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Antropologia - Lezione 12^

Antropologia - Lezione 12^. Capitolo III La verità dell’Antropologia cristiana : la partecipazione degli uomini alla Predestinazione di Cristo.

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Antropologia - Lezione 12^

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Presentation Transcript


  1. Antropologia - Lezione 12^ Capitolo III La verità dell’Antropologia cristiana: la partecipazione degli uomini alla Predestinazione di Cristo

  2. É tempo anima mia, è tempo: se vuoi conoscere te stessa, il tuo essere e il tuo futuro, da dove vieni e dove vai; se è vita quella che vivi o se ne ricerchi una più vera e più alta. Mettiti all’opera, anima mia; è necessario che ti purifichi; cerca Dio e i suoi misteri, quel che c’era prima di questo universo e che cosa è quest’universo per te, da dove viene e quale è il suo fine. Mettiti all’opera, anima mia, è tempo che tu rinnovi la tua vita (Gregorio di Nazianzo)

  3. Momento storico in ordine all’idea dipredestinazione

  4. Premessa: i disagi moderni circa il termine predestinazione Nell’uso linguistico comune è categoria pregiudicata. Evoca: • un senso di determinismo, l’idea di pre-determinazione, di una volontà che ci precede, inappellabile ed ineluttabile e che destina, nel senso forte che determina, l’esistenza storica • l’idea di un destino cieco, un fato che ha prefissato deterministicamente la vita

  5. L’idea di una discriminazione: alcunivengono prescelti per la salvezza mentre altri lo sono per la dannazione • Una simile tesi ripugna con la coscienza della inalienabile libertà umana. • Anzi, sia il volto di Dio che dell’uomo risultano distorti in una simile visione

  6. La sensibilità moderna eredita il problema di una annosa controversia storicasull’interpretazione del senso cristiano della predestinazione: • il dibattito ha il suo inizio con Agostino • un’ulteriore tappa fondamentale nel medio evo, nella celebre controversia «de auxiliis» È una faccenda occidentale-latina…  la patristica greca non conosce il problema teologico della predestinazione in senso agostiniano, ricalca il pensiero biblico/paolino

  7. La dottrina agostiniana della Predestinazione: genesi ed esito • due elementi caratteristici: • la convinzione che la predestinazione si riferisca solamente ad alcuni soggetti ad esclusione di tutti gli altri • il carattere infallibile di questa elezione, nel senso che nulla, neppure la libertà personale degli eletti, può renderla inefficace.  Agostino fonda la sua convinzione a partire dall’esegesi di Paolo (quale Paolo ?!)

  8. Il punto di partenza: • parte dalla condizione dell’uomo conseguente al peccato: «massa perditionis» • la predestinazione consiste precisamente nell’atto divino di liberare alcuni degli uomini da questa massa dannata qui il contenuto dell’atto predeterminante di Dio

  9. S. Paolo predestinazione  universalità 1Tm 2,4-11 Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi

  10. S. Agostino predestinazione  alcuni sono salvati massa damnata: tutti hanno peccato

  11. Due qualità fondamentali della predestinazione: un unico movente: la pura misericordia di Dio ad esclusione di qualsiasi previsione di eventuali meriti = la predestinazione è assolutamente gratuita • nulla può opporsi all’attuarsi dell’atto liberatore di Dio: ciò che Egli vuole, inevitabilmente accade. Per questo la predestinazione è infallibilmente efficace • sono le due proprietà della P. per Agostino: antecedente (o gratuita) e infallibile.

  12. S. Agostino predestinazione  alcuni sono salvati massa damnata: tutti hanno peccato gratuità: non per i meriti Peccato Originale  infallibile: efficace anche contro la volontà umana Due proprietà intrinseche alla Predestinazione: Ma non la universalità La Predestinazione èuna determinazione concreta e posteriore: ci sono dei dannati!

  13. il «perché?» Questo piano di Dio che libera alcuni dalla «massa dannationis» ha una sua logica • mette in evidenza: da un lato la Giustizia di Dio che punisce il peccatore (lasciandolo nelle conseguenze del suo peccato) • e dall’altro la sua Misericordia gratuita (perché, nonostante il peccato, alcuni sono infallibilmente e gratuitamente salvati). Giusto e misericordioso: sono le due qualità divine per Agostino (?!)

  14. La conseguenza • Se Dio è giusto/misericordioso ne consegue che nonpotrebbe volere la salvezza di tutti, perché allora (dato il rapporto tra la volontà di Dio e la volontà dell’uomo) di fatto tutti si salverebbero • in questo caso avremmo un piano divino che non mette in luce una delle proprietà essenziali di Dio, cioè la giustizia • di qui la necessità che non tutti siano predestinati • questi sono solo un numero «chiuso e scarso» (perché tanto più raro è il dono, tanto più riluce la sua gratuità).

