1 / 103

Corso teorico-pratico per i lavoratori addetti al Pronto Soccorso Aziendale

Corso teorico-pratico per i lavoratori addetti al Pronto Soccorso Aziendale. Dr. Rodolfo Osti. C roce R ossa I taliana. Specialista in: Chirurgia Generale Chirurgia Pediatrica. 13 dicembre 2008. CRI. I numeri di un'emergenza italiana

isi
Download Presentation

Corso teorico-pratico per i lavoratori addetti al Pronto Soccorso Aziendale

An Image/Link below is provided (as is) to download presentation Download Policy: Content on the Website is provided to you AS IS for your information and personal use and may not be sold / licensed / shared on other websites without getting consent from its author. Content is provided to you AS IS for your information and personal use only. Download presentation by click this link. While downloading, if for some reason you are not able to download a presentation, the publisher may have deleted the file from their server. During download, if you can't get a presentation, the file might be deleted by the publisher.

E N D

Presentation Transcript


  1. Corso teorico-pratico per i lavoratori addetti al Pronto Soccorso Aziendale

  2. Dr. Rodolfo Osti Croce Rossa Italiana • Specialista in: • Chirurgia Generale • Chirurgia Pediatrica

  3. 13 dicembre 2008 CRI I numeri di un'emergenza italiana Vittime sul lavoro1.546 il picco più alto registrato nel 20011.376 la media di questi ultimi anni1.260 le morti bianche nel 2007

  4. 13 dicembre 2008 I numeri di un'emergenza italiana Nei cantieri Infortuni mortali nelle costruzioni CRI • 258 nell'anno 2006 • 235 nel 2007 • 16,6% sono immigrati

  5. 13 dicembre 2008 I numeri di un'emergenza italiana Le cause degli infortuni mortali nei cantieri 42,55% cade dall'alto20,85% travolto da mezzi meccanici14,89% travolto da materiali di lavoro CRI

  6. 13 dicembre 2008 CRI I numeri di un'emergenza italiana I costi - Quanto pesano ogni anno i danni derivati dagli infortuni sul lavoro?45,44 miliardi di euro dei quali:- 11,76 contributi- 19,40 sistema economico- 14,38 prevenzione

  7. CRI

  8. 21 marzo 2009 Morti sul lavoro in calo del 5,2%ma il fenomenoresta drammatico CRI "Il nostro Paese deve predisporre efficaci misure di prevenzione” ROMA - Le morti sul lavoro sono diminuite del 5,2% nei primi nove mesi del 2008, mentre nel complesso gli infortuni sul lavoro sono calati del 4,2%. Le "proiezioni" dell'Inail sono contenute nella relazione di accompagnamento alla bozza del nuovo testo unico in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, definita dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi, anticipate dall'agenzia Apcom.

  9. Venerdì 13 giugno 2008 CORRIERE DELLA SERA CRI Lavoro, strage senza fine: Tre morti in poche ore Due nel Milanese, uno a Palermo. Crolla un’impalcatura a Settimo Milanese: deceduti due stranieri. Un terzo è in coma. 12:52   CRONACHE A Termini Imerese un operaio di 44 anni è precipitato da un'altezza di tre metri nella centrale termoelettrica dell'Enel ed è morto sul colpo.

  10. venerdì 13 giugno 2008 CORRIERE DELLA SERA CRI

  11. CRI Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo di Nicoletta Cottone Il Sole 24 ore - 22 maggio 2007 La piaga degli incidenti sul lavoro in Italia ha causato più morti della seconda Guerra del Golfo. Lo studio dell'Eurispes «Infortuni sul lavoro: peggio di una guerra», presentato nella mattinata alla Camera dei deputati, ha calcolato come dall'aprile 2003 all'aprile 2007 i militari della coalizione che hanno perso la vita sono stati 3.520, mentre, dal 2003 al 2006, nel nostro Paese i morti sul lavoro sono stati ben 5.252. Un incidente ogni 15 lavoratori, un morto ogni 8.100 addetti: queste le cifre del fenomeno secondo l'Eurispes.

