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Storia delle tecniche fotografiche ed elementi per il loro riconoscimento dal 1839 ad oggi

Storia delle tecniche fotografiche ed elementi per il loro riconoscimento dal 1839 ad oggi. La fotografia: immagine o oggetto?. Schematicamente la fotografia è costituita da: supporto; strato di legante e emulsione tra il supporto e l’immagine; immagine chimica finale.

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Storia delle tecniche fotografiche ed elementi per il loro riconoscimento dal 1839 ad oggi

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Presentation Transcript


  1. Storia delle tecniche fotografiche ed elementi per il loro riconoscimentodal 1839 ad oggi

  2. La fotografia: immagine o oggetto? Schematicamente la fotografia è costituita da: • supporto; • strato di legante e emulsione tra il supporto e l’immagine; • immagine chimica finale.

  3. Analisi e strumenti per l’identificazione delle tecniche fotografiche

  4. Metodi e strumenti d’indagine • Esame visuale della fotografia (grado di incidenza dell’illuminazione, 45° o 180° sulla superficie); • esame visuale attraverso strumenti ottici (lente d’ingrandimento, microscopio, ecc. almeno 30 x); • esame stratigrafico; • esame chimico (per esperti).

  5. La fotografia: il supporto Il supporto può essere di varia natura: • carta; • metallo (rame, ferro, ecc.); • vetro; • pellicola flessibile (nitrato di cellulosa, acetato di cellulosa, diacetato di cellulosa, triacetato di cellulosa, poliestere, ecc.) • ecc.

  6. Immagine a tono continuo; struttura della carta: 1 strato:carta salata, cianotipo, platinotipo; 2 strati: albumina, procedimento al carbone; 3 strati: gelatina ad annerimento diretto, collodio ad annerimento diretto, gelatina sviluppo chimico Immagine ottenuta con un retino; struttura della carta: 1 o più strati; caratteristiche della superficie: lucida od opaca. Processi: mezzitoni; fotoincisione; collotipo; ecc. Fotografia a toni continui e a mezzitoni

  7. La fotografia: legante. 1 Lo strato di legante tra il supporto e l’immagine ha diverse funzioni, la più importante è quella di rendere più sensibile alla azione della luce i sali di metallo in esso disciolto per migliorare la qualità dell’immagine. Sono stati utilizzati: • albumina (dal 1855 al 1895); • collodio (dal 1851 al 1880); • gelatina (dal 1871 ad oggi) (emulsione); • gomma arabica (dal 1930 ad oggi); • ecc.

  8. La fotografia: legante e emulsione. 2 Nel legante sono disciolti i sali di un metallo sensibile alla luce; l’associazione del tipo di un legante con un metallo, a volte combinato con il supporto, determina il procedimento fotografico; i sali di metallo sensibili all’azione della luce sono: • argento; platino; ferro. Vi sono procedimenti, invece, che impiegano: • pigmenti (minerali: carbone, terre colorate, ecc.) • coloranti organici (anilina, ecc.).

  9. Legante e emulsione • Legante: sostanza trasparente che trattiene in sospensione le particelle che formano l’immagine, “legando” l’immagine al supporto; • Emulsione: gelatina, stesa sulla pellicola o sulla carta fotografica, in cui sono disciolti fini sali d’argento sensibili all’azione della luce.

  10. Emulsione • L’emulsione è costituita da uno strato sensibile alla luce che ricopre le lastre, le carte fotografiche e le pellicole; • sostanze particolarmente sensibili alla luce: cloruro, bromuro e ioduro d’argento= alogenuri dell’argento • AgN03+ KCl= AgCl+ KN03 (nitrato d’argento + cloruro di potassio =cloruro d’argento+nitrato di potassio) • gli alogenuri d’ag. con l’addizione della gelatina aumentano notevolmente la loro sensibilità alla luce; • la quantità di uno di questi elementi composti rispetto agli altri determina la qualità dell’emulsione e le caratteristiche di una pellicola o di una carta

  11. Emulsione: annerimento direttoSilver Printig-out Paper (P.O.P.) • Formula base: AgN03+ KCl= AgCl+ KN03 • (nitrato d’argento + cloruro di potassio =cloruro d’argento+nitrato di potassio) • la diversa quantità di nitrato d’argento e cloruro di potassio presente determinano due tipi di emulsione completamente diverse: • se la quantità di nitrato d’argento è maggiore si otterrà una emulsione ad annerimento diretto; • esposta direttamente alla fonte luminosa, infatti, forma l’immagine e non ha bisogno di un’agente di sviluppo; • l’immagine assume un tono bruno rossiccio

  12. Annerimento diretto

  13. Emulsione: a sviluppoSilver Developing-Out Paper (D.O.P.) • Se la quantità di cloruro di potassio è superiore si otterrà una emulsione più complessa che necessità di sviluppo per rivelare l’immagine; • esistono differenze sensibili tra le varie emulsioni a sviluppo, le quali dipendono dal particolare alogenuro d’argento impiegato

  14. A sviluppo

  15. Tipi di emulsione

  16. Annerimento diretto La luce modifica la struttura molecolare dei sali di metallo producendo direttamente l’immagine senza l’utilizzo di sviluppo chimico; carta salata (argento); albumina (argento); cianotipo (ferro); platinotipo (platino); stampe al collodio-cloruro e alla gelatina collodio-cloruro (argento). A sviluppo La struttura molecolare dell’argento è a filamenti e ha necessità di agente chimico per sviluppare l’immagine latente; gelatina al cloro-bromuro d’argento; gelatina al bromuro d’argento. Positivi fotografici

