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Ottimizzazione della terapia nel paziente con comorbilità internistiche. Paolo Benna Dipartimento di Neuroscienze Università di Torino. Comorbilità. Alvan R. Feinstein. The pre-therapeutic classification of co-morbidity in chronic disease. J Chronic Dis, 23: 455-468, 1970.
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Ottimizzazione della terapia nel paziente con comorbilità internistiche. Paolo Benna Dipartimento di Neuroscienze Università di Torino
Comorbilità • Alvan R. Feinstein. The pre-therapeutic classification of co-morbidity in chronic disease. J Chronic Dis, 23: 455-468, 1970. • Concomitanza di più di una condizione morbosa in una stessa persona. • Rapporto bidirezionale • Differenti trends temporali di esordio • C precede E • C causa o fattore di rischio per E • Fattori di rischio comuni per C e E • Casuale successione di eventi • C ed E esordiscono contestualmente • Ipotizzabile eziologia comune • E precede C • Come per (1.)
N.B. Malnutrizione “terapeutica”
Epilessia e comorbilità • Virtualmente ogni condizione morbosa può associarsi con epilessia • In alcuni casi interferendo con essa, talora a causa dell’interazione tra i farmaci necessari per le due condizioni • In molte condizioni l’associazione tra epilessia ed altra patologia non è casuale: • malattie neurologiche che causano anche epilessia • malattie sistemiche con interessamento multiorgano: • m. metaboliche • m. cromosomiche • m. mitocondriali • m. infettive
Gaitatzis A, Carroll K, Majeed A, Sander JW. The epidemiology of the comorbidity of epilepsy in the general population. Epilepsia, 45: 1613-1622, 2004. • U.K. 1995-98; 5.834 pazienti, 1.035.809 controlli = prevalenza: 5,6 per 1.000 • Studio non disegnato per stabilire successione temporale Prevalence ratios Disturbi psichiatrici circa 2 Tumori cerebrali (16 - 64 a.) 70 Meningiomi (> 64 a.) 90 Demenza 6.3 Malattia di Alzheimer 8 Vasculopatie cerebrali (16 - 64 a.) 14 (> 64 a.) 5.5 Malattia di Parkinson 3.2
Gaitatzis A, Carroll K, Majeed A, Sander JW. The epidemiology of the comorbidity of epilepsy in the general population. Epilepsia, 45: 1613-1622, 2004. Prevalence ratios Neoplasie 1.05 Cardiopatia ischemica 1.34 Insufficienza cardiaca 1.68 Malformazioni cardiache 7.34 Diabete mellito 1.57 Polmoniti 3.19 Emorragie gastro-intestinali 3.37 Fratture 2.17 Frequenza invariata: eczema, osteoartrite, artrite reumatoide Ipotesi: - fattori eziologici o di rischio comuni - conseguenze della malattia o della terapia
Malattia di Alzheimer ed epilessia 10 % : crisi 10 % : mioclonie Esordio possibile in qualunque momento del decorso, ma mioclono è spesso tardivo EEG: • gravità alterazioni EEG correla con entità del disturbo cognitivo (ma scarsa specificità per tipo di demenza) ma: scariche epilettiformi ed onde trifasiche non sono fattori predittivi per crisi
M. di Alzheimer e sclerosi ippocampale Sclerosi ippocampale (o MTS) = marcato depauperamento neuronale + gliosi in settore CA1 dell’ippocampo Frequente riscontro (autoptico o RMN; isolata o associata ad altre specifiche alterazioni neuropatologiche) in AD, altre sindromi dementigene (demenza fronto-temporale, demenza con corpi di Lewy) Epilessia limbica, principale causa di MTS, di raro riscontro in p. con demenza associata a MTS
Revisione di 29 studi (1905-2001) Prevalenza media: 2.3 % (range: 0.5 – 10.8 %) in 17.239 pazienti con SM diagnosticata clinicamente _________________
Epilessia e sclerosi multipla Problemi diagnostici: • D.D. con manifestazioni parossistiche non epilettiche • nevralgia trigeminale • emispasmo faciale • spasmi tonici dolorosi • sintomi deficitari di breve durata • diagnosi di MS: • vecchie casistiche • encefalomieliti disseminate post-infettive
Epilessia e sclerosi multipla Base anatomica: • aree di infiammazione, edema, demielinizzazione • in corteccia o nella sostanza bianca sottocorticale (sottostimate con RM) • frequente interessamento frontale (1/3) raro ippocampale (2%) Trend temporale: • crisi più probabili in relapsing ? • crisi possibile unica manifestazione di relapsing • possono essere unico o solo sintomo ??