  15. il problema: • perché questi determinati e non altri, entrano a costituire il numero degli eletti? • qual è la ragione per cui Dio opera questa discriminazione? I principi agostiniani non offrono alcun elemento per la risposta.

  16. Interpretazione del pensiero di Agostino Problema = nel punto di partenza posto a fondamento, che pregiudica negativamente l’intero ragionamento: A. fonda la gratuità della salvezza non sulla rivelazione biblica della volontà salvifica universale, ma sulla condizione di universale peccato in cui l’uomo si trova, per cui esso, pur non meritando nulla, viene salvato.

  17. S. Paolo predestinazione  universalità 1Tm 2,4-11 Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi

  18. S. Agostino predestinazione  alcuni sono salvati massa damnata: tutti hanno peccato Peccato Originale non dal disegno eterno  (= intenzione originaria: ma a partire dallastoria:apartire da Cristo) condizione di peccato Inversione- deformazione rispetto alla Bibbia:

  19. Rifiuta la dottrina biblica dell’univer-salità della salvezza: • cfr. il suo commento a 1Tim 2,4-11 («Deus vult omnes homines salvos fieri») • dove dice che tutte le esegesi sono possibili, purché non in contrasto con la dottrina della predestinazione come da lui intesa.

  20. Alla dottrina biblica della grazia, Agostino sostituisce come fondamento della antropologia soprannaturale la dottrina biblica del peccato originale. • Sceglie un punto di partenza storico: l’attuale condizione storica dell’umanità che, in seguito al P.O., risulta universalmente segnata dal peccato se non viene ri-generata nel battesimo.

  21. Poiché, però, l’attuale ordine storico è segnato dal peccato, non può essere assunto come criterio per cogliere la verità dell’uomo e del piano di Dio. • Infatti la rivelazione biblica propone un diverso punto di partenza: il piano eterno (= questo permette di com-prendere la verità dell’uomo nell’originaria intentio Dei).

  22. A partire da tale condizione di peccato Agostino ricava il senso della predestinazione • però, smarrisce l’essenziale riferimento a Cristo. • La Scrittura, all’opposto, ribadisce che essa si può definire solo a partire da Cristo, non dall’uomo.  Andrà superata l’esegesi agostiniana, in quanto la prospettiva individuale che assume (alcuni individui predestinati e altri no) e la prospettiva dell’infallibile efficacia lo portano a “deformare” la teologia paolina:

  23.  Paolonon afferma l’esistenza di una categoria particolare di eletti, scelti ad esclusione degli altri • non afferma l’esistenza di una graziainvin-cibile ed assolutamente efficace per costoro MA: • i predestinati sono tutti coloro che hanno ricevuto il Vangelo (1Ts 5,9; Ef 1,3-12; Tim1,9; Rom 8) senza per altro che egli intenda limitare la predestinazione ai soli cristiani • non dice che arriveranno infallibilmente alla salvezza; al contrario, considera la possibilità della loro defezione (2Tim 8,10).

  24. Esito degli interventi magisteriali Il Magistero non ha presentato la predesti-nazione come oggetto dell’insegnamentoesplicito e solenne • e non ha fatto propria la dottrina agosti-niana della predestinazione. • Significativa è la posizione dell’Indiculus de Gratia, che si rifiuta di seguire Agostino nei problemi della predestinazione (DS 249).  Il Magistero, invece, è sempre intervenuto contro ogni restrizione della estensione universale della volontà salvifica di Dio e dell’azione redentrice di Gesù Cristo.

  25. In particolare: • la condanna della proposizione quinta di Giansenio, da cui si ricava che è eretico affermare che Cristo sia morto solo per i predestinati (in senso agostiniano) (DS 2005-2006) • la condanna dell’errore giansenista che Gesù Cristo è morto solo per i fedeli, non quindi per tutti gli uomini, per cui i non fedeli sarebbero esclusi dall’azione di Gesù Cristo (DS 2304-2305); • la presa di posizione contro Quesnel, con cui siafferma l’esistenza di “grazie” anche fuori della Chiesa e antecedenti alla fede (DS 2426.2429) • la costituzione Lumen Gentium (capitolo II).

  26. Conclusione delle prese di posizione del magistero: • la tesi della volontà salvifica universale è «de fide ex ordinario ecclesiae Magisterio» • ad essa corrisponde la tesi della predestinazione, nel senso precisato

  27. Eredità di Agostino ha condizionato il dopo  in discussione l’universalità: la predestinazionecomporta che tutti gli uomini effettivamente si salvino? NO! = incompatibile con la possibilità della perdizione (affermata dal dogma cristiano) predestinazionenon è quindi incompatibile a dannazione

  28. Da qui le due questioni che hanno affaticato la teologia della predestinazione: • Qual è la ragione che discrimina gli eletti e i reprobi? b) Come è possibile la dannazione nonostante la predestinazione universale?

