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Il trattato Teologico-politico di Spinoza

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Presentation Transcript


    1. Il trattato Teologico-politico di Spinoza

    3. L’interpretazione della Scrittura a partire da se stessa. Rifiuto del Lumen soprannaturale per conoscere le scritture e rifiuto del metodo allegorico di Maimonide Spinoza: separazione tra fede e ragione Maimonide: non pone nessuna distinzione tra verità di fede e di ragione, anzi: la Bibbia è fonte di verità speculative. La contraddizione tra le due verità sussiste solo se ci fermiamo ad una lettura letterale della Bibbia. La verità è unica e la filosofia consiste unicamente nel confermare la verità della Scrittura nella modalità speculativa.

    4. Per Spinoza. il metodo di Maimonide è: Fantasioso: egli cerca nella Scrittura la filosofia peripatetica, cioè una filosofia specifica, e non una coerente razionalità che procede da idee chiare e distinte. Esporre teorie platonico-aristoteliche, non significa interpretare le Scritture, ma accordarle a queste speculazioni. Nocivo: questo nuovo “pontificato filosofico” provocherebbe presso il popolo un sentimento di ira piuttosto che di venerazione. Ciò che il popolo cerca nella Scrittura non è la verità delle cose, ma imperativi necessari alla salvezza. Inutile: la parola di Dio parla un linguaggio morale, non cerca la dimostrazione dell’esistenza di Dio. (Per dimostrazione S. intende la conoscenza di oggetti a partire da definizioni e assiomi che ne costituiscono la causa) I significati della Bibbia da nessun principio affermato dal lume naturale. Per Maimonide l’interpretazione della bibbia è solo un pretesto per esporre i propri pregiudizi filosofici

    5. Per Spinoza la Bibbia si interpreta a partire dalla Bibbia stessa In alcuni casi, ad esempio gli antropomorfismi, si impone una interpretazione allegorica, non perché il senso letterale cozza con la ragione, ma perché l’interpretazione letterale è incompatibile con i dogmi esposti chiaramente nella Scrittura e devono essere articoli di fede obbligatori. Il nuovo metodo critico non ha nulla a vedere con il metodo classico della pšat che pretende di seguire la lettera. Critica ad Alphakar, che sostiene alcuni dogmi non per ragioni razionali o fondamenti scritturali, ma perché appartenenti alla tradizione rabbinica. Il fanatismo della lettera della pura ortodossia giudaica e l’interpretazione allegorica sono ugualmente da condannare

    6. Il nuovo metodo La storia e la filologia sono discipline necessarie non per esplicare la fede, ma per comprendere il significato esatto del suo contenuto. Contro ogni riduzionismo naturalista che si prefigge di spiegare ciò che appare all’inizio misterioso e soprannaturale con le leggi di natura. (Anche se S. non sempre sfugge a questo pericolo). Non confondere il senso di un discorso con la verità delle cose (significato).

    7. Spinoza sostiene un punto di vista opposto a quello di Meyer L. Meyer, Philosophia S. Scritturae interpres, (Amburgo 1674) Sosteneva: Senso: conformità del discorso alle idee di colui che parla. Significato: accordo del discorso con le cose esterne a colui che parla. Tutto ciò che è contrario alla verità è contrario al vero senso. Da ciò risulta che la filosofia, conoscenza vera, dedotta a partire dai principi del lume naturale e dimostrata apoditticamente è la norma infallibile e certa di tutta l’interpretazione della Scrittura. Non ciò che la Scrittura dice è vero, ma è vero solo ciò che lo Spirito vuole insegnare Distingue la rivelazione biblica da quella naturale: non tutta la Scrittura è razionalmente intelligibile come lo è la natura. E’ possibile un discernimento razionale della Scrittura, ma esso si fonda sulla scrittura stessa. Interpretare la Scrittura a partire dalla Scrittura stessa significa interpretarla solo attraverso la Scrittura e non attraverso la filosofia

    8. Lo spirito dell’interprete della Scrittura deve essere analogo a quello di colui che spiega la natura: Per interpretare la natura occorre considerarla nella storia: per storia S. intende istorein = informarsi, raccogliere dei fatti, cose osservate. Storia naturale significa raccogliere documenti sui fatti della natura e interpretarli. Similitudine tra concetto di interpretazione della natura di Bacone: la natura a partire dalla natura e l’interpretazione della Scrittura di Spinoza: la Scrittura a partire dalla Scrittura. Anche il metodo è simile, ossia induttivo: l’interpretazione della natura parte da cose singolari e cambianti raccolte nella storia, risale alle realtà universali (manifestazioni dirette di Dio) e ridiscende, secondo un ordine degradante, alle cose singole

    9. Questo metodo utilizzato nella interpretazione della Scrittura comporta: Esame metodico dei testi sacri, per raccogliere dati certi. Confronto tra i testi per giungere attraverso un triplice punto di vista linguistico, storico, filologico, al vero pensiero dei loro autori. Critica dell’autenticità Critica di provenienza Critica di comprensione e credibilità. Determinazione dei concetti: attraverso la comparazione del significato delle parole a partire dal testo stesso; es. cosa è miracolo, rivelazione, profeta, regno di Dio. (attenzione: questi concetti sono strumentali per impartire un insegnamento morale). Scoperta di una dottrina universale: sulla base di uno sguardo d’insieme di tutti concetti rilevati nella Scrittura si deve pervenire alla comprensione del suo senso esatto. Applicazione della dottrina universale ai casi particolari: l’applicazione non è meccanica e necessaria, perché la dottrina non concerne la speculazione, ma solo l’amore di Dio e l’amore degli uomini per Dio.

