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L’ISTRUTTORE E LA METODOLOGIA

L’ISTRUTTORE E LA METODOLOGIA. San Giovanni Valdarno 9, 10 giugno 2007 Marco Tamantini. LE COMPETENZE. SAPER FARE. L’istruttore deve assemblare le conoscenze per agire. METODOLOGIE. D’INSEGNAMENTO. DI ALLENAMENTO. METODOLOGIA D’INSEGNAMENTO. METODOLOGIA DI ALLENAMENTO.

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L’ISTRUTTORE E LA METODOLOGIA

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  1. L’ISTRUTTORE E LA METODOLOGIA San Giovanni Valdarno 9, 10 giugno 2007 Marco Tamantini

  2. LE COMPETENZE SAPER FARE L’istruttore deve assemblare le conoscenze per agire METODOLOGIE D’INSEGNAMENTO DI ALLENAMENTO

  3. METODOLOGIA D’INSEGNAMENTO METODOLOGIA DI ALLENAMENTO Tutte le procedure per migliorare il processo di insegnamento/apprendimento Tutte le conoscenze per impostare su obiettivi precisi e attinenti il lavoro sul campo FORMAZIONE EDUCAZIONE SVILUPPO

  4. IL SAPER FARE DELL’ISTRUTTORE GLI ELEMENTI DELLA METODOLOGIA D’INSEGNAMENTO GLI ELEMENTI DELLA METODOLOGIA DELL’ALLENAMENTO • Competenze Pedagogiche • Saper Motivare • Saper Osservare e Valutare • Saper Programmare • Saper utilizzare metodi corretti • Saper costruire una didattica corretta • Gli stili di insegnamento • Saper Comunicare • La correzione • Il feedback • Il rinforzo • Il Modello di Prestazione • Evoluzione del comportamento motorio • Valore formativo delle gare • Principi di biologia • Età evolutiva • Principi del carico • Capacità motorie e loro sviluppo

  5. LA SITUAZIONE DIDATTICA • I Bambini • L’Istruttore • I Giochi e gli esercizi • L’Atmosfera

  6. Metodologia d’insegnamento I Bambini Le motivazioni più ricorrenti alla pratica sportiva dei giovani sono • Gioco, divertimento • Benessere fisico • Compagnia e partecipazione in un gruppo • Desiderio di apprendere delle abilità tecniche “affascinanti” • Successo agonistico

  7. Il bambino non è un adulto in miniatura e la sua mentalità non è solo quantitativamente, ma anche qualitativamente diversa da quella degli adulti, e per questa ragione un bambino non soltanto è più piccolo, ma anche diverso. ( Eduard Claparéde 1937 )

  8. 5-6 ANNI EMOZIONE 7-8 ANNI SCOPERTA 9-10-11 ANNI GIOCO EMOZIONE-SCOPERTA-GIOCO IN TUTTE LE FASCE DI ETA’: PUO’ ESISTERE?

  9. L’Istruttore Tipologia di base dell’orientamento essenziale delle motivazioni degli istruttori: • Orientamento al successo personale (vittoria o denaro) • Orientamento al compito (ovvero verso ciò che dev’essere insegnato) • Orientamento al gruppo (ovvero all’aspetto sociale. Gratificazione che deriva da una buona integrazione tra i partecipanti)

  10. Consapevolezza • Della funzione educativa e formativa che si svolge: - nei confronti dei bambini - nei confronti dei genitori - nei confronti della società o centro MB - nei confronti del minibasket

  11. LE ATTIVITA’ • L’insieme degli esercizi che devono essere adeguati agli atleti/squadra, ben strutturati e pertinenti agli obiettivi • L’esercizio è un mezzo per raggiungere un obiettivo e non un fine esso stesso

  12. Una “buona” lezione di Educazione Motoria e di Minibasket, deve avere riscontri positivi. • L’efficacia dell’insegnamento si fonda su 2 principi di riferimento : • il TEMPO da garantire all’allievo per esercitarsi sul compito • l’OPPORTUNITA’ per tutti gli allievi di esercitarsi con successo (Dott.G.Messina – Università di Trieste)

  13. Per tale motivo deve avere caratteristiche e criteri precisi e definiti. Una Lezione di Ed.Motoria e di Minibasket va bene quando è in grado di determinare apprendimenti significativi nei bambini, nel loro modo di vivere e interpretare il gioco.

