars”: poeti che si vantano di non capire niente di fisica, scienziati chiusi nel pregiudizio contro altre forme del conoscere • Scrisse Virginia Woolf: “La natura e le lettere sembrano avere una naturale antipatia; basta metterle una di fronte all’altra perché si facciano a pezzi a vicenda” • C.P. Snow scrisse dell’esistenza di “due culture” che non riuscivano a comunicare. • Eppure, ci sono molte porte e finestre attraverso quel muro. E il muro sembra permeabile... Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  30. Due culture? Geometria differenziale Arti visive Filosofia Teologia “Leggi di natura” Chimica Cultura “umanistica” Scienze “dure” Antropologia culturale Cosmologia Poesia Calcolo infinitesimale Sociologia “Equazione” Letteratura Geologia Musica Biologia molecolare

  31. Come entra la scienza nella società? Scienza “pura” Scienza applicata Immaginario collettivo Industria Società Metafore Arte, letteratura Economia Pratica quotidiana Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  32. La scienza immaginata... Nel nostro vocabolario ci sono moltissimi termini scientifici, usati nel significato originale o, più spesso, in un’accezione di metafora, di simbolo: • Atomo, molecola, nucleare, massa critica... • DNA, gene, genetico… • Limite, esponenziale, in media, infinito, infinitesimo, zero… • Robot, cervello elettronico, macchina, androide, cyborg... • Buco nero, cosmico, galattico, Big Bang... • Radiografia, raggi X, una quantità X... • E=mc2 • Caffeina, adrenalina, dopamina, anabolizzanti, testosterone... • Neuroni, inconscio, paranoia.... Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  33. S. Dalí,Crucifixion ou Corpus Hipercubicus, 1954. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  34. La scienza immaginata Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  35. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  36. Hiroshima, 6 agosto 1945 Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  37. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  38. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  39. Algumas conseqüências1. Na arte Kewin Clarke, James Watson, Portrait, 1993 Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  40. Come è successo tuto ciò? Quali le metafore legate alla figura di scienziato e al ruolo della scienza? Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  41. Mito e fantasia “Apprendista stregone”, Golem, frutto proibito, Prometeo, Ulisse, Faust… Miti antichi su: a) violazione legata al conoscere, b) problema del controllo del potere fornito dalla conoscenza c) trasformazione vivente/non vivente Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  42. I miti della modernità: • ‘400-’500: “Cose mai viste”: la riscossa dei vili meccanici, la stampa, l’archibugio, la bussola, i mondi nuovi, la ribellione contro l’autorità, il “progresso”… La CS come comunicazione del nuovo, della meraviglia (wunderkammern, teatro anatomico, illustrazioni…) Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  43. ‘600: la scienza anche come metodo conoscitivo, strumento di dominio e controllo e… esempio morale. Utopie scientifiche. La CS anche come comunicazione di un nuovo sapere organizzato nascente, nuove interpretazioni e applicazioni. • 1600-1660: prime società e riviste scientifiche • Francis Bacon: “Fine della nostra istituzione è la conoscenza delle cause e dei moventi segreti delle cose, per estendere i limiti dell’umano potere verso il raggiungimento di ogni possibile obiettivo...” Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  44. Illuminismo: la CS come diffusione (“divulgazione”) della ragione per tutti e tutte. Pedagogia, donne, Encyclopedie, saperi tecnici… • LA CS come diffusione, divulgazione, popolarizzazione… “democratizzazione” ante litteram di un sapere importante per tutti (e tutte) Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  45. 1800:la scienza diventa un mestiere. • Nasce la popular press. E il sensazionalismo. • La CS viene diretta al grande pubblico. • Nasce il giornalismo scientifico. • La scienza si fonda come istituzione e si da’ una identita’ basata su regole, sulla distinzione dall’altro: espulsione del dilettante, distinzione fra popular science e riviste scientifiche: nascita del pubblico come altro da se’, come passivo… Nasce il modello top-down della CS Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  46. Perche’? Per diffondere la gioia e i benefici morali della conoscenza, rivelare la perfezione dell’agire divino in ogni aspetto della Natura. Per mostrare che il mondo è un sistema perfetto, organizzato, e che ogni classe sociale deve stare al suo posto. • Poi per mostrare non solo o non tanto la bellezza della Natura attraverso la luce della scienza, quanto la bellezza della scienza stessa. E dello scienziato. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  47. Popular science • 1799: nasce la Royal Institution, primo laboratorio di ricerca inglese. Uno dei compiti: migliorare la produttivita’ agricola per i landlords • Queste istituzioni diventano subito importanti anche nel ruolo di divulgatori della scienza: celebri le lezioni spettacolo di Sir Humphry Davy. Alcune erano tanto affollate che la polizia fu costretta a fare il primo piano di gestione del traffico: rendere a senso unico e dimezzare la carreggiata della via antistante. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  48. Perché comunicarela scienza? • All’inizio solo al pubblico di classe media alta, che ci va per divertimento o per cercare di far progredire la propria attivita’ agricola o industriale. • Poi anche gli operai diventano un pubblico: vedono nell’acquisizione di competenze tecnico-scientifiche una maniera di migliorare il proprio status e qualificarsi per il nuovo mercato del lavoro, specie in fabbrica o in miniera. • Bentham e gli utilitaristi pensano che capire un po’ di scienza aiuti a far entrare nella testa dei lavoratori l’idea di un “ordine naturale delle cose” (e della divisione in classi) e favorire la pace sociale. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  49. Nella prima metà del XIX sec., lo scopo è portare alle masse (ma le masse colte e benestanti) la gioia e i benefici morali della conoscenza, rivelare la perfezione dell’agire divino in ogni aspetto della Natura. Poi, anche alle masse povere, specie per mostrare che il mondo è un sistema perfetto, organizzato, e che ogni classe sociale deve stare al suo posto. • Nella seconda metà del secolo si mostra non tanto la bellezza della Natura attraverso la luce della scienza, quanto la bellezza della scienza stessa. E diventano accessibili al pubblico anche le grandi dispute scientifiche: la guerra fra Huxley (darwinista) e il vescovo Wilberforce nei congressi Baas finisce sulle vignette dei giornali, come pure la guerra sull’età della Terra fra Lord Kelvin. Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

  50. APPENDICEComunicare la scienza (cenni) Y. Castelfranchi - Trento - Ottobre 2003

More Related