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TEORIE DELL'APPRENDIMENTO. STRUTTURALISTI (teoria dell'abitudine)Teoria dell'apprendimento Teoriadell'apprendimento induttivo deduttivo TRASFORMAZI
E N D
1. GRAMMATICA e DIDATTICA Rosaria Sardo Facoltà di Lettere e Filosofia Università di Catania
Il Professor Grammaticus, un giorno, decise di riformare la grammatica. – Basta egli diceva,- con tutte queste complicazioni. Per esempio gli aggettivi, che bisogno c’è di distinguerli in tante categorie? Facciamo due categorie sole: gli aggettivi simpatici e gli aggettivi antipatici. Aggettivi simpatici: buono, allegro, generoso, sincero, coraggioso. Aggettivi antipatici: avaro, prepotente, bugiardo, sleale, e via discorrendo. Non vi sembra più giusto?
(G.Rodari, Il libro degli errori, in: Cinque Libri. Storie fantastiche, favole, filastrocche, Torino, Einaudi, 1993, p. 344).
2. TEORIE DELL’APPRENDIMENTO STRUTTURALISTI
(teoria dell’abitudine)
Teoria dell’apprendimento Teoria dell’apprendimento induttivo deduttivo
TRASFORMAZIONALISTI
(comportamento governato da regole)
(Da S. P. Corder, Introduzione alla linguistica applicata, Bologna, Il Mulino, 1983)
3.
4. ACQUISIZIONE DI ELEMENTI LESSICALI
5. LA MENTE MODULARE E I PROCESSI DI APPRENDIMENTO Quattro fasi nei processi di apprendimento:
1) Conoscenza non analizzata per routines e patterns, imitazione di modelli
2) Conoscenza progressivamente analizzata, ma ancora implicita e inconsapevole
3) Conoscenza analizzata e creativa
4) Conoscenza consapevole sulla quale si può esercitare l’azione didattica
Karmiloff-Smith (1992) 1995, Oltre la mente modulare, Bologna, Il Mulino
7. RAPPORTO TRA PROCESSI NATURALI DI ACQUISIZIONE E DIDATTICA
naturalezza dell’ambiente come garanzia di input
ampio e differenziato
Aspetti macroambientali
ruolo dell’apprendente nella comunicazione:
-silenzioso
-unilaterale
-bilaterale limitato
-bilaterale completo
disponibilità di referenti concreti (le parole si
prestano bene a diventare referenti)
8. APPRENDIMENTO VS. ACQUISIZIONE Le cinque ipotesi di Stephen Krashen
1. La distinzione tra apprendimento e acquisizione: l’acquisizione è «un processo inconscio e involontario, simile, anche se non identico, a quello attraversato dai bambini nella loro appropriazione del codice materno» (Favaro 2007: 81). Esso s’incentra sui contenuti e non sulla forma e l’errore viene corretto quando il contenuto non passa; l’apprendimento è, invece, «un processo consapevole e sistematico» (Favaro 2007: 81) che si basa sulla conoscenza delle regole e mira a produrre enunciati corretti nella forma. In questo caso gli errori vengono ripetutamente e sistematicamente corretti. Tra i due processi avrà maggiore rilevanza quello acquisizionale, in quanto avviene in contesti comunicativi naturali.
2. L’ipotesi dell’ordine naturale: le strutture della L2 vengono apprese seguendo delle sequenze universali costituenti un ordine naturale detto “sillabo interno”. La L2 si sviluppa in base all’interazione tra apprendente e input con cui viene a contatto.
9. MODELLO DI DULAY-BURT-KRASHEN Ambiente
linguistico
10. CAMILLA BETTONI, IMPARARE UN’ALTRA LINGUA,2001 intenzionalità consapevolezza
Imparare controllo Apprendere guida
consapevolezza spontaneità
Acquisire
passiva
competenza comunicativa
e attiva
linguistica
11. sistema dinamico dedotto dall’input tendente per gradi di
approssimazione verso la TL.
Percorsi comuni/esiti e velocità variabili.
Tipologie L1 e L2.
