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Diritti di una mamma e di un pap à che lavorano. Avv. Alida Vitale, Consigliera di Parità della Regione Piemonte, Avv. Franca Turco, Consigliera di Parità Supplente della Regione Piemonte.
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Diritti di una mamma e di un papàche lavorano Avv. Alida Vitale, Consigliera di Parità della Regione Piemonte, Avv. Franca Turco, Consigliera di Parità Supplente della Regione Piemonte.
Il congedo di maternità è il periodo nel quale la lavoratrice dipendente ha l'obbligo di astenersi dal lavoro. Art. 16 del D. Lgs. 151/2001 Che cos’è il congedo di maternità? Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
2 mesi prima del parto + 3 mesi dopo il parto + gli ulteriori giorni non goduti prima del parto, qualora il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta Art. 16 D. Lgs. 151/2001 oppure 1 mese prima del parto + 4 mesi dopo il parto + gli ulteriori giorni non goduti prima del parto, qualora il parto avvenga in data anticipata rispetto a quella presunta. a condizione che il medico specialista del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato e il medico competente ai fini della prevenzione e tutela della salute nei luoghi di lavoro attestino che tale opzione non arrechi pregiudizio alla salute della gestante e del nascituro, Art. 20 del D. Lgs. 151/2001 Quanto dura il congedo di maternità? Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
È vietato adibire le donne al lavoro: 3 mesi prima del parto + 3 mesi dopo il parto quando le lavoratrici sono occupate in lavori che, in relazione all'avanzato stato di gravidanza, siano da ritenersi gravosi o pregiudizievoli. Tali lavori sono determinati con propri decreti dal Ministro per il lavoro e la previdenza sociale, sentite le organizzazioni sindacali nazionali maggiormente rappresentative. Fino all'emanazione del primo decreto ministeriale, l'anticipazione del divieto di lavoro e' disposta dal servizio ispettivo del Ministero del lavoro, competente per territorio. Estensione del Congedo di maternità Primo caso (art. 17 primo comma del D. Lgs. 151/2001) Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Il servizio ispettivo del Ministero del lavoro puo' disporre, sulla base di accertamento medico, avvalendosi dei competenti organi del Servizio sanitario nazionale, l'interdizione dal lavoro delle lavoratrici in stato di gravidanza, fino all’inizio del congedo di maternità, per uno o piu' periodi, la cui durata sara' determinata dal servizio stesso, per i seguenti motivi: a) nel caso di gravi complicanze della gravidanza o di preesistenti forme morbose che si presume possano essere aggravate dallo stato di gravidanza;b) quando le condizioni di lavoro o ambientali siano ritenute pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino;c) quando la lavoratrice non possa essere spostata ad altre mansioni, secondo quanto previsto dagli articoli 7 e 12. I provvedimenti dei servizi ispettivi previsti dai presente articolo sono definitivi. Estensione del Congedo di maternità - Secondo caso Interdizione dal lavoro delle lavoratrici in stato di gravidanza o maternità anticipata(art. 17 secondo comma del D. Lgs. 151/2001) Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Come calcolo i due mesi antecedenti la data presunta del parto? I due mesi precedenti la data presunta del parto, sulla base dell'interpretazione fornita dalla Suprema Corte di Cassazione con sentenza n. 1401/2001, si calcolano senza includere la data presunta del parto. Se la data presunta del parto è fissata al 15 agosto, la lavoratrice ha diritto ad assentarsi dal lavoro ed a percepire la relativa indennità dal giorno 15 giugno al 14 agosto Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Mi trovo in astensione anticipata. Posso chiedere la flessibilità del congedo? No. L'astensione anticipata è concessa proprio perché ci sono complicanze della gestazione o impossibilità di assegnare la lavoratrice a mansioni non pregiudizievoli. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Cause di interruzione della flessibilità della maternità La flessibilità si interrompe qualora 1) la lavoratrice comunichi di voler iniziare il congedo di maternità 2) oppure si verifichi un qualunque evento di malattia, anche se non dipendente dallo stato di gravidanza. In tali casi, il congedo post partum viene prolungato per un numero di giorni pari ai soli giorni lavorati nel corso dell’ottavo mese. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Adozioni/affidamenti preadottivi nazionali - congedo di maternità Il congedo di maternità può essere chiesto per i primi cinque mesi successivi all’ingresso del minore in famiglia Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Adozioni/affidamenti preadottivi internazionali – congedo di maternità • Il congedo di maternità è fruito nei primi cinque mesi successivi all’ingresso del minore in Italia; • entro il limite di cinque mesi, il congedo può essere richiesto anche per i periodi di permanenza all’estero certificati dall’Ente nazionale che cura la procedura di adozione. • La relativa indennità è comunque riconosciuta subordinatamente all’ingresso del minore in Italia, autorizzato dalla Commissione per le Adozioni Internazionali (CAI). Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Affidamento non preadottivonazionale (c.d. affidamento provvisorio o a rischio giuridico) – congedo di maternità Spettano tre mesi di congedo da fruire entro l’arco temporale dei cinque mesi dalla data di affidamento del minore (o data di ingresso in famiglia). Il congedo non spetta in caso di collocamento presso una comunità di tipo familiare. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Congedo di maternitàe parto gemellare In caso di parto gemellare o di adozioni/affidamenti plurimi, il periodo di congedo di maternità non viene raddoppiato: anche in tali casi, quindi, il periodo di congedo di maternità ha la medesima durata prevista per i casi di parto singolo o di adozione/affidamento di un solo minore. Per adozioni/affidamenti plurimi si intendono adozioni o affidamenti di più minori disposti dalla competente Autorità con il medesimo provvedimento. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
L’astensione obbligatoria dal lavoro non è prevista, invece, per le lavoratrici autonome (artigiane, commercianti, coltivatrici dirette, colone e mezzadre, imprenditrici agricole professionali) assicurate alle relative gestioni Inps; tali lavoratrici, inoltre, non hanno diritto alla interdizione anticipata/ posticipata del congedo di maternità. Lavoratrici iscritte alla Gestione Separata e Lavoratrici autonome A decorrere dal 7 novembre del 2007, anche le lavoratrici iscritte alla Gestione Separata dell’Inps hanno l’obbligo di astenersi dall’attività durante gli stessi periodi previsti per le lavoratrici dipendenti. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
… si considera aborto. Per stabilire la data di inizio della gestazione occorre contare a ritroso 300 giorni, a partire dalla data presunta del parto indicata nel certificato medico di gravidanza. L’eventuale assenza dal lavoro successiva alla data dell’aborto è considerata “malattia”; la lavoratrice, quindi, può astenersi dal lavoro per il tempo necessario al recupero delle condizioni fisiche indicato nel certificato di malattia. Per tale periodo la lavoratrice ha diritto all’indennità di malattia. L’interruzione della gravidanza avvenuta entro 180 giorni dall’inizio della gestazione … Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
… è considerata, a tutti gli effetti, parto. La lavoratrice, quindi, non può essere adibita al lavoro per l’ordinario periodo di congedo di maternità ed ha diritto alla relativa indennità di maternità. Le lavoratrici autonome (artigiane, commercianti, coltivatrici dirette, colone e mezzadre, imprenditrici agricole professionali) in caso di interruzione della gravidanza avvenuta dopo il terzo mese dall’inizio della gestazione, hanno diritto all’indennità di maternità per un periodo di 30 giorni L’interruzione della gravidanza avvenuta dopo 180 giorni dall’inizio della gestazione … Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
L’indennità di maternità • L’indennità di maternità spetta alle lavoratrici dipendenti del settore privato (operaie, impiegate, apprendiste, dirigenti), alle lavoratrici autonome, alle lavoratrici iscritte alla Gestione Separata dell’Inps ed, in alcuni casi, anche alle madri cessate o sospese dall’attività lavorativa. • Per le lavoratrici dipendenti, i requisiti essenziali richiesti sono: • accertato stato di gravidanza • rapporto di lavoro subordinato in corso con diritto alla retribuzione. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Libere professioniste e indennità di maternità Le libere professioniste iscritte ad una delle varie casse previdenziali (del notariato, degli avvocati e dei procuratori legali, dei farmacisti, dei veterinari, dei medici, dei geometri, dei dottori commercialisti, degli ingegneri e architetti, dei ragionieri, dei consulenti del lavoro, nonché le varie casse nate dopo la legge n. 335/95) hanno acquisito con il D. Lgs. 151/2001 (artt. 70, 71, 72 e 73 del TU) e in virtù di quanto disposto dalla legge 11 dicembre 1990, n. 379, il diritto all'indennità di maternità per il periodo corrispondente ai due mesi precedenti il parto e ai tre mesi successivi Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Lavoratrici agricole a tempo determinato – indennità di maternità. Requisiti: E’ richiesta l’iscrizione per almeno 51 giornate negli elenchi nominativi dell’anno precedente la data di inizio del congedo obbligatorio di maternità oppure nello stesso anno in cui inizia il congedo purché le giornate di lavoro siano regolarmente effettuate prima dell’inizio del congedo stesso. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Lavoratrici a domicilio – indennità di maternità. Requisiti: Sono tenute a riconsegnare al committente, all’inizio del periodo di congedo, tutte le merci e il lavoro avuto in consegna, anche se non ultimato. Qualora la riconsegna avvenga dopo l’inizio del periodo di congedo, l’indennità di maternità spetta a partire dal giorno successivo alla riconsegna. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Lavoratrici dello spettacolo – indennità di maternità L’Inps provvede ad erogare l’indennità di maternità in favore delle lavoratrici dello spettacolo: si tratta di lavoratrici iscritte all’ENPALS ai fini dell’I.V.S. (cioè ai fini pensionistici) ed assicurate al contempo all’Inps per la maternità. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Lavoratrici iscritte alla Gestione Separata dell’Inps – indennità di maternità. Requisiti Alle lavoratrici iscritte alla Gestione Separata dell’Inpses. lavoratrici a progetto, associate in partecipazione, libere professioniste senza cassa, venditori porta a porta, percettori di assegni di ricerca, ecc.) assicurate esclusivamente all’Inps per la maternità, l’indennità di maternità spetta a condizione che vi sia l’effettivo accreditamento di almeno tre mensilità della contribuzione maggiorata (attualmente nella misura dello 0.72%) nei 12 mesi precedenti l’inizio del periodo indennizzabile per maternità. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Lavoratrici autonome – indennità di maternità. Requisiti: Alle lavoratrici autonome (es. artigiane, commercianti, coltivatrici dirette, colone e mezzadre, imprenditrici agricole professionali) è richiesto il possesso della qualifica di lavoratrice autonoma, rilevabile dall’iscrizione nella relativa gestione previdenziale e la copertura contributiva del periodo indennizzabile per maternità. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
La lavoratrice cessata o sospesa dall’attività lavorativa Può accedere all’indennità di maternità a carico dell’Inps qualora si trovi in una delle seguenti situazioni: 1) tra la data di cessazione o sospensione e la data di inizio del congedo di maternità non sono trascorsi più di 60 giorni; 2) sono decorsi più di 60 giorni dalla cessazione o sospensione, ma, alla data di inizio del congedo di maternità, la lavoratrice ha i requisiti per il diritto all’indennità di disoccupazione oppure è in cassa integrazione o in mobilità; 3) la lavoratrice ha lavorato, nell’ultimo biennio, alle dipendenze di datori di lavoro non soggetti all’obbligo dell’assicurazione contro la disoccupazione e può far valere almeno 26 contributi settimanali nell’ultimo biennio precedente l’inizio del congedo di maternità purché, però, il congedo di maternità sia iniziato entro 180 giorni dalla cessazione del rapporto di lavoro. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Indennità di maternità – quanto spetta La prestazione economica di maternità a carico dell’Inps è pari all’80% della retribuzione media globale giornaliera percepita nel mese immediatamente precedente il mese di inizio del congedo (ovvero, nel caso di disoccupate o sospese, nell’ultimo mese di lavoro). Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Indennità di maternità – quanto spetta. Regole particolari • lavoratrici domestiche: l’indennità è calcolata in base alla retribuzione convenzionale oraria che costituisce anche la base di calcolo per i contributi previdenziali; • coltivatrici dirette, colone e mezzadre, imprenditrici agricole professionali: l’indennità è calcolata in base alla retribuzione minima giornaliera, imponibile ai fini contributivi, prevista per gli operai agricoli a tempo indeterminato; • artigiane e commercianti: l’indennità è calcolata in base alla retribuzione minima giornaliera, imponibile ai fini contributivi, prevista per la qualifica di impiegato del rispettivo settore (artigianato o commercio); • lavoratrici iscritte alla Gestione Separata: l’indennità giornaliera è calcolata in misura pari all’80% di 1/365° del reddito da lavoro realizzato nei 12 mesi precedenti il mese di inizio del congedo. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Libere professioniste –indennità di maternità.Quanto spetta. La misura dell'indennità è pari all'80% di 5/12 del reddito percepito e denunciato dalla professionista nel secondo anno precedente quello della domanda. L'importo mensile del trattamento in ogni caso non può essere inferiore a 5 mensilità di retribuzione calcolata nella misura pari all'80 del salario minimo giornaliero degli impiegati del commercio. In caso di aborto spetta l'indennità nella misura di una mensilità se l'aborto avviene tra il 3° e il 6° mese, e in misura intera, per 5 mesi, se l'interruzione della gravidanza avviene dopo il 6° mese. In caso di adozione e affidamento spetta l'indennità per tre mesi a decorrere dalla data di ingresso del bambino in famiglia a condizione che lo stesso non abbia superato i 6 anni di età. Tale limite di età, tuttavia è stato dichiarato illegittimo dalla sentenza n. 371/2003 della Corte Costituzionale, per cui anche in caso di adozione internazionale l'indennità compete anche oltre il limite di sei anni, purché entro la maggiore età. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Libere professioniste – indennità di maternità – adempimenti della lavoratrice La prestazione è erogata dalla cassa di appartenenza dietro presentazione di domanda che può essere inoltrata già dal 6° mese di gravidanza e non oltre il termine perentorio di 180 giorni dalla nascita del bambino. La domanda, in carta libera, deve essere corredata dal certificato medico comprovante la data di inizio della gravidanza e quella presunta del parto nonché dalla dichiarazione, ai sensi del d.p.r. 28 dicembre 2000, n. 445, attestante l'inesistenza del diritto all'indennità come lavoratrice dipendente o lavoratrice autonoma Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Prima dell’inizio del congedo, la lavoratrice dipendente o iscritta alla Gestione Separata deve consegnare al proprio datore di lavoro o committente e all’Inps il certificato medico attestante la data presunta del parto unitamente alla domanda di indennità (preferibilmente su modello Inps reperibile presso le strutture Inps o sul sito www.inps.it - sezione Modulistica). Il certificato di gravidanza va allegato in busta chiusa. Ai fini del pagamento dell’indennità per il periodo di congedo post partum, la lavoratrice, entro 30 giorni dal parto, deve presentare al proprio datore di lavoro e all’Inps il certificato di nascita del figlio o un certificato di famiglia oppure una dichiarazione sostitutiva di responsabilità attestante le proprie generalità, la data di nascita del figlio e la qualità di genitore dello stesso. Indennità di maternità – come richiederla Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Lavoratrici autonome – Indennità di maternità: come richiederla Le lavoratrici autonome devono presentare la domanda di indennità (preferibilmente su modello Inps reperibile presso le strutture Inps o sul sito www. inps.it - sezione Modulistica) successivamente al parto e comunque non oltre il termine prescrizionale di 1 anno che decorre dal giorno successivo alla fine del periodo indennizzabile per maternità: decorso tale termine di 1 anno, infatti, il diritto all’indennità si perde. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Indennità di maternità – chi paga Il pagamento è effettuato direttamente dall’Inps nei seguenti casi: • lavoratrici stagionali; • operaie agricole a tempo determinato; • lavoratrici dello spettacolo a tempo determinato o a prestazione; • lavoratrici domestiche; • lavoratrici socialmente utili; • lavoratrici cessate o sospese dall’attività lavorativa; • lavoratrici che si trovino in cassa integrazione guadagni con pagamento diretto da parte dell’Inps; • lavoratrici iscritte alla Gestione Separata; • lavoratrici autonome (artigiane, commercianti, coltivatrici dirette, colone o mezzadre, imprenditrici agricole professionali). Per le lavoratrici dipendenti, l’indennità di maternità viene anticipata dal proprio datore di lavoro. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Indennità di maternità – chi paga L’indennità di maternità non è a carico dell’Inps per le seguenti categorie di lavoratrici: • dipendenti delle amministrazioni dello Stato. Le lavoratrici dipendenti dalle amministrazioni dello Stato, anche ad ordinamento autonomo, delle Regioni, delle Province, dei Comuni, degli Enti pubblici, hanno diritto ad un trattamento economico a carico dell’amministrazione datrice di lavoro; • libere professioniste con apposita cassa, non iscritte alla Gestione Separata dell’Inps: l’indennità di maternità viene corrisposta dalle casse di previdenza ed assistenza presso le quali le stesse sono iscritte; • personale di mare e di volo dipendente da imprese di navigazione marittima o aerea assicurate all’IPSEMA per la maternità. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Prescrizione del diritto all’indennità di maternità Se l’Inps non provvede al pagamento, entro un anno dalla fine del periodo indennizzabile, il diritto all’indennità di maternità si prescrive; il termine di prescrizione si interrompe se il richiedente presenta all’Inps atti scritti con data certa (richieste scritte di pagamento, solleciti e così via). Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Il padre lavoratore ha diritto di astenersi dal lavoro per tutta la durata del congedo di maternita' o per la parte residua che sarebbe spettata alla lavoratrice, in caso di morte della madre o di grave infermita‘ della stessa abbandono del bambino della madre affidamento esclusivo del bambino al padre rinuncia espressa della madre che ha diritto al congedo di maternità (rinuncia possibile solo in caso di adozione o affidamento) Che cos’è il congedo di paternità? Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Il congedo di paternità - approfondimenti • Al lavoratore padre di cui sopra sono riconosciuti anche i periodi di astensione obbligatoria post-partum di maggiore durata conseguenti al parto prematuro. Inps-Circ. 8/2003 punto 10 . • Al lavoratore padre nei casi di morte, grave infermità o malattia della madre, abbandono del bambino da parte della stessa, sono riconosciuti anche i periodi di astensione obbligatoria post-partum di maggiore durata conseguenti alla richiesta di flessibilità da parte della madre. Inps Circ. 8/2003 punto 10 Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Per ogni bambino, nei primi suoi otto anni di vita, ciascun genitore ha diritto di astenersi dal lavoro secondo le modalita' stabilite dall’art. 32 del D. Lgs. 151/2001. I relativi congedi parentali dei genitori non possono complessivamente eccedere il limite di dieci mesi, fatto salvo il disposto del comma 2 del presente articolo. Nell'ambito del predetto limite, il diritto di astenersi dal lavoro compete: a) alla madre lavoratrice, trascorso il periodo di congedo di maternita‘, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi;b) al padre lavoratore, dalla nascita del figlio, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a sei mesi, elevabile a sette nel caso di cui al comma 2;c) qualora vi sia un solo genitore, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a dieci mesi. 2. Qualora il padre lavoratore eserciti il diritto di astenersi dal lavoro per un periodo continuativo o frazionato non inferiore a tre mesi, il limite complessivo dei congedi parentali dei genitori e' elevato a undici mesi. Che cos’è il congedo parentale?ex maternità facoltativa Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Non può superare complessivamente, tra i due genitori, il limite di dieci mesi (elevabili a undici se il padre fruisce di almeno tre mesi di congedo parentale). Per esempio, nel caso in cui un genitore abbia utilizzato 6 mesi di congedo, i restanti 4 (o 5, se il padre fruisce di almeno tre mesi) dovranno essere fruiti necessariamente dall’altro genitore, altrimenti andranno persi. Periodo massimo di congedo parentale Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Ai fini dell'esercizio del diritto al congedo parentale, il genitore e' tenuto, salvo casi di oggettiva impossibilita', a preavvisare il datore di lavoro secondo le modalita' e i criteri definiti dai contratti collettivi, e comunque con un periodo di preavviso non inferiore a quindici giorni. N.B.: Il congedo parentale spetta al genitore richiedente anche qualora l'altro genitore non ne abbia diritto. Il congedo parentaleex maternità facoltativa Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Congedo parentale – casi particolari • In caso di parto gemellare o di adozioni/affidamenti plurimi, il periodo di congedo parentale spetta in relazione a ciascun bambino nato o adottato/affidato. • I due genitori possono usufruire del congedo parentale anche contemporaneamente. • Il padre, inoltre, può fruirne anche nel periodo in cui la madre è in congedo di maternità o quando beneficia dei riposi giornalieri per allattamento. • Il padre lavoratore dipendente ha un diritto autonomo al congedo parentale, potendone usufruire anche qualora la madre non ne abbia diritto. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Congedo parentale – a chi spetta Il congedo parentale è riconosciuto ai lavoratori che abbiano un rapporto di lavoro in corso di svolgimento e non può essere richiesto per le giornate di sospensione dell’attività lavorativa (aspettativa, pause contrattuali nel part time e così via). In caso di cessazione o sospensione del rapporto di lavoro, il diritto viene meno dal giorno successivo alla sospensione o cessazione; il diritto cessa, inoltre, dal giorno successivo alla morte del bambino per il quale il congedo è stato richiesto. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Congedo parentale – a chi non spetta Il diritto non spetta ai liberi professionisti ai lavoratori addetti ai servizi domestici e familiari ai lavoratori a domicilio. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Lavoratrici autonome -Congedo parentale Le lavoratrici autonome (commercianti, artigiane, coltivatrici dirette, colone e mezzadre, imprenditrici agricole professionali) e alcune categorie di lavoratori iscritti alla Gestione Separata dell’Inps (lavoratori a progetto, collaboratori coordinati e continuativi presso la P.A., percettori di assegni di ricerca) hanno diritto al congedo parentale per un periodo massimo di tre mesi, entro il primo anno di vita del bambino (o entro l’anno dall’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato). Durante il periodo di congedo parentale i suddetti lavoratori devono dichiarare di astenersi effettivamente dall’attività lavorativa. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Congedo parentale e malattia Il periodo di congedo parentale è sospeso in ragione dell’insorgenza di una malattia debitamente certificata. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Indennità per congedo parentale – quanto spetta L’indennità per congedo parentale è pari al 30% della retribuzione mediaglobale giornaliera del mese precedente il mese di inizio del periodo di congedo ed è concessa: • senza limiti di reddito per un periodo massimo di sei mesi complessivi tra i due genitori fruiti entro i 3 anni di età del figlio (o i 3 anni dall’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato); • con limiti di reddito (quando il reddito individuale del genitore richiedente è inferiore a 2,5 volte l’importo del trattamento minimo di pensione a carico dell’assicurazione generale obbligatoria) per i periodi di congedo eccedenti i 6 mesi oppure per i periodi fruiti oltre i 3 anni di vita del bambino (o i 3 anni dall’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato). Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Congedo parentale e anzianità di servizio • Il periodo di congedo parentale è valido ai soli fini dell’anzianità di servizio e non per le ferie e le mensilità aggiuntive. • Anche il congedo parentale fino agli otto anni di età del bambino, se avvenuto durante il rapporto di lavoro, dà diritto all’accredito della contribuzione figurativa, utile ai fini del diritto e della determinazione della misura della pensione. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Posso essere considerata genitrice unica e avere diritto a 10 mesi di congedo parentale? No, a meno che il figlio non Le sia stato affidato esclusivamente sulla base di un provvedimento formale Ho un figlio, non convivo, non sono sposata Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Posso chiedere la sospensione del congedo ? Sì, può richiedere: la sospensione del periodo di congedo e la trasformazione del congedo in assenza Sono mamma di un figlio e mi sono ammalata durante il periodo di congedo parentale Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
Entro quale giorno lo devo richiedere? Entro il primo di marzo. Occorrono, infatti, 15 giorni di preavviso. I giorni sono da intendere di calendario e non lavorativi. ISono una mamma. Il 15 marzo mi scade il periodo di maternità obbligatoria. Il 16 marzo inizio il periodo di congedo parentale. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
La madre di mio figlio può usufruire di 10 mesi di congedo parentale aggiungendo ai 6 mesi che le spettano i 4 mesi cui ho rinunciato? No. I quattro mesi che spettano al padre non sono trasmissibili alla madre, che continua a poter godere al massimo di 6 mesi Sono un papà: ho un figlio ma rinuncio ai quattro mesi di congedo parentale. Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
A chi spettano La lavoratrice madre assicurata all’Inps per la maternità ha diritto, durante il primo anno di vita del bambino (o entro un anno dall’ingresso in famiglia del minore adottato/affidato), ai riposi giornalieri indennizzati dall’Inps in misura pari all’intera retribuzione. A chi non spettano: alle lavoratrici domestiche, a domicilio, autonome o parasubordinate. Riposi giornalieri Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco
1. Il datore di lavoro deve consentire alle lavoratrici madri, durante il primo anno di vita del bambino, due periodi di riposo, anche cumulabili durante la giornata. Il riposo e' uno solo quando l'orario giornaliero di lavoro e' inferiore a sei ore. 2. I periodi di riposo giornaliero hanno la durata di un'ora ciascuno e sono considerati ore lavorative agli effetti della durata e della retribuzione del lavoro. Essi comportano il diritto della donna ad uscire dall'azienda. 3. I periodi di riposo sono di mezz'ora ciascuno quando la lavoratrice fruisca dell'asilo nido o di altra struttura idonea, istituiti dal datore di lavoro nell'unita' produttiva o nelle immediate vicinanze di essa. Riposi giornalieri della madreart. 39 del D. Lgs. 151/2001 Avv. Alida Vitale Avv. Franca Turco