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Giovani generazioni al lavoro Le politiche attive

Giovani generazioni al lavoro Le politiche attive. Mauro Boati. 16 Maggio 2012. IL LAVORO CHE NON C’È E IL LAVORO CHE C’È. E I GIOVANI?. IL LAVORO CHE NON C’È. IL LAVORO CHE NON C’È.

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Giovani generazioni al lavoro Le politiche attive

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Presentation Transcript


  1. Giovani generazioni al lavoro • Le politiche attive Mauro Boati 16 Maggio 2012

  2. IL LAVORO CHE NON C’ÈE IL LAVORO CHE C’È.E I GIOVANI?

  3. IL LAVORO CHE NON C’È

  4. IL LAVORO CHE NON C’È In Italia gli occupati sono 22.947 mila (- 0,4% rispetto al 2011) I disoccupati sono 2.506 mila (+ 2,7% rispetto al 2011) Il tasso di disoccupazione si attesta al 9,8% (+ 1,7% sul 2011) La disoccupazione dei 15-24enni, è pari al 35,9% (+ 2% su febbraio)Dal 2009 l’occupazione giovanile supera quella della popolazione tra i 55 ed i 64 anni

  5. GLI «SCORAGGIATI» • Sono più di un milione e 581 mila soggetti • Sono concentrati nelle regioni del Mezzogiorno, come Campania (13,7%), Sicilia (11,5%) e Calabria (9,4%). Le dieci province con la percentuale più alta di scoraggiati sono quelle di: Crotone (20,9%), Caserta (18,4%), Napoli (15,4%), Siracusa (14,4%), Caltanissetta (13,7%), Brindisi (12,5%), Foggia (12,4%), Trapani (12,2%), Palermo (12%) e Catania (12%). Le province con l’incidenza più bassa di scoraggiati sul totale degli inattivi sono Ferrara (1,2%), Bolzano (1,3%), Belluno (1,3%), Ravenna (1,4%), Bologna (1,5%), Aosta (1,6%), Alessandria, (1,8%), Sondrio (1,8%), Piacenza (1,8%) e Trento (1,8%).

  6. IL LAVORO CHE C’È - I VOLUMI NUOVI CONTRATTI DI LAVORO IN ITALIA (SETTORE PRIVATO – TUTTI) Fonte: Min. Lav., Sistema informativo delle Comunicazioni Obbligatorie

  7. IL LAVORO CHE C’È – PER REGIONE La tabella mostra il numero dei contratti di lavoro dipendentestipulati nel 2010 in ciascuna delle nove regioni che sono in grado di fornire questo dato. Circa quattro milioni di contratti di lavoro. La trasformazione in tempo indeterminato è calata al 3% dati sul 2010, forniti dagli Osservatori regionali del lavoro

  8. I GIOVANI

  9. LAVORO - Giovani VS Adulti NORD (*)% di occupati sulla classe di età corrispondente CENTRO SUD

  10. IL LAVORO C’È MA ….

  11. I BASSI LIVELLI DI ISTRUZIONE TERZIARIA Popolazione 30-34 anni per titolo di studio in alcuni paesi europei (percentuale sul totale) - Anno 2009

  12. Giovani NEET nei paesi europei Proportion of NEETs among 15–24 year-olds, EU27 (%)- Eurostat 2010

  13. NEET • In Italia un giovane su cinque non studia e non lavora (uno su tre in Campania e in Sicilia e uno su dieci nel Trentino-Alto Adige). • Nel 2009 circa 2 milioni di giovani tra 15 e 29 anni (21,2% della popolazione della stessa età) sono esclusi dal circuito educativo, formativo o lavorativo. • La quota NEET è più alta fra i paesi europei e superiore del 6% alla media europea (14,7%). • Netta prevalenza delle donne (57% rispetto al 43% degli uomini), delle persone inattive (il 66% rispetto al 34% dei disoccupati) e dei residenti nel Mezzogiorno (58% rispetto al 42% del Centro-Nord).

  14. NEET – le cause • Per quasi un terzo è una scelta apparentemente volontaria, anche se condizionata da fattori culturali (29,7% licenza elementare) • 604 mila giovani NEET (30%), in maggioranza donne (438 mila, pari al 73%), dichiarano di non cercare un impiego e di non essere disponibili a lavorare • per motivi familiari(gruppo più numeroso) • perché impegnati in attività formative, • per inabilità o problemi di salute, • per dichiarato disinteresse • per assenza di bisogno.

