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Storia dell’elettrostatica

Storia dell’elettrostatica. Fu lo scienziato tedesco Otto von Guericke   nel 1660 a realizzare la prima macchina elettrostatica, una macchina in grado cioè di produrre elettricità statica in quantità importanti.

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Storia dell’elettrostatica

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Presentation Transcript


  1. Storia dell’elettrostatica

  2. Fu lo scienziato tedesco Otto von Guericke  nel 1660 a realizzare la prima macchina elettrostatica, una macchina in grado cioè di produrre elettricità statica in quantità importanti Si trattava di una grande sfera di zolfo che veniva fatta ruotare su di un asse di legno che la attraversa: mentre la sfera ruota viene elettrizzata mediante lo strofinio di una foglia di palma sufficientemente essiccata e a un certo punto si osserva il crepitio e la luminescenza che accompagnano l’elettrizzazione del globo (“fuoco elettrico”).

  3. Alcuni anni dopo Stephen Gray (1666-1736) in Inghilterra facendo esperimenti con le macchine elettrostatiche siaccorse che c’erano corpi in grado di trasportare la virtù elettrica (chiamati in seguito conduttori) e altri che invece mantenevano localizzato il fluido elettrico là dove era stato generato (isolanti). “Quando la linea che trasportava la virtù elettrica era sostenuta  da fili metallici l'effluvio arrivava ai fili di sospensione, passava attraverso questi fili alle travi e così non andava oltre lungo la linea che doveva condurlo alla palla d'avorio.” Gray inoltre si accorse anche che per elettrizzare un corpo non è necessario strofinarlo ma è possibile ottenere la cosa mediante l'avvicinamento al corpo da elettrizzare di un corpo elettrizzato (elettrizzazione per induzione).

  4. Sull'elettricità si concentrò l’ interesse dei salotti aristocratici del Settecento. Una ragazza, sospesa su un seggiolino, viene elettrizzata con una macchina elettrostatica

  5. Un giovanetto, sospeso con una corda, viene elettrizzato attraverso i piedi e, con la mano, è in grado di attrarre piccoli pezzetti di carta

  6. Un giovanetto sospeso con una corda, dopo essere stato elettrizzato attraverso i piedi, disponendo nella mano di barrette di vetro, produce differenti fenomeni elettrici

  7. Una dama carica di elettricità (per contatto con la macchina elettrostatica) sta per trasmettere la scossa al suo spasimante sospeso (isolato) da terra.

  8. Il bacio “elettrico”

  9. Il francese Charles Du Fay (1698-1739), venuto a conoscenza dei lavori di Gray, si mise a studiarli a ripeterli e arealizzarne di nuovi.I suoi lavori spiegarono molti dei fenomeni che erano stati scoperti e chiarirono alcuni fatti importanti:-Tutti i corpi si possono elettrizzare strofinandoli eccetto i metalli e i liquidi- Tutti i corpi, compresi i metalli ed i liquidi, possono essere caricati per induzione- Ci sono due tipi di elettricità, la resinosa(quella chesuccessivamente sarà indicata con il segno -) e lavetrosa(che sarà indicata con il segno +): i corpi elettrizzati di elettricità vetrosa attraggono corpi elettrizzati con elettricità resinosa e respingono gli altri corpi elettrizzati con elettricità vetrosa (e ciò dice in breve che corpi elettrizzati dello stesso segno si respingono e corpi elettrizzati di segno opposto si attraggono).

  10. Per realizzare le misure che glierano necessarie, Du Fay aveva realizzato alcuni strumenti: si trattava di elettrometri a palline di sambuco o a foglie d'oro pendenti. Elettrometro a palline di sambuco          Elettrometro a foglie d'oro pendenti    

  11. La bottiglia di Leyda Fu ideata dal fisico olandese Musschenbroek verso il 1750 : mentre studiava, con i suoi assistenti, l'elettrizzazione dell'acqua tenendo in mano una bottiglia parzialmente riempita nella quale era immersa un'asticciola d'ottone collegata a una macchina elettrostatica in funzione, egli prese in mano l'asticciola e ricevette una scossa elettrica molto violenta.

  12. L'apparato, già l'anno successivo, veniva migliorato e in luogo dell'acqua, nella bottiglia, si sistemò un foglio di stagnola o piombo aderente al vetro della superficie interna e del fondo. Su questo fondo fa contatto una catenella metallica collegata ad un'asta che passa attraverso il tappo di sughero che tappa la bottiglia.L'apparato veniva poi rivestito anche all'esterno di stagnola o piombo, fino alla stessa altezza del rivestimento interno.Si tratta quindi del primo condensatore della storia della fisica: le superfici metalliche interna ed esterna sono learmature dello strumento mentre il vetro fa da isolante.

  13. Con l'intensità dellescariche prodotte dalle bottiglie di Leyda i giochi mondani ebbero nuova linfa:si riusciva a far avvertire una scossa anche ad una catena di diverse persone che si tenevano per mano e alcuni ciarlatani iniziarono a curare la gente mediante le scariche elettriche. Un paralitico spera nel miracolo elettrico

  14. Il potere delle punteFranklin (1706-1790) fu uno dei primi scienziati americani ed iniziò la sua attività, avanti negli anni, solo nel 1747, due anni dopo la scoperta della Bottiglia di Leida colpito, sembra, dall'analogia della scarica elettrica della bottiglia con quella dei fulmini. Fu Franklin che ipotizzò il trasporto di elettricità da parte delle nubi e la cosa fu provata quando, su suo suggerimento, nel 1752 fu messo in azione il primo parafulmine (un'asta a punta collegata a terra): aveva infatti scoperto il potere delle punte, il meraviglioso effetto dei corpi a punta tanto per attirare che per respingere il fuoco elettrico. L'esperienza (probabilmente solo pensata) di Franklin, con un aquilone dotato di una punta, per catturare fulmini

  15. L’elettroforo di Volta L'elettroforo, ideato da Alessandro Volta intorno al 1775, rappresenta una prima rudimentale macchina elettrostatica a induzione. È costituito da uno strato di resina contenuta in un piatto metallico e da un disco metallico (chiamato “scudo”) dotato di manico isolante: lo strato di resina veniva caricato negativamente per strofinio e si poneva poi lo scudo a contatto con lo strato di resina. Per induzione lo scudo si carica di segno positivo sulla faccia a contatto con la resina e di segno negativo sulla faccia superiore. Toccando con un dito la faccia superiore, le cariche negative si scaricano a terra e lo scudo rimane così carico positivamente. Se si solleva lo scudo e si avvicina un dito si sente un leggero crepitio poiché avviene una piccola scarica e lo scudo ritorna neutro. Appoggiando di nuovo lo scudo sullo strato di resina (senza che la resina debba essere rielettrizzata) e ripetendo le operazioni , lo scudo può essere di nuovo caricato così che Volta denominò il dispositivo elettroforo perpetuo.

  16. Macchine elettrostatiche

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