Comorbilità epilessia – emicrania… e altre patologie parossistiche (es. distonie) • Disturbi cronici caratterizzati da attacchi ricorrenti • Più evidente in studi clinici che nella pratica quotidiana (sintomi emicranici sottovalutati o male interpretati in p. epilettici) [Bigal et al, 2003] • Elemento da considerare nella strategia farmacologica (VPA, TPM, GBP, [ZNS], [LEV])
Comorbilità epilessia – emicrania:elementi epidemiologici • Probabilità circa doppia per i portatori di un disturbo di sviluppare anche l’altro • Nella popolazione generale, prevalenza: • epilessia: 0,5 – 1 % • emicrania: 6 % uomo, 15-17 % donna • Epilessia in emicrania: 5,9 % [1-17%] • Emicrania in epilessia: 8-15 % [Andermann e Andermann, 1987] • Gaitatzis et al (2004): • PR per emicrania in epilessia: 1,63 (16-64 a.) – 1,23 (> 64 a.) • PR (16-64 a.): maschi: 2,10 femmine: 0,98
Comorbilità epilessia – emicrania:elementi epidemiologici • Rischio presente sia in epilessia generalizzata che parziale • Rischio maggiore nell’epilessia generalizzata • Non rilevante eziologia (idiopatica e sintomatica) • Non rilevante l’età di esordio • Segnalata prognosi peggiore per epilessia (minor tasso di remissione, minore risposta a AED) in presenza di emicrania [Velioglu et al, Cephalalgia 2005]
Malattie metaboliche ereditarie • 25% delle entità sono clinicamente evidenti alla nascita • oltre il 90% entro la pubertà • Frequente il coinvolgimento del sistema nervoso centrale • Comune, in tale contesto, la presenza di epilessia, eterogenea nelle varie entità cliniche
Malattie metaboliche ereditarie • La terapia, ove possibile, è mirata alla correzione del disturbo metabolico, ad es.: • Ipoglicemia • Iponatremia, ipocalcemia, ipomagnesiemia • Diete specifiche (fenilchetonuria) • Enzimi sostitutivi (m. di Gaucher) • Anzi, spesso le crisi non rispondono agli AED, ad es.: • Epilessia piridossino-dipendente • Sindrome da deficit della proteina veicolante il glucosio (dieta chetonica) • In alcuni casi, anzi, gli AED possono peggiorare il quadro clinico; es.: • VPA nei deficit di ossidazione degli acidi grassi, per interferenza con tale processo e conseguente deplezione di carnitina
Encefalomiopatie mitocondriali La sintomatologia critica è differente nelle tre varianti principali: • Sindrome di Kearns-Sayre • Oftalmoplegia, retinopatia (aritmia, atassia, iperproteinorrachia) • Crisi rare • MERRF (myoclonus epilepsy with ragged-red fibers) • Epilessia mioclonica progressiva • GTC, fotosensibilità • MELAS (mitochondrial encephalomyopathy, lactic acidosis with stroke-like episodes) • Crisi parziali e/o generalizzate
Malattie infettive e parassitarie • Ampio spettro di frequenza di interessamento del S.N.C. e conseguente epilessia. • Crisi epilettiche o epilessia possono essere sintomo di esordio o principale in entità quali: • Encefalite erpetica • Altre encefaliti virali • Infezioni da HIV (circa 10% dei pazienti ospedalizzati) • Neurocisticercosi (lesioni cerebrali da Taenia solium, responsabile del 50% delle epilessie ad esordio in età adulta nei paesi in via di sviluppo) • Malaria • Toxoplasmosi • Meningite batterica acuta (specie da Hemophilus influenzae) • Meningite tubercolare (crisi all’esordio nel 10% dei casi)
Malattie infettive e parassitarie E’ descritta tuttavia una maggiore incidenza di epilessia anche in condizioni quali: • Sifilide (paralisi progressiva) • Rickettsiosi • Tripanosomiasi • Amebiasi • Schistosomiasi • Trichinosi • Filariosi
Lupus eritematoso sistemico • Segni neurologici fino al 75% dei casi • Crisi parziali e generalizzate nel 17 – 37 % • Eziopatogenesi delle crisi multifattoriale: • Infarti cerebrali da: • vasculiti causate da deposizione di immuno-complessi • emboli da endocardite • aumentata aggregazione piastrinica • ipercoagulabilità • Encefalopatia metabolica • Inoltre molti farmaci, tra cui vari AED e procainamide, possono indurre lupus (solitamente di entità moderata, limitato alla cute ed alle articolazioni)
Sindrome antifosfolipidi Ab anticoagulante lupico Ab anticardiolipina Eventi ischemici interferenza di aPL con cellule endoteliali > attività procoagulante > occlusione vasale Ruolo diretto di aCL riscontrati in 20% p. con epilessia (incluse le forme di nuovo esordio) interferenza con recettori GABA (riduzione correnti Cl) reversibile (?)