  17. Annerimento diretto formazione dell’immagine visibile per l’esposizione prolungata alla luce solare; lavaggio per rimuovere l’eccesso di nitrato d’argento; viraggio (oro, selenio, ecc.); fissaggio; lavaggio; asciugatura A sviluppo breve esposizione alla luce per la formazione dell’immagine “latente”; sviluppo chimico; arresto dell’azione di sviluppo con una soluzione chimica; fissaggio; lavaggio finale; asciugatura Schema dei processi fotografici

  18. Composti metallici sensibili alla luce: argento; platino; ferro. Composti non metallici: pigmenti minerali (carbone e terre) che associati a sostanze organiche (gelatina e gomma) in presenza di bicromato si rendono insolubili dopo l’esposizione alla luce. Procedimenti metallici e non metallici

  19. Dagherrotipo • Inventato da Louis-Jacques-Mandè Daguerre nel 1837, scoperta annunciata nel 1839, fu utilizzato sino al 1865. • Caratteristiche: supporto in lastra di rame argentata; • esposta ai vapori di mercurio che si combinano con l’argento predisponendola per l’esposizione nella camera ottica. Una volta impressionata veniva trattata con vapori di mercurio combinandosi con lo ioduro d’argento formatosi sulla lastra; • fissaggio: in cloruro di sodio: • Immagine a specchio (positivo e negativo); • copia unica; • formati: lastra intera (21,5x16,5) al 1/16 di lastra • confezionato in cofanetti, cornici in legno, ecc. • colorazione manuale

  20. Passe-partout • Generalmente in ottone, superficie opacizzata e lavorata; • forme:ottagonale ed ellittica dal 1840-1850 ca. • ovale: dal 1845 ca. • altre forme più raffinate e complesse dal 1850 ca. al 1860 ca.

  21. Custodie • Dal 1839 al 1860 ca.: cuoio in Inghilterra e USA; • dal 1840 ca. in poi cornici in legno sagomate; • dal 1850 in poi diverse manifatture fabbricarono astucci e cornici per dagherrotipi e ambrotipi; • dal 1845 ca. impreziositi da motivi floreali e arricchiti con velluti e decori in oro

  22. Marchio di fabbrica • Il numero denota la qualità della lastra dagherrotipica: 40 indica 1/40 dello spessore della lastra di rame è composto da una sottilissima lamina d’argento e 39/40 di rame

  23. Montaggio

  24. Formati delle lastre • Lastra intera (full plate) 215x165 mm • Mezza lastra intera(full / half plate) 180x140 mm • Mezza lastra (half-plate) 160x120 mm • Quarto di mezza lastra (quarter /half plate) 130x100 mm • Quarto di lastra (quarter-plate) 105x80 mm • Sesto di lastra (sixth-plate) 80x70 mm • Nono di lastra (ninth-plate) 70x55 mm

  25. Ambrotipo • Procedimento messo a punto nel 1854 da J.A.Cutting, basandosi sull’ invenzione di Frederick Scott Archer del collodio umido (1851), fu utilizzato sino al 1865 ca. • Caratteristiche: immagine negativa ottenuta con il collodio in cui veniva disciolto nitrato d’argento. Il collodio, sbiancato con cloruro di mercurio, permetteva di vedere l’immagine negativa anche in positivo se la lastra veniva posta su un panno nero o verniciata, sul verso, di nero; • azione chimica: acido pirogallico; • supporto: vetro; • copia unica • confezione in cofanetto di guttaperca, cornice, gioielli, ecc.

  26. Ferrotipo • Inventato dal fotografo francese A.Martin nel 1853 e perfezionato da H.Smith nel 1856 fu utilizzato sino al 1880ca. • Caratteristiche: immagine negativa ottenuta con nitrato d’argento disciolto nel collodio; • azione chimica: acido pirogallico; • supporto: sottile lastra in ferro laccata di nero; • copia unica; • confezione: astucci, cornici, album, bottoni, ecc.

  27. Ferrotipo

  28. Calotipo e carta salata • Inventato da William Henry Fox Talbot nel 1841 fu utilizzato sino al 1862. Primi esperimenti condotti nel 1833. • Caratteristiche: positivo ottenuto sensibilizzando un foglio di carta imbibita in un bagno di cloruro di sodio e sensibilizzata con nitrato d’argento. La combinazione dava origine al cloruro d’argento sensibile alla luce; • azione chimica o sviluppo, fissaggio, viraggio. Immagine bruno-rossastra; • supporto: carta; • dal positivo si ottiene il negativo e da questo un numero illimitato di copie positive; • struttura: 1 strato.

  29. Calotipo cerato • Inventato da L.-D. Blanquart-Evrard nel 1844 e perfezionato da Gustave Le Gray nel 1851 e utilizzato sino al 1860 ca. permetteva di avere maggiore ricchezza di dettagli e una più ampia gamma di toni; • caratteristiche: nitrato d’argento su carta salata; • azione chimica o sviluppo: acido pirogallico; • supporto: carta cerata.

  30. Cianotipo • Procedimento inventato da J.Herschel nel 1842. • Utilizza sali di ferro sensibili alla luce. • Caratteristiche: l’immagine fotografica è di colore blu per la tipica colorazione che assumono i sali di ferro; • supporto: carta; • struttura: 1 strato.

  31. Negativo al collodio umido • Inventato da Frederick Scott Archer nel 1851 fu utilizzato sino al 1860 ca. • Caratteristiche: veniva utilizzato il collodio umido trattati con ioduro o bromuro di potassio e combinato con una soluzione di nitrato d’argento; • veniva esposto il negativo ancora umido per non far perdere la sensibilità all’emulsione; • sviluppo: acido pirogallico; • supporto: vetro; • dal negativo: stampe positive all’albumina.

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