  12. CRI Dai dati Inail, l'Eurispes ha messo in evidenza che ogni anno dal Nord al Sud muoiono in media 1.376 persone per infortuni sul lavoro. L'edilizia è il settore ad alto rischio, visto che quasi il 70% dei lavoratori (circa 850) perdono la vita per cadute dall'alto di impalcature nell'edilizia. Fra le cause seguono il ribaltamento del trattore in agricoltura e gli incidenti stradali nel trasporto merci per le eccessive ore trascorse alla guida. L'età media di chi perde la vita sul lavoro è di circa 37 anni. Ogni incidente, dunque, visto che la vita media è di 79,12 anni, comporta una perdita di vita pari a 42 anni. Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo

  13. CRI 1.376 persone per anno muoiono in media per infortuni sul lavoro Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo

  14. CRI In pericolo più gli uomini delle donne: le donne infortunate sono in media il 25,75% e i decessi si attestano su un valore medio del 7,7 per cento. La percentuale media delle denunce per infortunio tra i lavoratori immigrati è dell'11,71%, mentre quella dei decessi è del 12,03%: una sostanziale uguaglianza anomala, segnala il rapporto, dato che per i lavoratori italiani la percentuale degli incidenti è di gran lunga superiore a quella dei morti. Segno, secondo l'Eurispes, che molti infortuni non vengono denunciati. Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo

  15. CRI Nei trasporti il tasso medio di incidenti si attesta su posizioni più elevate, mentre nell'industria si registra il valore più basso. Osservando l'andamento delle morti bianche nel periodo 2003-2005, l'Eurispes evidenzia un picco nel 2004 nel settore agricoltura, passata da 129 morti (2003) a 175 (2004) per poi ridiscendere a 127. Si registra anche un decremento nell'industria e nei servizi, passati dai 1.308 morti del 2003 ai 1.137 del 2004 e ai 1.065 del 2005. Sostanziale stabilità del settore pubblico (12-16-14). Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo

  16. CRI La provincia con il maggiore tasso di incidenti (anno 2005) è Taranto (11,33), seguita da Gorizia e Ragusa. La Regione con più incidenti mortali in assoluto (anno 2003) è la Lombardia, seguita dall'Emilia Romagna. Si tratta, però, di un dato che non tiene conto della dimensione della popolazione a rischio di incidenti, cioè degli occupati. Se si rapporta invece il numero di morti al numero di ore lavoro o al totale degli addetti, la regione con la maggiore incidenza di morti bianche è il Molise, seguita da Basilicata e Calabria e in genere da regioni del Sud. Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo

  17. CRI Tra le cause degli incidenti si annoverano la scarsa padronanza della macchina, l'assuefazione ai rischi (abitudine e ripetitività dei gesti), la banalizzazione dei comportamenti di fronte al pericolo, la sottostima dei rischi, la diminuzione dell'attenzione nel lavoro di sorveglianza, il mancato rispetto delle procedure, l'aumento dello stress, la precarietà del lavoro legata a una formazione insufficiente e la manutenzione eseguita poco o male. Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo

  18. CRI Una efficace prevenzione deve puntare su formazione e addestramento, sul rispetto degli ordini, dei divieti e delle indicazioni, sul corretto uso dei dispositivi di protezione individuale, sul rigido rispetto delle procedure quando la sicurezza tecnica non basta. Dalla relazione emerge che l'inefficacia dell'azione di prevenzione e di controllo è imputabile a una mancanza di strategia centrale. Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo

  19. CRI «Allo stato attuale - chiude il rapporto – l'Inail è l'unico ente in grado di gestire la prevenzione e la componente assicurativa e di promuovere pratiche virtuose sui luoghi di lavoro per sostenere, promuovere ed estendere il sistema partecipato, già previsto dalla normativa vigente, ma ancora ampiamente disatteso». Eurispes: più morti negli incidenti sul lavoro che nella Guerra del Golfo

  20. CRI Le prime leggi sulla sicurezza dei luoghi di lavoro furono introdotte in Italia nel 1942 nel codice civile mentre le prime leggi specifiche sull'argomento risalgono agli anni cinquanta. Importanti: D.P.R. n° 547 del 1955 D.P.R. n° 303 e n° 164 del 1956 Questi decreti, molto corposi e ben costituiti, sono tra i meno applicati nella storia dell'Italia repubblicana, infatti ancora tutt'oggi c'è un numero enorme di infortuni sul lavoro sia in fabbrica che nell'edilizia.