  14. L’ATMOSFERA Nel contesto didattico dovrebbe essere tale da: • Incoraggiare ad essere attivi • Favorire la natura personale dell’apprendimento • Ammettere l’idea che essere differenti è cosa accettabile • Riconoscere e tollerare l’errore • Incoraggiare la fiducia in sé • Dare la sicurezza di essere rispettati ed accettati • Facilitare la scoperta e l’elaborazione individuale • Porre l’accento sull’autovalutazione

  15. Per favorire l’inclusione • SEMPLIFICARE IL GIOCO • CONFRONTO CON SE STESSI • GARANTIRE L’INCERTEZZA NELLE GARE • AUMENTARE LA POSSIBILITA’ DI CONFRONTO CON GLI ALTRI • UTILIZZARE FORMULE DI SVOLGIMENTO APPROPRIATE NEI TORNEI

  16. Principi di metodologia dell’insegnamento da utilizzare nello svolgimento del piano di lezione • Aiutare il bambino e non esigere comportamenti corretti • Evitare le esercitazioni-esibizione (uno per volta) e proporre tentativi liberi e concomitanti • Utilizzare spesso esercitazioni a coppie secondo lo “stile della reciprocità” • Nelle esercitazioni a coppie o a gruppi, favorire la formazione spontanea • Non sottolineare continuamente gli errori ma lodare gli aspetti positivi

  17. ELEMENTI ESSENZIALI PER L’APPRENDIMENTO • Il tempo di impegno motorio • Il clima positivo • L’informazione frequente e di qualità sulla prestazione • L’organizzazione del lavoro (M. Pieron)

  18. STILI DI INSEGNAMENTO- Direttivo- Non direttivo METODI DIDATTICI • Deduttivo • Induttivo

  19. Stile d’insegnamento direttivo • Metodo prescrittivo • Metodo misto • Metodo dell’assegnazione dei compiti

  20. Stile d’insegnamento non direttivo • Metodo della risoluzione dei problemi • Metodo della scoperta guidata • Metodo della libera esplorazione

  21. Stili d’insegnamento e metodi didattici

  22. Risolvere così la questione è un po riduttivo……… • Qualsiasi procedura di insegnamento non si fonda, in realtà, su stili di insegnamento e scelte metodologiche di tipo univoco. • …occorre rilevare che non esiste uno stile di insegnamento ideale o una gerarchia tra i diversi metodi didattici, a ciascuno di essi corrispondono obiettivi ed effetti diversi!

  23. ….per cui bisogna identificare nella combinazione ed interazione tra i due diversi stili l’itinerario da privilegiare nel campo delle attività motorie. Per cui……… COMBINAZIONE DI STILI D’INSEGNAMENTO E INTERAZIONE TRA METODI DIDATTICI = METODO DELL’INTERAZIONE TRA METODI (Metodo Didattico Complesso)

  24. METODO DELL’INTERAZIONE TRA I METODI E LEGAMI CON GLI STILI DI INSEGNAMENTO STILE COMBINAZIONE STILE DIRETTIVO DI STILI NON DIRETTIVO M. Prescrittivo M. Asseg. Dei compiti M. Misto Interazione Tra metodi M. Scop. Guidata M. Liber. esplorazione M. Risol. dei problemi Fonte D.L. Gallahue – 1990 - Usa

  25. Modello di prestazione del Giocosport Minibasket Metodologia dell’allenamento • Educativo • Formativo • Di movimento • Collettivo • Con la palla • Di situazione • Aciclico • Simmetrico • Aerobico-anaerobico alternato

  26. MODELLO DI PRESTAZIONE E SVILUPPO MOTORIO • Educazione motoria di base • Open Skill e Closed Skill • Educazione motoria specifica (influenzata dal modello di prestazione) • Nel minibasket: ………..

