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L’ Infermiere di comunità e le opportunità di reinterpretare il lavoro di equipe

L’ Infermiere di comunità e le opportunità di reinterpretare il lavoro di equipe. Reggio Emilia, 22 de novembre de 2005. Objetivos. Descrivere brevemente le caratteristiche fondamentali del modello sanitario catalano

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L’ Infermiere di comunità e le opportunità di reinterpretare il lavoro di equipe

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  1. L’ Infermiere di comunità e le opportunità di reinterpretare il lavoro di equipe Reggio Emilia, 22 de novembre de 2005

  2. Objetivos Descrivere brevemente le caratteristiche fondamentali del modello sanitario catalano Spiegare le prestazioni sanitarie a livello d’attenzione specializzata, d’attenzione primaria generate a radice delle necessità esposte dalla cittadinanza. Analizzare le proposte d’azione dell’infermeria comunitaria alla luce di un modello d’infermeria. Valutare il ruolo dell’infermeria come membro di un Equipe di Salute. Proporzionare elementi di riflessione sul futuro professionale dell’infermeria comunitaria e le opportunitá che tiene a sua disposizione per interpretare il lavoro di equipe.

  3. Sistema sanitario misto, proprio dello Stato, con estensione del modello a tutte le linee di prodotti sanitari e socio-sanitari • -Integra una sola rete di utilizzo pubblico, tutte le risorse sanitarie esistenti, siano o no di titolaritá pubblica e che raccoglie una tradizione di enti (mutua, fondazioni, consorzi, centri della Chiesa...) storicamente dedicati a l’attenzione alla salute.

  4. Attualmente il CAT SALUT si definisce come assicurazione pubblica di Catalogna, agendo come garante delle prestazioni sanitarie di copertura pubblica con la finalità porre, al servizio di cittadine e cittadini, le risorse sanitarie, economiche e umane, secondo criteri di uguaglianza, qualità ed efficienza.

  5. Il CAT SALUT compra questi servizi a diversi provvisori, attraverso contratti in cui si raccolgono gli obbiettivi da offrire, di salute e servizi. I contatti si basano in un portafoglio pubblico con prestazioni variabili e invariabili. Le infrastrutture sono di titolarità pubblica di appartenenza al CAT SALUT, con contratti di cessione.

  6. Fornitori: • L’Istituto Catalano di Salut che gestisce più del 78% degli Equipe di Attenzione Primaria. Concretamente di 398 Centri d’Attenzione Primaria, 269 sono del ICS. • Le altre entità fornitrici (Consorzi, Società e Fondazioni) gestiscono, 64 EAP • Le Entità di Base Associative, EBA’s (Società cooperative e Società limitate da professionisti sanitari) gestiscono 13 EAP • Esistono inoltre 805 consultori municipali

  7. Nelle Aree Basiche di Salute di Catalogna lavorano un totale di: • 3.918 infermiere • 565 Ausiliari di Infermeria • 3.650 medici di famiglia • 918 pediatra • 212 lavoratori sociali • 2.213 ausiliari amministrativi • di personale non integrato nel nuovo sistema, con statuto differente

  8. UFIS UFIS Unità Funzionali Interdisciplinari Socio sanitarie che agiscono a livello ospedaliero UHDS UNITÁ d’attenzione, Ospedalizzazione a Domicilio PADES Programma d’attenzione domiciliare -equipe di aiuto Hospital Infermeria di unione ospedale – Attenzione Primaria Centro de Atención Primaria PIUC Programma Integrale di Urgenza in Catalogna ATDOM Attenzione a Domicilio ETODA Equipe di Terapia in Osservazione Diretta Ambulatoria

  9. necessità x Dall’ottica infermieristica il contributo delle infermiere deve essere la promozione e il miglioramento della qualità di vita intendendo per questo: “il benestare soggettivo ottenuto per la persona attraverso l’unione della massima indipendenza nella soddisfazione delle necessità basiche, d’accordo con le proprie conseguenze, che sono in funzione dell’età, sesso, tappe di sviluppo e situazione in cui si incontra”

  10. Le tappe del ciclo di vita si descrivono come: • Risvegliando alla vita: da 0 a 1 anno • Camminando verso l’autonomia: da 1 a 3 anni • Prendendo le prime iniziative e responsabilità: da 3 a 6 anni • Sviluppando le proprie competenze: da 6 a 12 anni • Consolidando la propria identità: da 12 a 18 anni • Acquisendo compromessi e sviluppando l’intimità: da 18 a 30 anni • Camminando verso la pienezza della vita: da 30 a 50 anni • Apprendendo a utilizzare la propria saggezza: da 65 a 75 anni • Salutando la vita: più di 75 anni.