Modularità nell’apprendimento, quindi esiti differenziati nelle varie abilità (4+1)
abilità metalinguistica
Cap. 2: Comprensione Cap. 3: Produzione Cap.4: Variabilità
Cap.5: Teorie
12. CAP.2: PRIMA CAPIRE FIRST STEP: COMPRENSIONE Perché l’INPUT diventi produttivo deve essere capito, diventare INTAKE.
contestualizzato
conoscenze generali sul messaggio
L’ input deve essere strutturato/analizzabile conoscenze di L1
conoscenze parziali di L2
modificabile Foreigner talk
negoziabile riformulazioni, salienza
13.
modello psicolinguistico di Levelt, Speaking. From intention to
articulation, Cambridge, MIT Press, 1989.
Conoscenze generali Interprete
Lessico Morfosintassi
Semantica DECODIFICATORE
Fonologia
Messaggio acustico uditore
Gerarchia universale di procedure che rendono l’ascoltatore interlocutore:
Autonomia nelle strategie di DECODIFICAZIONE o dal basso verso l’alto (fonosintassi
grammatica semantica) o dall’alto verso il basso (pragmatica semantica fonologia);
Necessità di contestualizzazione;
Necessità di pratica per automatizzazione.
14. CAP.3: POI PARLARE SECOND STEP: PRODUZIONE Interlingua, stadi comuni, variabili, esiti diversi.
Analisi dell’input assegnabilità delle parole ad una classe
salienza
frequenza
contenuti
costruzione del LESSICO GRAMMATICALIZZATO
- L1 scolare 4000/5000 lemmi
- L1 adulta 20000 lemmi
L2 1000 parole più frequenti 72% di un testo vocabolario
2000 parole più frequenti 79,7% di un testo base 3000 parole
16000 parole più frequenti 97,8%
15. conoscenza di forma fonica
struttura morfologica
pattern sintattico
gerarchie implicazionali significati
relazioni lessicali
collocazioni privilegiate
Lessico passivo: conoscenza di alcune proprietà del lemma.
Lessico attivo: conoscenze di più proprietà del lemma e uso.
utilità
disponibilità
pronunciabilità
similarità con parole note in L1 o L2
specificità
16. CAP.4: LA VARIABILITÀ Tratti comuni, ambienti e strategie linguistiche diversi, esiti differenti.
sostituzione
L1. Trasferimento di elementi linguistici da L1 a L2 aggiunta
evitamento
uso eccessivo
Diminuisce col crescere della competenza in L2.
Ambiente linguistico Input diverso
Negoziabilità dell’input. Conversazione autentica
Insegnabilità: l’insegnamento è efficace solo se l’interlingua è allo stadio
immediatamente precedente a quello in cui la struttura insegnata è
appresa naturalmente.
- accelerare l’acquisizione
di un tratto
- spiegare tratti che sono usati
correttamente ma non sono analizzati
Più l’input è compreso più efficace è il processo di acquisizione.
17. Variabili personali Età - periodo critico e lateralizzazione - esito finale
Motivazione - integrativa - strumentale
Intelligenza - solo per abilità di lettura e scrittura + abilità metalinguistiche
Attitudine - MLAT (Modern Lang. Apt. Test) 1959 PLAB 1966
Stile cognitivo e problem solving
Personalità - BICS (Basic Interpersonal Communicative Skills)
- CALP ( Cognitive Academic Language Proficiency)
Progresso e variabilità - contestuale sociale
intersoggettiva psicologica
linguistica
situazionale
- soggettiva: relativa al punto di apprendimento
18. Produzione. Modello psicolinguistico di Levelt (1989)
Concettualizzazione Interprete
Formulatore Conoscenze generali Decodificatore
Articolatore Lessico Uditore
Messaggio acustico
Necessità di focalizzare l’attenzione prima sul lessico, poi sul lessico grammaticalizzato, poi sulle regole d’uso.
Necessità di considerare gli errori grammaticali come inevitabili e utili per lo sviluppo dell’interlingua.
Necessità di una pratica costante.
19. Modello dell’acculturazione di Schumann (1978-1986).
Modello multidimensionale. Progetto ZISA
BICS
CALP
Efficacia comunicativa VS accuratezza formale.
Strategie di apprendimento cognitive
metacognitive
sociali affettive
Necessità di fornire un ambiente linguistico ricco di INPUT negoziabile.