  21. CRI Anni '90: Dopo l'emanazione di direttive europee: legge n° 626 del 1994 legge n° 494 del 1996 che obbligano le imprese, i committenti e i datori di lavoro al rispetto dei decreti precedenti, a gestire il miglioramento continuo delle condizioni di lavoro, ad introdurre la formazione e l'informazione sui rischi per cui sono state create nuove figure professionali responsabili per la sicurezza.

  22. CRI Novità introdotte dal D.Lgs.626/94 obbligo della valutazione del rischio (riskassessment) da parte del datore di lavoro introduzione di un Servizio di Prevenzione e Protezione, di cui, il RSPP, ne è il responsabile introduzione di un Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (art. 18) che deve essere eletto dai lavoratori stessi e deve essere consultato preventivamente in tutti i processi di valutazione dei rischi.

  23. CRI La valutazione del rischio, quindi, è un processo di individuazione dei pericoli e di tutte le misure di prevenzione e protezione volte a ridurre al minimo sostenibile le probabilità e il danno conseguente a potenziali infortuni e malattie professionali.

  24. CRI Il Datore di lavoro oggi non è solo "debitore della sicurezza nei posti di lavoro" ma deve essere partecipe e responsabile di un processo di miglioramento delle condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro attraverso una periodica valutazione dei rischi (che viene documentata in un apposito "documento di valutazione dei rischi" in riferimento all'art. 4 comma 2) del D.Lgs. 626/94), che non determina solo i requisiti oggettivi di sicurezza, ma considera anche gli aspetti organizzativi e soggettivi associati allo svolgimento dell'attività lavorativa.

  25. CRI La legge delega n. 123 del 2007 conferisce al Governo il mandato entro maggio 2008 di riformare la legge 626, introducendo: un'armonizzazione delle leggi vigenti; l'estensione della 626 a tutti i settori, tipologie di rischio e lavoratori autonomi e dipendenti; un adeguato sistema sanzionatorio; l'obbligo di indossare tesserini di riconoscimento, indicanti dati del lavoratore e del datore di lavoro, all'interno dei cantieri e altri luoghi di lavoro, a pena di un'ammenda; un rafforzamento degli organici degli ispettori del lavoro

  26. CRI In data 30 aprile 2008 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il testo definitivo del Decreto Legislativo 09/04/2008 n. 81. La nuova norma, che contiene 306 articoli e 51 allegati, costituisce il Testo Unico in materia di sicurezza sul lavoro.

  27. La nuova normativa: - introduce sanzioni penali per i trasgressori; - istituisce i rappresentanti per la sicurezza, eletti dai lavoratori, con poteri di ispezionare impianti e prendere visione dei documenti aziendali; - obbliga i datori di lavoro a pubblicare una documentazione di valutazione complessiva del rischio;- determina una responsabilità in solido delle aziende appaltatrici nei confronti di quelle subappaltanti;- prevede la sospensione delle attività fino alla messa in regola, nelle aziende che non rispettino la 626, abbiano più del 20% dei lavoratori in nero, ovvero sottopongano i dipendenti a turni di lavoro maggiori di quelli consentiti dai Contratti Nazionali di categoria. CRI

  28. PRIMO SOCCORSO CRI è l'insieme delle azioni che permettono di aiutare una o più persone in difficoltà, senza l’utilizzo di farmaci, nell'attesa dell'arrivo dei soccorsi qualificati. Nessuna azione deve essere svolta senza aver valutato la situazione. Appena possibile, compatibilmente con le possibilità, dopo aver compiuto un esame primario, è necessario effettuare una chiamata di emergenza per attivare la catena del soccorso, in Italia avvisando il 118, in Europa il 112. Prestare soccorso è un dovere del cittadino, tanto più se è un medico.