    10. Ricordiamo che il metodo interpretativo della Scrittura è soltanto analogo al metodo sperimentale delle scienze della natura perché non riposa sugli stessi principi - La natura riposa su un principio d’intelligibilità assoluta - La Scrittura non è intelligibile nella sua totalità. La Scrittura allora non può essere determinata attraverso una storia naturale universale, ma solo dalla storia delle redazioni. Il fine non è quello di stabilire nessi causali, ma formulare relazioni di significato. Interpretare la Scrittura a partire dalla Scrittura significa: comprensione del vero senso degli insegnamenti in essa contenuti come comandi divini, comprensione non spontanea, ma metodica e critica, analoga ai procedimenti delle scienze.

    11. Critica all’esegesi classica:

    12. Critica testuale interna ed esterna La conoscenza storica non può avere lo stesso grado di certezza della conoscenza della natura. La critica esterna non conferisce alla Scrittura alcun grado di verità. Essa trova il suo senso nella critica interna, la quale deve condurre ad una religione universale, tratto d’unione tra gli uomini, nel rispetto della loro libertà di pensiero. Non confondere tradizione ed autenticità, anzi la tradizione dimostra che la scrittura è (anche) invenzione umana che comporta la ricerca del vero pensiero degli autori sacri La critica esterna non solo è solidale con quella interna, ma questa orienta la prima. La libertà di giudizio in materia di esegesi biblica, nella situazione storica specifica e personale, è condizione essenziale della libertà di filosofare Anche Hobbes nella terza parte del Leviatano dà una interpretazione poco ortodossa della Scrittura, ma gli intenti sono opposti a quelli di S.. Hobbes: Solo il sovrano interpreta la parola di Dio; non esiste libertà di coscienza e il potere spirituale è subordinato a quello temporale. Spinoza: Lo stato non può assolutamente interpretare la Scrittura, ma solo garantire la libertà. Neppure la chiesa ha una particolare autorità nella interpretazione della Scrittura

    13. La profezia.

    15. I profeti non avevano alcuna certezza della rivelazione: essa non è autoevidente a partire da se stessa, ma da altri segni. La Scrittura non dice da nessuna parte che i profeti sono dei filosofi o sapienti che hanno la conoscenza adeguata di Dio. Gli attributi con cui i profeti designano l’essenza di Dio, non vanno intesi in senso filosofico. Essi non ci danno la vera conoscenza di Dio, ma solo un insegnamento di una regola pratica di vita ispirata dall’amore disinteressato di Dio. Per Maimonide la profezia è principalmente meditazione e poi comunicazione, per S. è la comunicazione della volontà di Dio. I profeti non ragionano né discutono. Il profeta non è un super filosofo perché la conoscenza profetica è inferiore alla conoscenza filosofica. Il profeta non è animato da nessun desiderio di comprensione e non possiede alcuna formazione filosofica. E’ interprete della parola di Dio saputa in forza della sua immaginazione (livello di conoscenza più basso). La parola di Dio comunicata dal profeta nulla dice della conoscenza di Dio e dei suoi rapporti con l’universo e il mondo. La conoscenza profetica è irriducibile (non presume alcuna conoscenza).

    16. La parola di Dio. Il primo pregiudizio da dissipare è quello che identifica il canone del VT e NT come parola di Dio. Il secondo pregiudizio da dissipare è che la parola di Dio perché ispirata non può comportare nessuna inesattezza (idolatria della lettera). La scrittura è sacra non perché Dio ne è l’autore, ma perché le parole in essa contenute suscitano negli uomini la pietà. La parola di Dio è rivelata attraverso i profeti, ma è morta se non trova un eco nei nostri cuori. Essa è comprensibile attraverso il lume naturale (esso non coincide con il lume razionale, cioè l’ordine della ragione), ma il modo con cui Dio la comunica è incomprensibile. Non sono parola di Dio le parti storiche, le cerimonie e le istituzioni, segni esteriori della legge universale; la ragione e la Scrittura non possono imporre un culto.

    17. Non c’è nella Scrittura nessuna filosofia che deve essere considerata insegnamento divino. E’ nell’introdurre nella religione delle speculazioni filosofiche che si finisce per provocare scismi, mentre la religione è unione e concordia La fede è: Legata esclusivamente all’idea di osservanza Sottomissione alla volontà di Dio senza convinzione razionale Il credente crede non perché Dio è compreso nella sua necessità, ma perché glielo ha prescritto attraverso una sua rivelazione. Spinoza non si domanda, come Kant, cosa giustifichi questo ordine morale. Non è giustificato dal pensiero razionale. E’ un imperativo ipotetico legato alla salvezza.

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