  29. 2. Il dibattito teologico sulla predestinazione nel medioevo

  30. Il problema è stato discusso nel medio evo nella cosiddetta controversia de auxiliis (XVI sec.)  come armonizzare grazia (auxilium = aiuto divino) e libertà umana domenicanicontrogesuiti linea di  Agostino Luis de Molina TommasoLessio Soto Domingo Bañez

  31. Presupposto della discussione – fornito da Agostino – è il concetto di spirito (umano):  Dio può fare nellospiritociò che vuole, senza trovare resistenza da parte dell’uomo.  Però lo spirito resta libero. In che modo, Agostino non lo dice ().

  32. interrogativo: Qual è la ragione per cui avviene la discriminazione tra eletti e reprobi? Dio vuole la salvezza di tutti gli uomini, però questa si attua solo a determinate condizioni Due soluzioni opposte: • linea bañeziana • linea molinista

  33. Obiettivo di fondo: • Linea bañeziana: esalta il primato assoluto della grazia divina che efficace a priori, e non per il libero agire dell’uomo • Linea molinista:  vuole salvare la libertà umana che collabora e rende la grazia “efficace”

  34. linea bañeziana(banessianesimo) = la ragione della predestinazione è «ante praevisa merita» Dio dona la grazia necessaria ed efficace cioè vincente = tramite una premozione fisica spinge l’uomo a operare “liberamente” secondo il volere di Dio  ad alcuni e non ad altri  non in base ai futuri meriti o demeriti per i non eletti = la volontà salvifica di Dio si converte in «reprobatio negativa» (= non li sceglie), che diventa positiva solo «post praevisa demerita» (= li condanna)

  35. Quale sia in realtà il criterio della scelta non si sa  non in base alla previsione dei rispettivi meriti o demeriti, questo è certo. Di più non si sa! LIMITI del banessianesimo • si esalta l’assolutalibertà e gratuità di Dio: è efficace a priori e non per il libero agire dell’uomo  MA fino a renderla tendenzialmente arbitraria: senza criteri né coerenze. La volontà di Dio, invece, è riferita al Bene ! • si rende evanescente la libertà dell’uomo • si giunge a negare la volontà salvifica universale

  36.  linea molinista la ragione della predestinazione è «post praevisa merita» Dio pre-vede le azioni degli uomini,dando la grazia solo a chi corrisponderà. Passaggi logici = 1º Dio vuole la salvezza soprannaturale di tutti gli uomini (volontà antecedente e condizionata). 2º Dio (in linea di principio) decide di dare a tutti gli uomini senza distinzione la grazia necessaria per la salvezza.  Se la libera volontà dell’uomo corrisponde, questa grazia porta effettivamente alla salvezza (= grazia efficace); non porta alla salvezza solo se non vi si corrisponde.

  37. 3º Dio, mediante la scienza media, prevedeinfallibilmente la corrispondenza degli uni e la non corrispondenza degli altri. In base a questo elemento, Dio, di fatto, decide di dare ai primi la grazia efficace per la salvezza soprannaturale e decide di non dare agli altri queste grazie efficaci. 4º Conseguentemente, Dio decide di dare ai primi il premio e agli altri il castigo. Il criterio è più obiettivo: la salvezza è per tutti…quelli che corrispondono

  38.  La teoria dipende dalla scienza media Dio è capace di conoscere le ipotetiche determinazioni di fatto di una libera volontà finita (cioè come si comporterebbe un uomo in una data situazione futura) e dona una grazia efficace solo a quelli che vi corrisponderanno èuna scienza media tra la scienza del possibile e la scienza del realmente accaduto: la scienza media serve per conoscere le cose possibili che potrebbero diventare reali per decisione della libertà, anche se di fatto rimarranno puramente possibili (i futuribili) MEDIA? = a metà strada tra gli atti liberi solamente possibili e quelli concretamente esistenti in un dato momento storico Es.: la madre ha una previsione del comportamento dei 2 figli

  39. Il molinismo è sorto per combattere i Prote-stanti e per rimediare ad alcune insufficien-ze del sistema agostiniano-tomista, specie: 1) la tendenziale negazione della libertà dello spirito (Dio vi opera quel che vuole) invece: sottolinea il valore della libertà che rimane nell’uomo nonostante il peccato e co-agisce con la grazia, permettendole di essere “grazia efficace” • la negazione della volontà salvifica universale (Dio salva solo alcuni… quelli che vuole!)