  27. Bambini Sviluppato al 95% Neurovegetativo: Predominanza dell’attività del Simpatico su quella del Parasimpatico Conduzione nervosa da sviluppare Adulti Sviluppato completamente Neurovegetativo: equilibrio fra l’attività del Simpatico e Parasimpatico Conduzione nervosa sviluppata Sistema Nervoso Centrale e Periferico - Neurovegetativo

  28. Bambini Aerobico Anaerobico Alattacido Adulti Aerobico Anaerobico Alattacido Anaerobico Lattacido ENERGETICA E MOVIMENTO

  29. Bambini Coordinazione Intermuscolare e Intramuscolare minima Fibre Bianche Fibre Rosse Fibre Intermedie Rapidità Adulti Coordinazione Intermuscolare e Intramuscolare buona Fibre Bianche Fibre Rosse Stretching Forza Resistenza Velocità Carico completo Legge del "Tutto o niente"

  30. Bambini Cartilagini di coniugazione Cartilagini articolari Sistema limitante la cap. di carico Adulti Ossificazione completa Compressione, Torsione e Trazione Apparato osteo-articolare

  31. Il Carico Le ATTIVITA’ LUDICO MOTORIE, in situazione di APPRENDIMENTO MOTORIO, costituiscono un CARICO MOTORIO, cioè quell’insieme di attività organizzate dall’istruttore che superano il livello di sollecitazione motoria insito nei comuni gesti e movimenti della vita quotidiana

  32. Per gli adulti… • Se si vuole migliorare la capacità di prestazione sportiva, sono necessari stimoli di carico adeguati. • Ciò si ottiene attraverso la catena: - Carico - Alterazione dell’omeostasi - Adattamento - Stato funzionale più elevato

  33. Nei Bambini il processo è uguale ma…..

  34. La capacità di carico • Per capacità di carico s’intende la capacità dell’organismo di tollerare sforzi senza alterazioni della salute. • Significa assimilazione, tolleranza del carico ed è la condizione di base per l’adattamento

  35. La grandezza della capacità di carico dell’organismo equivale alla capacità di prestazione della sua componente più debole. Quindi è su di essa che si deve regolare il carico. • Per quanto riguarda l’allenamento in età infantile ed adolescenziale, in primo piano ci sono i limiti di tolleranza dei sistemi biologici, perché questa è la fase nella quale sono sensibili al massimo ad alterazioni provocate dal carico.

  36. Sistemi sensibili ad alterazioni dovute al carico • Apparato locomotore e di sostegno • Sistema ormonale • Sistema nervoso vegetativo

  37. IL CARICO MOTORIO • Intensità dello stimolo Grandezza del singolo stimolo • Densità dello stimolo Rapporto temporale tra fasi di carico e di recupero • Durata dello stimolo Durata dell’azione di un singolo stimolo o di una serie di stimoli • Volume dello stimolo Durata e numero degli stimoli per unità di tempo • Frequenza dell’allenamento Numero delle unità di allenamento quotidiane o settimanali

  38. LE GARE • Il giovane deve dimostrare quali siano le capacità, le abilità ed i comportamenti che ha acquisito attraverso l’allenamento; • Il giovane dovrebbe svolgere un’attività di gare anche in discipline diverse dallo sport che pratica (multilateralità); • Le gare vanno disputate tutto l’anno ed in tutte le tappe dell’allenamento; • Debbono essere eseguite gare all’interno di un gruppo di allenamento e tra gruppi di allenamento dello stesso livello

  39. In generale, le gare sportive servono allo sviluppo dello stato di allenamento, perciò sono un mezzo specifico di allenamento che serve alla formazione ed alla stabilizzazione della prestazione sportiva. • Esse contengono elementi per l’incremento della prestazione che possono essere allenati solo durante una competizione: • carichi fisici e psichici interni • esperienze di gara • studio tattico dell’avversario • individuazione degli errori di allenamento

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