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La riforma della contrattazione

La riforma della contrattazione. La Riforma della Contrattazione. Ritardi nei rinnovi. Negli ultimi sette anni è regolarmente aumentato il numero dei lavoratori in attesa di rinnovo,

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La riforma della contrattazione

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Presentation Transcript


  1. La riforma della contrattazione La Riforma della Contrattazione

  2. Ritardi nei rinnovi • Negli ultimi sette anni è regolarmente aumentato il numero dei lavoratori in attesa di rinnovo, • Fino ad arrivare all’80-90% di tutto il pubblico impiego con un ritardo di almeno un anno (ma per alcuni comparti anche di due o tre anni), Nonostante le risorse investite nei rinnovi è aumentato il malcontento e il disagio dei lavoratori!

  3. Troppi vincoli alla contrattazione Se è vero che: • la contrattazione nel pubblico impiego non può essere uguale a quella del privato, • alcuni vincoli come quello costituzionale della copertura certa alla spesa pubblica (art. 81 Cost.) non possono essere eliminati, Tuttavia: • La “contrattualizzazione” nel pubblico è troppo lontana dagli standard del settore privato e sembra che in passato il legislatore abbia allargato oltre il dovuto le differenze

  4. Il “gioco dell’oca” Si è avviato un circuito perverso tra: Ritardi della contrattazione nazionale Carattere sostitutivo del 2° livello: aumenti fissi per recuperare ciò che non si è avuto a liv. nazionale Interventi contenitivi delle Finanziarie: limiti alla contrattazione integrativa e Tip bassa Conseguenti sforamenti dei “tetti”

  5. Carenze per la parte datoriale (1) 1. Mancano norme relative alle “vere” trattative: cioè quelle tra governo, comitati di settore e sindacati: • In assenza di responsabilità chiare si rischiano comportamenti opportunistici delle diverse componenti della parte datoriale. 2. Occorre rafforzare il ruolo della parte datoriale attraverso un unico soggetto negoziale: • Rendendo più efficace l’individuazione della piattaforma contrattuale delle amministrazioni.

  6. Carenze per la parte datoriale(2) 3. Occorre impedire lungaggini, contrapposizioni, inerzie: • Individuando responsabilità precise per i datori di lavoro coinvolti (Ministeri, Comitati di settore, Aran…) anche a livello di contrattazione integrativa L’alternativa è tra riportare la rappresentanza negoziale alla politica (pre-riforma 1993) o rendere l’Aran autonoma rispetto al potere politico (possibile riforma?) Restare in mezzo al guado è la soluzione peggiore

  7. La riforma: semplificare e responsabilizzare Il processo della contrattazione collettiva nazionale deve essere semplificato e agli attori vanno attribuiti compiti chiari e responsabilità conseguenti L’accordo del 22 gennaio 2009 apre la strada ad una modifica delle norme esistenti che va in questa direzione

  8. Calcolo degli aumenti del Ccnl Se: il nuovo indice previsionale dell’inflazione (Ipca) sarà applicato ad una “retribuzione convenzionale” che raggruppi le componenti fisse definite dal Ccnl Allora: • si individuerà il “valore” in euro di ogni punto del tasso d’inflazione previsto per ciascuno dei livelli e delle posizioni • le voci incluse nelle “retribuzioni convenzionali” saranno definite in sede di contrattazione di comparto. Quindi: Si semplificherà il calcolo degli aumenti e quello delle risorse complessive necessarie per il rinnovo del Ccnl (almeno per la parte dei minimi tabellari)

  9. Risorse distinte per 1° e 2° livello La posta finanziaria destinata all’aumento dei minimi tabellari sarà distinta dalle risorse per la contrattazione integrativa. Cioè: le risorse per il Ccnl e quelle per la produttività saranno determinate in momenti separati. Di conseguenza: si potrà semplificare e velocizzare la partita degli aumenti della parte fissa delle retribuzioni definita a livello nazionale.