  29. Compiti del Primo Soccorritore: CRI • Evitare azioni convulse e dannose • Evitare l’aggravamento delle condizioni dell’infortunato • Proteggere l’infortunato da ulteriori rischi • Favorire la sua sopravvivenza • Saper distinguere i casi urgenti dai casi gravi ma non urgenti • Saper effettuare una corretta chiamata di soccorso.

  30. Il soccorso è un obbligo: Morale, Medico‑legale e Deontologico CRI OMISSIONE DI SOCCORSO Art. 593 del Codice Penale (CP). Commette tale reato: "Chiunque trovando [ ... ] un corpo umano che sia o sembri inanimato, ovvero una persona ferita o altrimenti in pericolo, omette di prestare l'assistenza occorrente o di darne avviso alla autorità".

  31. CRI Art 54 CP (Stato di necessità): "Non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità di salvare sé od altri dal pericolo attuale di un danno grave alla persona, pericolo da lui non volontariamente causato, né altrimenti evitabile, sempre che il fatto sia proporzionato al pericolo. Questa disposizione non si attua a chi ha un particolare dovere giuridico di esporsi al pericolo".

  32. PRONTO SOCCORSO CRI è un insieme di attività sanitarie complesse (defibrillazione, intubazione, farmaci ...) che hanno come obiettivo il trattamento di emergenza di uno stato patologico insorto improvvisamente. Generalmente tali manovre sono dì pertinenza sanitaria.

  33. Classificazione delle urgenze CRI • Emergenza (urgenza estrema): • Arresto respiratorio • Arresto cardio-respiratorio • Emorragie arteriose imponenti

  34. Classificazione delle urgenze CRI • Urgenze primarie: • Emorragie gravi • Portatori di laccio emostatico • Membra sfracellate • Gravi traumi toracici ed addominali • Grave stato di shock • Gravi ed estese ustioni • Donne in fase avanzata di parto • Avvelenamenti da sostanze di elevata tossicità

  35. Classificazione delle urgenze CRI • Urgenze secondarie: • Traumi cranici e vertebrali • Sospette fratture di bacino • Fratture esposte degli arti • Urgenze terziarie: • Ferite non gravi • Piccole ustioni localizzate • Fratture non esposte degli arti

  36. Apparato Respiratorio CRI Insieme di organi e di strutture che permettono l'ossigenazione del sangue, del liquido della cavità generale del corpo o direttamente dei tessuti e l'eliminazione di gas nocivi.

  37. Apparato Respiratorio CRI

  38. Apparato Respiratorio L'apparato Respiratorio Umanoè formato dalle prime vie respiratorie (naso, bocca), dalla faringe, dalla laringe, dalla trachea, dai due bronchi che da essa si dipartono, e che si ramificano in condotti di calibro via via minore, diventando bronchioli, e dai due polmoni. Nei polmoni avvengono i processi di scambio dei gas respiratori, ossigeno e anidride carbonica; gli altri organi dell'apparato costituiscono vie di conduzione dei flussid'aria in entrata e in uscita. In tal senso, si possono comprendere nell'apparato respiratorio anche le vie nasali, la cavità boccale, la faringe e la laringe, che rappresentano le prime vie di ingresso e di uscita dell'aria. CRI

  39. Apparato Respiratorio CRI

  40. Apparato Respiratorio CRI L'ingresso dell'aria nella laringe è regolato dall'epiglottide, un lembo di tessuto cartilagineo che, al momento della deglutizione, chiude la laringe e impedisce a particelle di cibo o di saliva di ostruire le vie respiratorie. Come in tutti i vertebrati, nell'uomo i due polmoni sono racchiusi nel torace, dotato di una base a cupola formata dal muscolo diaframma; ciascuno è rivestito da due sottili membrane sierose, le pleure, una aderente alla superficie esterna del polmone e l'altra alla superficie interna del torace. Le due pleure sono separate da una cavità virtuale in cui si trova una modesta quantità di fluido.