Epilessia e comorbilità con malattie prevalentemente extraneurologiche Esempi: malattia celiaca Intolleranza permanente al glutine Malassorbimento, diarrea, anemia, bassa statura …. Dermatite erpetiforme, difetto dello smalto dentario, disturbo neurologico Epilessia nell’1,5 – 5 % dei casi (possibile sintomo di esordio) trapianto epatico
Celiachia: manifestazioni neuropsichiatriche • Epilessia • prevalenza aumentata: 3,5 – 5,5 % [range: 1% - 21,5%] • Atassia cerebellare • fino al 49 % dei pazienti • Neuropatia • specie polineuropatia assonale sensori-motoria • Cefalea • 29% - 46%, raramente con calcificazioni cerebr. • Depressione • circa 30% • Autismo
Malattia celiaca ed epilessia Sindrome tipica (Sammaritano et al., 1988; Gobbi et al., 1992) consiste in: m. celiaco + epilessia + calcificazioni cerebrali (occipitali serpiginose) = circa 60 % delle epilessie nei pazienti con celiachia Più frequente nei pazienti non trattati Possibile, e frequente, in m. celiaco latente (assenza di sintomi tipici) Esordio possibile a ogni età, più frequente intorno a 6 anni Inizialmente benigna, poi frequente farmacoresistenza Diagnosi: anticorpi antigliadina, test da carico di xilosio, biopsia del digiuno Diagnosi differenziale con cause note di calcificazioni: s. di Sturge-Weber; encefaliti, meningiti; leucemie; chemioterapia
Trapianto epatico Epilessia non tipica di encefalopatia epatica Crisi epilettiche nel 10-29% dei trapiantati Più frequente dopo secondo trapianto Cause: • Sottostante complicanza cerebrale strutturale • Dismetabolismi multipli (fluttuazione della sodiemia, ipomagnesiemia, ipocalcemia) • Terapia immunosoppressiva (ciclosporina: + tremori, parestesia, diffusa leucomalacia) Terapia: • Opportuno evitare AED potenzialmente epatotossici e/o con elevato legame proteico e/o metabolizzati con ossidazione epatica
AED e interazioni con altri farmaci In buona misura dipendenti dal metabolismo epatico degli AED: - ossidazione - glucuronazione Induttori (CYP1A2, CYP3A4): PB, PHT, PRM, CBZ Deboli induttori: OXC, FBM, TPM Inibitori: VPA Indifferenti: GBP, LEV, TGB, VGB, ZNS Gli effetti sono più sensibili per i farmaci metabolizzati per via ossidativa, tra cui: estrogeni, teofillinici, anticoagulanti orali, corticosteroidi
Antibiotici Numerose reciproche interazioni riportate, tra le altre: Macrolidi alcuni (eritromicina, claritromicina) sono potenti inibitori di CYP3A4 aumento di concentrazione di CBZ (fino a 4 volte) Imipenem marcata riduzione di concentrazione di VPA (inibizione dell’assorbimento intestinale) Cloramfenicolo metabolismo aumentato da PB e ridotto da PHT a sua volta aumenta concentrazioni di PHT e PB
Ormoni sessuali Danazolo (estrogeno sintetico) potente inibitore del metabolismo di CBZ (livelli plasmatici aumentati di 50-100%) Contraccettivi estro-progestinici • efficacia ridotta da CBZ, PHT, PB, PRM, OXC, FBM • opportuno prescrivere composti contenenti 50 g di etinilestradiolo (75 o 100 g se perdite ematiche intermestruali) • effetto di TPM irrilevante fino a 200 mg/dì • estro-progestinici non modificano concentrazioni di AED, con eccezione di LTG (ridotta del 40-65%)
Come ridurre le conseguenze potenzialmente negative delle interazioni tra AED e altri farmaci - 1 Somministrare altri farmaci solo in presenza di chiare indicazioni cliniche Tener conto delle interazioni più importanti, spesso prevedibili in base agli effetti di un dato farmaco sugli isoenzimi epatici e modificare di conseguenza le dosi dei farmaci Sorvegliare la risposta clinica dopo aggiunta o sospensione di un secondo farmaco, per un tempo appropriato alle caratteristiche farmaco-cinetiche e -dinamiche di questo Considerare la possibilità di un’interazione tra farmaci in presenza di variazioni inattese della risposta Se possibile, e se indicato, determinare le concentrazioni plasmatiche dei farmaci
Come ridurre le conseguenze potenzialmente negative delle interazioni tra AED e altri farmaci - 2 Utilizzare AED con basso potenziale di interazione per trattare pazienti con altre patologie: - influenzano scarsamente gli enzimi epatici: TPM, LTG, LEV, TGB, GBP - eliminazione renale (= minimo potenziale d’interazione): GBP, LEV In pazienti trattati con AED utilizzare, all’interno di una classe di farmaci, quelli con minore interazione potenziale esempi: H2 antagonisti: famotidina preferibile a cimetidina ß-bloccanti: atenololo preferibile a metoprololo Informare il paziente delle possibili interazioni e raccomandare cautela nell’uso di sostanze che non richiedono ricetta medica
Alcuni AED posseggono efficacia clinica per altre condizioni patologiche L’effetto può essere sfruttato, semplificando la terapia, in caso di comorbidità: • dolore neuropatico: CBZ, GBP • tremore: PRM, TPM • emicrania: VPA • stabilizzazione dell’umore: VPA, CBZ, OXC • obesità: TPM