  11. Individualmente Comunità Famiglia

  12. EQUIPE CURE PRIMARIE L’Equipe di salute. È un gruppo di professionisti sanitari e nonsanitari che dirige e sviluppa le attività d’attenzione alla popolazione di un Area Basica di Salute. Detti professionisti offrono un’attenzioneintegrale che include l’attenzione e la prevenzione delle malattie, l’educazione in abiti salubri e la orientazione nell’assistenza sociale.(LOSC)

  13. Nella pratica quotidiana esistono paradossi sui differenti modelli d’attenzione esistenti, uno d’orientazione estremamente biologa non esente da una buona dosi di paternalismo e “ospedalcentrismo”, l’altro quelli che comprendono le differenti leggi e normative esistenti. L’ attività assistenziale si riferisce, basicamente e in maniera esclusiva, al diagnostico e trattamento della patologia, concezione di uno modello anteriore scaduto che si pensava andasse distinguendosi man mano che si consolidasse il contenuto delle normative regolatrici dell’attuale sistema sanitario e le raccomandazioni internazionali.

  14. Qualche attività preventiva e educativa, il potenziamento dello sviluppo delle capacità individuali, l’adattamento alle situazione di salute propria e l’intorno, il miglioramento del potenziale di salute individuale e collettivo e tanti altri servizi incaricati all’infermeria comunitaria, sperano pazientemente il proprio turno, lottando contro la mancanza di tempo e la passività.

  15. Se in qualche cosa esiste un ampio consenso relazionato con la professione d’infermeria è nella sua difficoltà nel farsi visibile ed identificabile nella società.

  16. Solo un 32% della cittadinanza utilizza i servizi d’infermeria comunitaria a differenza di altre linee assistenziali, Quelli che le utilizzano considerano in maniera molto positiva i cittadini d’infermeria e il loro ruolo di mediatori nei conflitti con l’equipe..

  17. Esiste un: Freno allo sviluppo della professione di infermeria. Reticenza ad esercitare la propria autorità nei nuovi ambiti di competenza. Rifugio nel ruolo tradizionale: più sicurezza, evita conflitti e tensioni e da risposta a ciò che chiedono i suoi superiori immediati. Ciò comporta un evidente rischio nell’ambito della responsabilità professionale, e un abbandono delle attività che corrispondono al suo ambito di competenza professionale.

  18. L’aumento nella quantità e complessità della domanda sanitaria sta supponendo un’alta pressione sulla professione, che la induce a sviluppare sforzi addizionali sistematici per attendere adeguatamente agli utenti. Questi sforzi aggiuntivi rispondono, fondamentalmente, alle caratteristiche fondamentali degli utenti (intorno, lingua...) e la complessità crescente delle domande, cosa che eccede le possibilità professionali e organizzative

  19. L’esperienza professionale è sufficiente per prendere decisioni tecniche in maniera indipendente, però il livello di controllo sull’organizzazione sociale del proprio lavoro e l’orientazione sociale e ideologica dell’ente per cui lavora è molto minore.

  20. I problemi più importanti del suo esercizio professionale sono: le retribuzioni insufficienti, la mancanza di incentivi, la precarietà professionale, insufficiente personale, la mancanza di riconoscimento sociale e politico della professione, le difficoltà che comporta far in modo che le priorità professionali formino parte degli obbiettivi organizzativi.

  21. Le esperienze professionali non soddisfano, l’inadeguatezza tra la formazione ei lavoro che realizzano, le difficoltà d’accesso all’informazione continua, il rendere routine l’esercizio professionale. Questi elementi agiscono come distorsione che non favorisce il lavoro cooperativo

  22. Dinanzi la possibilità di costruire ENTI DI BASE ASSOCIATIVA per la direzione di Centri d’Attenzione Primaria di Salute, le infermiere non si sono costituite come titolari dell’impresa. La domanda pubblica non ha fomentato l’opportunità, ne si ha incentivato alle infermiere imprenditrici, a costruire imprese anche se, il prescindere delle necessità d’attenzione di salute, della deficienza dei servizi e del rispondere a queste, è stato la forza motivante che ha dato impulso all’avanzamento scientifico e la professionalizzatone dell’infermeria.