  15. I giovani -otto tipologie (Cluster)

  16. I GIOVANI - TIPOLOGIE Giovani Adulti. 20,5% pari a 2,86 milioni di giovani • hanno completato il percorso di transizione professionale e sociale • occupati (75%) o non occupati (25%), hanno costituito un proprio nucleo familiare • per un terzo di loro, la precarietà del lavoro o il non lavoro di un coniuge costituisce un fattore di notevole disagio. • Giovani disoccupati esperti. 3,4% pari a 467.000 persone • sono coloro che la crisi ha costretto ad uscire ed a rientrare nel mercato. • Giovani in transizione professionale. 8,4% pari a 1,18 milioni di giovani • hanno già avviato la transizione professionale • non sono disoccupati ma è forte la presenza di lavoratori intermittenti e con contratti a tempo determinato.

  17. I GIOVANI - TIPOLOGIE Giovani in transizione sociale circa 554 mila • non hanno ancora avviato la transizione dalla famiglia di origine con la costituzione di un nucleo familiare autonomo • per età dovrebbero essere già indipendenti ma ancora risiedono nel nucleo familiare • gli occupati (prevalentemente dipendenti a termine) sono circa 290 mila • 115 mila risultano NEET. Giovani disoccupati scoraggiati sono il 5% della platea (700 mila) • disoccupati ed inoccupati scoraggiati • hanno età compresa tra i 20 ed i 34 anni. • Giovani lavoratori in formazione. 3,1 milioni di giovani (occupati 2,3 mln). • in parte in formazione contemporaneamente ad attività professionali saltuarie • spesso (70%) hanno un contratto a causa mista (apprendistato), a progetto o comunque a tempo determinato • all’ interno di questo gruppo si manifestano le condizioni sociali e professionali più disagiate.

  18. I GIOVANI - TIPOLOGIE Giovani in formazione di base - sono 2,7 milioni di giovani, in larghissima misura studenti del ciclo secondario superiore (di età compresa tra 15 ed i 19 anni). Giovani in formazione superiore - sono il 17% pari a circa 2,3 milioni di persone impegnati negli studi universitari o nella formazione superiore.

  19. CLUSTER per ETA’

  20. Cluster per titolo di studio

  21. Cluster per condizione professionale Tabella 14- Valori percentuali - Gruppi per condizione professionale

  22. CLUSTER per tipo di occupazione Tabella15- Occupati per gruppo. Valori % sul totale del Gruppo

  23. CLUSTER per tipo di occupazione dipendente Tabella 16 Occupati dipendenti per gruppo. Valori % sul totale del Gruppo

  24. PER FORTUNA C’È IL «SOMMERSO» Quanto vale il «sommerso» (economia e reddito)?1 ) A quanti posti di lavoro corrisponde l’economia sommersa2) Quanto reddito non dichiarato hanno ancora le famiglie?(Il mercato del lusso italiano è stato di 16,6 miliardi nel 2010 – primato europeo)

  25. IL «SOMMERSO» CRESCE Dal 2008, a fronte di un calo generalizzato dell’occupazione regolare (-4,1%), quella informale è aumentata dello 0,6%, portando il lavoro sommerso al 12,3% del totale nel 2010 (era l’11,6% nel 2003). Tra il 2008 e il 2010 nell’industria (settore che ha registrato le maggiori perdite occupazionali) c’è stata una contrazione del 10,5% del lavoro regolare e una crescita di quello sommerso del 5,5%.Il livello di irregolarità è passato - dal 17,9% al 18,7% nel commercio, riparazioni e turismo, - dall’8,8% al 9,6% nei servizi immobiliari e avanzati alle imprese.

  26. «SOMMERSO» E REDDITO 1. 35% del PIL del 2011, cioè 540 miliardi di euro2. la distanza stimata (tra ricchezza dichiarata e benessere reale) spiega in parte la mancata esplosione sociale- Puglia, Sicilia, Campania, Calabria 54 – 50 punti- Molise, Abruzzo, Sardegna, Basilicata, Umbria 50 – 40- altre 40 – 11- Valle d’Aosta, Trentino A Adige, Lombardia 10-1 Quanto vale il «sommerso» (economia e reddito)?

  27. POLITICHE ATTIVE Una serie di interventi in grado di aiutare/spingere una persona a divenire «attiva» nella transizione dalla formazione al lavoro o dal lavoro al lavoro o dalla disoccupazione al lavoro. Fornisce gli strumenti necessari: informazioni, formazione, orientamento, accessi a network, ecc.