  41. Apparato Respiratorio CRI

  42. Apparato Respiratorio I polmoni hanno una forma grossolanamente piramidale, che si adatta alla forma del torace. Non sono perfettamente simmetrici: il polmone destro è formato da tre lobi, mentre il sinistro è formato da due lobi e, vicino al margine mediano della base, presenta l'incisura cardiaca nella quale è collocato il cuore. Sul lato mediano di ciascun polmone si trova il peduncolo polmonare, formato dai bronchi, dalle arterie e dalle vene polmonari. Ciascun bronco, all'interno del polmone, si suddivide più volte fino a terminare in un lobulo, l'unità strutturale e funzionale polmonare. CRI

  43. Apparato Respiratorio CRI

  44. Apparato Respiratorio Le arteriee le vene polmonari che accompagnano il bronco si ramificano anch’esse negli stessi punti; le arteriole e le venule dei lobuli sono collegate attraverso un denso reticolo di capillari posti sulle pareti delle cellule polmonari. Anche i nervi del plesso polmonare e i vasi linfatici sono distribuiti nello stesso modo. All'interno del lobulo, il bronchiolo si divide nei bronchioli terminali, ognuno dei quali sbocca in due o più bronchioli respiratori. A sua volta, ciascuno dei bronchioli respiratori si apre su alcuni sacchi alveolari, le pareti dei quali presentano rigonfiamenti verso l'esterno che costituiscono i numerosi alveoli (cellule aeree) del lobulo. CRI

  45. Apparato Respiratorio CRI

  46. Apparato Respiratorio CRI La funzione respiratoria, ovvero lo scambio di gas tra sangue e aria atmosferica, avviene a livello degli alveoli polmonari, minute strutture tondeggianti dotate di una parete estremamente sottile riccamente vascolarizzata, attraverso la quale avviene la diffusione dell'ossigeno dall'aria atmosferica al sangue, e dell'anidride carbonica in senso inverso. Essa richiede un flusso d'aria in entrata, ricco di ossigeno, e uno in uscita, mediante il quale l'organismo espelle anidride carbonica. Ciò si verifica, rispettivamente, durante l'inspirazione e l'espirazione, che avvengono per effetto dell'espansione e della contrazione della gabbia toracica.

  47. Apparato Respiratorio CRI

  48. Apparato Respiratorio CRI All'interno dei polmoni vi è una pressione uguale a quella atmosferica, mentre tra le due pleure il valore è inferiore; questa pressione negativa tende a fare espandere i due organi che altrimenti collasserebbero. Tale depressione è a sua volta dovuta all'espansione del torace per azione dei muscoli respiratori. Tra questi, il principale è il diaframma, una struttura muscolare a forma di cupola che separa la cavità toracica da quella addominale. Innervato dai nervi frenici (che hanno origine nella regione cervicale), si contrae in modo involontario abbassandosi (da 1 a 10 cm); produce dunque la diminuzione della pressione nei polmoni, i quali tendono a espandersi e, dunque, richiamano aria dall'esterno: in tal modo si verifica l'inspirazione.

  49. Apparato Respiratorio All'espansione inspiratoria della gabbia toracica partecipano anche i muscoli intercostali, i muscoli sterno-cleidomastoidei (che innalzano lo sterno) e i muscoli scaleni (che sollevano le prime due costole). L'espirazione avviene in modo passivo per rilassamento del diaframma e degli altri muscoli: lo spazio della cavità toracica si riduce e i polmoni, elastici, si contraggono passivamente espellendo l'aria. In alcuni casi, l'espirazione può però essere praticata in modo volontario, come avviene ad esempio in alcune pratiche sportive di iperventilazione. In questo caso sono coinvolti anche i muscoli addominali (obliqui, retto e trasverso). CRI

More Related