  10. Abolire gli atti d’indirizzo Una semplificazione ulteriore deve riguardare il ruolo della parte datoriale nel negoziato per costruire un sistema in cui la responsabilità dei protagonisti sia incentivata e i compiti rispettati LA PROPOSTA E’: abolire gli atti d’indirizzo che non svolgono più la funzione di garantire gli obiettivi di amministrazione né l’autonomia del negoziatore dalle ingerenze della politica

  11. Riformare l’Aran(1) Le varie componenti della parte datoriale vanno riunificate intorno al tavolo negoziale. Tuttavia la delegazione trattante con il Presidente come unico portavoce, deve essere sostituita da: • un comitato d’indirizzo internoall’Aran costituito da tutti i Presidenti dei Comitati di settore (sul modello del comitato di coordinamento dei comitati si settore), • mentre il comitato di coordinamento dovrà monitorare le trattative e concordare le decisioni con la delegazione.

  12. Riformare l’Aran(2) Occorre una nuova prassi simile a quella del settore privato, in cui: • c’è un solo datore di lavoro al tavolo negoziale, • le “contrattazioni interne” alla parte datoriale sono svolte senza iter formali che ritardano il negoziato. A questo scopo è necessario potenziare l’Aran sia nell’organico, sia rispetto al profilo dei componenti, sia rispetto alla procedura di nomina (e quindi all’autonomia).

  13. Contrattazione integrativa(1) L’individuazione delle risorse e l’indicazione dei criteri per la contrattazione di 2° livello sarà contenuta nei Ccnl. Tuttavia le modalità di svolgimento saranno diverse a seconda che si tratti di: • amministrazioni statali: le risorse saranno definite attraverso la legge finanziaria, • amministrazioni autonome: le risorse saranno rinvenute nei bilanci degli enti.

  14. Contrattazione integrativa (2) Il sistema dovrà garantire che: • I dirigenti siano compensati in base ai risultati raggiunti, • I dipendenti siano valutati da dirigenti interessati ad aumentare l’efficienza dell’organizzazione, • Le singole unità organizzative indichino gli obiettivi di efficienza e utilizzino le risorse messe a disposizione per raggiungerli (contratti di servizio).

  15. Gli obiettivi di efficienza • In sede di contrattazione di 2° livello, dovranno essere attribuiti responsabilità e obiettivi di efficienza a ciascuna delle unità organizzative interne. • I risultati di ciascuna unità organizzativa (ministeri, enti del parastato, istituti di ricerca…) saranno valutati dai servizi di controllo interno. In questo senso dovrà essere rivisto il D.Lgs n. 286

  16. Riformare il sistema di valutazione(1) • La valutazione dei servizi di controllo interni dovranno essere validati da un organismo esterno. • Questo organismo esterno dovrà godere di ampia autonomia e indipendenza (più di quanto previsto dall’attuale legge delega). • Dovrà essere articolato per comparto e avere il compito di verificare (efficacemente!) che le valutazioni del Secin siano condotte con criteri uniformi e con la dovuta professionalità.

  17. Riformare il sistema di valutazione (2) Le valutazioni dei servizi di controllo interni dovranno essere svolte sulla base di indicatori “oggettivi” e in grado di differenziare, evitando di dare a tutti punteggi positivi ed elevati. L’organismo esterno dovrà impedire il verificarsi di questo “inflaction rating” e per questo dovrà avere potere di indirizzo, coordinamentoe controllo sulle attività dei servizi e dei nuclei di valutazione interni

  18. Valutazione e contrattazione nelle amministrazioni centrali Le valutazioni dei risultati raggiunti dai singoli ministeri, agenzie e enti del parastato saranno utilizzati al tavolo delle trattative per: • definire le risorse da destinare alla successiva tornata contrattuale di 2° livello, • definire al suddivisione delle risorse tra i singoli enti (correlandola ai risultati ottenuti da ciascun ente)

  19. Il 2° livello nella Sanità e nelle Autonomie Locali Per la Sanità si può ipotizzare: • Contrattazione a livello regionale sia per la definizione delle risorse che per la loro distribuzione alle singole unità produttive, in base ai risultati validati da organismi di controllo esterno regionali, Per gli Enti locali: • Vanno individuate soluzioni ad hoc visto il numero troppo elevato di Comuni o quello troppo esiguo di Province e Regioni che rendono difficili valutazioni comparative. Il compito delle parti sociali al tavolo nazionale deve essere considerato ampio e responsabile: tanto da prevedere “tetti” alle risorse da destinarsi alla contrattazione aziendale

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