  28. POLITICHE DEL LAVORO PER CLUSTER

  29. I GIOVANI LAUREATI vs LAVORO LA DISTANZA

  30. DISTANZA / VICINANZA DAL LAVORO Ambiti di lavoro attesi dai laureati

  31. DISTANZA / VICINANZA DAL LAVORO Le aspettative dei giovani laureati

  32. DISTANZA / VICINANZA DAL LAVORO Caratteristiche personali - richieste vs carenti (laureati) . . . . . Richieste Carenti

  33. QUALE LAVORO? Es. Milano 108.412 nuovi contratti nel 2011

  34. IL LAVORO MANUALE C’È • Il lavoro manuale occupa 8.383.000 lavoratori ( 36% degli occupati) • Nelle assunzioni 2010 ben il 44,4% ha interessato lavori di tipo manuale: • artigiani e operai specializzati, • operai conduttori di macchine e impianti, • mestieri non specializzati, • lavoratori in campo edile, • addetti alle pulizie, • meccanici e montatori, • magazzinieri

  35. IL LAVORO CHE SI PERDE «Scoperture» 2011 nazionali rilevate 117.000 (stimate 300.000) + Sostituzioni con lavoratori immigrati circa 150.000 per anno Tra il 2005 e il 2010 i lavoratori italiani occupati in professioni manuali scendono dell’11% (- 842.000) e i lavoratori stranieri aumentano a +725.000 ( +83,8%). L’incidenza passa dal 10,2% al 19% del totale degli occupati

  36. IL LAVORO CHE SI PERDE- scoperti 2011 • 26% (operai, macellai, tecnici inf., mobility man., ecc.) • Costruzioni 16% (elettricisti, idraulici, posatori materiali spec., ecc.) • Commercio 14% (shop manager, addetti vendite spec., informatici) • Alloggio e ristorazione 11% (cuochi, inform. serv. alb., acce intrat.) • Industria Sanità 7%(infermieri, ausiliari, specialisti smaltimento, ecc.) • Trasporto e logistica 6% (esperti conserv. alimenti, tecnici, marketing) • Informazione e comunicazioni 3% (ingegneri, gestori web, grafici web, designer) • Credito, finanza e assicurazioni 2% (consul. previdenziali, recupero cred., promotori) • Altri 15% (falegnami, ebanisti, panificatori, meccanici, ecc.)

  37. GLI STUDI

  38. LAUREARSI ?

  39. LAUREARSI?

  40. STUDI E OCCUPAZIONE Si evidenzia un tasso di occupazione più elevato per i giovani diplomati, specie nelle prime due fasce di età considerate. I diplomati entrano nel mercato del lavoro mediamente un quinquennio prima dei laureati, accumulando esperienza che porta progressivamente ad un maggiore occupabilità I laureati tuttavia, già prima dei 30 anni, recuperano ampiamente le posizioni in termini di tasso di occupazione e di retribuzione media.

  41. TITOLO DI STUDIO VS OCCUPAZIONE

  42. LAUREA? ITALIA VS EUROPA

  43. QUALI LAUREE

  44. GLOSSARIO Forze di lavoro: comprendono le persone occupate e quelle disoccupate. Occupati: comprendono le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento:  hanno svolto almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura;  hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente;  sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi, oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50% della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro, ad eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se, durante il periodo di assenza, mantengono l’attività. I coadiuvanti familiari sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi. Disoccupati: comprendono le persone non occupate tra i 15 e i 74 anni che:  hanno effettuato almeno un’azione attiva di ricerca di lavoro nelle quattro settimane che precedono la settimana di riferimento e sono disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive;  oppure, inizieranno un lavoro entro tre mesi dalla settimana di riferimento e sarebbero disponibili a lavorare (o ad avviare un’attività autonoma) entro le due settimane successive, qualora fosse possibile anticipare l’inizio del lavoro. Inattivi: comprendono le persone che non fanno parte delle forze di lavoro, ovvero quelle non classificate come occupate o disoccupate. Tasso di attività: rapporto tra le forze di lavoro e la corrispondente popolazione di riferimento. Tasso di occupazione: rapporto tra gli occupati e la corrispondente popolazione di riferimento. Tasso di disoccupazione: rapporto tra i disoccupati e le corrispondenti forze di lavoro. Tasso di inattività: rapporto tra gli inattivi e la corrispondente popolazione di riferimento. La somma del tasso di inattività e del tasso di attività è pari al 100%. Dato destagionalizzato: dato depurato dalla stagionalità. Variazione congiunturale: variazione rispetto al mese precedente. Variazione tendenziale: variazione rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Settimana di riferimento: settimana a cui fanno riferimento le informazioni raccolte.

  45. PER DOCUMENTARSI ISTAT – www.istat.itCENSIS – www.censis.itEURISPES – www.eurispes.itBANCA D’ITALIA – Bancaditalia.it ISFOL – www.isfol.itItalia Lavoro – www.italialavoro.it sez. « Il Monitor »

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