  40. LIMITI del molinismo • si perde il primato ontologico dell’agire di Dio sull’uomo, poiché è condizionato dall’uomo • introduce un disordine nell’agire di Dio: la grazia è efficace ma solo in previsione dei meriti  si perde la gratuità della predestinazione, in quanto dipenderebbe dall’uomo: viene meritata o de-meritata sono i meriti dell’uomo che decidono la predestinazione.

  41. Elementi nodali emersi nel dibattito storico: dopo Agostino = tenere in unità tre qualità fondamentali della predestinazione: gratuità – universalità – efficacia. • Gratuità = antecedenza ad ogni merito (contro pelagianesimo e semipelagianesimo) • Efficacia = infallibilità della elezione = la grazia è invincibile, la libertà umana non la rende inefficace • Universalità = volontà salvifica per tutti

  42. Ma l’agostinismo estremo:  mette in evidenza la gratuità e la efficacia, sul presupposto della parzialità e nonuniversalità = più il dono è scarso e più è gratuito! • pretende di ricavare da S. Paolo il riferimento a soggetti, uomini particolari, eletti tra tutti gli uomini, ad esclusione di tutti gli altri • presupposto esegeticamente ingiustificato

  43. La controversia de auxiliis è rimasta irrisolta Paolo V (1607): chiede ad ogni corrente di non censurare l’avversaria e di astenersi da parole aspre che manifestano l’amarezza dell’anima!!!  L’inconcludenza del dibattito dipende dal “falso dilemma” che è il presupposto: ante vel post praevisa merita? Errore = definire la predestinazione a partire o da Dio, da un lato, oppure dagli uomini, dall’altro. In entrambi i casi, a prescindere da Cristo e dal NT.

  44. Assumendo (acriticamente) un simile presup-posto la questione diviene insolubile, si oscilla come il pendolo sui due lati del rapporto: • o sul versante di Dio, che decide il criterio della discriminazione • o sul versante degli uomini, la cui risposta decide del conseguimento della salvezza • Il punto di partenza è equivoco =  • l’alternativa (falsa) tipicamente moderna tra Dio e l’uomo • e una visione estrinsecista di grazia e libertà: due grandezze antitetiche e concor-renziali poste sullo stesso piano

  45. La soluzione = rivedere tale presupposto acri-tico, riconoscendo con la Scrittura che il criterio della predestinazione non sta né in una visione astratta di Dio né nell’agire dell’uomo, quanto piuttosto in Gesù Cristo occorre riandare al senso della rivelazione: • La predestinazione paolina è la predestina-zione di grazia e, di conseguenza, la predesti-nazione degli uomini in Cristo. • Dio intende e decide in base al disegno della sua volontà: tutti gli uomini sono salvi nel mistero di Gesù Cristo.

  46. Due punti fermi: • occorre ricuperare come proprietà intrinseca della predestinazione anche l’universalità (= tutti) • superare le strettoie agostiniane e tornare al tema della predestinazione cogliendolo nel suo momento originario, direttamente dalla Rivelazione.

  47. 3. Conclusioni sintetiche: la predestinazione è la verità dell’uomo «Non è solo una dottrina teologica, ma è l’espressione coerente di tutto il Vangelo» (G. Colzani) Non la prima di una serie di tesi, ma l’architrave dell’impianto antropologico 

  48. Per l’elaborazione di una corretta dottrina: • il Dio vivente è il Dio dell’alleanza, è il Dio che ha liberamente istituito una relazione di grazia con l’uomo sin dall’eternità. • Nella storia, il Dio di Gesù Cristo si autode-termina in favore dell’uomo peccatore. • Non è lecito tornare al di qua della sua libera decisione (una massa dannata!), una decisione che dobbiamo considerare assoluta e gratuita, totalmente indipendentemente dai comportamenti umani: Dio è libertà di amare, è pura grazia rivelata in Cristo

  49. Partenzateologica e nonfilosofica: Verità dogmatica = riferimento al mystérion paolino  non partire da una visione filosofica di Dio e dei suoi rapporti con l’uomo (cfr. la questione su come la grazia agisce sull’anima umana) Il disegno divino della p. non è riconducibile alla misteriosità e insondabilità del Fatum (= “destino - fatalità”) o dell’Ananke greca (= “la necessità”), ma si rivela inequivocabilmente e definitivamente in Gesù Cristo.

  50. Il criterio: la predestinazione è predestinazione di Cristo e degli uomini in Cristo. Evitare: • il riferimento diretto ai salvati (chi? – perché?), e quindi il dilemma del «ante vel post praevisa merita» • neppure partire da Dio (quale?), a monte del suo dirsi e del suo donarsi in Gesù Cristo.

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