20. TEORIA DELLA PROCESSABILITÀ DI PIENEMANN (1998) Formulata per rendere conto delle sequenze di acquisizione e dello sviluppo di abilità procedurali nell’interlingua. Considera gli aspetti cognitivi, psicolinguistici e linguistici del processo.
Interpretazione psicolinguistica Progetto ZISA
Processi di produzione linguistica Levelt
Formalizzazione della descrizione grammaticale Bresnan 1982
La codificazione grammaticale comprende:
Un livello funzionale
Un livello posizionale
Messaggio preverbale
codifica grammaticale
ELABORAZIONE FUNZIONALE
Selezione lessicale Assegnazione funzionale sintattica
ELABORAZIONE POSIZIONALE
Assemblaggio in costituenti Flessione morfologica
Struttura superficiale del messaggio
21. Mentre è ancora in produzione la struttura della iterazione viene attivata dal concettualizzatore una nuova iterazione da collegare alla prima e così via. Nel processo vengono attivate le seguenti procedure di codificazione che hanno sequenza IMPLICAZIONALE:
1. accesso lessicale
2. procedura categoriale
3. procedura sintagmatica
4. procedura frasale
5. procedura della proposizione subordinata, se applicabile (p.es. in italiano alcune subordinate
sono marcate dal congiuntivo)
Nel modello bilingue (adattato da De Bot, A bilingual production model: Levelt’s “speaking” model adapted, in “Applied Linguistics” n°13, pp.1-24, 1992) «la decisione su quale lingua usare viene presa nel concettualizzatore insieme alla formulazione del messaggio preverbale. Il risultato di questa decisione porta poi alla selezione, nel formulatore, degli elementi lessicali e delle routines specifici di quella lingua. Dunque in tutti i casi in cui le lingue non sono strettamente imparentate, si devono supporre diverse procedure specifiche per le due lingue» (Bettoni,2000, p.214).
22. Naturalmente ciò che vale per il parlante bilingue vale in modo diverso, più limitato, per l’apprendente di L2. «L’acquisizione delle procedure di elaborazione linguistica segue la sequenza implicazionale con cui vengono attivate nella produzione del parlato» (Bettoni,2000,p.214).
1. accesso al lemma
2. procedura categoriale
3. procedura sintagmatica
4. procedura frasale
5. procedura subordinante
Ma cosa succede quando manca un elemento nella gerarchia implicazionale delle procedure?
L’interlingua si blocca e si riscontra corrispondenza diretta tra le strutture concettuali (in L1) e le strutture superficiali.
23. La variabilità dell’interlingua è definita a priori dalla gamma di opzioni strutturali di cui l’apprendente dispone in quello stadio di IL spazio delle ipotesi
Per un tratto linguistico sconosciuto, o non appreso omissione
l’apprendente ha a disposizione tre opzioni violazione
elusione
Troppe strategie di omissione creano fossilizzazione.
Dalla teoria della processabilità deriva l’ipotesi di insegnabilità (in grado di sbloccare la fossilizzazione).
24. TULLIO DE MAURO
DIECI TESI PER UN’EDUCAZIONE
LINGUISTICA E DEMOCRATICA
(1975)
25. ALBERTO MANZI
«Tanto meglio sarà l'adulto, quanto meglio avrà giocato da bambino» (Platone)
Alberto Manzi, del gioco, scriveva: «(...) E' grazie ai movimenti del suo corpo, al toccare, al sentire, al disfare, al provare...che il bambino costruisce le sue esperienze, che conquista e organizza lo spazio, che realizza il concetto di tempo, che precisa le relazioni tra sé e le cose, sé e gli altri...ossia forma i suoi concetti: pensa.»
«Il bambino costruisce il suo sapere lavorando con le cose, ragionando sulle cose, osservando le cose. Costruisce il suo sapere non raggruppando una conoscenza sull'altra, ma assimilando le informazioni e le esperienze, mettendole in relazione alle conoscenze precedenti. (…) Il bambino ha una rete di conoscenze di una complessità insospettata; fatti e conoscenze diverse sono legati tra loro in modo rigoroso e coerente. Questo sforzo di capire e spiegare i fatti, esiste. Non deve essere dimenticato o distrutto. (...) Sembra di perdere molto tempo, ma solo così possiamo entrare nel suo mondo». (A. Manzi)