  23. ¿Qual è il futuro professionale dell’infermeria e quali le opportunità che tiene a sua disposizione per reinterpretare il lavoro in equipe?

  24. Si considera preferibile che l’infermeria adotti un ruolo professionale più d’assessore, più sociale, più orientato al benestare, però il collettivo è pessimista e non crede che il concetto di salute che incorpora la dimensione più utopica e che implicherebbeche i centri sanitarisi convertano in scenari di promozione di salute, sia oggi giorno, fattibile.

  25. Sia il lavoro in equipe sia l’introduzione di aspetti relazionati con la felicità, la bellezza, l’intelligenza nella definizione di salute, si considerano utopie irraggiungibili nell’ambito del neomenagement o modello di gestione sempre più predominante nelle organizzazioni

  26. Ê necessario cercare: l’adeguata articolazione dei ruoli Promuovere: un’attitudine positiva nei confronti dei cambi innovatori Fomentare: la comunicazione e la coordinazione, l’ottima relazione a livello di daffare e la situazione socio-affettiva. Potenziare: l’autonomia nella gestione, l’implicazione attiva di tutti

  27. , Studiare e analizzare le norme e i valori condivisi, i fini e i valori dell’organizzazione per: Favorire la mutua accettazione La libera comunicazione e la non competitività. Il Lavoro cooperativo PROPORZIONA una qualità ottima dei prodotti. Personale d’infermeria sufficiente e una preparazione adeguata evitano recidività negli ospedali e diminuiscono i costi d’assistenza

  28. Il lavoro in collaborazione si produce di forma praticamente naturale quando la comunicazione tra i membri dell’equipe è facile e fluida, si sentono comodi e percepiscono che esiste un vincolo profondo tra di loro. Le attitudini dei differenti membri dell’equipe con status differenti, rendono difficile la comunicazione. L’infermeria deve abbandonare il ruolo passivo e complessato.

  29. Per costruire una cultura di collaborazione, le organizzazioni devono capire le relazioni che si stabiliscono tra i membri del gruppo, il sistema di significati ed i processi di legittimazione che si stabiliscono.

  30. È necessario unire criteri nei compiti e nella serie di servizi d’infermeria, promuovere l’intercambio d’esperienze al rispetto, migliorare l’accettazione e lo sviluppo delle normative e direttive degli organismi di salute, potenziare le identità di ogni professionista con il gruppo di lavoro. Ascoltare le proposte alternative che permettano migliorare i prodotti, favorendo l’analisi dei problemi del gruppo e le risposte ai problemi esposti.

  31. Esistono nuove alternative nella prestazione di cure mediche e d’infermeria che obbligano a tenere in considerazione che la connessione tra livelli assistenziali e il lavoro in equipe è urgente e necessario. Si deve migliorare la comunicazione interprofessionale, la coordinazione e sincronizzazione dei differenti servizi per ottenere standard di ottima qualità.

  32. Garantire il rispetto per la differenza, accettare la complementarietà come cultura di maggior benefici e generare un clima lavorativo che diminuisca le ansietà individuali, sono le azioni determinanti e la opportunità che hanno a loro disposizione i professionisti sanitari per reinterpretare il lavoro in equipe.

  33. Un aumento della partecipazione alla risoluzione dei problemi e alla presa di decisione, incrementa la produttività e la soddisfazione dei membri dell’equipe

  34. La globalizzazione e gli avanzi tecnologici della comunicazione dovranno dar luogo alla consolidazione di una sanità globalizzata, all’articolazione dell’esercizio nell’ambito di reti professionali con visione trasversale dei cittadini che penetrano le barriere organizzative. La creazione di spazi virtuali, amplierà l’intervento sociale del le infermiere.

  35. Educazione Multiprofessionale L’infermeria non è un lusso, bensì una necessità. .

  36. rosa.queral@urv.net

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